Paramorfismi e Dismorfismi: Significato, Esempi e Differenze

Ultima modifica 26.02.2020
INDICE
  1. Introduzione
  2. Significato
  3. Differenze
  4. Esempi e Tipi
  5. Chi Colpiscono
  6. Fattori di Rischio
  7. Prevenzione
  8. Trattamento e Rimedi

Introduzione

Prima di approfondire il concetto di paramorfismi e dismorfismi, è indispensabile fare una breve premessa sul concetto di caratteristica dismorfica.

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Caratteristiche dismorfiche e dismorfologia

Per caratteristica dismorfica si intende una diversa struttura corporea rispetto alla norma. Può essere isolata in un individuo altrimenti normale o può essere correlata a un disturbo congenito, a una sindrome genetica o a un difetto di nascita. La dismorfologia è lo studio delle caratteristiche dismorfiche, delle loro origini e della nomenclatura.

Caratteristiche dismorfiche genetiche

Genetisti e pediatri clinici sono di solito le figure più strettamente coinvolte nell'identificazione e nella descrizione delle caratteristiche dismorfiche, maggior parte delle quali è più evidente durante l'infanzia. Le caratteristiche dismorfiche possono variare da anomalie isolate lievi, come clinodattilia o sinofisi, a gravi congenite, come difetti cardiaci e oloprosencefalia. In alcuni casi, le caratteristiche dismorfiche fanno parte di un quadro clinico più ampio, talvolta sindromi. Riconoscere le caratteristiche dismorfiche è una parte importante del processo diagnostico di un genetista. Esistono diversi database che consentono ai medici di inserire le caratteristiche individuate in un paziente per effettuare una diagnosi differenziale. Tale sistema non è tuttavia "infallibile", in quanto richiede una certa esperienza clinica. Ad esempio, un bambino di bassa statura affetto da ipertelorismo potrebbe avere diversi disturbi correlati.

Dismorfismo cranio-facciale

Inseriamo volutamente questo brevissimo paragrafo solo qui, nella parte introduttiva, appena sotto le caratteristiche dismorfiche genetiche, poiché l'articolo svilupperà aspetti legati a paramorfismi e dismorfismi diversi da quelli invece legati alle patologie genetiche.

Il dismorfismo cranico-facciale, molto studiato come segno clinico evidente, è una vera e propria malformazione dovuta a uno sviluppo anomalo dell'embrione in gravidanza. Alcune sono: craniosinostosi (chiusura prematura delle suture del cranio), disostosi (sviluppo anomalo delle ossa facciali), sindrome di Apert, Crouzon e Pfeiffer ecc. A queste malformazioni si possono sommare anche certe anomalie vascolari e neurofibromatosi delle ossa craniofacciali, e dei tessuti molli.

Non possono riguardare la fase post-natale, con poche eccezioni come nel caso dell'acromegalia (nella quale compare una leggera alterazione delle proporzioni facciali, ad esempio il prognatismo).

Caratteristiche dismorfiche acquisite

Nel complesso meno gravi – anche se ciò può variare da un caso all'altro – le caratteristiche dismorfiche acquisite sono principalmente a carico della postura (muscoli, tendini, legamenti, articolazioni e segmenti corporei) o, al limite, dello scheletro.

Questo articolo si concentrerà fondamentalmente sull'espressione posturale (paramorfismo) e sulle alterazioni croniche anatomo funzionali (dismorfismo) dello scheletro.

Significato

Cosa vuol dire paramorfismo?

I paramorfismi sono atteggiamenti posturali scorretti, più spesso causati de problemi muscolotendinei e / o articolari; vengono considerate "degenerazioni composte" e potenzialmente reversibili con ginnastica posturale e fisioterapia. Se non trattati, i paramorfismi possono evolvere nei dismorfismi.

Cosa vuol dire dismorfismo?

Come suggerisce il termine, i dismorfismi sono vere e proprie "alterazioni croniche della morfologia"; provocano quindi una modificazione anatomica e funzionale di una o più zone del corpo. I dismorfismi hanno un decorso tendenzialmente ingravescente, sono molto difficili da correggere anche con l'uso di tutori – come i busti ortopedici – e spesso richiedono interventi di chirurgia.

Differenze

Paramorfismi e dismorfismi: differenze

Paramorfismi e dismorfismi potrebbero essere definiti i due livelli, che riguardano il grado di severità, degli atteggiamenti posturali scorretti. Di seguito elencheremo le principali differenze:

  • Prevenzione: paramorfismi e dismorfismi, laddove fosse possibile, si prevengono allo stesso modo – vedi sotto
  • Insorgenza: nel caso in cui si succedano, prima compare il paramorfismo e, eventualmente, in seguito il dismorfismo – anche se l'evoluzione non è del tutto prevedibile e certa
  • Sedi e tipologie: esistono alcune differenze per quel che riguarda la sede di interesse. Ad esempio, è comune che, nella schiena, al paramorfismo succeda un dismorfismo. Al contrario, l'alluce valgo – che interessa il primo dito del piede – è un dismorfismo che non viene preceduto da alcuna forma di paramorfismo ad eziologia muscolare o tendinea. Vari paramorfismi delle scapole e delle spalle invece, in loco non evolvono in alcun dismorfismo – che può tuttavia interessare il rachide, gli arti inferiori e il piede.
  • Gravità: il paramorfismo è meno grave, mentre il dismorfismo è più severo
  • Trattamento: il paramorfismo può essere corretto con un rinforzo generale, ginnastica specifica posturale o fisioterapia – spesso associati. Il dismorfismo invece, richiede l'uso di tutori (come il busto ortopedico) e talvolta addirittura della chirurgia.

Esempi e Tipi

Esempi e tipi di paramorfismi e dismorfismi

Paramorfismi e dismorfismi interessano principalmente la colonna vertebrale o rachide e spesso, come conseguenza, anche le spalle, gli arti inferiori e il piede.

Esempi di paramorfismi sono: scoliosi, ipercifosi, iperlordosi, dorso piatto, scapole alate, spalle addotte, ginocchio valgo, piede piatto, alluce valgo. Se in stadio avanzato, ovvero quando inizia la deformazione ossea, questi diventano veri e propri dismorfismi – anche se spesso mantengono lo stesso nome.

I vari tipi di dismorfismi vengono classificati fondamentalmente in due categorie: simmetrici, quando creano una discrepanza sul piano anatomico sagittale, e asimmetrici, nel caso in cui si manifestino su quello frontale.

Colonna vertebrale o rachide

Paramorfismi e dismorfismi frequenti della colonna vertebrale o rachide sono:

  • Atteggiamento scoliotico: paramorfismo di curvatura laterale del rachide; muscolatura atrofica su un lato e ipertrofica sull'altro
  • Scoliosi: dismorfismo asimmetrico di curvatura laterale e rotatoria della colonna vertebrale; muscolatura atrofica su un lato e ipertrofica sull'altro
  • Ipercifosi: anche detto dorso curvo (gobba), è un paramorfismo o dismorfismo – nella forma cronica – simmetrico che determina una eccessiva angolazione (> 45 °) della fisiologica curva cifotica (20-45 °)
  • Postura iperlordotica: paramorfismo simmetrico, anche detto postura militare, determinato da una eccessiva curvatura lordotica in sede lombare. Può essere causata da obesità grave o, nei sollevatori di pesi, da un'ipertrofia dei muscoli lombari o dallo scompenso tra questi ultimi e gli addominali anteriori (soprattutto il retto dell'addome)
  • Iperlordosi: dismorfismo simmetrico provocato da eccessiva curvatura lordotica lombare, compresente ad anteroversione del bacino con prominenza dei glutei e flessione delle anche. I muscoli addominali e i glutei sono spesso ipotonici, i flessori dell'anca possono accorciarsi, gli ischio crurali diventano lunghi e deboli. Può essere di tipo cifo-lordotico, se compresente ad atteggiamento cifotico o ipercifosi
  • Dorso piatto o schiena dritta: anche noto come postura flat back (flatback), è un paramorfismo simmetrico del rachide che si manifesta come la riduzione delle normali curve fisiologiche; spesso però, aumentano le angolazioni in zone distali al normale apice di flessione. Il capo e la cervicale paiono estesi in avanti, la flessione della zona toracica aumenta, mentre la porzione inferiore sembra dritta. La regione lombare diminuisce di mobilità. Si accompagna ad allungamento e indebolimento del gruppo dei muscoli flessori dell'anca e degli estensori lombari, e all'ipertono e accorciamento degli ischio-crurali. Peggiorando la meccanica dei piedi e la funzione muscolare, influenza la funzionalità del tibiale anteriore e ha effetti sfavorevoli sulle ginocchia, sulle anche, sui piedi e sulle caviglie.

Degli arti inferiori e del piede

Paramorfismi e dismorfismi frequenti degli arti inferiori e del piede sono:

  • Ginocchio valgo: paramorfismo insito nella deviazione del ginocchio rispetto all'asse femore-tibia, formando un angolo ottuso laterale. E' solitamente dovuto all'allontanamento della tibia dal piano sagittale e si correla spesso a coxa vara (dell'anca)
  • Ginocchio varo: paramorfismo che consiste nella deviazione del ginocchio rispetto all'asse femore-tibia, formando un angolo ottuso mediale
  • Piede piatto: è un paramorfismo che determina riduzione dell'arco plantare e aumento della superficie d'appoggio, causata dal cedimento di tendini, muscoli cavizzanti del piede o legamenti delle ossa. Può essere primitivo (del bambino) o acquisito (dell'adulto); quest'ultimo, se ignorato, può causare artrosi
  • Alluce valgo: dismorfismo determinato dall'allontanamento della testa del primo metatarso dalle altre dita, per allargamento a ventaglio dell'avampiede. È di predisposizione ereditaria, per lassità dei legamenti e dei muscoli flessori dell'alluce e della volta plantare. Può essere provocato dal piede piatto.

Chi Colpiscono

Paramorfismi e dismorfismi: importanza dell'età scolare ed evolutiva

I paramorfismi interessano principalmente l'età evolutiva e raggiungono spesso l'apice in età scolare – scuole medie e superiori. L'eventuale dismorfismo che ne consegue tuttavia, può continuare a peggiorare per tutto il corso della vita.

Ciò significa che una maggiore attenzione all'insorgenza e / o all'evoluzione di paramorfismi e dismorfismi in fase di accrescimento può contribuire a risolvere precocemente il problema.

Per prima cosa è necessario avere ben chiaro quali possano essere i fattori di rischio e, su di essi, costruire un efficacie protocollo preventivo. Se ciò non bastasse si passerà ai rimedi e ai trattamenti che, in età evolutiva – con qualche eccezione legata ad alcuni interventi chirurgici – avranno certamente un recupero funzionale più veloce e corretto.

Fattori di Rischio

Fattori di rischio per paramorfismi e dismorfismi

I fattori di rischio principali per paramorfismi e dismorfismi sono:

  • Predisposizione soggettiva: soprattutto in riferimento a certi dismorfismi, la predisposizione è molto importante. Esistono addirittura certe malformazioni ossee, congenite anche se non manifeste nei genitori, oppure sviluppate per cause sconosciute durante lo sviluppo del feto, presenti dalla nascita. L'entità è variabile a seconda del caso e non sempre paiono risolvibili, anche facendo ricorso alla chirurgia. Nota: non sono da fraintendere come dismorfismi certe complicazioni delle ossa come, ad esempio, l'esostosi multipla ereditaria (una sorta di tumore benigno delle ossa)
  • Familiarità: intesa come complesso delle abitudini dell'intero nucleo familiare. È comune che genitori dalle abitudini sbagliate possano trasmetterle alla prole incentivando paramorfismi e dismorfismi, anche senza alcuna base di predisposizione genetica o ereditarietà
  • Sovrappeso e sottopeso: intesi, nei soggetti in accrescimento, il primo come un valore che sta al di sopra del 95 ° percentile, il secondo come un valore che sta al di sotto del 5 °. Negli adulti, il sovrappeso è indicato da un BMI superiore a 24.9, mentre il sottopeso da un valore inferiore a 18.5
  • Sedentarietà: soprattutto nei soggetti in età evolutiva e scolare, la sedentarietà promuove sensibilmente i paramorfismi e i dismorfismi. Questo perché, oltre a favorire il sovrappeso e a non contribuire per lo sviluppo muscolare, è spesso associato a lunghi periodi in posizione seduta o sdraiata. Bambini e ragazzi sedentari trascorrono per lo più il loro tempo davanti a monitor di smartphone, computer e televisore
  • Abitudini posturali scorrette e scarsa capacità propriocettiva: entrambe più comuni nei sedentari rispetto agli sportivi.

Prevenzione

Prevenzione di paramorfismi e dismorfismi

Le azioni preventive statisticamente più efficaci per paramorfismi e dismorfismi – ovviamente, dove sia possibile – sono le seguenti:

  • Mantenimento o raggiungimento del peso normale: il sovrappeso tanto quanto il sottopeso possono essere causa di paramorfismi e dismorfismi. In età di accrescimento, per quanto riguarda il sovrappeso, è sconsigliabile mirare ad una stabilizzazione ponderale mentre l'organismo continua a crescere. In caso di obesità grave invece, può essere necessario un calo del peso. Ad ogni modo, si prendano "con le pinze" le diete troppo restrittive, che spesso nei bambini e nei ragazzi hanno un effetto negativo sulla crescita e sull'autostima. È invece consigliabile, anche per chi manifesta un sottopeso, che si intraprenda attività fisica motoria o sport in maniera regolare
  • Rinforzo muscolare e mobilitazione articolare generali: soprattutto se praticata in età evolutiva, l'attività fisica motoria regolare non estremizzata, come quella riferita ad alcuni sport specifici o preparazioni atletiche destinate ai giochi di squadra, contribuisce a rinforzare l'intera catena cinetica compensando spontaneamente i deficit muscolo articolari dei paramorfismi
  • Eliminazione delle abitudini posturali scorrette: soprattutto in età scolare ma anche in quella adulta, è fondamentale correggere i difetti posturali, di qualunque genere siano (ad esempio, in piedi rimanere ingobbiti in avanti, oppure da seduti scivolare in fondo alla sedia)
  • Miglioramento della propriocezione: talvolta, in assenza di qualsivoglia difetto muscolare, tendineo o articolare, una posizione sbagliata può essere la conseguenza di scarsa capacità propriocettiva. Anch'essa può essere migliorata semplicemente per mezzo dell'attività fisica motoria e dello sport
  • Eventuale correzione posturale: la correzione posturale, se non avviene spontaneamente tramite attività fisica motoria o sport, l'eliminazione di abitudini scorrette e il miglioramento della propriocezione, possono essere perseguiti attraverso ginnastica correttiva specifica o fisioterapia.

Trattamento e Rimedi

Rimedi e trattamento di paramorfismi e dismorfismi

I trattamenti per i paramorfismi sono tutti quelli citati nel paragrafo precedente. In merito ai dismorfismi invece, i rimedi necessari possono essere di altro tipo e decisamente più complicati. È il caso della terapia posturale con tutori, ma soprattutto della chirurgia.

I tutori, come ad esempio il busto, sono ausili da indossare nel corso delle attività quotidiane. Essi hanno la funzione di limitare certi movimenti e / o di promuoverne altri, in modo da correggere "forzatamente" e in maniera "totale" la posizione del corpo. Il grado di vincolo, il disagio ma anche l'efficacia può dipendere sia dal tipo che dall'entità del dismorfismo. In certi casi, se l'uso dei tutori non è risolutivo e il dismorfismo si mostra ingravescente, è necessario fare ricorso alla chirurgia.

Tutti gli interventi chirurgici sono invasivi, ma alcuni più di altri; tra di essi cambiano anche in base alla complessità. Ad esempio, correggere un alluce valgo è certamente meno indaginoso che modificare l'assetto della colonna vertebrale – ad esempio in caso di scoliosi.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer