Ultima modifica 26.03.2020

Generalità

Osteonecrosi significa morte di tessuto osseo.

Contrariamente a quanto molti credono, l'osso è un tessuto vivo, che ha bisogno di sangue ed ossigeno; se questi vengono a mancare, le cellule che lo compongono vanno incontro a morte prematura e si ha osteonecrosi.

Osteonecrosi

Figura: radiografia dell'articolazione della spalla; nell'immagine a destra è evidente il processo di osteonecrosi a carico della testa dell'omero e della cavità glenoidea della scapola. Dal sito: www.drlox.com

Ad essa possono conseguire fratture locali e, nei casi più severi, il collasso dell'osso interessato.
I fattori che possono scatenare un processo di osteonecrosi sono numerosi, tra cui traumi articolari, abuso di farmaci corticosteroidi, alcolismo, anemia a cellule falciformi ecc.
In genere, vengono colpite soprattutto le epifisi delle ossa lunghe, cioè i tratti terminali di ossa come il femore, la tibia o l'omero coinvolti nelle rispettive articolazioni.

Dolore e scarsa funzionalità articolare sono i sintomi principali dell'osteonecrosi.
La terapia consiste in vari rimedi, sia conservativi che chirurgici. Per evitare complicazioni, è bene intervenire tempestivamente.

Cos'è l'osteonecrosi?

L'osteonecrosi è la morte del tessuto osseo, dovuta a un mancato o insufficiente afflusso di sangue. Conosciuta anche come necrosi avascolare, necrosi ossea o infarto osseo, ha come conseguenza la comparsa di minuscole fratture a livello del tratto osseo interessato; nei casi più gravi, l'osteonecrosi può addirittura determinare il collasso osseo.

EPIDEMIOLOGIA

L'osteonecrosi può colpire chiunque, tuttavia, secondo alcune indagini statistiche, è più frequente tra gli individui maschi di età compresa tra i 30 e i 60 anni.

Cause

L'afflusso di sangue a una determinata porzione di osso può essere pregiudicata da:

  • Un infortunio all'articolazione posta nelle vicinanze. Gli infortuni articolari che più di frequente danno luogo a necrosi ossea sono le distorsioni al ginocchio, le lussazioni della spalla o dell'anca, le slogature della caviglia ecc.
  • Il trattamento radioterapico per il cancro (radioterapia). Le radiazioni ionizzanti utilizzate per la cura dei tumori possono avere spiacevoli effeti collaterali; tra questi, rientrano anche l'indebolimento delle ossa e il danneggiamento dei vasi sanguigni che irrorano il tessuto osseo e lo mantengono in vita.
  • L'anemia a cellule falciformi. In questa malattia i globuli rossi hanno una forma particolare, che rende anomalo il flusso di sangue all'interno dei vasi sanguigni più piccoli. Ciò si traduce in una cattiva irrorazione sanguigna e in un mancato nutrimento di alcuni tessuti, incluso quello osseo.
  • L'abuso di alcol. Nei vasi sanguigni di chi beve molti alcolici si vengono a creare dei depositi di grasso, che impediscono al sangue di fluire liberamente. Tali depositi, a lungo andare, possono occludere completamente il calibro dei vasi e determinare episodi di osteonecrosi.
  • Dosi prolungate e/o elevate di farmaci corticosteroidi e bifosfonati. I corticosteroidi sono dei potenti antinfiammatori, mentre i bifosfonati sono medicinali utilizzati in caso di osteoporosi. I primi, se assunti in dosi eccessive, possono determinare vari effetti collaterali, tra cui degli accumuli di grasso all'interno dei vasi e la loro conseguente occlusione (N.B: il processo è molto simile a ciò che avviene in caso di abuso alcolico).
    I secondi, invece, se assunti in dosi elevate possono causare un processo di osteonecrosi della mandibola (N.B: il meccanismo fisiopatologico, per i bifosfonati, non è stato ancora chiarito del tutto).

Inoltre, in base ad alcuni studi, sono più a rischio di osteonecrosi:

Infine, una piccola quota di soggetti con osteonecrosi sviluppa il problema senza alcuna ragione precisa. In questi frangenti, si parla di osteonecrosi idiopatica.

Sintomi e Complicanze

Per approfondire: Sintomi Osteonecrosi


Molto spesso, agli stadi iniziali, l'osteonecrosi si rivela asintomatica (cioè non provoca alcun sintomo evidente). Poi, col tempo, diviene causa di dolore e fratture insolite.
Negli stadi più gravi (complicazioni), l'osso necrotico cede del tutto (collassando).
Se la morte del tessuto osseo coinvolge anche un'articolazione (molto frequente), questa può degenerare in modo preoccupante, perdendo addirittura la propria funzionalità.

Ostonecrosi anca

Figura: testa di un femore normale (a sx) e colpito da osteonecrosi (a dx). I capillari blu indicano l'origine avascolare del processo; si noti anche la rarefazione del tessuto osseo necrotico. Dal sito: www.drlox.com

QUALI SONO LE OSSA PIù ™ COLPITE?

Le ossa più colpite dall'osteonecrosi sono le ossa lunghe del corpo umano, come il femore (cioè l'osso della coscia) e l'omero (cioè l'osso del braccio).

Ciò è vero sia quando le cause sono traumatiche, sia quando il paziente abusa di certe sostanze o viene colpito da uno dei disturbi di salute citati nel capitolo dedicato alle cause.
A fratturarsi, ed eventualmente a collassare, sono le epifisi, ovvero le porzioni terminali delle ossa lunghe che partecipano alle articolazioni.

QUALI SONO LE ARTICOLAZIONI PIù COLPITE?

Le articolazioni più soggette a osteonecrosi sono le ginocchia, le spalle, le caviglie, il polso, l'anca e la mandibola.

QUANDO RIVOLGERSI AL MEDICO?

Si consiglia di contattare il proprio medico quando un certo osso o un'articolazione risultano stranamente sofferenti. Se l'osteonecrosi si diagnostica per tempo, se ne possono evitare le complicazioni più gravi.

Diagnosi

Per diagnosticare l'osteonecrosi, non basta l'esame obiettivo; molte patologie, infatti, presentano sintomi simili a quelli di un infarto osseo. Da qui la necessità di ricorrere ad esami strumentali specifici.
I tre test più praticati sono:

  • L'esame ai raggi X. È utile nel rilevare i cambiamenti ossei che avvengono negli stadi avanzati dell'osteonecrosi; agli esordi, infatti, il problema viene raramente identificato.
    Durante le radiografie il paziente è esposto ad una dose minima di radiazioni ionizzanti.
  • La scintigrafia ossea. Tramite l'iniezione di un radiofarmaco per via endovenosa, permette di ricavare delle immagini relative all'anatomia e all'attività delle ossa. Si tratta di un esame diagnostico molto sensibile, perché mostra chiaramente se ci sono delle alterazioni patologiche; tuttavia, allo stesso tempo, risulta un esame aspecifico, in quanto non chiarisce la natura dei disturbi evidenziati.
    Le quantità di sostanza radioattiva utilizzate sono basse, tuttavia la scintigrafia ossea è sconsigliata in gravidanza.
  • Osteonecrosi anca Figura: la freccia indica un'osteonecrosi della testa del femore. Dal sito: radiopaedia.org
    La risonanza magnetica nucleare (RMN). Mostra chiaramente le alterazioni ossee che si verificano negli stadi avanzati, mentre non è sempre esauriente agli esordi del disturbo.
    Un grosso vantaggio della RMN è che è completamente innocua per il paziente.

IL PROBLEMA DELLA DIAGNOSI TARDIVA

Accade spesso che l'osteonecrosi si manifesti con sintomi e segni solo a uno stadio avanzato, quando ormai il tessuto osseo è già parzialmente compromesso. In questi casi, la diagnosi è inevitabilmente tardiva e ciò potrebbe condizionare l'efficacia delle cure.

Trattamento

Per ridurre la sintomatologia e rallentare la progressione dell'osteonecrosi, sono disponibili diversi farmaci e alcuni trattamenti conservativi, come il semplice riposo e la fisioterapia. Quando, però, l'infarto osseo raggiunge un determinato stadio, tali rimedi possono risultare inefficaci o insufficienti. In tali occasioni è necessario il ricorso a cure più invasive, di tipo chirurgico, come l'intervento di decompressione ossea o addirittura l'operazione per l'inserimento di una protesi articolare.

TERAPIA FARMACOLOGICA

I possibili medicinali prescritti per i casi di osteonecrosi sono:

  • I FANS, o Farmaci Antinfiammatori Non-Steroidei. Servono ad alleviare il senso di dolore e a ridurre i processi flogistici che riguardano l'osso interessato. Il FANS più usato è l'ibuprofene.
  • Alcuni farmaci contro l'osteoporosi. Alcune ricerche hanno dimostrato che il bifosfonato alendronato, normalmente usato contro l'osteoporosi, rallenta anche la progressione della necrosi ossea. Tuttavia, va ricordato che i farmaci appartenenti alla classe dei bifosfonati, se somministrati in eccesso, hanno diversi effetti collaterali, tra cui l'osteonecrosi alla mandibola.
  • I farmaci ipocolesterolemizzanti. Questi medicinali, riducendo l'ammontare di lipidi nel sangue, vengono somministrati con l'intento di migliorare la circolazione sanguigna nei vasi che hanno provocato l'osteonecrosi.
  • Gli anticoagulanti. Prevengono la formazione di coaguli sanguigni e permettono una migliore circolazione del sangue, anche nei vasi coinvolti nell'osteonecrosi.

RIPOSO E FISIOTERAPIA

Il riposo è fondamentale per evitare di stressare ulteriormente l'osso e/o l'articolazione sofferenti. Nei casi di osteonecrosi che riguardano l'anca o il ginocchio, si raccomanda l'uso delle stampelle per un certo intervallo di tempo.
La fisioterapia, invece, serve soprattutto quando l'infarto osseo ha ridotto la mobilità di un'articolazione.

TERAPIA CHIRURGICA

Si ricorre alla chirurgia quando l'osteonecrosi si trova in stadi molto avanzati, per cui non può essere trattata in altra maniera. Ecco quali sono i trattamenti chirurgici disponibili:

  • Decompressione ossea. Consiste nel rimuovere la porzione di osso malato, allo scopo di stimolare la porzione sana rimanente a rigenerare nuovo tessuto osseo.
  • Trapianto osseo. Consiste nel sostituire il tratto osseo malato con un pezzo di osso prelevato da una parte sana del corpo (autotrapianto) o da un donatore.
  • Osteotomia. Consiste nel sezionare l'osso malato, asportandone alcune parti nell'intento di ridistribuire, su una porzione ossea ancora sana, il peso che grava sull'area necrotica. Per poter eseguire l'osteotomia, ovviamente, l'osso deve presentare ancora delle aree di tessuto vivo e forte.
  • Protesi articolare. È l'intervento per i casi più gravi, in cui è avvenuto un collasso osseo. Esistono interventi di protesi d'anca, protesi al ginocchio ecc.

Prevenzione

Prevenire l'osteonecrosi dovuta a determinate condizioni di salute non è affatto semplice.
Tuttavia, può risultare importante limitare l'assunzione di alcolici, fare in modo che il livello di colesterolo nel sangue rimanga basso e, se si assumono corticosteroidi, attenersi scrupolosamente alle dosi consigliate dal medico curante.

Prognosi

Una terapia tardiva o il mancato trattamento rendono la prognosi negativa, in quanto l'osteonecrosi è un problema cronico-degenerativo invalidante.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza