Sindrome della Capanna: cos'è e come superarla

Sindrome della Capanna: cos'è e come superarla
Ultima modifica 14.11.2023
INDICE
  1. Sindrome della Capanna
  2. Cos'è la Sindrome della Capanna
  3. Come si manifesta la Sindrome della Capanna
  4. L'impatto della pandemia Covid 19
  5. Perché si sceglie di restare nella capanna?
  6. Come superare la Sindrome della Capanna?

Sindrome della Capanna

La "sindrome della capanna" è una condizione che si manifesta con stress e ansia nel dover uscire dalla propria abitazione. Riscontrata a seguito dell'emergenza Covid-19, è una sorta di isolamento protettivo all'interno della propria casa, una "capanna" che diventa spesso una prigione emotiva.

Cos'è la Sindrome della Capanna

La cosiddetta "sindrome della capanna" è una condizione temporanea che si verifica dopo un periodo protratto di isolamento e distanziamento sociale, portando a malessere, stress e ansia quando ci si ritrova a pensare di dover uscire di casa
(Giunti Psychometrics, 2020).
È un fenomeno riscontrato a seguito dei diversi lockdown dovuti all'emergenza Covid-19 ed è stato oggetto di particolare interesse da parte della comunità scientifica. Anche detta "sindrome del prigioniero", questa condizione è caratterizzata dalla tendenza a rinchiudersi in un ambiente familiare e confortevole, evitando attivamente il contatto con il mondo esterno.

Come si manifesta la Sindrome della Capanna

La sindrome della capanna si manifesta con mancanza di energia, difficoltà di concentrazione, letargia, irritabilità, senso di non appartenenza fino, anche ad ansia, tristezza, solitudine e angoscia. Pur non costituendo un vero e proprio disturbo, le sue conseguenze possono incidere sulla salute psicologica del singolo, portando a volte a depressione, attacchi di panico e disturbi dell'adattamento.

Alcuni individui si sentono più sicuri nella loro casa, dove possono gestire con più comfort la loro stessa ansia ed evitare situazioni sociali di disagio. La sindrome della capanna ha diversi punti in comune con l'agorafobia, la paura significativa di trovarsi in situazioni o luoghi dai quali non si può andar via facilmente o ricevere aiuto. Non solo: i sintomi della sindrome della capanna possono essere associati anche alla fobia sociale, un disturbo d'ansia caratterizzato da preoccupazione riguardo situazioni sociali ed eventuali giudizi da parte di altre persone.


Nel caso specifico della sindrome della capanna, si tratta di una condizione temporanea che porta a evitare i contatti con il mondo esterno, per paura della convivenza forzata con il Coronavirus e con le sue conseguenze.
La sindrome della capanna può avere un impatto significativo sulle relazioni interpersonali e sulla vita lavorativa delle persone coinvolte. Dal punto di vista relazionale, l'isolamento sociale può causare anche la perdita di amicizie e il peggioramento della qualità delle relazioni; in ambito lavorativo, l'evitamento delle sfide e delle nuove esperienze può ostacolare notevolmente lo sviluppo professionale della persona. Rifugiarsi nella propria casa può comportare rinunce, perdita di opportunità, relazioni o esperienze, facilitando, inoltre, l'instaurarsi di dipendenza da tecnologia e social media.

L'impatto della pandemia Covid 19

La sindrome della capanna è una condizione complessa, dovuta all'interazione tra fattori genetici, psicologici e sociali. La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto innegabile sulla salute mentale degli individui, specialmente in coloro che presentavano già una predisposizione all'ansia e all'isolamento sociale. Le restrizioni e le direttive di evitare contatti fisici hanno indotto numerose persone a sperimentare isolamento sociale, consolidando ulteriormente la percezione dell'ambiente domestico quale unico luogo sicuro.
In questo contesto, l'accessibilità delle connessioni virtuali ha svolto un ruolo significativo nel processo. Sebbene le nuove tecnologie abbiano fornito un notevole supporto durante la situazione di emergenza, ancora oggi molte persone potrebbero continuare a preferire l'interazione online, rifugiandosi in una sorta di reclusione digitale.

Per approfondire: Coronavirus: come gestire ansia, paura e isolamento sociale

Perché si sceglie di restare nella capanna?

All'interno di una società sempre più frenetica e pressante, è molto importante imparare a fermarsi e prendere i propri spazi di ritiro e riflessione. Sebbene l'isolamento sociale possa offrire una temporanea zona di comfort, quando il ritiro diventa una strategia per evitare emozioni e pensieri spiacevoli, è importante non sottovalutarne l'impatto sulla propria salute mentale.

Oltre alla paura del contagio da Covid-19, ancora oggi alcune persone preferiscono continuare a rinunciare alla partecipazione attiva alla vita sociale per diverse ragioni.

  • Tendenza all'introversione: gli individui introversi possono percepire il bisogno di trascorrere più tempo da soli per ricaricarsi. Ma quando questo comportamento diventa totalizzante, è importante riconoscerlo per evitare di cadere in un
    isolamento sociale dannoso per la propria salute.
  • Esperienze passate: chi ha vissuto esperienze sociali negative, come bullismo o tradimenti, può sviluppare la tendenza all'isolamento con la funzione di proteggersi da eventuali situazioni emotivamente difficili da gestire.
  • Fobia sociale: per molte persone l'interazione con gli altri può diventare una significativa fonte di stress; di contro, l'isolamento sociale può rappresentare una strategia per evitare l'ansia e le situazioni sociali che la scatenano. La sindrome
    della capanna può essere alimentata dalla paura di essere valutati negativamente o di non essere all'altezza delle aspettative degli altri.
  • Autostima bassa: alcune persone con bassa autostima temono il giudizio degli altri in modo così intenso da preferire di evitare completamente le situazioni sociali: in questo modo, ritirarsi in un ambiente familiare può diventare una sorta di barriera protettiva dalle proprie insicurezze.

Uscire dalla "capanna" può dar luogo a dinamiche che spaventano e vissuti emotivi difficili da gestire, quali ansia, preoccupazione sulle aspettative e richieste del contesto sociale, senso di colpa, vergogna, senso di inadeguatezza, frustrazione e senso di scarsa efficacia sociale.
Per questo motivo, ritirarsi socialmente può rappresentare un rifugio nel quale sentirsi al sicuro, proteggendosi da situazioni di disagio e ansia.

Come superare la Sindrome della Capanna?

L'interazione con gli altri e il supporto di amici e familiari sono degli aspetti fondamentali per lo sviluppo e il mantenimento di una buona salute mentale. In un mondo sempre più interconnesso, uscire fuori dalla propria "capanna", fisica e sociale, è una scelta fondamentale per migliorare il benessere psico-fisico e la qualità delle proprie relazioni.

Per superare la sindrome della capanna è necessario ristabilire connessioni significative con gli altri e provare a riavvicinarsi gradualmente alle situazioni sociali: il supporto di professionisti della salute mentale può aiutare a gestire l'ansia e a sviluppare strategie per affrontare il mondo esterno in modo più sicuro, cercando un equilibrio tra vita online e quella offline. Trovare il coraggio di affrontare le sfide e le opportunità al di fuori dalla propria zona di comfort può portare a una crescita personale significativa.
Con il giusto sostegno e consapevolezza, è possibile superare queste difficoltà e tornare a godere pienamente della vita al di fuori della propria casa.

Fonti

  • American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (5th ed.). American Psychiatric Publishing. Mowatt, R. A., Bennett, J. K., & Johnson, S. (2004)
  • The "Cave Syndrome" – A New Variant of Seasonal Affective Disorder. Psychiatry Weekly, 2(3), 26-28. Reger, M. A., Gahm, G. A., Swanson, R. D., & Duma, S. J. (2009).
  • Association between number of deployments and duty‐related and mental health conditions of California National Guard Soldiers. The Journal of Traumatic Stress, 22(1), 17-25.

Autore

Ilaria Albano

Ilaria Albano

Psicologa
Dr. Ilaria Albano, psicologa con formazione in Psicologia Cognitiva e Neuroscienze, si occupa di divulgazione scientifica, benessere e empowerment. Founder del progetto "Psicologa Scortese", ogni sabato mattina ha una rubrica in diretta su Radiofreccia.