Prevenzione Tumore al Seno: Cosa Fare? Stile di Vita ed Esami

Prevenzione Tumore al Seno: Cosa Fare? Stile di Vita ed Esami
Ultima modifica 18.09.2020
INDICE
  1. Introduzione
  2. Cosa Fare
  3. Prevenzione Primaria
  4. Prevenzione Secondaria
  5. Prevenzione e Genetica

Introduzione

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La prevenzione del tumore al seno è un tema di enorme interesse, specialmente per le donne.
Il motivo è presto detto: il cancro al seno è la neoplasia più diffusa e diagnosticata nella popolazione femminile; inoltre, sempre per le donne, rappresenta la prima causa di morte per tumore (in Italia, è la prima causa di decesso per tumore in tutte le fasce di età della popolazione femminile).

Rispetto a un tempo, oggi, le probabilità di guarire dal tumore al seno sono maggiori, a dispetto di un incremento dell'incidenza della malattia; questo dato incoraggiante è correlato, principalmente, a una migliore opera di prevenzione, in questo caso di tipo secondario.

Per approfondire: Tumore al Seno: Cause, Sintomi e Terapia

Cosa Fare

Come Prevenire il Tumore al Seno

La prevenzione del tumore al seno è basata, fondamentalmente, sull'adozione di un determinato stile di vita, su controlli periodici, sull'autoesame del seno e su altri aspetti che questo articolo tratterà nei dettagli più avanti.

La prevenzione del tumore al seno può essere primaria e, come già anticipato, anche secondaria.

Prima però di procedere con la descrizione di come prevenire il cancro al seno, è opportuno ripassare i principali fattori di rischio per questa diffusa e temuta neoplasia maligna.

Tumore al Seno: Fattori di Rischio

Attualmente, i medici non ancora individuato la causa precisa del tumore al seno; hanno notato, però, un'importante correlazione tra questa neoplasia e fattori quali:

  • L'età avanzata. Studi epidemiologici hanno dimostrato che il tumore al seno è più comune nella popolazione femminile che ha superato i 50 anni.
  • La familiarità per il tumore al seno. Ricerche cliniche hanno evidenziato che sono più a rischio di tumore al seno le donne che provengono da famiglie in cui questa neoplasia è ricorrente (cioè che ha già colpito altri componenti del nucleo familiare).
  • L'ereditarietà per il tumore al seno. Ormai da diversi anni, la medicina oncologica ha scoperto che la presenza di alcune mutazioni ereditarie ed ereditabili a carico di geni come BRCA1 e BRCA2 predispone al tumore del seno (e ad altri tumori, come il tumore dell'ovaio).
  • L'inizio precoce delle mestruazioni combinato all'inizio tardivo della menopausa. È emerso che, probabilmente per questioni ormonali, le donne che hanno avuto la prima mestruazione prima dei 12 anni e che sono entrate in menopausa dopo i 55 anni hanno maggiori probabilità di ammalarsi di tumore mammario.
  • Il seno denso. I medici definiscono denso un seno in cui è preponderante la quota di tessuto ghiandolare e connettivo, rispetto alla componente adiposa.
    Studi clinici suggeriscono che le donne con seno denso hanno una maggiore probabilità di sviluppare il carcinoma della mammella.
  • La presenza, in passato, di altre neoplasie del seno, sia di natura benigna che di natura maligna.
  • L'essersi sottoposti in passato a radioterapia nella zona del petto. Le donne che, in giovane età, hanno necessitato della radioterapia per la cura di tumori nella zona del petto (es: tumore di Hodgkin) sono più a rischio di sviluppare un tumore in età avanzata.
  • L'obesità e la sedentarietà. Particolarmente a rischio sono le donne obese di età avanzata.
  • Le terapie ormonali adottate dopo la menopausa. Queste terapie sembrano essere pericolose, nell'ambito del tumore al seno, quando si protraggono per più di 5 anni.
  • L'abuso di sostanze alcoliche. Studi hanno dimostrato che le donne che abusano di alcolici sviluppano con maggiore frequenza il cancro al seno.
  • Il fumo di sigaretta. Fumare favorisce l'insorgenza di un gran numero di tumori maligni, compreso quello della mammella.

Come il lettore può notare, tra i fattori di rischio sopraccitati ce ne sono di non modificabili, come l'età, il seno denso o la familiarità per il tumore al seno, e di modificabili, come l'obesità, la sedentarietà o l'abuso di sostanze alcoliche.
Chiaramente, la prevenzione del cancro al seno si basa, in larga misura, su un'azione mirata contro i fattori di rischio modificabili.

Prima di analizzare i vari aspetti della prevenzione del tumore mammario, è doveroso segnalare anche che le indagini cliniche hanno registrato casi di tumore al seno non associati a nessuno dei fattori sopra elencati e persone che, seppur rientranti in una o anche più delle categorie sopraccitate, non hanno mai sviluppato in vita alcuna forma neoplastica a carico della mammella.
Attualmente, il motivo di tutto ciò rimane un punto interrogativo, una questione irrisolta che gli esperti devono ancore comprendere appieno.

Prevenzione Primaria

Forma principale di prevenzione, la prevenzione primaria si focalizza sull'adozione di interventi e comportamenti in grado di evitare o ridurre a monte l'insorgenza o lo sviluppo di una malattia o di un evento sfavorevole.

La prevenzione primaria del tumore al seno si basa, fondamentale, su azioni comportamentali mirate a contrastare i principali fattori di rischio modificabili della neoplasia, ossia: sedentarietà, sovrappeso od obesità, abuso di sostanza alcoliche, fumo di sigaretta e terapie ormonali post-menopausali eccessivamente protratte nel tempo.

In termini pratici, quanto appena indicato si traduce in:

Attività Fisica

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Praticare attività fisica con regolarità aiuta a controllare il peso corporeo, riducendo il rischio di sovrappeso e obesità; inoltre, favorisce il benessere dell'organismo.

Per trarre i suddetti benefici dall'esercizio fisico, non è necessario sottoporsi ogni giorno ad allenamenti sfiancanti di 1-2 ore: possono bastare, infatti, 30 minuti di attività moderata, come per esempio camminare, per almeno 5 giorni a settimana.

È importante segnalare che si può considerare attività moderata, utile al benessere dell'organismo e nel controllo del peso corporeo, anche semplici comportamenti come preferire le scale all'ascensore o la bicicletta all'automobile.

Una caratteristica fondamentale che l'esercizio fisico deve avere per essere di aiuto nella prevenzione del tumore al seno è la regolarità: 30 minuti di attività fisica moderata al giorno sono molto più di beneficio di 60-90 minuti di attività fisica intensa, praticata una volta a settimana (questa seconda opzione, tra l'altro, è anche ad alto rischio di infortuni).

Lo sapevi che…

Per la prevenzione del cancro, l'American Cancer Society raccomanda alle persone adulte di praticare, settimanalmente, dai 150 ai 300 minuti di attività fisica moderata o dai 75 ai 150 minuti di attività fisica intensa oppure ancora combinare le due strategie, specificando di spalmare il suddetto minutaggio nell'arco di più giorni a settimana.

Dieta Sana ed Equilibrata

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Attenersi a una dieta sana ed equilibrata è fondamentale per il controllo del peso corporeo.
Si ricorda che sovrappeso e obesità sono fattori di rischio non soltanto per una neoplasia come il cancro del seno, ma anche per tutte le patologie cardiovascolari, le quali rientrano tra le principali cause di decesso in tutto il Mondo.

Per dieta sana s'intende consumare frutta e verdura giornalmente, limitare a rare occasioni il consumo di dolci, fritti e cibi eccessivamente grassi, ed evitare gli alimenti confezionati e industriali (a favore di cibi preparati in casa, con ingredienti di qualità).

Per dieta equilibrata, invece, si fa riferimento a un consumo calorico misurato, senza eccessi e calibrato secondo caratteristiche individuali come età, peso, altezza, lavoro e attività fisica svolta.
Una dieta sana ma non equilibrata, in cui le calorie assunte con i cibi sono più del necessario, è comunque dannosa per la salute.

È importante segnalare che attenersi a una dieta sana ed equilibrata è fondamentale anche per chi, settimanalmente, pratica molta attività fisica: quest'ultima, infatti, garantisce poco risultati, se non è combinata a un'alimentazione quotidiana all'insegna dell'equilibrio.

Evitare gli Alcolici

La Fondazione AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) afferma che da numerosi studi scientifici è emerso il seguente dato: le donne che consumano almeno 2-3 bevande alcoliche al giorno presentano un rischio di tumore al seno che è 20 volte superiore alle donne che non bevono alcolici.

Secondo le linee guida nutrizionali, un consumo alcolico ammissibile e a basso rischio per la salute della donna è pari a un'unità alcolica, ossia a 12 grammi di alcol puro.
Un'unità alcolica è contenuta in una lattina di birra da 33 cl, in un bicchiere di vino da 125 ml o in un bicchierino di superalcolico da 40 ml.

Non bisogna dimenticare che l'eccesso di alcol favorisce non soltanto il tumore mammario, ma anche altre patologie e forme di cancro, quali: la cirrosi epatica, il tumore al fegato, il tumore allo stomaco, il tumore all'esofago e il tumore alla bocca.

Non Fumare

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Una ricerca del 2017 pubblicata sulla rivista Breast Cancer – Target and Therapy ha riportato uno studio che dimostrava, con dati affidabili, che chi fuma ha maggiori probabilità di sviluppare il tumore al seno.

Altre indagini, inoltre, hanno evidenziato che il fumo di sigaretta e il fumo passivo sembrerebbero favorire la progressione della neoplasia verso stadi più invasivi e influenzare negativamente la risposta alla terapia (rendendo così la guarigione più difficile da raggiungere).

È importante, infine, ricordare che non fumare protegge non soltanto dal tumore al seno, ma anche da: il tumore al polmone, il tumore alla gola, il tumore alla laringe, il tumore alla lingua, il tumore al pancreas e il tumore alla vescica.

Limitare la Terapia Ormonale Post-Menopausale

La terapia ormonale post-menopausale serve a contenere i sintomi della menopausa, i quali, in alcune donne, possono risultare particolarmente fastidiosi.

Gli studi hanno dimostrato che la terapia ormonale post-menopausale protratta per diversi anni è un fattore di rischio per il tumore al seno.
Per questo motivo, gli esperti tendono a consigliare alle donne di optare per altre forme di trattamento (terapie non-ormonali) o di intraprendere il suddetto trattamento per un periodo di tempo limitato, tale da non risultare pericoloso per la salute del seno.

Altri Comportamenti Utili

Un altro importante comportamento che può aiutare le donne a ridurre il rischio di tumore al seno è allattare al seno i figli: studi scientifici, infatti, hanno dimostrato che le donne che, nel corso della vita, hanno allattato al seno i figli per diversi mesi risultano più protette dal cancro mammario, rispetto a quelle che, a parità di fattori di rischio, non hanno avuto figli o hanno avuto figli ma non hanno allattato al seno.

Prevenzione Secondaria

La prevenzione secondaria consiste nella diagnosi precoce di una malattia, attraverso indagini di screening su una popolazione considerata a rischio.
La diagnosi precoce non permette tanto di evitare l'insorgenza di una patologia o di ridurne il rischio di comparsa, quanto piuttosto di intervenire con un piano terapeutico ad hoc agli esordi della suddetta patologia, quando le speranze di successo del trattamento sono più elevate.

La prevenzione secondaria del tumore al seno si fonda, principalmente, su:

Visita Senologica

La visita senologica consiste in un esame clinico completo del seno da parte di un medico specializzato, noto come senologo.
Da effettuarsi con cadenza annuale (salvo diversa disposizione medica), questo controllo è tipicamente indicato alle donne che hanno superato i 40 anni, ossia quando comincia ad avvinarsi l'età a rischio di tumore al seno.

È importante segnalare che, nel corso della visita senologica, il medico conduce non solo un esame obiettivo sul seno (cioè ispezione, palpazione ecc.), ma anche un'anamnesi approfondita volta a capire se la paziente potrebbe in qualche modo essere un soggetto a rischio di cancro mammario (es: indaga se in famiglia ci sono stati casi di tumore al seno).

La sola visita senologica non consente di formulare una diagnosi definitiva di cancro al seno, però consente di individuare situazioni sospette, che meritano di essere approfondite con esami strumentali ed eventualmente una biopsia.

Nelle donne giovani, la visita senologica annuale non è essenziale; per queste pazienti, infatti, sono sufficienti i controlli al seno previsti di routine durante la visita ginecologica annuale o biennale (in caso di riscontri sospetti, sarà il ginecologo a consigliare una visita più approfondita da un senologo).

Lo sapevi che...

Le donne con una predisposizione genetica per il tumore al seno potrebbero doversi sottoporre alla visita senologica di controllo più di una volta all'anno, appunto per monitorare al meglio la situazione di rischio presente.

Esami Strumentali

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Gli esami strumentali utili alla diagnosi precoce del tumore al seno sono:

Queste tre indagini strumentali permettono di individuare neoplasie molto piccole, agli esordi; il trattamento di un cancro mammario agli esordi ha molte più speranze di successo rispetto alla terapia per una neoplasia del seno in fase più avanzata.

La mammografia è forse l'esame maggiormente associato alla diagnosi del tumore al seno. Occorre, tuttavia, precisare che questo test strumentale comincia a diventare utile ai fini diagnostici a partire dai 40 anni ed essenziale solo dopo i 50; nelle donne giovani, invece, fornisce risultati di scarsa rilevanza a causa della composizione tissutale ancora troppo densa del seno.
All'interno dei programmi di screening per il tumore al seno, la mammografia risulta essere un controllo diagnostico da effettuare ogni due anni (cadenza biennale), nelle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni, e annualmente (cadenza annuale), nelle donne di età superiore ai 70 anni; come si può notare, per le donne di età inferiore ai 50 anni non c'è alcuna indicazione precisa, in quanto c'è un dibattito aperto sull'effettiva utilità della mammografia nella popolazione femminile della suddetta fascia di età.

L'ecografia al seno è un test strumentale che trova impiego nelle donne al di sotto dei 40 anni, che presentano noduli o alterazioni tissutali sospette a livello della mammella; in queste pazienti, risulta essere molto più preciso e affidabile di una mammografia.
Nelle donne che hanno superato i 40 anni e ancora di più in quelle over-50, invece, l'ecografia al seno diviene un esame che i medici effettuano tipicamente in combinazione alla mammografia, allo scopo di raccogliere il maggior numero di informazioni possibili in merito allo stato di salute del seno.

La risonanza magnetica al seno, infine, è un mezzo utile all'approfondimento dei risultati forniti dai due test precedenti.
In genere, il suo impiego è indicato nelle donne con una predisposizione genetica per il tumore al seno (ossia portatrici di mutazioni in geni quali, per esempio, BRCA1 e BRCA2).

Autopalpazione del Seno

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Conosciuto anche come autoesame del seno, l'autopalpazione del seno è un esame effettuabile a domicilio, dalla donna stessa, che permette di individuare con tempestività eventuali cambiamenti delle mammelle, a patto però che la sua esecuzione sia corretta e avvenga nel giusto momento del ciclo mestruale.

Un'autopalpazione del seno corretta prevede due momenti:

  • L'osservazione dei seni. È fondamentale per identificare eventuali anomalie della cute, cambiamenti di forma e/o aspetto, e perdite di liquidi diversi dal latte materno.
  • La palpazione dei seni. Serve al riconoscimento di eventuali noduli o ispessimenti anomali dei tessuti mammari.

Gli esperti ritengono che le donne potrebbero cominciare a effettuare l'autopalpazione del seno già a partire dai 20 anni: l'indicazione in tali frangenti è di svolgere l'esame una volta al mese, tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo mestruale; le tempistiche sono importanti, perché l'aspetto e la struttura del seno risentono dei cambiamenti ormonali indotti dal ciclo mestruale e ciò potrebbe compromettere l'attendibilità dell'autoesame.

L'autopalpazione del seno è, invece, un controllo estremamente raccomandato a partire dai 40 anni, ossia quando le donne si avvicinano all'età di maggiore incidenza del tumore al seno.
Con la menopausa, non esistono più vincoli rispetto al ciclo mestruale; la donna, quindi, può effettuare il l'autocontrollo quando ritiene più opportuno, anche più volte al mese.
Dopo i 50 anni (in particolare tra i 60 e i 70 anni, quando il picco d'incidenza del cancro mammario è all'apice), ciò che conta maggiormente per quanto riguarda l'autopalpazione del seno è effettuare l'autoesame con regolarità.

L'autopalpazione del seno rappresenta il primo strumento di prevenzione secondaria del tumore al seno.
Chiaramente, non permette una diagnosi certa (per questa, servono esami strumentali e la biopsia); tuttavia, è comunque estremamente utile, perché consente l'individuazione tempestiva di segni sospetti.

Importante!

Sono segni sospetti di tumore al seno non solo i noduli, ma anche eventuali anomalie cutanee, cambiamenti nella forma e/o nell'aspetto del seno, e la produzione di secrezioni diverse dal latte materno (tali secrezione possono contenere anche sangue).

Prevenzione e Genetica

Predisposizione Genetica al Tumore del Seno: la Prevenzione Secondaria

Il 5-7% dei casi di tumore al seno (fonte AIRC) è correlato alla presenza di mutazioni genetiche ereditarie, riguardanti per lo più i geni BRCA1 e BRCA2.

Se mutati, questi geni sono in grado di aumentare, anche di un 80%, il rischio di sviluppare il cancro mammario.

Considerata l'entità del rischio sopraccitato, per le donne portatrici di mutazioni in geni come BRCA1 e BRCA2, è previsto un programma di screening per la diagnosi precoce leggermente diverso da quello tradizionale, attuato classicamente per le donne senza anomalie genetiche analoghe: si tratta, infatti, di un piano investigativo per la prevenzione secondaria ancora più scrupoloso e con inizio già poco dopo i 20 anni.

Entrando nei dettagli, a livello pratico, questo programma di screening comprende:

  • Una consulenza genetica mirata a chiarire l'entità del rischio e le strategie di controllo di tale rischio.
  • Lo svolgimento con cadenza annuale, già a partire dai 25 anni, di esami clinico-strumentali per la valutazione dello stato di salute del seno; tra questi esami, figurano tipicamente: la visita senologica, la risonanza magnetica nucleare al seno con mezzo di contrasto, la mammografia e l'ecografia al seno.

Lo sapevi che...

La presenza di mutazioni genetiche in BRCA1 o BRCA2 aumentano il rischio di tumore del seno e dell'ovaio, ma non influenzano la mortalità dovuta a queste neoplasie.

Predisposizione Genetica al Tumore del Seno: la Mastectomia Preventiva

Per le donne con una predisposizione genetica al tumore del seno, potrebbe rappresentare un'ulteriore misura di prevenzione primaria (oltre a quelle classiche descritte nel capitolo dedicato) l'intervento di mastectomia preventiva.

Riguardante entrambi i seni, la mastectomia preventiva consiste nell'asportazione dei tessuti mammari da cui potrebbe scaturire una neoplasia maligna (es: tessuto ghiandolare e i dotti lattiferi), allo scopo finale di ridurre il rischio di cancro del seno.

La mastectomia preventiva è un'opzione estrema, molto invasiva e non senza ripercussioni a livello psicologico; tuttavia, è notevolmente efficace: i dati a riguardo, infatti, suggeriscono che, grazie alla mastectomia preventiva, il rischio di sviluppare il tumore mammario subisca una riduzione del 90% circa, quindi le probabilità calano in modo drastico.

La mastectomia preventiva è un'operazione raccomandata alle donne con una predisposizione genetica confermata al cancro del seno; la sua attuazione, però, dipende esclusivamente da una scelta personale delle donne geneticamente a rischio.

Vale la pena ricordare che le donne che optano per la mastectomia preventiva possono poi considerare l'ipotesi di sottoporsi a un intervento di ricostruzione del seno (mastoplastica ricostruttiva).
Effettuata con l'utilizzo di silicone o materiale organico, la mastoplastica ricostruttiva potrebbe rappresentare un'ottima soluzione al disagio estetico derivante dall'asportazione dei tessuti mammari.

Scoprire la Predisposizione Genetica al Tumore del Seno: il Test Genetico

Per sapere con assoluta certezza di presentare una predisposizione genetica al tumore del seno, le donne devono sottoporsi a un test genetico specifico, che valuta geni come BRCA1 e BRCA2.

Questo test è accessibile a chiunque lo desideri; tuttavia, poiché è molto costoso, è raccomandato soltanto in determinate circostanze, che sono:

  • Presenza di una familiarità per il cancro del seno;
  • Stretto rapporto di parentela con un individuo portatore di mutazioni genetiche a rischio.

Dal punto di vista strettamente pratico, il più classico dei test genetici per la ricerca di una predisposizione al tumore mammario prevede il prelievo e l'analisi in laboratorio di un campione di sangue dell'individuo.
Per conoscere i risultati delle analisi, servono in genere alcune settimane; può capitare, però, che i tempi di attesa si prolunghino e sia necessario aspettare qualche mese.

Nelle donne predisposte geneticamente al cancro mammario, che però ancora non ne hanno consapevolezza, il test genetico sopra descritto rappresenta, in un certo senso, la prima misura di prevenzione del tumore al seno.

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza