Generalità
La psittacosi, detta anche ornitosi o malattia del pappagallo, è un'infezione che l'uomo contrae solitamente dagli uccelli, a causa di un batterio chiamato Chlamydia psittaci.

Figura: lo stretto contatto con pappagalli e altri uccelli infetti favorisce la stramissione della psittacosi. Dal sito: birdchannel.com
Gli uccelli capaci di trasmettere questa malattia infettiva sono: i pappagalli, i pappagallini, i canarini, i passeri, i colombi ecc.
Per ammalarsi, è richiesto un contatto diretto con le urine, le feci, le uova o le piume degli animali infetti.
Le forme meno gravi di psittacosi possono essere asintomatiche o caratterizzate da sintomi simil-influenzali; le forme più gravi, invece, possono dar luogo a una polmonite.
Per una diagnosi corretta, occorre prelevare un campione di sangue in cui misurare i livelli di anticorpi contro il batterio infettante. Se la terapia antibiotica è adeguata, la guarigione avviene nel giro di 2-3 settimane.
Cos'è la psittacosi?
La psittacosi, detta anche ornitosi o malattia del pappagallo, è una patologia infettiva trasmessa dagli uccelli all'uomo, attraverso il batterio Chlamydia psittaci.
ALCUNE INFORMAZIONI SU CHLAMYDIA PSITTACI
Chlamydia psittaci, o Chlamydophila psittaci, è un batterio di dimensioni pari a circa 0,5 micrometri, appartenente al genere Chlamydophila, come la più famosa Chlamydophila pneumoniae (Chlamydia pneumoniae).
Diffuso soprattutto tra gli uccelli (in particolare tra i pappagalli, i canarini, i pappagallini, i piccioni, i passeri, le anatre, le galline e i gabbiani), questo batterio può ritrovarsi molto raramente anche tra i bovini, i maiali, le pecore e i cavalli.
Per quanto riguarda gli uccelli, Chlamydia psittaci può risiedere nel tratto gastrointestinale, nelle cellule epiteliali della maggior parte degli organi, nelle uova, negli escrementi, nelle secrezioni delle vie respiratorie e nel piumaggio.
Il batterio può sopravvivere all'aria per diverso tempo (anche mesi), in quanto appartiene a una specie molto resistente.
LA PSITTACOSI È UNA ZOONOSI?
La psittacosi appartiene alla classe delle zoonosi, ovvero le malattie infettive che si trasmettono dagli animali all'uomo. Salvo non si adattino alla specie umana, le zoonosi provocano disturbi solo all'individuo che le contrae.
STORIA ED EPIDEMIOLOGIA
I primi casi di psittacosi furono registrati in Svizzera, nel 1879: le 7 persone infette si ammalarono di polmonite dopo il contatto con uccelli tipici delle zone tropicali.
La scoperta della natura infettiva della psittacosi risale al 1930, ma l'identificazione del batterio Chlamydia psittaci è avvenuta soltanto nel 1960, dopo l'avvento della microscopia elettronica.
Oggi, i casi registrati di psittacosi sono pochi, soprattutto perché l'infezione viene scambiata spesso per una semplice influenza.
Secondo una ricerca statistica statunitense, dal 2002 al 2009 i casi di ornitosi sono stati appena 66 (ma probabilmente il dato è sottostimato).
Cause
Chlamydia psittaci può trasmettersi dagli uccelli all'uomo attraverso il contatto con l'urina, le feci, le secrezioni respiratorie o il piumaggio degli animali infetti.
Molto spesso, è sufficiente anche la semplice inalazione delle particelle d'aria contaminate dal batterio.
Altre vie di trasmissione meno comuni:
- Contatto bocca-becco di un uccello infetto
- Beccata d'uccello infetto
- Contatto diretto con tessuti del corpo appartenenti a un uccello infetto
COME CI SI ACCORGE CHE UN UCCELLO È AMMALATO?
Gli uccelli infettati da Chlamydia psittaci possono sembrare del tutto sani (infezione latente) oppure presentare i seguenti segni patologici:
- Estrema sonnolenza
- Brividi
- Perdita di peso corporeo
- Difficoltà respiratorie
- Diarrea
Nei casi di infezione latente, gli animali sono comunque capaci di trasmettere la malattia, soprattutto quando si trovano in una situazione di stress (scarso cibo, gabbie in cui vivono sovraffollate, trasporto prolungato, accoppiamento forzato ecc).
Nei casi in cui i sintomi sono evidenti, questi possono comparire dopo pochi giorni (3 in genere) o dopo diverse settimane.
È POSSIBILE LA TRASMISSIONE TRA UOMO E UOMO?
La trasmissione da uomo a uomo è molto rara e avviene soltanto in casi d'infezione molto grave.
FATTORI DI RISCHIO
Le persone più a rischio di psittacosi sono quelle che trascorrono molto tempo a stretto contatto con gli uccelli, cioè:
- Appassionati d'uccelli
- Allevatori di colombi
- Lavoratori delle aziende avicole
- Lavoratori delle aziende che producono mangimi per uccelli
- Impiegati dei negozi d'animali domestici
- Veterinari
- Allevatori di uccelli esotici
- Impiegati dei laboratori diagnostici
Sintomi e Complicanze
La psittacosi ha un tempo d'incubazione estremamente variabile, che può andare dai 5 ai 69 giorni.
Il quadro sintomatologico dipende dalla gravità dell'infezione: le psittacosi gravi possono provocare sintomi e segni simili a una polmonite; le psittacosi lievi o moderate, invece, possono causare manifestazioni simili a quelle di una normale influenza.
Un generico sommario di tutti i possibili effetti di un'infezione da Chlamydia psittaci è il seguente:
- Febbre
- Brividi
- Tosse
- Difficoltà respiratorie (nei casi più gravi)
- Senso di debolezza e fatica
- Sangue da naso (emottisi)
- Dolore muscolare (mialgia) e articolare (artralgia)
- Dolore al torace
- Perdita di appetito
- Nausea e vomito
- Diarrea
- Mal di testa
- Sudorazione eccessiva
- Intolleranza alla luce
- Splenomegalia
- Macchie rosacee, dette anche "macchie di Horder"
Nella maggior parte dei casi, il tempo d'incubazione tipico è di 10 circa.
PERCHé LA PSITTACOSI PROVOCA POLMONITE?
La psittacosi è primariamente un'infezione delle vie respiratorie e dei polmoni. Ciò spiega per quale motivo una grave infezionie da Chlamydia psittaci possa provocare una polmonite, cioè una grave infiammazione dell'apparato respiratorio.
PSITTACOSI ASINTOMATICA
Talvolta, la psittacosi può anche essere asintomatica o contraddistinta da una sintomatologia molto lieve. In questi frangenti, l'infezione passa inosservata, quindi non viene neppure diagnostica.
QUANDO RIVOLGERSI AL MEDICO?
I soggetti più a rischio di psittacosi (quindi allevatori d'uccelli, appassionati ecc.) dovrebbero contattare immediatamente il proprio medico, a puro scopo precauzionale, non appena avvertono disturbi simil-influenzali o alle vie respiratorie di natura sospetta.
LA PSITTACOSI PUò ' INTERESSARE ALTRI ORGANI? COMPLICAZIONI
Oltre ai polmoni, la psittacosi può coinvolgere altri organi, come per esempio fegato, cuore, cervello e/o cornea. Gli effetti che possono scaturire da tali interessamenti sono: epatite (infiammazione del fegato), endocardite (infiammazione dell'endocardio, ovvero la membrana che avvolge le cavità interne e le valvole del cuore), miocardite (infiammazione del miocardio, cioè il muscolo del cuore), encefalite (infiammazione dell'encefalo) e cheratocongiuntivite (infiammazione della cornea e della congiuntiva).
Diagnosi
Per diagnosticare la psittacosi, bisogna prelevare un campione di sangue dell'individuo sospetto e analizzarne il contenuto anticorpale (cioè il tipo di anticorpi presenti). Se nel campione sanguigno ci sono anticorpi contro Chlamydia psittaci, significa che il paziente sotto esame è affetto da psittacosi.
Seppur in misura minore rispetto al contenuto anticorpale, possono risultare significativi ai fini diagnostici anche gli alti livelli di enzimi epatici e i bassi valori sanguigni di globuli bianchi (leucopenia) e piastrine (trombocitopenia).
- Febbre tifoide
- Polmonite atipica dovuta a Mycoplasma pneumoniae
- Polmonite da Legionella
- Febbre Q
- Influenza aviaria
- Tularemia
- Tubercolosi
- Endocardite infettiva
QUANDO IL MEDICO DEVE SOSPETTARE LA PSITTACOSI?
Se dall'anamnesi emerge che il paziente con sintomi simili a una polmonite trascorre molto tempo a stretto contatto con gli uccelli, il medico è tenuto a sospettare la psittacosi e a prescrivere degli esami del sangue.
Trattamento
L'infezione da Chlamydia psittaci si tratta con antibiotici, in particolare con tetracicline (doxiciclina e tetraciclina cloridrato) e con cloramfenicolo palmitato.
In genere, all'inizio del percorso terapeutico è meglio che la somministrazione farmacologica avvenga per via endovenosa.
Il trattamento deve durare circa 2-3 settimane, anche se i primi miglioramenti si hanno già dopo appena 48-72 ore. Una sospensione prematura delle cure potrebbe rallentare la guarigione e causare la ricomparsa dei stessi sintomi.
ESISTONO ALTRI ANTIBIOTICI EFFICACI?
Se le tetracicline e il cloramfenicolo sono controindicati (è il caso, per esempio, dei pazienti di giovane età e delle donne incinte), è possibile sostituirli con l'eritromicina.
CASI PIù GRAVI
I pazienti con gravi sintomi di polmonite devono ricevere i classici trattamenti che servono in tali circostanze: quindi terapia di supporto respiratoria e cardiocircolatoria, drenaggio dei versamenti pleurici e antidolorifici.
Prevenzione
Per prevenire la diffusione di Chlamydia psittaci in un allevamento di uccelli (ma anche nel contesto domestico e ricreativo), è bene attenersi alle seguenti raccomandazioni:
- Somministrare cibo sicuro e alle dosi adeguate.
- Evitare il sovraffollamento delle gabbie.
- Munire lo stabilimento in cui si trovano gli animali di un adeguato impianto di ventilazione. Ciò serve a pulire l'aria dalla presenza di eventuali microrganismi patogeni, tra cui anche Chlamydia psittaci.
- Evitare di accatastare le gabbie, in maniera tale che feci, piume o residui di cibo di una gabbia non finiscano in quelle adiacenti
- Pulire periodicamente le gabbie.
IN CASO DI SOSPETTA INFEZIONE
Se si sospetta che qualche animale sia stato infettato da Chlamydia psittaci, è opportuno aggiungere una piccola dose di antibiotici al cibo somministrato, e isolare i possibili esemplari malati.
Inoltre, si raccomanda di disinfettare tutti gli ambienti venuti a contatto con gli uccelli malati.
I disinfettanti utilizzabili sono: i composti dell'ammonio quaternario, l'etanolo al 70%, l'alcool isopropilico, la glutarladeide e la candeggina.
Prognosi
Se diagnosticata e curata in modo adeguato, la psittacosi ha una prognosi positiva. In caso contrario, la mortalità è circa del 15%.