Piede Cavo
Ultima modifica 21.05.2020

Generalità

Il piede cavo è una malformazione anatomica, in presenza della quale i piedi di una persona presentano un arco plantare mediale più alto rispetto alla norma.
La presenza di piede cavo implica una modificazione dell'appoggio al suolo e una diversa distribuzione del peso corporeo sui piedi.


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D'origine congenita o acquisita, il piede cavo può considerarsi la condizione opposta ai cosiddetti piedi piatti.
Quando presenti, i sintomi più comuni consistono in: dolore ai piedi, dolore alle caviglie, instabilità delle caviglie e presenza di dita a martello o dita a uncino.
Per una diagnosi corretta, sono molto spesso sufficienti l'esame obiettivo e l'anamnesi.
A seconda della gravità del quadro sintomatologico, il trattamento può essere conservativo o chirurgico.

Breve richiamo su cos'è l'arco plantare mediale

Com'è possibile notare dall'immagine sottostante, i piedi dell'essere umano presentano, sul bordo interno, una zona rialzata che si stacca dall'appoggio col suolo. Questa zona rialzata prende il nome di arco plantare mediale o volta longitudinale interna.
Pide Piatto CavoL'altezza dell'arco plantare mediale – ossia quanto la zona rialzata si stacca dal suolo – varia da persona a persona.

Cos'è il piede cavo?

Il piede cavo è una deformità anatomica, in presenza della quale i piedi di un individuo presentano un arco plantare eccessivamente alto.
La presenza di un arco plantare mediale più alto rispetto alla norma modifica l'appoggio dei piedi al suolo: se nelle persone con piedi privi di anomalie, l'appoggio interessa il tallone, la parte centrale esterna e la parte anteriore (dove risiedono le dita), nelle persone con piede cavo l'appoggio interessa esclusivamente il tallone e la zona anteriore.
Quest'anomalia dell'appoggio al suolo ridistribuisce il peso corporeo, il quale, anziché gravare su tre parti (tallone, parte centrale esterna e zona anteriore), si concentra soltanto sulle zone che poggiano a terra, ossia tallone e porzione anteriore.
È importante precisare che il piede cavo è il risultato non solo di un innalzamento delle strutture anatomiche interne che formano l'arco plantare mediale, ma anche di un'accentuata incurvatura verso il basso della zona anteriore dei piedi, in particolare la zona corrispondente al primo dito (o alluce).
Inoltre, molte persone con piede cavo presentano problematiche a livello dei muscoli dei polpacci e dei due tendini d'Achille (N.B: il tendine d'Achille è quell'importante struttura fibrosa che collega i muscoli del polpaccio al calcagno, ossia l'osso che costituisce il tallone).

È IL CONTRARIO DEI PIEDI PIATTI

Il piede cavo è la condizione opposta al piede piatto (o piedi piatti).
Con il termine di piede piatto, i medici identificano una malformazione anatomica per la quale i piedi di un individuo presentano un arco plantare mediale più basso del normale o completamente assente.
Nelle persone con piedi piatti, quindi, la parte centrale interna dei piedi appoggia del tutto al suolo: ciò altera la distribuzione del peso corporeo sui piedi e predispone quest'ultimi a fenomeni dolorosi e degenerativi delle articolazioni, dei muscoli, delle ossa e dei legamenti.

Cause

Il piede cavo può essere:

  • Una condizione congenita, trasmessa da uno dei genitori come caratteristica somatica;
  • Una condizione adattativa, successiva alla presenza di determinati fattori favorenti;
  • Una condizione idiopatica. In medicina, il termine idiopatico, associato al nome di una patologia, indica che quest'ultima è insorta per motivi sconosciuti o non identificabili.

PIEDE CAVO DI TIPO ADATTATIVO: LE CAUSE

Tra i possibili fattori favorenti il piede cavo di tipo adattativo, rientrano:

EPIDEMIOLGIA

Il piede cavo è una condizione più diffusa nella popolazione femminile, che non in quella maschile.
Secondo una ricerca anglosassone, un caso di piede cavo su 5 è di tipo idiopatico.

Sintomi e Complicanze

Per approfondire: Sintomi Piede Cavo


La presenza del piede cavo può essere asintomatica – quindi non comportare alcun disturbo – oppure sintomatica.
Quando il piede cavo è sintomatico, i sintomi possono consistere in:

  • Dolore o fastidio ai piedi, in particolar modo ai lati o alla zona metatarsale;
  • Dolore alle caviglia;
  • Instabilità delle caviglie. Ciò predispone a ripetute distorsioni (delle caviglie ovviamente);
  • Senso di rigidità e/o insensibilità ai piedi o alle caviglie;
  • Difficoltà a stare in piedi tante ore consecutive, a camminare per lunghi tratti o a correre. In questi frangenti, le difficoltà sono dovute alla sensazione dolorosa, che s'intensifica;
  • Presenza di dita a uncino o dita a martello;
  • Comparsa di calli in alcune zone specifiche dei piedi, quali il tallone, i bordi esterni o la zona metatarsale.

COMPLICANZE

In alcune sfortunate circostanze, il piede cavo può dare luogo a complicanze.
Le complicanze più comuni del piede cavo sono: la cosiddetta tendinite dei peronei (o tendinite peroneale), i problemi al tendine d'Achille (es: rottura), la fascite plantare o la cosiddetta sindrome da conflitto della caviglia.
È inoltre importante ricordare che le patologie neurologiche a carattere progressivo sono, spesso, responsabili di:

  • Un peggioramento crescente del piede cavo e
  • La comparsa di una particolare sensazione dolorosa, nota come dolore neuropatico.

QUANDO RIVOLGERSI AL MEDICO?

Un individuo portatore di piede cavo dovrebbe contattare il proprio medico curante quando:

  • I piedi o le caviglie sono particolarmente dolenti;
  • Le distorsioni alle caviglie sono assai frequenti;
  • Sono presenti condizioni come il dito a uncino o il dito a martello;
  • Sono presenti sintomi e/o segni di una delle sopraccitate complicanze;
  • Piedi e/o caviglie danno la sensazione di essere deboli, rigidi e insensibili;
  • Stare in piedi tante ore, camminare a lungo o correre risultano essere causa di estremo dolore.

Molto spesso, è fondamentale anche il consulto di un podiatra, ossia uno specialista delle affezioni dei piedi, e di un ortopedico, cioè un medico specializzato nella diagnosi, nel trattamento e nella prevenzione delle patologie del complesso sistema di muscoli, ossa, tendini, legamenti e nervi, presenti nel corpo umano.

Diagnosi

Per una diagnosi di piede cavo sono sufficienti, molto spesso l'esame obiettivo e l'anamnesi.
In genere, il ricorso a test diagnostici ulteriori e più approfonditi avviene in due occasioni: quando i medici sospettano che il piede cavo sia dovuto a una patologia neurologica oppure quando il quadro sintomatologico è molto severo.
Tra i test diagnostici utili a un approfondimento, meritano una citazione particolare: i raggi X, la risonanza magnetica nucleare (RMN) dell'encefalo e del midollo spinale e un'elettromiografia.
Una diagnosi accurata di piede cavo e delle sue cause è fondamentale per poter pianificare la terapia più adeguata.

ESAME OBIETTIVO E ANAMNESI

L'esame obiettivo è l'insieme di manovre diagnostiche, effettuate dal medico, per verificare la presenza o assenza, nel paziente, dei segni indicativi di una condizione anomala. In presenza di una sospetta condizione di piede cavo, il medico osserva i piedi del paziente da di fronte, da dietro e durante una camminata.
L'anamnesi è la raccolta e lo studio critico dei sintomi e dei fatti d'interesse medico, denunciati dal paziente o dai suoi familiari (N.B: i familiari sono coinvolti, soprattutto, quando il paziente è molto piccolo).

RAGGI X

I raggi X ai piedi producono immagini su "lastra" radiografica di ossa e articolazioni, presenti nei piedi. Sono molto utili all'identificazione della precisa anatomia scheletrica dei piedi e dello stato di salute di questa.
Il ricorso ai raggi X prevede l'esposizione del paziente a una piccola quantità di radiazioni ionizzanti nocive per la salute dell'essere umano. Sotto tutti gli altri aspetti, i raggi X rappresentano un test indolore.

RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE (RMN)

Attraverso l'esecuzione di una risonanza magnetica nucleare dell'encefalo e del midollo spinale, i medici indagano la presenza di patologie o disturbi neurologici, come per esempio la spina bifida, i tumori spinali, i tumori cerebrali ecc.
Sfruttando uno strumento che crea campi magnetici, la risonanza magnetica nucleare fornisce immagini dettagliate dei tessuti molli e dei tessuti duri, presenti nel corpo umano.
Oltre a essere indolore, è anche un test completamente non invasivo: infatti, i campi magnetici, che servono alla creazione delle immagini, sono del tutto privi di pericolosità per la salute dell'essere umano.

ELETTROMIOGRAFIA

L'elettromiografia è una procedura diagnostica finalizzata alla valutazione dello stato di salute dei muscoli e delle cellule nervose che controllano quest'ultimi, ossia i cosiddetti motoneuroni.
Il ricorso a un esame come l'elettromiografia è utile quando all'origine del piede cavo c'è una patologia o un disturbo neurologico, che si riflette a livello muscolare.
Procedura a basso rischio e dai ridotti effetti avversi, l'elettromiografia è controindicata alle persone con un pacemaker o un defibrillatore cardiaco impiantabile e a tutti coloro che soffrono di linfedema o emofilia.

Trattamento

Il trattamento del piede cavo dipende da almeno tre fattori:

  • Le cause/fattori favorenti. In alcune circostanze, curare le cause è fondamentale per evitare un peggioramento del piede cavo;
  • La severità dei sintomi. Più i sintomi sono severi, maggiore è la probabilità di dover ricorrere a un trattamento invasivo;
  • La rapidità con cui la condizione di piede cavo si è instaurata e ha indotto la comparsa dei disturbi. Se il piede cavo è comparso in maniera improvvisa, è fonte di preoccupazioni e richiede maggiori attenzioni dal punto di vista terapeutico.

A seconda di quali sono le cause, la severità dei sintomi e la rapidità d'insorgenza della condizione, i medici curanti possono optare per una terapia non-chirurgica (o conservativa) o per una terapia chirurgica.
Se il piede cavo è asintomatico, non è previsto alcun tipo di trattamento.

TERAPIA NON-CHIRURGICA (O CONSERVATIVA)

La terapia non-chirurgica (o conservativa) rappresenta un rimedio per alleviare la sintomatologia e non costituisce una cura per il piede cavo.
I più comuni trattamenti conservativi, adottabili in caso di piede cavo, consistono in:

  • Utilizzo di ortesi plantari o rialzi, da inserire nelle calzature. Modellati sul piede del paziente, ortesi plantari e rialzi garantiscono un impatto migliore con il suolo, una migliore distribuzione del peso corporeo sui piedi e una maggiore stabilità all'articolazione della caviglia. Tutto ciò dovrebbe ridurre il dolore e il rischio di distorsioni;
  • Esercizi di stretching (o allungamento muscolare) e potenziamento per tutti i muscoli della gamba che fanno riferimento al tendine d'Achille;
  • Utilizzo di scarpe adatte alla condizione di piede cavo. Queste scarpe garantiscono una migliore distribuzione del peso corporeo sui piedi, quindi il dolore dovrebbe ridursi;
  • La somministrazione di farmaci antidolorifici, per ridurre la sensazione dolorosa;
  • Esercizi di fisioterapia per il miglioramento della tecnica di camminata e della tecnica di corsa. In genere, i medici sottopongono a questo tipo di trattamento i pazienti che praticano sport – tra cui, in particolare, corsa, podismo, marcia ecc – con una certa continuità;
  • Un periodo di riposo da tutte quelle attività che favoriscono la comparsa del dolore (es: corsa, lunghe camminate ecc). In alternativa, i medici consigliano ciclismo o nuoto.

TERAPIA CHIRURGICA

I medici prendono in considerazione l'intervento chirurgico per il piede cavo quando la terapia conservativa si è rivelata inefficace (o non ha fornito i risultati sperati) e la sintomatologia è molto intensa.
In generale, gli obiettivi della chirurgia sono: correggere nei limiti del possibile la deformità, alleviare la sensazione dolorosa, preservare la caviglia da (ulteriori) distorsioni e migliorare l'appoggio al suolo dei piedi.
Esistono tre tipologie d'intervento chirurgico:

  • Le operazioni riservate ai tessuti molli. Rientrano in tale tipologia procedure quali: l'allungamento chirurgico del tendine d'Achille, la distensione chirurgica della fascia plantare e i trasferimenti tendinei.
  • Le operazioni di osteotomia. Consistono nell'asportazione di porzioni ossee, nell'intento di ridurre la deformità. Le ossa su cui il chirurgo può agire sono, per esempio, i metatarsi o il calcagno.
  • Le operazione di artrodesi, per la stabilizzazione articolare. Sono utili per tutti quei pazienti che soffrono di ripetute distorsioni alle caviglie.

La scelta del tipo d'intervento chirurgico spetta, ovviamente, al chirurgo curante e dipende dalla natura della deformità.
Se all'origine del problema c'è una qualche patologia neurologica progressiva, una sola operazione chirurgica di piede cavo potrebbe non essere sufficiente.

Prevenzione

Praticare attività fisica con costanza (ciò salvaguarda dagli infortuni) e indossare calzature comode e di buona fattura (soprattutto durante l'esercizio fisico) sono le principali misure preventive nei confronti del piede cavo.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza