Quando il senso di colpa diventa patologico e cosa fare per superarlo

Quando il senso di colpa diventa patologico e cosa fare per superarlo
Ultima modifica 18.07.2023
INDICE
  1. Senso di colpa: un'emozione universale
  2. Quando il senso di colpa diventa patologico
  3. Perché ci sentiamo in colpa
  4. Cosa fare per superare il senso di colpa? Imparare a lasciar andare

Senso di colpa: un'emozione universale

Il senso di colpa è un'emozione universale che sperimentiamo molto spesso nella vita. Ma quando diventa l'emozione prevalente nelle nostre giornate, può dar luogo a diverse patologie.

Il senso di colpa è un'emozione che riguarda il nostro vivere in società. Proviamo senso di colpa quando pensiamo di aver commesso un errore o di aver violato delle regole o valori, ai quali sentiamo di dover aderire. Si tratta di un'emozione secondaria, ossia, un'emozione non innata, ma che si verifica nel processo di crescita e interazione sociale dell'individuo. Siamo in grado di provare senso di colpa solo quando abbiamo sviluppato una coscienza del Sé, riconoscendo l'esistenza di altre persone attorno a noi, e questo generalmente avviene a partire dal secondo anno di vita.
Il senso di colpa può sorgere a seguito della trasgressione di alcune norme e genera spesso sentimenti di rimorso e rimpianto in riferimento al comportamento messo in atto. Non sempre si fonda su una base oggettiva di colpa, infatti, è possibile sentirsi in colpa anche a seguito di una percezione erronea della realtà, ad esempio, presumendo o dando per scontate alcune aspettative comportamentali da parte degli altri.
Sebbene in molti contesti il senso di colpa possa dar luogo a una risposta funzionale, poiché utile a mettere in atto azioni riparative, in alcuni casi il senso di colpa può impattare negativamente sulla salute mentale e sul benessere complessivo della persona, al punto da determinare diverse patologie.

 

Quando il senso di colpa diventa patologico

Il senso di colpa diventa patologico quando si presenta come l'emozione principale e pervasiva della nostra vita psichica, al punto da dar luogo ad alcune problematiche o disturbi mentali.
Il senso di colpa può essere presente nei disturbi d'ansia e del disturbo post traumatico da stress e può assumere un carattere patologico anche attraverso la modalità dell'overthinking, ossia il verificarsi di pensieri intensi e ripetivi. Nel tentativo di alleviare l'ansia associata al senso di colpa, i pensieri intrusivi e ricorrenti possono spingere a compiere rituali e azioni compulsive, favorendo, inoltre, l'insorgenza di un disturbo ossessivo-compulsivo. I comportamenti compulsivi possono alimentare ulteriormente l'emozione: chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo può provare senso di colpa anche per non essere in grado di controllare i propri pensieri o le proprie azioni.


Il senso di colpa può anche trovarsi alla base della ruminazione, una modalità di pensiero ripetitivo riguardante un evento passato, che in alcuni casi può diventare disfunzionale e maladattiva. La ruminazione è coinvolta nella genesi e nel mantenimento della depressione e contribuisce all'amplificazione dell'umore depresso. Le persone con depressione possono sentirsi intrappolate in ruminazioni e autoaccuse sulle loro presunte colpe. Nella depressione, infatti, il senso di colpa assume spesso un ruolo centrale e pervasivo, contribuendo a innescare sentimenti di inadeguatezza e auto-denigrazione.
Il senso di colpa può generare un circolo vizioso e dar luogo a diverse problematiche, che è necessario affrontare con il supporto di un professionista della salute mentale.

Per approfondire: Overthinking: cos'è, quali sono i sintomi, le cause e come si cura

Perché ci sentiamo in colpa

Possiamo sentirci in colpa per aver commesso un errore o per non aver soddisfatto delle aspettative che coinvolgono altre persone. Gli esseri umani sono degli "animali sociali", pertanto, è normale provare senso di colpa.
Il senso di colpa si innesca a seguito del giudizio riguardo i propri pensieri o azioni; si tratta di una valutazione strettamente connessa a ciò che abbiamo appreso essere "giusto" o "sbagliato". Il senso di colpa è legato allo sviluppo di una morale in riferimento al nostro comportamento e all'impatto che ha, o potrebbe avere, sugli altri.

Non è un'emozione intrinseca dell'essere umano, ma si sviluppa a partire dalla consapevolezza di essere parte di un contesto sociale e dell'accettazione delle regole che lo governano.
A seguito dell'interiorizzazione delle norme del nostro ambiente di appartenenza, alcune condotte possono essere accettate oppure condannate, pertanto, a seconda del contesto, possiamo provare più o meno colpa, con conseguenze sull'intensità e frequenza dell'emozione provata.


Il senso di colpa, come tutte le emozioni, ha una sua funzione: può spingerci a riparare, porre rimedio o, anche, aprire nuovi spazi di riflessione utili a rivalutare il proprio modo di porsi all'interno di certe norme o conseguenze.
Quando, però, il senso di colpa diventa pervasivo e si trasforma in condanna ed etichetta, può innescare nuove emozioni, quali vergogna o senso di inadeguatezza, assumendo una valenza esistenziale che allontana dalla sua effettiva utilità funzionale.

 

Cosa fare per superare il senso di colpa? Imparare a lasciar andare

È molto importante imparare a gestire il senso di colpa in modo sano e costruttivo.
Il senso di colpa ci dice che "ho sbagliato", non che "sono una persona sbagliata": quando il senso di colpa assume una connotazione identitaria sulla propria persona, oltre ad allontanare dal focus su un possibile rimedio, interferisce con il proprio equilibrio emotivo e autostima.


Anche nei casi in cui non è possibile rimediare, pensare costantemente a un passato che non è possibile cambiare può avere un forte impatto sulla propria salute mentale, rallentando il processo di accettazione, necessario per lasciar andare e riprendere a vivere nel presente.


L'impatto delle nostre azioni sugli altri e il conseguente dolore causato dal nostro modo di comportarci, più o meno volontariamente, possono interferire nel nostro modo di vivere e godere di una buona qualità di vita. Ad esempio, potremmo essere stati abituati a sentirci in colpa per le emozioni altrui, con conseguenze importanti sulla nostra capacità di scelta e autodeterminazione.

Potremmo sentirci in colpa per il tempo dedicato a noi stessi, per l'improduttività, per il mancato raggiungimento di traguardi sociali; aspetti che possono essere valutati secondo parametri relativi, ma che sono condannati in contesti che promuovono valori, quali, ad esempio, il merito o la performance.

Per evitare che il senso di colpa diventi l'emozione prevalente delle nostre giornate è bene essere consapevoli della distinzione tra senso di colpa e senso di responsabilità, quest'ultimo collegato al semplice fatto che le nostre azioni generano naturalmente delle conseguenze, delle quali non sempre siamo realmente colpevoli.
Il senso di colpa ci permette di riflettere meglio sui nostri confini, di acquisire maggiore consapevolezza, di rimediare, quando possibile, e di accettare ciò che è stato.


Tutti commettiamo errori: l'accettazione è un processo graduale e complesso e necessita di un processo di auto-riflessione e consapevolezza sulle proprie emozioni e ragioni. Per evitare di restare a lungo legati al senso di colpa e dar luogo a eventuali conseguenze patologiche, è importante riconoscere il passato e fare in modo di lasciar andare, un aspetto fondamentale per facilitare l'accettazione.


Il supporto di un professionista della salute mentale, se in molte situazioni può facilitare il processo di accettazione, nei casi in cui ci siano delle manifestazioni patologiche, risulta altamente necessario al fine di facilitare una migliore gestione del senso di colpa e delle sue conseguenze sulla salute mentale.

Fonti

  • Baumeister, R. F., Stillwell, A. M., & Heatherton, T. F. (1994). Guilt: An interpersonal approach. Psychological bulletin, 115(2), 243-267.
  • Greenberg, L. S. (2017). Emotion-focused therapy: Coaching clients to work through their feelings. American Psychological Association.
  • Rachman, S. (1998). A cognitive theory of obsessions. Behaviour research and therapy, 36(9), 957-970.
  • Salkovskis, P. M. (1999). Understanding and treating obsessive-compulsive disorder. Behaviour research and therapy, 37(Supplement 1), S29-S52.
  • Tangney, J. P., & Dearing, R. L. (2002). Shame and guilt. Guilford Press.

Autore

Ilaria Albano

Ilaria Albano

Psicologa
Dr. Ilaria Albano, psicologa con formazione in Psicologia Cognitiva e Neuroscienze, si occupa di divulgazione scientifica, benessere e empowerment. Founder del progetto "Psicologa Scortese", ogni sabato mattina ha una rubrica in diretta su Radiofreccia.