Psicosi: qual è il significato? Sintomi e come si cura
Generalità
La psicosi è un serio disturbo di salute mentale, che altera le capacità di pensiero e induce chi ne è affetto a perdere contatto con la realtà. L'individuo psicotico, infatti, soffre principalmente di illusioni e allucinazioni, ossia si convince di cose non vere (illusioni) e crede di sentire o vedere cose del tutto inesistenti (allucinazioni).
La psicosi riconosce numerose cause: può essere la conseguenza di: una malattia psichiatrica (es: schizofrenia o disturbo bipolare); un trauma alla testa verificatosi in giovane età; una condizione fisica (es: AIDS, sclerosi multipla o tumore al cervello); l'abuso di sostanze psicoattive; altro.
Fondamentali per una diagnosi corretta di psicosi sono: esame obiettivo, anamnesi e valutazione psicologica. Il ricorso a eventuali altri esami dipende da quanto emerge dalle suddette indagini.
La terapia varia in funzione della causa; tra i trattamenti figurano farmaci (antipsicotici) e tecniche di psicoterapia.
Cos'è
Psicosi: il significato
La psicosi è un problema di salute mentale tale per cui la persona interessata perde ogni contatto con la realtà. Ciò accade perché si verifica un'alterazione profonda dell'emotività e delle capacità di pensiero.
Il soggetto psicotico ha una visione distorta di quanto accade attorno a lui: si convince di cose non vere e crede di sentire o vedere cose del tutto inesistenti; non riesce a distinguere cosa è reale e cosa invece non lo è.
Epidemiologia: quanto è comune la Psicosi?
La psicosi è più comune di quanto si possa pensare: secondo quanto riporta la National Alliance on Mental Health (NAMI), negli Stati Uniti, ogni anno, 100.000 giovani soffrono di psicosi; addirittura, un'altra interessante indagine statistica ha stimato che circa 3 soggetti ogni 100 sviluppano un episodio di psicosi almeno una volta nella vita.
La psicosi può insorgere a qualsiasi età; tuttavia, è rara nelle persone al di sotto dei 15 anni.
Cause
Quali sono le cause di Psicosi?
La psicosi può essere dovuta a cause differenti.
Tra i fattori scatenanti, rientrano:
- Traumi alla testa;
- Malattie psichiatriche;
- Condizioni mediche di vario genere (patologie neurologiche, patologie autoimmuni, tumori ecc.);
- Uso di sostanze psicoattive.
Psicosi da traumi alla testa
Alcune evidenze suggeriscono che subire traumi alla testa, specialmente durante l'infanzia, aumenta il rischio di sviluppare forme più o meno gravi di psicosi.
Malattie psichiatriche che causano psicosi
Secondo il Manuale Diagnostico e Statico dei Disturbi Mentali (DSM-5), la psicosi è uno dei sintomi chiavi di diverse malattie psichiatriche, tra cui:
- Schizofrenia;
- Disturbo delirante;
- Disturbo psicotico breve;
- Disturbo schizoaffettivo;
- Disturbi dell'umore, tra cui depressione grave e disturbo bipolare;
- Psicosi allucinatoria cronica;
- Disturbo ossessivo-compulsivo (psicosi ossessiva).
Condizioni mediche che causano psicosi
Le condizioni mediche che possono provocare episodi di psicosi sono numerose; si spazia da patologie neurologiche a malattie autoimmuni, tumori, patologie cerebrovascolari, patologie endocrine ecc.
Ecco di seguito un elenco delle condizioni mediche associate a psicosi:
- Malattie neurodegenerative, quali il morbo di Alzheimer, la demenzaa corpi di Lewy, la malattia di Huntington e il morbo di Parkinson;
- Ictus;
- Tumori al cervello;
- Sclerosi multipla;
- Alcune forme di epilessia;
- Malattie del neurosviluppo, come per esempio la sindrome di DiGeorge (o sindrome velo-cardio-facciale) e le anomalie cromosomiche;
- Alcune malattie dell'apparato endocrino, quali l'ipotiroidismo, l'ipertiroidismo, l'insufficienza surrenalica, la sindrome di Cushing, l'ipoparatiroidismo, l'iperparatiroidismo;
- Malattie di tipo infettivo, quali l'AIDS(HIV), l'encefalite virale, la malaria, la malattia di Lyme, la sifilide;
- Alcune gravi carenze nutrizionali, come per esempio la carenza della vitamina B12;
- Alcuni errori (o difetti) congeniti del metabolismo, tra cui la porfiria e la leucodistrofia metacromatica;
- Alcune malattie metaboliche acquisite, come l'ipocalcemia, l'ipercalcemia, l'ipernatriemia, l'iponatriemia, l'ipokaliemia, l'ipomagnesemia, l'ipermagnesemia, l'ipofosfatemia, l'ipoglicemiaecc.;
- Alcune malattie autoimmuni, tra cui il lupus eritematoso sistemico, la sarcoidosie l'encefalopatia di Hashimoto;
- Alcuni disturbi del sonno, come per esempio la narcolessia.
Sostanze psicoattive che causano psicosi
È detta sostanza psicoattiva qualsiasi sostanza chimica capace di alterare le funzioni cerebrali, la percezione, l'umore e lo stato di coscienza di un individuo.
Tra le sostanze psicoattive in grado di indurre psicosi o alcuni sintomi tipici della psicosi, meritano una citazione particolare:
- Gli alcolici. Secondo alcune indagini statistiche, il 3% circa delle persone alcolizzate soffre di episodi di psicosi almeno una volta nella vita.
I soggetti maggiormente a rischio sono coloro che abusano di alcolda lungo tempo; - La marijuana (o cannabis);
- La cocaina;
- Le anfetamine e le metanfetamine. Alcuni studi riportano che le metanfetamine provocano psicosi nel 25-46% di coloro che assumono tali sostanze;
- Il catinone;
- Le sostanze allucinogene, come l'LSD e la psilocibina;
- Gli agonisti dei recettori oppioidi di tipo k;
- Alcuni antagonisti dei recettori NMDA (per esempio la ketammina).
Altre forme di Psicosi
Esistono particolari forme di psicosi che, a causa dei motivi scatenanti, sono difficilmente inseribili in una delle precedenti categorie.
I principali esempi di queste forme di psicosi poco decifrabili sono:
- La psicosi mestruale. È una psicosi di breve durata, a comparsa improvvisa, che è collegata al ciclo mestruale.
- La psicosi da stress. È una psicosi che si osserva a seguito di importanti periodi di stress o successivamente a forti traumi emotivi.
- La psicosi post-parto. È una psicosi a insorgenza improvvisa, che alcune donne sviluppano a seguito del parto.
- La psicosi monotematica. È una forma di psicosi caratterizzata da delusioni che interessano tutte un solo tema.
- La psicosi mixedematosa (o follia mixedematosa). È una forma di psicosi che può riguardare le persone con ipotiroidismo o i soggetti che, dopo la rimozione chirurgica della tiroide, non assumono la tiroxina.
- La psicosi occupazionale. Gli esperti ne parlano quando un'attività lavorativa o la carriera lavorativa ha preso così tanto il sopravvento su una persona, che questa non pensa ad altro e assume comportamenti tipici di uno psicotico.
- La psicosi tardiva (o disfrenia tardiva). È una psicosi che può interessare i soggetti con schizofrenia, sottoposti a lunghi trattamenti farmacologici a base di antipsicotici.
- La psicosi condivisa (o follia condivisa o folie á deux). È una forma di psicosi che insorge in un individuo dopo una relazione molto stretta con un soggetto affetto da psicosi.
Quindi, il termine "psicosi condivisa" vuole indicare una psicosi che si trasmette di persona in persona.
Fisiopatologia della Psicosi
Nonostante numerose indagini, medici ed esperti in malattie mentali non hanno ancora capito quali siano i meccanismi biologici che portano allo sviluppo della psicosi. In altre parole, non sono ancora riusciti a stabilire per quale preciso motivo una certa condizione – per esempio la schizofrenia o l'AIDS – determini, in alcuni soggetti, l'insorgenza di una forma di psicosi.
Quali sono i fattori di rischio per la Psicosi?
Alcuni studi scientifici suggeriscono che, in alcuni casi, la psicosi potrebbe avere un'influenza genetica; infatti, chi ha svolto tali ricerche ha osservato che:
- Il gemello di un individuo con psicosi ha il 50% di possibilità di sviluppare lo stesso problema di salute mentale.
- Individui con un parente di sanguestretto (un genitore o un fratello) affetto da psicosi hanno una predisposizione alla psicosi.
- I bambini che nascono con una malattia genetica nota come sindrome da delezione 22q11 (N.B: è una delezione del cromosoma 22) sono particolarmente a rischio di sviluppare una forma di psicosi successiva a schizofrenia.
Sintomi e Complicanze
Come si manifesta la Psicosi?
La psicosi può indurre un'ampia varietà di sintomi e ciascun paziente che ne è affetto presenta un quadro sintomatologico caratteristico.
Tra i vari sintomi provocati dalla psicosi, ce ne sono quattro che caratterizzano praticamente la totalità dei casi; queste quattro manifestazioni cliniche – che, visto la ricorrenza, si potrebbero definire con il termine di manifestazioni tipiche – sono:
- Allucinazioni;
- Illusioni;
- Confusione e disturbi del pensiero;
Mancanza di comprensione e consapevolezza di sé.
Altri sintomi di Psicosi
- Difficoltà di concentrazione;
- Umore basso;
- Ansia;
- Agitazione e comportamenti violenti;
- Isolamento sociale;
- Disturbi del sonno.
Allucinazioni
Gli esperti definiscono un'allucinazione come "una percezione sensoriale in assenza di stimoli esterni". Semplificando, un individuo ha un'allucinazione quando percepisce come reale ciò che in realtà è solo immaginario.
Le allucinazioni possono riguardare tutti i cinque i sensi, quindi la vista, l'udito, il tatto, il gusto e l'odorato.
Esempi di allucinazioni
- Vista. Esempio: in genere, lo psicotico afferma di vedere colori, oggetti, persone e/o animali che, in realtà, non esistono.
-
Udito. Esempio: lo psicotico ha la tendenza ad attribuire alle voci che sente un tono diverso da quello reale: per esempio, le avverte con un tono arrabbiato, sgradevole o sarcastico.
-
Tatto. Esempio: lo psicotico ha la tendenza ad affermare che qualcuno l'abbia toccato, quando in realtà nessuno l'ha realmente fatto.
-
Gusto. Esempio: una caratteristica allucinazione riferita al gusto è inventare la presenza di un gusto sgradevole in bocca.
-
Odorato. Esempio: una tipica allucinazione riferita all'odorato è inventare la presenza di odori strani o sgradevoli.
Illusioni
Un'illusione è una distorsione della percezione sensoriale. Un individuo con illusioni si convince di cose non vere e sviluppa pensieri bizzarri.
Per esempio, un'illusione tipica dei soggetti con psicosi consiste nel credere che ci siano persone od organizzazioni intente a far loro del male o a ucciderli.
Confusione e disturbi di pensiero
In presenza di confusione e disturbi di pensiero, il soggetto psicotico mostra la tendenza a:
- Parlare in maniera rapida e costante (cioè senza variazioni);
- Cambiare discorso improvvisamente;
- Perdere improvvisamente il filo dei propri pensieri. In questi frangenti, si ferma di parlare o di completare ciò che sta eseguendo.
Mancanza di comprensione e di consapevolezza di sé
Con mancanza di comprensione e consapevolezza di sé, gli esperti fanno riferimento all'incapacità del soggetto psicotico di riconoscere i propri problemi (allucinazioni, illusioni ecc).
È particolarmente curioso il fatto che questa incapacità riguarda solo sé stessi e non gli altri: l'individuo psicotico, infatti, è capace di riconoscere i comportamenti bizzarri o le illusioni che possono coinvolgere individui con disturbi analoghi ai suoi.
Psicosi: sintomi iniziali
Alcuni campanelli d'allarme dell'inizio di una forma di psicosi possono essere:
- Sospettosità, idee paranoiche o disagio con gli altri;
- Difficoltà di pensiero chiaro e logico;
- Ritirarsi socialmente e passare molto più tempo in solitudine;
- Idee insolite, sentimenti insoliti o mancanza di sentimenti;
- Meno cura di sé o dell'igiene personale;
- Disturbi del sonno (difficoltà ad addormentarsi; riduzione del tempo di sonno ecc.);
- Difficoltà a distinguere la realtà dalla fantasia;
- Discorsi confusi o difficoltà di comunicazione;
- Calo improvviso dei voti o delle prestazioni lavorative.
Complicanze della Psicosi
Possibili complicanze della psicosi sono:
- Autolesionismo. Una recente indagine statistica riporta che una persona su 10 con psicosi ha una storia di autolesionismo.
- Suicidio. Secondo alcuni studi, una persona su 5 con psicosi tenta il suicidio e un individuo su 25 con psicosi si uccide.
- Abuso di droghe e/o alcol.
- Gli effetti a lungo termine degli antipsicotici, assunti per il trattamento della psicosi stessa. Un trattamento prolungato a base di antipsicotici può determinare un aumento del peso corporeo, la sindrome metabolicae la discinesia tardiva.
Diagnosi
Come riconoscere la Psicosi?
Per una diagnosi di psicosi, sono fondamentali: un accurato esame obiettivo, un'attenta anamnesi (o storia clinica) e una valutazione psichiatrica.
L'eventuale ricorso ad analisi di laboratorio (esami del sangue ecc.) e a esami di diagnostica per immagini (raggi X, TAC, risonanza magnetica nucleare ecc.) serve a chiarire in maniera definitiva le cause.
Una precisa conoscenza dei fattori scatenanti la psicosi permette al medico di pianificare il trattamento più adeguato alle circostanze.
Nota bene: attualmente, non esiste alcun test diagnostico specifico per la psicosi. È per questo motivo che bisogna ricorrere a diversi test di valutazione.
Anamnesi nel paziente psicotico: domande tipiche
- Assume farmaci? Se sì, quali?
- Fa uso di sostanze illegali o abusa di alcol?
- Soffre di qualche disturbo dell'umore? Si sente per esempio giù di morale?
- Qual è la sua routine quotidiana? Per esempio, lavora?
- Qualche suo familiare soffre di qualche malattia mentale, come per esempio la schizofrenia?
- Mi parli delle allucinazioni
Chi si occupa della diagnosi di Psicosi?
In genere, l'individuazione di una forma di psicosi richiede l'intervento di un team di specialisti, composto da: uno psicologo, uno psichiatra e un infermiere con competenze specifiche in salute mentale.
Importanza di una diagnosi precoce
Una diagnosi precoce di psicosi aumenta le probabilità di successo della terapia.
Pertanto, in presenza di sintomi sospetti, è bene rivolgersi immediatamente al proprio medico e sottoporsi agli eventuali esami d'approfondimento che quest'ultimo prescrive.
Cura
Come si cura la Psicosi?
Generalmente, il trattamento di una psicosi comprende una terapia focalizzata alla cura delle cause (terapia causale), la somministrazione di farmaci antipsicotici e la psicoterapia.
Inoltre, può rappresentare un valido aiuto anche la frequentazione di gruppi di supporto, che coinvolgono persone con problematiche analoghe.
Terapia causale
La terapia causale varia in funzione del fattore scatenante e rappresenta un aspetto fondamentale per poter guarire da numerose forme di psicosi.
Sono esempi di terapia causale:
- I programmi per la disintossicazione da alcol, quando la psicosi è successiva all'abuso di sostanze alcoliche, o i programmi di disintossicazione da stupefacenti (cocaina, marijuana, LSD ecc.), quando la psicosi è dovuta all'abuso di droghe o allucinogeni.
- L'integrazione vitaminica, quando la psicosi è dovuta alla carenza di una vitamina (per esempio B12).
- La somministrazione di farmaci per l'ipotiroidismo, l'ipertiroidismo, l'ipoparatiroidismo ecc., quando la psicosi è conseguenza di uno dei suddetti disturbi dell'apparato endocrino.
- I programmi terapeutici per la cura di quelle malattie psichiatriche che possono causare psicosi (schizofrenia, disturbo bipolare, disturbo delirante ecc.).
Antipsicotici
Gli antipsicotici, o neurolettici, rappresentano il trattamento farmacologico d'elezione per la psicosi.
Agendo sulla dopamina (un neurotrasmettitore del cervello), essi hanno un effetto calmante, antiallucinatorio e stabilizzante l'umore.
L'effetto calmante è apprezzabile già dopo poche ore, mentre quello antiallucinatorio e quello stabilizzante dell'umore richiedono diversi giorni, se non anche un paio di settimane.
Le possibili modalità di somministrazione sono due: per bocca (via orale) o tramite iniezione endovenosa.
Gli antipsicotici somministrabili tramite iniezione endovenosa sono farmaci a lento rilascio, ossia farmaci che agiscono in maniera graduale. Il vantaggio di utilizzare farmaci a lento rilascio consiste nel numero contenuto di iniezioni: in genere, una ogni 2-6 settimane.
In caso di psicosi indotta da schizofrenia o disturbo bipolare, l'assunzione degli antipsicotici è un trattamento di lunga durata.
L'utilizzo degli antipsicotici richiede un monitoraggio attento quando il paziente soffre di epilessia o di un qualche disturbo cardiovascolare.
Effetti collaterali a breve termine degli antipsicotici: |
Effetti collaterali a lungo termine degli antipsicotici: |
|
Psicoterapia
Psicoterapia è un termine dall'ampio significato e che comprende varie tecniche di trattamento psicologico.
Tra queste metodiche, le più praticate in caso di psicosi sono: la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia familiare.
Entrando più nel dettaglio:
- La terapia cognitivo-comportamentale è una forma di psicoterapia, che ha lo scopo di insegnare al paziente come riconoscere e dominare i comportamenti problematici (o disattivi).
In caso di psicosi, l'obiettivo della terapia cognitivo-comportamentale è quello di educare il soggetto psicotico a controllare le crisi d'ansia, i comportamenti violenti, l'agitazione dovuta alle allucinazioni e/o illusioni ecc. - La terapia familiare è una forma di psicoterapia che interessa tutta la famiglia del malato.
Brevemente, si basa sul concetto che i genitori, i fratelli e gli altri parenti più stretti giochino un ruolo determinante nel supportare il proprio caro, durante il percorso terapeutico previsto per lui.
Per ottenere buoni risultati dalla terapia familiare, è bene che la famiglia impari le caratteristiche della malattia in atto e come aiutare al meglio chi ne è affetto.
Prognosi
In base a diverse evidenze cliniche, la prognosi in caso di psicosi è migliore quando le terapie hanno avuto inizio agli esordi della malattia mentale.
Psicosi e guarigione completa: cosa fare?
Guarire dalla psicosi è possibile, ma serve un trattamento adeguato e tempestivo.
Secondo alcune stime, il 25% delle persone con psicosi non manifesta altri episodi nella vita, mentre il 50% ha più di un episodio ma riesce comunque a tornare a una vita normale.
Prevenzione
Come prevenire la Psicosi?
Secondo la maggior parte dei medici psichiatri e degli esperti in malattie mentali, prevenire la psicosi sarebbe impossibile.
Malgrado ciò, esistono degli interessanti studi che hanno dimostrato come il sottoporre a terapia cognitivo-comportamentale persone a rischio di psicosi possa, in un certo grado, ridurre il suddetto rischio.