Sarcopenia: Alimentazione e Dieta

Sarcopenia: Alimentazione e Dieta
Ultima modifica 18.11.2020
INDICE
  1. Introduzione
  2. Ruolo dell’Alimentazione
  3. Dieta Sarcopenia

Introduzione

Cos’è la sarcopenia?

La sarcopenia è una particolare forma di perdita muscolare (atrofizzazione) dovuta all'invecchiamento e/o ad una riduzione del movimento fisico generale – fino all'immobilità.

Nota: sarcopenia non è sinonimo di cachessia – vedi sotto.

La sarcopenia è una condizione disagevole di grande interesse geriatrico. Essendo una potenziale causa di disabilità nell'anziano, incide significativamente sulla riduzione della qualità e dell'aspettativa di vita.

È considerata un componente importante della cosiddetta sindrome di fragilità, ovvero un morbo tipicamente geriatrico che incarna l'elevato rischio di declino funzionale in terza età.

In cosa consiste la sarcopenia?

Il deperimento del tessuto muscolare della sarcopenia è tipicamente progressivo e degenerativo, ne compromette la qualità di composizione-struttura, e si associa ad un inesorabile calo della capacità di forza.

Fattori predisponenti e meccanismo patologico

Il tasso di perdita muscolare sarcopenica dipende dal livello di esercizio fisico, da eventuali comorbilità, dall'alimentazione / dieta e altri fattori.

Questa degenerazione sarebbe riconducibile prevalentemente alla perdita della capacità di "ricostruire il muscolo" in seguito alla "normale usura" – a causa di specifici cambiamenti nelle vie di segnalazione della sintesi muscolare.

È proprio il riconoscimento di questo meccanismo a permettere la distinzione tra sarcopenia e cachessia, una malattia apparentemente simile ma nella quale la perdita di trofismo muscolare avviene per cause differenti – sono coinvolte le citochine, mediatori infiammatori.

Nota: in alcuni casi, sarcopenia e cachessia possono coesistere all'interno dello stesso quadro clinico.

Sapevi che…

Il termine "sarcopenia" deriva dal greco σάρξ o sarx, ovvero "carne", e πενία o penia, cioè "povertà"; il sostantivo è stato proposto per la prima volta da Rosenberg nel 1989.

Ruolo dell’Alimentazione

Alimentazione come causa di sarcopenia

Le potenziali cause di sarcopenia sono molte e quasi sempre compresenti-interagenti. Trattasi di una condizione ancora parzialmente sconosciuta, anche se vengono riconosciuti come fattori primariamente coinvolti:

  • Cambiamenti ormonali;
  • Immobilità o ridottissima mobilità;
  • Cambiamenti muscolari legati all'età;
  • Alimentazione;
  • Cambiamenti neurodegenerativi.

Oltre al limitato esercizio fisico – o peggio l'immobilità – e ad eventuali patologie o condizioni non fisiologiche (ad esempio l'insufficienza d'organo, interventi chirurgici ecc), il tasso di perdita muscolare viene aumentato notevolmente dalla ridotta assunzione di nutrienti.

La ricerca epidemiologica indica che, sulla salute dei muscoli, l'influenza dei fattori ambientali può avere effetti anche a lungo termine. Ad esempio, un basso peso alla nascita è un fattore di rischio che si associa a ridotta massa muscolare e forza nella vita adulta.

Ecco che l'alimentazione assume un duplice ruolo nella lotta alla sarcopenia, nella prevenzione (fin dalla gestazione) tanto quanto nella terapia (in età avanzata). Volendo scongiurare tale condizione morbosa, non è comunque possibile prendere in esame l'intero ciclo di vita umana; la nutrizione in gravidanza e poi quella del bambino rimangono a carico della madre. Dall'età adulta e fino alla terza età però, è possibile intervenire sulla propria alimentazione sia in termini preventivi che curativi; va da sé che un eventuale declino delle funzioni cognitive (demenza senile, morbo di Alzheimer) priverebbe nuovamente di questa responsabilità.

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Dieta Sarcopenia

Ruolo della dieta nella terapia contro la sarcopenia

In termini dietetici, nella terapia contro la sarcopenia è essenziale curare fondamentalmente due elementi:

  • Apporto di amminoacidi essenziali (AAE), ovvero quelli che l'organismo non è capace di produrre autonomamente;
  • Apporto calorico (kcal).

Amminoacidi essenziali contro la sarcopenia

L'apporto di AAE viene spesso ma impropriamente definito "apporto proteico". È pur vero che, previa digestione ed assorbimento, le proteine sono l'unica sorgente nutrizionale di amminoacidi; ma è altrettanto vero che la quantità e la proporzione di quelli essenziali dipende dal tipo di proteina assunta con gli alimenti.

Assumendo solo proteine "incomplete", la sintesi proteica rimarrebbe compromessa e, con essa, il mantenimento delle masse muscolari. Considerando inoltre che nell'anziano la capacità di assorbimento è potenzialmente ridotta, anche in assenza di patologie, la scelta della fonte proteica, della sua porzione e frequenza di consumo assumono un ruolo primario.

Le proteine che apportano tutti gli amminoacidi essenziali nelle giuste quantità e proporzioni rispetto al modello peptidico umano sono dette ad "alto valore biologico". Le fonti alimentari di proteine ad alto valore biologico sono di origine animale:

A dirla tutta, sarebbe comunque possibile introdurre tutti gli AAE grazie al principio della varietà alimentare. L'alternanza o l'associazione di legumi (soia, lupino, fagiolo, pisello, cece, lenticchia ecc), cereali e pseudocereali (frumento, riso, quinoa, amaranto, mais ecc), tipicamente adottata dai vegani, ne è la prova. Esistono poi cibi meno noti ma comunque di buona "qualità" proteica, come le alghe; d'altro canto questi trovano poca applicazione nella nutrizione dell'anziano occidentale, per una ragione di scarso adattamento ai prodotti alimentari lontani dalla tradizione locale.

Per di più, i cibi di origine vegetale hanno un ulteriore ostacolo all'assorbimento, dato dalla presenza abbondante di fibre e di concentrazioni variabili di inibitori delle peptidasi – che riducono la funzione degli enzimi digestivi proteici. Bisogna ammettere che una cottura adeguata riduce quasi a zero la concentrazione degli inibitori, ma la porzione fibrosa rimane. La capacità di assorbimento dell'apparato digerente di un anziano potrebbe risentire di questi elementi, ragione per la quale sarebbe impensabile soddisfare il fabbisogno di AAE senza consumare almeno 1/3 delle fonti proteiche di origine animale.

Alla luce di tutto ciò, vari ricercatori avrebbero proposto un aumento della raccomandazione proteica minima in età avanzata, corrispondente a 1,0-1,2 g / kg di peso corporeo al giorno – mentre per l'adulto, la soglia inferiore sarebbe di 0,8-1,0 g / kg / die.

Purtroppo però, anche per ragioni diverse da quelle menzionate – come i problemi di masticazione, difficoltà economiche ecc – spesso gli anziani faticano a raggiungere un intake proteico adeguato; in tali circostanze, gli integratori e gli alimenti fortificati possono rivelarsi di grande aiuto.

Integratori alimentari e alimenti dietetici ricchi di AAE contro la sarcopenia

Nella prevenzione e nella cura della sarcopenia è possibile correggere la dieta facendo uso di integratori alimentari e/o alimenti a fini medici speciali. Ricordiamo tuttavia che, soprattutto in presenza di patologie (dello stomaco, del fegato, del pancreas, dei reni, dell'intestino ecc.), prima di farvi ricorso è consigliabile rivolgersi al medico curante.

Tra gli integratori ricordiamo gli AAE in compresse o gocce, e le polveri proteiche ad alto valore biologico come quelle a base di siero del latte. Trovano forse maggior utilizzo alimenti ricchi di proteine o fortificati. Per fare un esempio, sono disponibili in commercio yogurt alla greca, latti e cottage cheese proteici. Inserendo sapientemente questi cibi nella dieta dell'anziano è possibile escludere il fattore di rischio della carenza proteica.

Più nello specifico, l'approccio nutrizionale per la sarcopenia potrebbe essere differenziato tra la fase preventiva e quella di trattamento.

A scopo preventivo è indispensabile anzitutto garantire il consuetudinario apporto proteico – o meglio di AAE – per assicurare il giusto peso e in particolare quello della massa magra (FFM) – costituito in buona parte dai muscoli. Se, in seguito ad una revisione dietetica da parte di un professionista, emergesse una certa difficoltà nel raggiungere la quota di AAE o sussistesse il dubbio di uno scarso trofismo muscolare di base, potrebbe essere caldamente consigliabile fare uso di integratori alimentari. Il tutto, ovviamente, associato ad allenamento motorio.

Nel trattamento della sarcopenia già diagnosticata invece, assicurare l'apporto proteico di alto valore biologico è assolutamente imperativo. A tal proposito, gli studi dimostrano che l'uso di alimenti per fini medici speciali, che devono essere utilizzati sotto controllo medico, costituisce un mezzo efficace per combattere la sarcopenia. In un intervento di 13 settimane durante le quali sono stati somministrati supplementi a base di vitamina D e proteine del siero del latte arricchito con leucina, si sono osservati miglioramenti nella massa muscolare e della funzione degli arti inferiori del campione di ricerca – costituito da anziani sarcopenici. Questo approfondimento dimostra che l'integrazione nutrizionale specifica, anche in maniera indipendente, porterebbe notevoli benefici ai pazienti in età geriatrica, soprattutto a coloro che non sono in grado di muoversi in maniera soddisfacente – come nel morbo di parkinson.

Oltre all'assunzione di proteine, anche il monte energetico totale è fondamentale per mantenere lo stimolo di sintesi proteica muscolare. Pur dando per scontato un apporto adeguato di AAE, se le calorie totali risultassero insufficienti, l'organismo inizierebbe a consumarli per la produzione di energia cellulare – tramite neoglucogenesi nel fegato o, nel caso degli amminoacidi ramificati, direttamente nel muscolo.

Per questo, nella dieta dell'anziano si dovrebbe dare la giusta importanza anche alla frazione di carboidrati e grassi, cercando di stabilizzare il peso nel range di normalità – meglio se con qualche chilogrammo in più – e curando il trofismo delle masse muscolari anche tramite l'esercizio motorio (specifico) di potenziamento.

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Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer