Puntura di Ape: Cosa Fare? Quando Preoccuparsi?

Puntura di Ape: Cosa Fare? Quando Preoccuparsi?
Ultima modifica 11.07.2022
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è
  3. Cause
  4. Sintomi e complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Terapia
  7. Prevenzione

Generalità

La puntura di un'ape è un'evenienza che occorre considerare soprattutto nei mesi estivi. Il contatto ravvicinato con il pungiglione quest'insetto può causare diverse conseguenze, che vanno dal temporaneo dolore locale alla grave reazione allergica (shock anafilattico).
Le api utilizzano la puntura come meccanismo di difesa: quest'insetti possono utilizzare il loro pungiglione per iniettare le sostanze contenute nel loro sacco velenifero, allo scopo di proteggere gli alveari.
Se la puntura di un'ape non causa sintomi troppo intensi, per limitare i disagi si possono attuare delle semplici manovre di pronto soccorso (rimozione del pungiglione, applicazione di ghiaccio ecc.). Nel caso in cui si sviluppi una reazione più severa, è consigliabile richiedere un intervento medico immediato. Chi ha un'allergia accertata, deve portare sempre con sé un preparato monouso a base di adrenalina, da autosomministrarsi in caso di necessità.

Cos'è

Puntura d'ape: cos'è?

Le punture delle api possono innescare una reazione locale moderata oppure una risposta allergica più severa. Normalmente, l'ingresso del pungiglione nella cute provoca dolore immediato, bruciore, prurito, arrossamento e gonfiore; questi sintomi si risolvono entro poche ore e sono dovuti alle sostanze irritanti e tossiche inoculate dall'insetto.
Nelle persone precedentemente sensibilizzate, invece, la puntura di un'ape può indurre una reazione allergica locale (eritema, edema esteso e dolore intenso) o sistemica (orticaria, vertigini e difficoltà respiratorie). Talvolta, possono insorgere delle complicanze gravi che conducono allo shock anafilattico.

Cause

Cosa provoca una puntura di ape?

Nei climi temperati, dalla primavera all'autunno, essere punti da un'ape non è un evento raro. Quest'insetto si riconosce per il corpo tozzo, di colore bruno rossastro, con striature nere e giallognole. Le zampe sono ricoperte da ciuffetti di peli, che permettono di raccogliere il polline dai fiori.
Le api sono dotate di un pungiglione seghettato, collegato a una ghiandola che contiene un veleno. Quest'ultimo provoca reazioni tossiche locali in tutti i soggetti e fenomeni allergici soltanto in quelli precedentemente sensibilizzati.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2022/07/11/puntura-di-ape-orig.jpeg Shutterstock

Le api pungono tipicamente una volta e lasciano all'interno della ferita il pungiglione, e con esso anche gli ultimi segmenti dell'addome e una parte dei visceri; così mutilati, quest'insetti sono generalmente destinati a morire.
Le api difficilmente infastidiscono e non pungono, a meno che non vengano provocate, se considerano in serio pericolo loro stesse o il loro alveare.

Veleno d'ape (apitossina)

Il veleno delle api viene accumulato in una vescichetta e, durante la puntura dell'insetto, viene iniettato nella ferita prodotta dal pungiglione.

Il veleno delle api contiene una miscela di sostanze tossiche e componenti ad attività allergenica.

  • Le sostanze tossiche sono responsabili di un effetto vasodilatatore, che si rende evidente, dopo una puntura, con lievi reazioni cutanee (pomfo in rilievo, rosso e pruriginoso, associato a dolore o bruciore nella zona lesa).
  • Gli allergeni veicolati attraverso la puntura di un'ape sono in grado di scatenare una reazione allergica solo negli individui predisposti. Queste sostanze, come le proteine presenti nel veleno, agiscono entro pochi minuti, provocando diversi sintomi.

Il pungiglione accompagnato dalla ghiandola velenifera continua a iniettare veleno nei tessuti per diversi minuti dopo la puntura (per questo, se residua nella cute, andrebbe subito rimosso). Il componente responsabile del dolore è principalmente la melittina.

Soggetti a rischio

Esposti a un maggior rischio di incorrere in una puntura di ape sono coloro che, per professione o attività all'aria aperta, vivono a stretto contatto con quest'insetto, cioè apicoltori, giardinieri, agricoltori e vigili del fuoco.
Coloro che sono già stati punti da un imenottero ed hanno sviluppato una reazione allergica, sono predisposti a manifestare un quadro sintomatologico più grave. Le persone esposte ad attacchi di sciami e quelli con alti livelli di IgE veleno-specifiche sono a maggior rischio di anafilassi.

Sintomi e complicazioni

Sintomi puntura d'ape: come si riconosce?

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2022/07/11/puntura-d-ape-sintomi-orig.jpeg Shutterstock

La gravità della puntura di un'ape dipende dalla dose di veleno inoculato e dall'entità della precedente sensibilizzazione.
Le “normali” conseguenze comprendono dolore immediato, arrossamento, gonfiore, bruciore intenso e prurito nell'area colpita. Queste manifestazioni coinvolgono solo la zona intorno al sito di inoculazione del pungiglione e possono aumentare nelle 24 ore seguenti alla puntura, ma, nella maggior parte dei casi, risultano autolimitanti e innocue. In genere, la regione interessata rimane dolorante e pruriginosa per alcuni giorni.

Una complicanza rara della puntura di ape è la cellulite batterica. Questa si sviluppa uno o due giorni dopo il contatto con l'insetto (quindi non nell'immediato) e viene considerata quando, oltre all'eritema e alla tumefazione, il dolore è significativo e si manifestano segni sistemici d'infezione (es. febbre e brividi).

Nei soggetti suscettibili, invece, la puntura di ape può indurre una reazione tossica o allergica di varia entità.
In qualche caso, questa può comportare segni locali più estesi, come:

  • Rigonfiamento di diametro superiore ai 5 cm rispetto alla sede dove è stata inflitta la puntura;
  • Dolore, arrossamento, prurito e bruciore che tendono ad aggravarsi gradualmente nei primi due giorni, dopo il contatto con l'insetto.

Questo quadro sintomatologico tende a risolversi entro 7-10 giorni.
Altre volte, la reazione allergica alla puntura di ape può coinvolgere diversi apparati dell'organismo e indurre manifestazioni sistemiche immediate (da pochi minuti fino a due ore dopo la puntura), tra cui:

Quando il gonfiore coinvolge la lingua o la parte bassa della gola può ostacolare il passaggio dell'aria, limitando la funzionalità respiratoria. Di conseguenza, può subentrare un edema della glottide (rigonfiamento del laringe all'altezza delle corde vocali), con incapacità di prendere fiato, difficoltà alla deglutizione, raucedine e tosse.
L'ostruzione grave delle vie respiratorie si manifesta generalmente con difficoltà a parlare, dolore al petto, sibilo, mal di testa e senso di soffocamento.
Nei casi più severi, dopo una puntura di un'ape, può svilupparsi uno shock anafilattico. Questo è caratterizzato da una riduzione della pressione arteriosa marcata e persistente, la quale può condurre a intorpidimento o perdita di coscienza, vertigini e arresto cardiocircolatorio.

Nel caso in cui le api siano particolarmente aggressive e qualora si venisse circondati da uno sciame, è possibile che le punture siano multiple. Se queste superano la dozzina, l'accumulo di veleno può indurre una reazione tossica, che si manifesta con nausea, vomito, vertigini, convulsioni, febbre e perdita di conoscenza. Questa condizione rappresenta un'emergenza medica, in quanto può evolvere rapidamente e indurre i tipici segni di un'intossicazione da veleno (avvelenamento), con danni al tessuto muscolare (rabdomiolisi), problemi cardiaci e insufficienza renale.

Diagnosi

La diagnosi della puntura di un'ape è clinica: il medico controlla innanzitutto l'area cutanea coinvolta, per controllare la presenza del pungiglione o di parte di esso. Successivamente, sono esaminate le vie aeree superiori e inferiori, al fine di individuare eventuali segni di reazione allergica.

Terapia

Primo intervento

In caso di puntura di ape, è importante agire tempestivamente.

Innanzitutto, dopo il contatto con l'insetto è bene rimuovere nel più breve tempo possibile il pungiglione, se questo è rimasto conficcato nella cute. Per controllare la presenza di quest'appendice dell'insetto nel sito della puntura, si deve osservare se al centro del pomfo vi è un punto più scuro. I metodi suggeriti comprendono il raschiamento con un utensili dal bordo sottile (es. carta di credito, coltello da tavola ecc.). Durante quest'operazione è importante cercare di non stringere il pungiglione dell'ape tra le dita, cercando di estrarla dal basso, poiché il sacco velenifero attaccato allo stesso potrebbe continuare ad inoculare altro veleno. Inoltre, il ricorso ad uno strumento non preventivamente disinfettato, come pinzette o limette, potrebbe predisporre ad infezioni.
In assenza di episodi allergici, se il paziente accusa subito molto dolore dopo la puntura di un'ape, è utile applicare un cubetto di ghiaccio o immergere la zona colpita nell'acqua fredda. L'ideale sarebbe proprio avere a disposizione un kit di pronto soccorso, dotato anche di ghiaccio attivabile all'istante (si acquista in farmacia, parafarmacia o al supermercato).  Per alleviare bruciore, dolore e prurito, inoltre, è possibile ricorrere agli appositi stick dopo-puntura da applicare sulla parte dolorante.
Quando i sintomi non tendono a persistere, invece, è sempre necessario consultare il medico, che potrà indicare l'applicazione di creme a base di cortisone. A seconda del caso, possono risultare utili anche l'impiego di lozioni antistaminiche (es. difenidramina o tripelennamina), FANS, patch con lidocaina o altri anestetici topici.

Se l'allergia non è ancora nota

Le persone che non hanno un'ipersensibilità nota alle punture di api, ma sviluppano entro pochi minuti orticaria, vertigini e difficoltà respiratorie, devono rivolgersi al proprio medico o chiamare il 118.

Nell'attesa dell'arrivo dei soccorsi, è bene che le persone allergiche punte dall'ape rimangano distese e, se incoscienti, siano messe in posizione laterale di sicurezza. Le reazioni allergiche vanno trattate con antistaminici sistemici; l'anafilassi va trattata con adrenalina parentale e liquidi per vie endovenosa e, se necessario, con vasopressori.
Quando la reazione è importante, occorre programmare una visita dall'allergologo, per accertare la propria suscettibilità rispetto alle punture di api e comprendere la gravità della situazione mediante l'esecuzione di esami (determinazione di anticorpi specifici nel sangue, test cutaneo con estratti di veleno di ape ecc.). Il medico può prescrivere, inoltre, dei farmaci di pronto intervento, a cui ricorrere in caso di eventuali punture future (kit contenente una siringa pre-riempita di adrenalina da portare con sé), e, quando è necessario, può indicare un'immunoterapia desensibilizzante. Quest'ultimo approccio può richiede diversi anni di trattamento, ma riduce efficacemente la probabilità di nuovi episodi anafilattici e reazioni sistemiche alla punture di api.

Se l'allergia è nota

I soggetti allergici già punti in precedenza e che hanno sviluppato una reazione allergica grave, possono ricorrere alla terapia d'emergenza. Questa consiste nell'iniezione di adrenalina, contenuta in un apposito autoiniettore (da portare sempre con sé, come su indicazione del medico) nella parte anterolaterale della coscia. Al contempo, è necessario recarsi al più vicino pronto soccorso e consultare immediatamente il medico, portando con sé il dispositivo utilizzato.

Prevenzione

L'adozione di alcuni comportamenti può contribuire a minimizzare il rischio di essere punti dalle api. In particolare, durante lo sport, le escursioni, i picnic o le attività all'aria aperta (giardinaggio, apicoltura ecc.) è bene osservare i seguenti accorgimenti:

  • Evitare cosmetici troppo profumati che possono attirare gli insetti (come fragranze per il corpo, deodoranti, lacche per capelli e creme);
  • Non indossare abiti larghi, di colore scuro o troppo brillante. Nel caso si voglia intraprendere una passeggiata nei boschi o praticare del giardinaggio, è preferibile scegliere pantaloni e magliette a maniche lunghe, scarpe e cappelli al fine di ridurre al minimo l'esposizione della pelle;
  • Non tentare per alcun motivo di schiacciare le api e non utilizzare le braccia per farle volare altrove. Se si avvicina un imenottero, restare calmi e cercare di allontanarsi lentamente, senza compiere movimenti bruschi, che potrebbero attirare lo sciame;
  • Usare cautela quando si lavora all'aperto, in soffitta o sui cornicioni dei tetti;
  • Se possibile, munire porte e finestre di zanzariere, per evitare che gli insetti entrino all'interno della casa.
  • Durante le attività all'aria aperta, non camminare scalzi, coprire cibi e bevande non consumate e sigillare i rifiuti;
  • Utilizzare prodotti repellenti per insetti sulla pelle esposta, quando si permane all'aperto;
  • Non avvicinarsi troppo ad alveari di api e, se occorre una bonifica nei pressi della propria abitazione, rivolgersi a personale esperto e specializzato;
  • Non usare insetticidi per zanzare o altri insetti: la loro azione è lenta e, di solito, le api fanno in tempo a pungere chiunque si trovi nelle vicinanze, prima di morire.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici