Sindrome dello stretto toracico superiore: come allenarsi?

Sindrome dello stretto toracico superiore: come allenarsi?
Ultima modifica 27.06.2023
INDICE
  1. Sindrome dello stretto toracico superiore: riassunto
  2. Terapia motoria della sindrome dello stretto toracico superiore
  3. Cosa fare se la terapia motoria genera dolore?
  4. Bibliografia

Il presente articolo non intende sostituirsi al parere del medico e, in caso di sospetto TOS, o diagnosi confermata dello stesso, è indispensabile attenersi alle indicazioni dello specialista.

La sindrome dello stretto toracico (TOS) è una condizione clinica di gravità variabile, che può determinare sintomi e complicazioni anche piuttosto differenti, e richiedere trattamenti o accorgimenti piuttosto specifici.

Nota: se soffri di sindrome dello stretto toracico, ricordati che la tua terapia potrebbe differire in maniera sostanziale da quella di un altro che presenta una diagnosi "apparentemente" simile. Il trattamento personalizzato è quindi essenziale.

Poiché alcune forme di TOS aumentano il rischio di complicazioni, tra gli accorgimenti da attuare nella terapia conservativa troviamo anche:

  • Evitare certi movimenti, soprattutto ripetuti;
  • Migliorare la postura;
  • Migliorare alcune caratteristiche funzionali, soprattutto di flessibilità.

Tuttavia, a causa dell'estrema eterogeneità che caratterizza le varie forme di sindrome dello stretto toracico, sia per ciò che riguarda il meccanismo eziologico, sia per quel che concerne la gravità, stabilire "cosa fare" e "cosa evitare" non è affatto semplice.

Per prima cosa, è bene fare affidamento a quanto suggerito dal medico curante o dallo specialista.

In secondo luogo, può essere indispensabile consultare un professionista del movimento, sia per la fisioterapia, sia per la rieducazione funzionale e il condizionamento muscolare specifico.

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Sindrome dello stretto toracico superiore: riassunto

La sindrome dello stretto toracico (TOS) è un'alterazione anatomo-funzionale caratterizzata dalla compressione di nervi e/o arterie e/o vene in corrispondenza dell'apertura toracica superiore, cioè il passaggio che sta dalla parte inferiore del collo e l'ascella (noto anche come stretto toracico).

Ad oggi possiamo distinguere tre tipologie di TOS:

  • neurogeno: il più comune, che si presenta con dolore, debolezza, parestesia e, occasionalmente, perdita della muscolatura alla base del pollice;
  • vascolare venoso: che provoca gonfiore, dolore e pallore al braccio;
  • vascolare arterioso: che provoca dolore, freddo e pallore del braccio.

Le possibili cause di sindrome dello stretto toracico sono: traumi, stress ripetitivo del braccio, tumori, gravidanza o variazioni anatomiche (come la costola cervicale).

La diagnosi di TOS non sempre facile, può essere supportata da approfondimenti sulla conduzione nervosa e imaging medica. Può essere necessario differenziarla da altre malattie, spesso concomitanti.

Il trattamento iniziale per la sindrome dello stretto toracico tipo neurogeno è di natura motoria, basato su esercizi per il rinforzo dei muscoli del torace e sul miglioramento della postura. Per contrastare il dolore possono essere utilizzati farmaci FANS, mentre per prevenire la coagulazione del sangue e ridurre il rischio di trombosi possono essere somministrati dei fluidificanti del sangue.

La chirurgia è solitamente destinata ai casi di TOS che non rispondono a questi trattamenti.

La sindrome dello stretto toracico colpisce circa l'1% della popolazione. È più comune nelle donne rispetto agli uomini e si verifica più comunemente tra i 20 ei 50 anni di età. La condizione fu descritta per la prima volta nel 1818 e l'attuale termine "sindrome dello stretto toracico" fu usato per la prima volta nel 1956.

Terapia motoria della sindrome dello stretto toracico superiore

Le prove scientifiche a sostegno del trattamento per la sindrome dello stretto toracico superiore sono scarse e molto recenti (a partire dal 2014).

Lo stretching, la terapia occupazionale*, la rieducazione posturale e la terapia di condizionamento motorio avanzato sono gli approcci non invasivi più comunemente utilizzati nel trattamento della TOS.

* disciplina riabilitativa che promuove la salute e il benessere attraverso l'occupazione, ovvero l'utilizzo delle attività quotidiane, manuali e ludiche, per migliorare le capacità di adattamento fisico, cognitivo, sociale e psicologico della persona.

Allungamento e mobilità di base per il TOS

L'obbiettivo dell'allungamento e della mobilità di base nel trattamento del TOS è riallineare le ossa, i muscoli, i legamenti o i tendini che causano il problema, riducendo il conflitto dei vasi e dei nervi, alleviandone quindi la compressione.

Tra gli allungamenti più comunemente prescritti troviamo:

  1. anteriorizzazione o anteposizione delle spalle (in avanti, chiamato " hunching"), tornando in posizione neutra, seguita dalla retroversione o estensione posteriore (all'indietro, chiamato "arching"), quindi tornando di nuovo in posizione neutra, seguita dal sollevamento delle spalle o elevazione più in alto possibile, ripristinando ancora una volta la posizione neutra. Il tutto va ripetuto ciclicamente, sulla base della sintomatologia, e rispettando sempre il principio del sintomo di dolore – che non dev'essere preponderante.
  2. inclinazione e estensione del collo sul lato opposto a quello della lesione, mantenendo il braccio leso verso il basso o portato dietro la schiena.

Terapia occupazionale e rieducazione posturale nella TOS

La terapia occupazionale include il ripristino guidato della maggior parte dei movimenti (passivi o attivi) abbandonati a causa della TOS – vestirsi, mangiare, lavarsi, lavorare, studiare, praticare sport, hobby ecc. – lavorando sempre nel rispetto dalla sintomatologia.

Non di meno, alcune forme di TOS possono essere aggravate da uno scorretto atteggiamento posturale o da abitudini deleterie.

Esercizi di ginnastica respiratoria, configurazione ergonomica sui luoghi di lavoro e correzione delle abitudini scorrette (ad es. il braccio sotto il cuscino a letto, oppure appoggiare la testa sulla mano quando si è su un fianco) possono portare a grossi giovamenti.

Condizionamento motorio avanzato in presenza di TOS

Spesso, chi soffre di sindrome dello stretto toracico superiore presenta un indebolimento dei muscoli della schiena, causa e/o conseguenza di un atteggiamento posturale caratterizzato dalle spalle curvate in avanti.

Attenzione! Non bisogna confondere le spalle anteriorizzate con un problema di ipercifosi dorsale, anche se le due condizioni possono non solo coesistere, ma risultare connesse e reciprocamente ingravescenti.

Per questo, la riduzione della compressione e il conseguente miglioramento della sintomatologia possono dipendere molto dalla buona riuscita del protocollo di muscolazione del back.

Sono quindi consigliati tutti gli esercizi di trazione orizzontale, ad esempio pulley, rematore manubri, rematore bilanciere e tutte le macchine isotoniche che ripropongono questo movimento.

Anche le esecuzioni di rinforzo per la muscolatura delle spalle svolgono un ruolo positivo, comprese le alzate laterali e posteriori, e tutti i movimenti che migliorano la propriocezione e l'attivazione del cingolo scapolare (adduzione, depressione, elevazione e abduzione ecc.).

Bisogna sottolineare che la capacità di allungamento di alcuni distretti può influire pesantemente sul decorso del TOS. Una caratteristica che sembra giovare nella stragrande maggioranza dei casi è il miglioramento della flessibilità dei muscoli pettorali, in particolare del piccolo pettorale, anche perché correlata alla risoluzione delle spalle anteriorizzate.

Via libera, quindi, alle pratiche di allungamento specifico (estensione passiva a gomito flesso, estensione passiva in parziale abduzione e a gomito disteso) e di miglioramento della mobilità della gabbia toracica – alla quale giovano molto anche gli esercizi di ginnastica respiratoria.

Bisogna tuttavia prestare molta attenzione anche i movimenti che bisognerebbe evitare.

Abbiamo detto che in alcune forme vascolari di TOS aumenta il rischio di aneurisma, coagulazione e trombosi. Questa circostanza può subire negativamente l'influsso della posizione a braccia alzate - seppur nel cronico, o comunque per lunghi periodi.

Ecco che, tra gli esercizi di muscolazione, almeno in fase precoce e soprattutto in presenza di sintomi, è buona norma escludere tutti gli esercizi che si basano sul raggiungimento di questa posizione.

In particolare:

  • le trazioni verticali (i pull-down e i pull-up, come le trazioni alla sbarra, alla lat-machine, alle macchine isotoniche specifiche, le trazioni oblique ecc.); sono esercizi per la muscolatura della schiena e delle spalle posteriori;
  • le spinte verticali e inclinate (i push-press e le military press, ma anche le distensioni su panca inclinata a 45°); sono esercizi per la muscolatura del petto.

Ribadiamo che queste indicazioni non possono essere standardizzate e acquisiscono particolare importanza soprattutto nei soggetti con TOS vascolare che hanno una storia di trombosi o che lamentano una certa sintomatologia nella posizione specifica.

Cosa fare se la terapia motoria genera dolore?

Oltre all'eventuale prescrizione farmacologica, di completa pertinenza medica, chi lamenta sintomi dolorosi provocati dalla TOS che aumentano in seguito alle terapie motorie può fare ricorso al trattamento termico.

Il ghiaccio può essere utilizzato per ridurre l'infiammazione, mentre il calore può migliorare la circolazione sanguigna.

Una pratica che porta spesso buoni risultati è l'applicazione alternata di ghiaccio e calore nella zona prossima alla regione toracica, ovvero tra clavicola e/o ascella e/o scapole.

Bibliografia

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Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer