Ultima modifica 25.02.2020

Cos'è l'Orbita Oculare

L'orbita oculare è una cavità esocranica di forma conica-piramidale, che contiene e protegge l'occhio.
Molte ossa della scatola cranica (neurocranio) e del massiccio facciale (splancnocranio) si articolano a formare il complesso orbitario. Questo spazio osseo rappresenta, quindi, un crocevia anatomico nel quale confluiscono vasi sanguigni, fibre nervose, muscoli, ghiandole lacrimali ed altri annessi essenziali per l'adeguato funzionamento dell'organo della visione.
Le patologie dell'orbita possono essere vascolari, malformative, secondarie a malattie della tiroide (malattia di Graves), infettive, traumatiche, infiammatorie o neoplastiche.

Anatomia

Bulbi oculari e rapporti con le orbite

Gli occhi sono due formazioni sferoidali con un diametro medio di 24 mm (per intenderci, sono leggermente più piccoli di una pallina da ping pong) ed un peso di 8 g. Ciascun bulbo occupa la cavità orbitaria assieme ai muscoli estrinseci dell'occhio, alla ghiandola lacrimale, ai nervi cranici e ai vasi sanguigni diretti anche alle adiacenti porzioni dell'orbita ed alla faccia. Un cuscinetto adiposo (detto corpo adiposo dell'orbita) riveste funzioni di riempimento e di isolamento.

Cranio ossa orbite oculari

Cavità orbitarie

Le orbite sono due formazioni cavitarie poste ai lati della linea mediana del volto, al di sotto della fronte, costituite da ossa della faccia e del cranio, in stretta correlazione fra loro.
Dal punto di vista morfologico, l'orbita è paragonabile ad una piramide quadrangolare, rovesciata all'indietro (con l'apice indietro e la base in avanti), in cui è possibile distinguere:

  • Base: rappresenta l'apertura esterna dell'orbita. Alla sua formazione prendono parte: osso frontale e sfenoide (margine superiore); mascellare, palatino e zigomatico (margine inferiore); etmoide, osso lacrimale e frontale (margine mediale); zigomatico e sfenoide (margine laterale).
  • Parete superiore: costituisce la volta o tetto dell'orbita; è delimitata dalla faccia inferiore dell'osso frontale e dalla faccia inferiore della piccola ala dello sfenoide.
  • Parete laterale: è formata dal processo orbitario dell'osso zigomatico e dalla porzione anteriore della grande ala dello sfenoide.
  • Parete mediale: è un piano osseo sagittale formato da osso mascellare e lacrimale, lamina papiracea dell'etmoide e faccia laterale del corpo dello sfenoide.
  • Parete inferiore: rappresenta il pavimento dell'orbita e confina con la faccia superiore del corpo mascellare, la faccia superiore del processo orbitale dell'osso zigomatico ed il processo orbitario dell'osso palatino. A causa del suo sottile spessore, la parete inferiore è la porzione coinvolta con maggiore frequenza nei traumi orbitari.
  • Apice: ilvertice posteriore dell'orbita corrisponde al foro ottico, attraversato da vene, arterie e dal nervo ottico; questa struttura assicura la comunicazione tra l'occhio e la fossa cranica media.

Orifizi ed aperture

Il rapporto tra le ossa del complesso orbitario, per quanto molto stretto, non è assoluto; le pareti orbitarie presentano, infatti, fori e fessure che mettono in comunicazione questo spazio con le strutture adiacenti. Queste aperture attraversano, in particolare, l'estremità posteriore della cavità orbitaria, in corrispondenza dell'apice (canale ottico) o si trovano tra lo sfenoide e l'osso mascellare (fessura orbitaria superiore ed inferiore).

Funzioni

Le orbite svolgono una funzione di protezione e di contenzione delle strutture oculari, in quanto circondano ogni bulbo. Inoltre, collegano il globo oculare al resto dell'organismo.

Malattie

Le patologie orbitarie sono generalmente di natura infiammatoria, traumatica, autoimmune o neoplastica. L'oftalmopatia infiltrativa causata dalla malattia di Graves è la causa più frequente di malattia orbitaria. Le fratture dell'orbita rappresentano, invece, il 40% circa di tutti i traumi cranio-facciali.
I sintomi più comuni determinati dal coinvolgimento dell'orbita nei vari processi patologici sono rappresentati da dolore nei movimenti oculari, alterazioni del campo visivo, visione doppia e diminuzione della vista. Le patologie orbitarie possono determinare, inoltre, un'alterazione del normale posizionamento del bulbo oculare nell'orbita. Si possono così osservare: esoftalmo (protrusione bulbare), deviazione (dislocazione dell'occhio) ed enoftalmo (infossamento).
In ogni caso, è raccomandata un'accurata visita oculistica e spesso, per confermare la diagnosi, sono necessarie indagini come l'ecografia orbitaria (studia il contenuto orbitario), la tomografia computerizzata (visualizza le pareti ossee orbitarie), la risonanza magnetica nucleare (valuta con maggiore precisione i tessuti molli) e la biopsia delle lesioni sospette.

Malattie infiammatorie

Le reazioni flogistiche che coinvolgono le strutture dell'orbita si presentano con modalità estremamente variabili, in forma isolata o come condizione diffusa a più strutture limitrofe (muscoli estrinseci, uvea, sclera, ghiandole lacrimali ecc.).
Tra queste rientrano la dacrioadenite (infiammazione della ghiandola lacrimale), la cellulite orbitaria e le miositi dell'orbita. In qualche caso, le infiammazioni possono derivare da patologie sistemiche sottostanti (malattie infettive, vasculiti o condizioni autoimmuni, come sindrome di Sjögren, sarcoidosi e granulomatosi di Wegener).
La sintomatologia comprende l'insorgenza improvvisa di dolore associato ai movimenti bulbari, l'edema periorbitario, l'eritema e la tumefazione delle palpebre, la proptosi, il calo dell'acuità visiva (se vi è interessamento del nervo ottico) e la diplopia (in caso di interessamento dei muscoli extraoculari).
Il trattamento dipende dalla natura della reazione infiammatoria (aspecifica, granulomatosa o vasculitica) e può comprendere la somministrazione di antinfiammatori non steroidei, corticosteroidi orali, radioterapia o farmaci immunomodulanti. Di recente, è stato introdotto anche l'uso degli anticorpi monoclonali.

Pseudotumor orbitario

Lo pseudotumor orbitario (detto anche infiammazione idiopatica dell'orbita) è un'infiammazione aspecifica e idiopatica (non è possibile identificare una causa locale o sistemica). Questo processo è caratterizzato dall'infiltrazione e dalla proliferazione di cellule non neoplastiche a livello dei tessuti mesenchimali dell'orbita. Si tratta, quindi, di una lesione occupante spazio.
I sintomi tipici dello pseudotumor orbitario includono dolore oculare, arrossamento e tumefazione palpebrale, visione doppia, esoftalmo e riduzione dell'acuità visiva.
Nei casi più gravi, l'infiammazione può provocare una fibrosi progressiva che conduce fino alla cosiddetta "orbita congelata",una vera e propria fissità del bulbo oculare caratterizzata da oftalmoplegia, ptosi e marcate alterazioni visive.


Importante! Lo pseudotumor può simulare i sintomi di una neoplasia dell'orbita. Per questo motivo, gli accertamenti diagnostici devono assolutamente distinguere tale patologia dalle forme tumorali vere e proprie.

Cellulite orbitaria

La cellulite orbitaria è un'infezione dei tessuti molli orbitari, posti dietro al setto orbitario. La malattia è causata dall'estensione di processi infettivi per contiguità (cavità nasali, seni paranasali ed elementi dentali), dalla diffusione ematogena di un'infezione originata in un'altra sede o dall'ingresso diretto di agenti patogeni in seguito ad un trauma orbitario che lacera il setto orbitario (es. morsi di animali, contusioni o lesioni perforanti). La malattia è caratterizzata da un esordio brusco, con febbre e stato di malessere generale, associati a dolore e ridotta mobilità oculare, iperemia congiuntivale e chemosi, arrossamento e tumefazione palpebrale e periorbitaria, annebbiamento visivo e proptosi. In molti casi, possono essere riscontrati anche i segni dell'infezione primaria (es. secrezione e sanguinamento nasale con sinusite, dolore parodontale e tumefazione con ascesso ecc.). La terapia deve essere tempestiva e si avvale di antibiotici ad ampio spettro e, nei casi più gravi, dell'intervento chirurgico.


Cellulite presettale
La cellulite presettale e quella orbitaria (postsettale) sono due patologie distinte che condividono alcuni sintomi clinici.
La cellulite presettale è un'infezione della palpebra e della cute circostante, localizzata anteriormente al setto orbitario. Questa infiammazione periorbitaria, in genere, inizia in superficie rispetto al setto orbitario, dopo la diffusione di infezioni secondarie a traumi locali del volto o delle palpebre, morsi di insetto o di animale, congiuntivite, calazio o sinusite. Entrambe sono particolarmente diffuse nei bambini, ma la cellulite presettale è di gran lunga più frequente di quella orbitaria.

Altre infiammazioni dell'orbita

  • Dacrioadenite: processo infiammatorio delle ghiandole lacrimali, acuto o cronico. La dacrioadenite è frequente in età pediatrica, in seguito a malattie virali come morbillo e rosolia. La forma cronica è spesso associata, invece, a malattie generali quali sindrome di Sjogren, sarcoidosi e granulomatosi di Wegener. I sintomi comprendono febbre, dolore e gonfiore palpebrale e periorbitario monolaterale; una grave tumefazione può determinare la dislocazione del bulbo oculare in basso e verso l'interno. La terapia include l'uso di antibiotici, antinfiammatori e, nei casi più gravi, farmaci immunosoppressori.
  • Miosite dell'orbita: infiammazione aspecifica di uno o più muscoli extraoculari. Si presenta in età giovanile, con dolore oculare accentuato dai movimenti del bulbo e visione doppia. Spesso, si associa ad edema palpebrale e periorbitario, arrossamento dell'occhio, ptosi e lieve esoftalmo. Il trattamento prevede l'uso di antinfiammatori steroidei e, nei casi più gravi, di farmaci immunosoppressori. 
  • Sindrome di Tolosa-Hunt: infiammazione idiopatica (cioè di origine sconosciuta) del seno cavernoso, della fessura orbitaria superiore e dell'apice orbitario. Si manifesta generalmente con dolore oculare accentuato dai movimenti oculari, visione doppia e cefalea omolaterale. La sindrome di Tolosa-Hunt può provocare anche lieve esoftalmo e paralisi dei nervi oculomotori. Il disturbo si presenta tipicamente con fasi acute alternate a periodi di remissione. La terapia prevede l'uso di antinfiammatori steroidei.

Tumori orbitari

I tumori orbitali possono essere primitivi (cioè originano dai tessuti dell'orbita) o derivare da processi neoplastici a carico di strutture contigue (bulbo oculare, annessi oculari, seni paranasali e rinofaringe). Inoltre, l'orbita può essere interessata da metastasi.
I sintomi sono variabili, ma tipicamente un processo espansivo orbitario produce protrusione del bulbo oculare (esoftalmo), ptosi palpebrale e visione doppia (diplopia). Se viene compromessa la funzione del nervo ottico, può risultare un calo della vista.

Fratture orbitarie

Un violento trauma può provocare la frattura delle ossa del massiccio facciale. In molti casi, questa evenienza comporta l'interessamento di diverse strutture ossee contigue, come il complesso zigomatico-mascellare, naso-orbito-etmoidale ed il seno frontale.
A causa della loro localizzazione anatomica e dello spessore osseo, quindi, le cavità orbitarie sono spesso coinvolte, specialmente a livello della loro parete inferiore (pavimento dell'orbita). In tali fratture, inoltre, possono essere coinvolte varie altre strutture: la muscolatura oculare (muscolo retto ed obliquo inferiore), il globo oculare, il nervo ottico ed infraorbitario, l'arteria e la vena oftalmica.
Il coinvolgimento del complesso orbitario può essere indicato dall'edema o dall'ecchimosi periorbitaria, dall'anestesia del nervo infraorbitario, dall'enoftalmo, dalla diplopia e dalle alterazioni della motilità oculare. Una lesione in prossimità dell'orbita richiede sempre una visita oculistica, che preveda almeno la valutazione dell'acuità visiva, delle reazioni pupillari e dei movimenti extraoculari.


Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici