Sieropositivo all'HIV: cosa significa, cosa si può fare o cosa no

Sieropositivo all'HIV: cosa significa, cosa si può fare o cosa no
Ultima modifica 26.08.2022
INDICE
  1. Cosa vuol dire essere Sieropositivo
  2. Come Convivere con l’HIV
  3. Cose da Sapere e Miti da Sfatare
  4. Bibliografia

Cosa vuol dire essere Sieropositivo

Cosa significa essere Sieropositivi?

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Nel gergo comune, il termine "sieropositivo" – per l'esattezza sieropositivo all'HIV – indica la presenza, nel sangue, di anticorpi specifici per HIV.

La presenza di anticorpi specifici per HIV significa che il soggetto ha contratto l'infezione da HIV.

La persona sieropositiva non presenta sintomi, motivo per cui non può ancora definirsi un malato di AIDS (stadio più avanzato e più grave dell'infezione da HIV).

Potrebbe aver bisogno di farmaci antiretrovirali (terapia HAART), questo per mantenere sotto controllo l'infezione e non sviluppare sintomi.

Cos’è l’HIV?

Anche noto come Virus dell'Immunodeficienza Umana, HIV è un virus che, nell'infettare l'essere umano, attacca e distrugge specificatamente i linfociti T CD4+, una popolazione particolare di globuli bianchi indispensabili alla risposta immunitaria.

Privato di questi linfociti, il sistema immunitario umano si indebolisce e diventa incapace di innalzare una barriera protettiva efficace contro virus, batteri, protozoi, funghi e tumori.

In realtà, l'intero processo è graduale: infatti, c'è una prima fase acuta, in cui il soggetto infetto sviluppa una seria di sintomi paragonabili a quelli di un'influenza; quindi, segue una fase definita di latenza clinica, in cui l'individuo sta bene solo in apparenza, in quanto il virus sta annientando gradualmente la popolazione di linfociti T CD4+ (è in questa fase che il malato è detto sieropositivo); infine, c'è la terza e ultima fase, chiamata AIDS, in cui il sistema immunitario della persona è ormai completamente compromesso e l'organismo non è più in grado di contrastare l'insorgenza anche delle più banali infezioni.

Cos’è’ l’AIDS?

L'AIDS – sigla che sta per Sindrome da ImmunoDeficienza Acquisita – è lo stadio clinico più avanzato dell'infezione da HIV.

Può manifestarsi anche dopo diversi anni da quando il soggetto ha contratto l'infezione; questo accade come conseguenza del calo graduale dei linfociti T CD4+.

Una persona sieropositiva ha tante più probabilità di evitare l'AIDS, quanto più precocemente inizia il trattamento antiretrovirale: è comprovato che terapie precoci possono prevenire completamente la sindrome da immunodeficienza acuta.

Occorre precisare che il trattamento antiretrovirale può avere effetti anche in chi ha ormai sviluppato l'AIDS: le difese immunitarie, infatti, possono "riprendersi", con i sintomi che tendono a migliorare; tuttavia, l'efficacia non sarà mai quella delle terapie iniziate in fase precoci o pre-AIDS.   

Per approfondire: AIDS: Cos'è e Come si trasmette?

Come Convivere con l’HIV

Le evidenze scientifiche dicono che, oggi, chi scopre precocemente di essere sieropositivo e ricorre immediatamente alla più recente terapia antiretrovirale può condurre una vita quasi normale in termini di qualità.

Anche le aspettative di vita sono simili alle persone che non hanno l'HIV (sieronegative).

Il tutto si deve ai progressi della medicina, che hanno portato alla realizzazione di farmaci la cui combinazione è efficace nel bloccare la riproduzione del virus nelle cellule ospiti e nel ridurre la quantità complessivo dello stesso nell'organismo.

Va ricordato altresì che, per il momento, non esiste ancora una cura definitiva per l'HIV, dove per cura definitiva si intende un trattamento in grado di eliminare completamente dall'organismo il virus infettante; questo vuol dire che l'individuo sieropositivo deve continuare la terapia antiretrovirale per tutta la vita.

Quest'ultimo aspetto fa dell'infezione da HIV una malattia cronica, con la quale il malato deve convivere e che, inevitabilmente, condiziona la quotidianità.

Non è ancora disponibile una cura definitiva per l'HIV; tuttavia, esiste una combinazione di farmaci efficace nel ridurre la replicazione virale nelle cellule dell'organismo.

Sieropositività e concetto di Carica Virale

Quando si parla di HIV e sieropositività è fondamentale argomentare il concetto di carica virale.

La carica virale è la quantità di virus presente nel sangue e nelle secrezioni, quali sperma, precum, secrezioni vaginali (no saliva, lacrime, sudore).
Molto banalmente, maggiore è la carica virale e più sono elevate le probabilità di trasmettere il virus tramite sangue o secrezioni (per un ripasso delle vie di trasmissione di HIV, si continui nella lettura oppure si clicchi qui).

I farmaci antiretrovirali servono a mantenere bassa la carica virale; una carica virale bassa ha due conseguenze:

  • Controllo della sintomatologia (il paziente non sviluppa sintomi e il suo sistema immunitario risponde bene all'insorgenza di infezioni ecc.);
  • Rischio ridotto, o addirittura nullo, di contagiare altre persone mediante sangue o secrezioni (si intende sempre sperma, precum, secrezioni vaginali).

A questo punto entra in gioco un altro concetto molto importante, quello di U=U, ossia Undetectable = Untrasmittable (che in italiano diventerebbe Non rilevabile = Non trasmissibile).

Una persona sieropositiva che, ai test per l'individuazione della carica virale risulta U=U, è un malato per il quale il rischio di trasmissione del virus è pari a zero.

Nella quotidianità, la presenza di U=U offre all'individuo diverse possibilità, tra cui:

  • Avere rapporti sessuali non protetti con il partner (e quest'ultimo non deve sottoporsi preventivamente al trattamento noto come PrEP);
  • Avere figli in modo naturale, senza rischi per il/la partner e nemmeno per il nascituro;
  • Stare bene, vivendo un'esistenza senza sintomi.

Va precisato, tuttavia, che le cose sono più complesse di quanto sopra esposto.

Innanzitutto, per poter ambire a U=U, il soggetto sieropositivo deve seguire scrupolosamente la terapia antiretrovirale (come si è detto, più è precoce e meglio è).

In secondo luogo, per avere la certezza del rischio zero, occorre che la carica virale si mantenga non rilevabile per almeno 6 mesi; in caso contrario, il rischio non è da considerarsi pari a zero.

Terzo, prima di abbandonare tutte le varie precauzioni, è doveroso consultare l'infettivologo di riferimento e affidarsi alle due indicazioni.

Ultimo aspetto, banale ma non troppo, per sapere di essere U=U, il soggetto sieropositivo deve sottoporsi periodicamente a test specifici per l'identificazione della carica virale.

Lo sapevi che…

In un soggetto sieropositivo, la carica virale è massima nelle prime settimane dopo l'infezione.

Vita Sessuale e di Coppia del soggetto Sieropositivo

Ecco tre situazioni che descrivono come la sieropositività condizioni la vita sessuale ed eventualmente di coppia di un malato di HIV.

  • Una persona sieropositiva che non segue alcuna terapia antiretrovirale e che non adotta alcuna protezione efficace (es: preservativo) è ad alto rischio di trasmettere l'infezione durante i rapporti sessuali.
  • Un individuo sieropositivo che segue una terapia antiretrovirale, ma non presenta una carica virale U=U (o la presenta, ma non è stabile da tempo), può ancora trasmettere l'infezione durante i rapporti sessuali in assenza di protezioni efficaci o se il partner non ha conseguito la profilassi pre-esposizione (PrEP).
  • Un soggetto sieropositivo che, grazie alla terapia antiretrovirale, presenta stabilmente una carica virale non rilevabile (U=U) può avere rapporti sessuali non protetti senza rischio di trasmettere l'infezione al partner.

Come si può notare, per una vita sessuale senza rischi, serve una terapia stabilmente efficace oppure l'adozione di tutte quelle che precauzioni atte a proteggere il partner (se la carica virale non è stabilmente U=U, serve il profilattico o un qualsiasi altro strumento di prevenzione efficace).

Vale la pena ricordare che, per un sieropositivo, affidarsi alla terapia antiretrovirale è importante prima di tutto sotto il profilo della salute e solo in un secondo momento dal punto di vista sessuale: i farmaci antiretrovirali permettono all'individuo di controllare i sintomi, prevenendo, se la terapia è stata tempestiva, lo sviluppo dell'AIDS.

Ultimo aspetto da segnalare è la profilassi pre-esposizione (PrEP), un trattamento farmacologico preventivo che protegge le persone sieronegative dall'acquisizione dell'infezione da HIV e che è fortemente consigliato prima di un rapporto sessuale con una persona sieropositiva con carica virale rilevabile o sconosciuta.

La PrEP non è un vaccino (non esiste un vaccino per l'HIV) e, per un suo utilizzo, occorre rivolgersi all'infettivologo di riferimento (il quale valuterà la sicurezza del protocollo profilattico e la sua attuabilità).

Si ricorda che...

Solo l'uso corretto del preservativo (va indossato prima di iniziare il rapporto sessuale; non deve sfilarsi; ecc.) protegge dalla trasmissione di HIV e delle altre malattie sessualmente trasmissibili (gonorrea, sifilide ecc.).

Convivenza con le altre persone

Vivere assieme a una persona sieropositiva non comporta alcun rischio per gli altri a patto che non ci siano scambi di sangue o scambi diretti o indiretti (es: utilizzo condiviso di siringhe, aghi ecc.).

L'intera situazione è ancora più sotto controllo se il soggetto sieropositivo segue diligentemente la sua terapia antiretrovirale e questa è efficace al punto da abbattere la carica virale (carica non rilevabile ai test specifici).

Tutto ciò apre le porte a una relazione di coppia senza rischi, a una convivenza serena in famiglia e a una vita lavorativa sicura per i colleghi.

Sieropositività e Lavoro

Le persone sieropositive possono svolgere un'attività lavorativa in serenità.

Infatti, la Legge n.135/1990, agli articoli 5 e 6, prevede disposizioni specifiche volte a garantire l'anonimato nella rilevazione delle infezioni da HIV e il divieto di svolgere indagini finalizzate ad accertare lo stato di sieropositività dei dipendenti da parte di datori di lavoro per l'instaurazione di un rapporto di lavoro, al fine di evitare discriminazioni nonché violazioni di riservatezza sullo stato di sieropositività per HIV.

Tuttavia, va aggiunto anche che una sentenza della Corte Costituzionale (sentenza n. 218 del 1994) ha modificato in parte l'art.5 della Legge 135, stabilendo la possibilità di procedere ad un accertamento dell'infezione da HIV nel caso di attività che comportino rischi per terzi nell'ambito delle professioni sanitarie o di sicurezza, rischi da valutare volta per volta e che comunque non indicano una inidoneità assoluta alla professione.

Cosa non può fare la persona Sieropositiva?

Le persone sieropositive non possono donare né il sangue né gli organi.

Inoltre, non possono entrare nelle forze armate (è motivo di inodoneità al servizio); potrebbero riscontrare gravi difficoltà ad ottenere un'assicurazione sulla vita, un mutuo o un accesso al credito; non possono recarsi in certi Paesi del Mondo.

Cosa aiuta a migliorare lo stato di Salute di un Sieropositivo?

Aiutano a migliorare lo stato di salute generale di un sieropositivo:

Cose da Sapere e Miti da Sfatare

Come si trasmette l’HIV?

L'HIV si trasmette attraverso i seguenti liquidi biologici:

  • Sangue e derivati (via di trasmissione ematica);
  • Sperma, precum e secrezioni vaginali (via di trasmissione sessuale);
  • Latte materno (via di trasmissione verticale; N.B: è verticale anche il contagio che avviene tramite il sangue che scorre tra la madre e il feto o durante il passaggio lungo il canale del parto, per via delle secrezioni vaginali presenti).

L'infezione ha luogo quando il virus contenuto in uno dei suddetti liquidi biologici (che chiaramente appartengono a una persona sieropositiva) penetra in una ferita della pelle o in lesioni della mucosa anche non visibili.

Una persona Sieropositiva Trasmette sempre l’Infezione?

No.

Può esserci trasmissione di HIV solo se ci sono scambi di sangue o rapporti sessuali senza protezioni adeguate.

Ovviamente, si fa riferimento a un'ipotetica situazione in cui il soggetto sieropositivo non stia seguendo alcuna terapia antiretrovirale (può capitare, se non sa di essere sieropositivo) o la stia seguendo ma il trattamento non è sufficiente efficace ad abbattere la carica virale fino a portarla a U=U.

Cos’è la PrEP?

PrEP è la sigla che sta per Profilassi Pre-Esposizione.

Si tratta di un protocollo farmacologico che permette a una persona sieronegativa di avere rapporti sessuali sicuri senza protezioni con un individuo sieropositivo.

A seconda delle modalità di utilizzo scelte, la PrEP può prevedere un'assunzione quotidiana di farmaci oppure un'assunzione limitata alle ore immediatamente precedenti e immediatamente successive al rapporto sessuale.

Per poter sfruttare i vantaggi del metodo PrEP, bisogna sottoporsi a esami che accertino l'assenza di altre patologie sessualmente trasmissibili e ad altri controlli volti a stabilire che i farmaci in questione non siano controindicati al soggetto destinato ad assumerli.

Il via libera per l'assunzione spetta all'infettivologo di riferimento, il quale decide sulla base degli accertamenti sopra menzionati.

Il costo del PrEP è a carico della persona che intende farne uso.

Quali sono i Comportamenti Sessuali a Rischio Trasmissione?

Quando è coinvolto un soggetto sieropositivo, i rapporti sessuali sono da considerarsi a rischio se:

  • Non sono protetti (no condom, no femidom, no dental dam)

o

  • Non è in atto una terapia antiretrovirale efficace

o

  • Il partner non ha fatto ricorso al protocollo PrEP

La modalità di rapporto più rischiosa è quella che prevede la penetrazione anale; segue quella vaginale; infine, c'è il sesso orale.

Lo sapevi che…

Il dental dam riduce il rischio di trasmissione, ma non lo elimina del tutto.

Come NON si Trasmette il Virus dell’HIV?

L'HIV non si trasmette:

Una persona Sieropositiva può avere Figli Sani in modo naturale?

Sì.

Per poter concepire figli sani in modo naturale, è fondamentale che il soggetto sieropositivo risponda bene alla terapia antiretrovirale, presentando stabilmente una carica virale non rilevabile.

In caso contrario (carica virale ancora rilevabile), la genitorialità è ancora possibile, ma con delle limitazioni: bisogna ricorrere, infatti, a metodi di concepimento non naturali (per la protezione del partner) e al parto cesareo (per la protezione del feto).

Rimane indispensabile in ogni caso la terapia antiretrovirale, da utilizzare anche durante la gravidanza (serve a proteggere il feto).

Lo sapevi che…

In una coppia, se è l'uomo a essere HIV-positivo, non trasmetterà mai il virus in modo diretto al nascituro; tuttavia, lo farà indirettamente nel caso in cui contagiasse la madre al momento del concepimento.

Una Madre Sieropositiva può Allattare al Seno?

Secondo le linee guida attuale, per una madre sieropositiva, è controindicato allattare al seno, poiché c'è il rischio di trasmettere il virus al bambino.

Ciò vale anche quando la carica virale è non rilevabile.

HIV e altre Malattie Sessualmente Trasmissibili

Con riferimento alle persone sieropositive, il CDC (Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie) riporta che:

  • Se la carica virale è non rilevabile, contrarre un'altra malattia sessualmente trasmissibile non aumenta il rischio di trasmettere l'HIV;
  • Se la carica virale è rilevabile, curare un'altra eventuale malattia sessualmente trasmissibile riduce la probabilità di trasmettere l'HIV.

Bibliografia

  • https://www.salute.gov.it/
  • https://www.cdc.gov/hiv/basics/livingwithhiv/

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza