Ultima modifica 25.02.2020

Le palpebre sono pieghe muscolo-cutanee, sottili e mobili, in grado di ricoprire completamente la parte anteriore del globo oculare.

Come altre formazioni accessorie dell'occhio, le palpebre rivestono funzioni protettive dagli agenti esterni e contribuiscono al supporto bulbare. L'ammiccamento frequente, inoltre, consente la continua distribuzione del film lacrimale sulla superficie oculare.

Aspetto e struttura

Le palpebre sono formazioni accessorie dell'occhio: poste davanti al bulbo oculare, rappresentano la continuazione della cute. La palpebra superiore confina in alto con la linea del sopracciglio ed è maggiormente sviluppata, ampia e mobile rispetto a quella inferiore; contiene la parte anteriore del muscolo elevatore.


Palpebre

Anatomia delle Palpebre. Modificato dal sito: http://www.anatomyatlases.org/firstaid/Eye.shtml


Provviste internamente di uno scheletro fibro-muscolare (tarso palpebrale), ciascuna di queste strutture presenta due facce: una anteriore cutanea ed una posteriore rivestita dalla congiuntiva palpebrale. I margini liberi della palpebra superiore ed inferiore sono separati da un'apertura trasversale detta rima (o fessura) palpebrale; si uniscono, però, alle estremità, nei cantus mediale (lacrimale) e laterale (ciliare). La rima palpebrale varia di ampiezza con gli ammiccamenti.
Nella porzione laterale del margine libero, le palpebre sono provviste di ciglia, ghiandole sebacee e sudoripare. Presso l'angolo mediale del margine libero, invece, le palpebre presentano un rilievo, la papilla lacrimale, dove è presente l'imbocco del canale naso-lacrimale.
A livello del cantus mediale, inoltre, è evidente un rilievo rosato, la caruncola lacrimale, dove si incontrano la congiuntiva e l'epidermide. La caruncola lacrimale contiene ghiandole che elaborano un secreto denso che contribuisce alla sostanza che si può ritrovare, a volte rappresa, al risveglio mattutino.
La superficie esterna visibile delle palpebre è rivestita da uno strato sottile di epitelio pavimentoso composto. Al di sotto dello strato sottocutaneo, le palpebre sono supportate e rinforzate da ampie lamine connettivali, chiamate nell'insieme piatto tarsale.
La superficie interna delle palpebre è rivestita dalla congiuntiva, una tonaca mucosa rivestita da epitelio pavimentoso composto specializzato. Le cellule caliciformi dell'epitelio contribuiscono, con le ghiandole accessorie, alla produzione di un fluido lubrificante, che si dispone sulla superficie del bulbo oculare, mantenendola umida e pulita. Questo evita, inoltre, l'attrito con la congiuntiva oculare (o bulbare) che ricopre la superficie anteriore dell'occhio. Al di sotto della cute, le palpebre presentano uno strato muscolare ed uno fibro-cartilagineo.

Ciglia, ghiandole sebacee e sudoripare

Il margine palpebrale presenta due o tre fila di peli robusti e ricurvi (le ciglia), più lunghi e numerosi a livello della palpebra superiore rispetto a quella inferiore.
Le ciglia sono controllate da un plesso della radice pilifera, per cui il loro spostamento avvia un riflesso intermittente. Questo movimento contribuisce ad impedire che particelle estranee raggiungano la superficie oculare.
Ogni follicolo cigliare è provvisto di una ghiandola di Zeis, che produce sebo. Nella stessa zona, vicino alla base delle ciglia, si trovano alcune ghiandole sudoripare modificate, chiamate ghiandole di Moll.

Lungo il margine interno, all'emergenza delle ciglia, invece, le ghiandole di Meibomio (o ghiandole tarsali) secernono un sostanza ricca di lipidi che impedisce alle palpebre di sigillarsi l'una contro l'altra. Tale organizzazione interessa il margine palpebrale ad eccezione della porzione mediale (che rappresenta circa l'ottavo interno della fessura), la quale presenta i puntini lacrimali, che coincidono con l'inizio delle vie lacrimali di deflusso.
Tutte le ghiandole accessorie delle palpebre sono soggette ad invasioni batteriche occasionali. Dall'infezione di una ghiandola di Meibomio, può formarsi un calazio. Il processo infettivo di una ghiandola sebacea di una ciglia, di una ghiandola tarsale o di una delle ghiandole lacrimali accessorie che si aprono in superficie tra i follicoli della palpebra, invece, provoca una tumefazione dolorosa localizzata, conosciuta come orzaiolo.

Apparato muscolare

I muscoli orbicolare dell'occhio ed elevatore superiore della palpebra si trovano tra il piatto tarsale e la cute. Il muscolo orbicolare è responsabile dell'ammiccamento e della chiusura involontaria delle palpebre. L'azione del muscolo elevatore superiore della palpebra, invece, consiste nell'elevare la palpebra superiore.

Funzioni

Con sopracciglia, epitelio superficiale dell'occhio ed alle strutture deputate a produzione, secrezione e rimozione delle lacrime, le palpebre coadiuvano la funzione visiva e difendono l'occhio nella sua porzione anteriore dagli agenti esterni e dalla luce eccessiva.
Le palpebre funzionano proprio come un tergicristallo: i loro movimenti intermittenti (in media un ammiccamento ogni dieci secondi) mantengono la superficie lubrificata e libera da polvere, impurità ed altre particelle. Inoltre, possono chiudersi completamente per azione riflessa in risposta a stimoli esterni, allo scopo di proteggere la delicata superficie dell'occhio (ammiccamento automatico).

Malattie delle Palpebre

Le palpebre possono essere interessate da diversi processi patologici e da anomalie di forma, posizione o alterato movimento.
I disturbi più frequenti comprendono le reazioni allergiche, le infiammazioni (blefarite, calazio, orzaiolo e congiuntivite), le lesioni traumatiche e la ptosi palpebrale. La cute palpebrale è anche sede di insorgenza di tumori benigni e maligni.

Affezioni dermatologiche

La cute palpebrale può essere colpita da molte delle affezioni morbose che si presentano a carico della pelle, incluse dermatiti eczematose ed ustioni chimiche o da calore.
La pelle attorno agli occhi è estremamente sensibile e può reagire anche alla minima esposizione agli allergeni a cui l'organismo risulta vulnerabile. A livello delle palpebre, una reazione allergica può manifestarsi con irritazione intensa, gonfiore ed arrossamento, associati ad un forte desiderio di stropicciarsi gli occhi. La cute palpebrale può risultare secca e andare incontro a desquamazione. I possibili fattori scatenanti comprendono i cosmetici per gli occhi (ombretti, mascara e creme per il viso), la lacca per capelli, lo smalto per le unghie, i pollini, i peli di gatti e cani, gli acari della polvere e le muffe.
La cute palpebrale può essere coinvolta dall'erpete febbrile (herpes simplex) e dalla riattivazione dell'infezione da virus varicella-zoster (herpes zoster oftalmico). La superficie anteriore delle palpebre è anche sede di manifestazioni cutanee secondarie a sifilide, malattia di Chagas e varie forme di tubercolosi.

Entropion

L'entropion consiste nella rotazione verso l'interno del margine libero palpebrale. Questa condizione può essere presente alla nascita (congenita) o verificarsi nel corso della vita (acquisita). Nel tempo, il margine della palpebra e le ciglia (in posizione anomala) sfregano ad ogni ammiccamento contro la parte anteriore dell'occhio, provocando arrossamento ed irritazione. Se il paziente non ricorre al trattamento adeguato, l'entropion può portare allo sviluppo di abrasioni e ulcere corneali.
Il disturbo si osserva più comunemente nelle persone anziane per l'iperlassità dei tessuti legata al processo di invecchiamento. L'entropion può verificarsi anche a causa di traumi, pregressi interventi chirurgici, alterazioni muscolari (es. paralisi), esiti post-infettivi (es. congiuntiviti croniche) e blefarospasmo. La correzione più efficace del disturbo prevede un intervento chirurgico.

Ectropion

L'ectropion consiste nella rotazione verso l'esterno del margine della palpebra. Questa condizione può riguardare entrambe le palpebre (superiore ed inferiore), ma quella inferiore è maggiormente colpita. L'entità dell'ectropion è variabile: nei casi più gravi, si ha una completa eversione della palpebra (con esposizione della congiuntiva fino al fornice), mentre quando è lieve solo un piccolo segmento della rima palpebrale può allontanarsi dal bulbo oculare.
L'ectropion può comportare alterazioni della lacrimazione (epifora), irritazione, secchezza e arrossamento oculare. Le complicanze più gravi consistono nell'abrasione e nell'ulcerazione della cornea.
L'ectropion è spesso dovuto alla perdita della tonicità del muscolo orbicolare, ma può dipendere anche da processi infiammatori corneali o congiuntivali, paralisi facciale e retrazione cicatriziale (traumi, esiti post-chirurgici ed affezioni dermatologiche). La terapia è chirurgica.

Ptosi palpebrale

La ptosi palpebrale è un cedimento completo o parziale delle palpebre superiori o inferiori. Se la condizione è abbastanza grave, la "palpebra calante" può interferire con la vista e causare altri disturbi, come l'ambliopia (per occlusione).
La ptosi palpebrale può essere congenita o acquisita. La causa più comune consiste nell'indebolimento, nella paralisi o nella lesione dei muscoli e dei nervi normalmente deputati al movimento della palpebra. Negli adulti, la condizione è spesso conseguenza dell'invecchiamento (ptosi senile o legata all'età).
La ptosi insorge anche come complicanza di traumi (fratture dell'orbita o ferite palpebrali), disturbi neurologici (come ictus, paralisi del nervo oculomotore e sclerosi multipla), patologie muscolari (es. miastenia gravis), processi infiammatori congiuntivali gravi e, in rari casi, tumori della cavità oculare. La correzione chirurgica può essere un trattamento efficace sia per migliorare la visione, che l'aspetto estetico.

Blefarocalasi

La blefarocalasi è una lassità dell'epidermide della palpebra superiore di natura senile, associata alla caduta della palpebra superiore e, per questo, confusa spesso con la ptosi.

Blefarospasmo

Il blefarospasmo è la contrazione forzata e persistente del muscolo orbicolare dell'occhio che causa ammiccamento e chiusura involontaria delle palpebre; nei casi più gravi il paziente non riesce ad aprire l'occhio. Può essere secondario a disturbi oftalmici causa di irritazione, tra cui: trichiasi, corpi estranei corneali, processi infiammatori dell'iride o del corpo ciliare e cheratocongiuntivite secca. In altri casi, è conseguenza di patologie neurologiche sistemiche spasmogene (es. morbo di Parkinson).

Blefarite

La blefarite è un'infiammazione acuta o cronica del margine palpebrale. La forma acuta può essere causata da infezioni, reazioni allergiche stagionali o da contatto ed è spesso associata all'acne rosacea ed alla dermatite seborroica. Le blefariti croniche, invece, possono essere provocate da un'alterata secrezione delle ghiandole di Meibomio. I sintomi, comuni a tutte le forme di blefarite, comprendono prurito e bruciore del margine palpebrale, irritazione congiuntivale con arrossamento, lacrimazione, sensibilità alla luce e sensazione di corpo estraneo. Vicino alla radice delle ciglia possono essere presenti secrezioni appiccicose e croste.

Calazio ed orzaiolo

Calazi e orzaioli si caratterizzano per l'improvvisa comparsa di una tumefazione focale della palpebra superiore o inferiore. Il calazio è causato dall'occlusione su base non infettiva di una ghiandola di Meibomio, mentre l'orzaiolo è un'infiammazione acuta su base infettiva. Entrambe le condizioni esordiscono con arrossamento, edema, gonfiore e dolore palpebrale. Col passare del tempo, il calazio tende a divenire un piccolo nodulo indolente al centro della palpebra, mentre l'orzaiolo persiste come una rilevatezza dolorosa sul margine palpebrale.




Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici