Muscoli Posteriori della Coscia - Ischiocrurali

Muscoli Posteriori della Coscia - Ischiocrurali
Ultima modifica 15.06.2021
INDICE
  1. Generalità
  2. Cosa sono
  3. Anatomia
  4. Funzione
  5. Infortuni e Patologie
  6. Allenamento

Generalità

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I muscoli posteriori della coscia, o ischiocrurali, sono tre: bicipite femorale, semimembranoso e semitendinoso.
A eccezione del capo breve del bicipite femorale, questi muscoli sono tutti biarticolari: infatti, sormontano le articolazioni di anca e ginocchio, e contribuiscono al movimento di queste.
I muscoli posteriori della coscia intervengono principalmente nella flessione del ginocchio e nell'estensione dell'anca; tuttavia, in specifiche condizioni, possono partecipare anche ai movimenti di rotazione delle suddette articolazioni.
Questi muscoli, inoltre, provvedono alla stabilità del bacino, al movimento di retroversione di quest'ultimo e alla stabilizzazione del ginocchio.

Origini e Inserzioni dei Muscoli: un breve ripasso

I muscoli del corpo umano presentano sempre due estremità preposte all'ancoraggio con l'osso: sono il tendine di origine (o semplicemente origine) e il tendine d'inserzione (o semplicemente inserzione).
Prende il nome di origine l'estremità tendinea che rimane fissa durante la contrazione muscolare, mentre è detta inserzione l'estremità tendinea che si muove nel corso della contrazione del muscolo.

La parte centrale dei muscoli, ossia la porzione carnosa compresa tra origine e inserzione, è il cosiddetto ventre muscolare; quest'ultimo è costituito da fibre muscolari, vasi sanguigni e tessuto connettivo.

Cosa sono

Muscoli Posteriori della Cosa: Cosa s'intende?

I muscoli posteriori della coscia sono le unità muscolari biarticolari che transitano lungo la sezione posteriore del femore (osso della coscia).

Meglio noti come ischiocrurali, i muscoli posteriori della coscia contribuiscono alla stabilità del bacino e alla mobilità di anca e ginocchio.

Spesso, specie in ambito fitness, si tende a identificarli con il termine di "femorali"; tuttavia, tale dicitura è impropria e poco precisa, in quanto "femorali" è un aggettivo che definisce la zona del femore (zona che, tra l'altro, comprende muscoli anche in posizione anteriore e mediale).
L'errore nasce, probabilmente, dal fatto che, come si vedrà più avanti, il principale muscolo posteriore della coscia si chiama bicipite femorale.

A ogni modo, piuttosto di "femorali", è decisamente più corretto parlare di ischiocrurali o, appunto, di muscoli posteriori della coscia.

Infine, un'ultima nota in merito della denominazione: la letteratura inglese si riferisce ai muscoli posteriori della coscia con il termine di "hamstring"; negli ultimi anni, questa parola si è diffusa molto anche in Italia, soprattutto (ancora una volta) in ambito fitness, pertanto è abbastanza comune ritrovarla in siti di divulgazione e libri di biomeccanica.  

Riassumendo

I muscoli posteriori della coscia sono correttamente chiamati anche ischiocrurali o hamstring.

Anatomia

Muscoli Posteriori della Coscia: Quali sono?

I muscoli posteriori della coscia sono tre:

  • Bicipite femorale,
  • Semitendinoso e
  • Semimembranoso.

A eccezione del capo breve del bicipite femorale, sono tutti muscoli biarticolari: nel loro decorso da origine a inserzione, infatti, sormontano due differenti articolazioni (quella dell'anca e quella del ginocchio) e, tramite la loro contrazione, partecipano ad alcuni movimenti di entrambe.

Bicipite femorale, semitendinoso e semimembranoso giacciono vicini tra di loro e condividono alcune caratteristiche generali, come la sede d'origine (tranne il capo breve del bicipite femorale) e l'innervazione a carico del nervo sciatico (o nervo ischiatico).

Per approfondire: Tutti i Muscoli della Coscia: Anatomia e Funzione

Muscolo Bicipite Femorale

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Capo lungo del bicipite femorale

Il bicipite femorale è il muscolo ischiocrurale collocato in posizione più laterale.

Esso è costituito da due capi (in modo simile al bicipite brachiale), noti come capo lungo e capo breve (il nome fa riferimento alla loro lunghezza).
Capo lungo e capo breve del bicipite femorale hanno origine differente, mentre condividono il tendine d'inserzione.

In prossimità dell'inserzione, entrambi i capi del bicipite femorale convergono a costituire un'aponeurosi, che serve a collegare il muscolo alla testa del perone.

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Capo breve del bicipite femorale

A ginocchio flesso, il bicipite femorale può essere facilmente individuato tramite palpazione lungo l'aspetto postero-laterale del ginocchio.

  • Origine: il capo lungo del bicipite femorale nasce da un'impronta postero-mediale presente sulla parte superiore della tuberosità ischiatica, in posizione mediale rispetto all'origine del semimembranoso e in posizione superiore rispetto all'origine del grande adduttore; è importante segnalare che il capo lungo del bicipite femorale condivide il tendine d'origine con il muscolo semitendinoso e, per quanto riguarda una parte delle fibre, con il legamento sacrotuberoso.
    L'origine del capo breve del bicipite femorale, invece, si spartisce tra il labbro laterale del terzo inferiore della linea aspra del femore e la linea sopracondilare laterale del femore.
  • Inserzione: il bicipite femorale termina il proprio decorso inserendosi a livello dell'aspetto laterale della testa del perone.
  • Innervazione: nel caso del capo lungo, spetta alla componente tibiale del nervo sciatico; nel caso del capo breve, invece, è compito della componente fibulare del nervo sciatico.
    A ogni modo, è sempre il nervo sciatico a occuparsi dell'innervazione del bicipite femorale.
  • Vascolarizzazione: il muscolo bicipite femorale riceve sangue ossigenato, principalmente, da alcune branche dell'arteria profonda del femore (nello specifico, le arterie perforanti e l'arteria circonflessa mediale del femore); inoltre, riceve un'ulteriore quota di sangue dall'arteria glutea inferiore e dall'arteria genicolata superiore laterale.

Lo sapevi che…

Il nervo sciatico è il più lungo e voluminoso nervo del corpo umano; esso ha origine a livello della zona lombo-sacrale della schiena e percorre l'intero arto inferiore, fino a terminare, con le sue diramazioni finali, a livello del piede.

Per approfondire: Bicipite Femorale

Muscolo Semitendinoso

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Muscolo semitendinoso

Il semitendinoso è un muscolo lungo e fusiforme, che percorre l'intero compartimento posteriore della coscia (va da anca a ginocchio).

Esso giace in posizione mediale rispetto al bicipite femorale ed è superficiale rispetto al semimembranoso.

Come riportato in precedenza, il tendine d'origine di questo muscolo è in condivisione con quello del capo lungo del bicipite femorale.

Il semitendinoso è così chiamato perché, per quasi metà della sua struttura completa, è costituito da componente tendinea.

  • Origine: il semitendinoso nasce a livello della tuberosità ischiatica, su un'impronta postero-mediale della parte superiore.
  • Inserzione: giace in una prominenza ossea della tibia, situata inferiormente al condilo mediale di quest'osso e nota come zampa d'oca (o pes anserinus).
  • Innervazione: spetta alla componente tibiale del nervo sciatico.
  • Vascolarizzazione: il muscolo semitendinoso riceve sangue ossigenato dal alcune branche dell'arteria profonda del femore (nello specifico, la prima arteria perforante e l'arteria circonflessa mediale del femore), dall'arteria glutea inferiore e dall'arteria genicolare inferiore mediale.
Per approfondire: Semitendinoso

Muscolo Semimembranoso

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Muscolo semimembranoso

Il semimembranoso è un muscolo piatto, largo e relativamente lungo, che copre l'intera lunghezza della coscia (va da anca a ginocchio).

Esso giace medialmente rispetto al muscolo bicipite femorale, è superficiale rispetto al grande adduttore e transita al di sotto del muscolo semitendinoso.

A livello del ginocchio, il semimembranoso, con il supporto del semitendinoso sopra descritto, contribuisce alla formazione del bordo superiore e mediale della fossa poplitea.

  • Origine: il semimembranoso nasce su una piccola faccetta della superficie superiore e laterale della tuberosità ischiatica.
  • Inserzione: giace a livello del condilo mediale della tibia.
  • Innervazione: spetta alla componente tibiale del nervo sciatico.
  • Vascolarizzazione: il muscolo semimembranoso riceve sangue ossigenato dalle arterie perforanti emanate dalle arterie femorale e poplitea; inoltre, occasionalmente, può partecipare alla vascolarizzazione del muscolo anche l'arteria glutea inferiore.
Per approfondire: Semimembranoso

Funzione

Muscoli Posteriori della Coscia: A Cosa servono?

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Flessione del ginocchio

I muscoli posteriori della coscia agiscono tutti da flessori del ginocchio e da estensori dell'anca.

Inoltre, in determinate condizioni, alcuni di essi possono contribuire alla rotazione interna dell'anca (o intrarotazione dell'anca o della coscia), alla rotazione esterna dell'anca (o extrarotazione dell'anca o della coscia), alla rotazione interna del ginocchio (intrarotazione del ginocchio o della gamba) o alla rotazione esterna del ginocchio (extrarotazione del ginocchio o della gamba).

Infine, rimane da segnalare che gli ischiocrurali sono anche muscoli deputati a:

  • Stabilizzare il bacino, soprattutto durante la flessione in avanti del tronco;
  • Garantire compattezza e protezione all'articolazione del ginocchio;
  • Favorire il movimento di retroversione del bacino (durante il quale la parte anteriore del bacino si eleva, mentre quella posteriore si abbassa, e il tratto lombare va in flessione, appiattendosi).

Flessione del Ginocchio

Con svolgimento sul piano sagittale, la flessione del ginocchio consiste nell'avvicinamento della parte posteriore della gamba alla parte posteriore della coscia (il calcagno del piede si avvicina al gluteo).

Particolare da segnalare è che il grado di flessione del ginocchio è maggiore ad anca flessa (140°) che non ad anca estesa (120°).

Per i muscoli posteriori della coscia, la flessione del ginocchio è la principale funzione.

Estensione dell'Anca

Con svolgimento sul piano sagittale, l'estensione dell'anca consiste nell'allontanamento del femore dall'addome (l'angolo tra i due aumenta).

Anche in questo caso, c'è un particolare da segnalare sull'ampiezza del movimento: l'estensione è maggiore a ginocchio esteso (20°) che non a ginocchio flesso (< di 20°).

L'azione estensoria dell'anca svolta dai muscoli posteriori della coscia dipende fortemente dalla posizione del tronco: mentre a tronco eretto è debole (vi provvede soprattutto il grande gluteo), a tronco flesso in avanti è molto forte.

Rotazione Interna ed Esterna dell'Anca

Con svolgimento sul piano orizzontale, la rotazione interna dell'anca consiste nel ruotare il femore verso l'interno, in modo tale che l'alluce del piede sia proiettato in direzione mediale (cioè guardi verso la linea mediana).

Sempre con svolgimento sul piano orizzontale, la rotazione esterna dell'anca consiste, invece, nel ruotare il femore verso l'esterno, in modo tale che l'alluce del piede sia proiettato in direzione laterale (cioè guardi in direzione opposta alla linea mediana). 

A eccezione del semitendinoso, i muscoli posteriori della coscia partecipano a questi movimenti soltanto quando l'anca è in estensione (successivamente si vedrà quali muscoli provvedono alla rotazione interna e quali all'esterna).

Rotazione Interna ed Esterna del Ginocchio

Con svolgimento sul piano orizzontale, la rotazione interna del ginocchio consiste nel ruotare il complesso tibia-perone della gamba verso l'interno, in modo tale che l'alluce del piede sia proiettato in direzione mediale (cioè guardi verso la linea mediana).

Sempre con svolgimento sul piano orizzontale, la rotazione esterna del ginocchio consiste, invece, nel ruotare il complesso tibia-perone della gamba verso l'esterno, in modo tale che l'alluce del piede sia proiettato in direzione laterale (cioè guardi in direzione opposta alla linea mediana). 

I movimenti di rotazione interna e rotazione esterna del ginocchio sono possibili soltanto a ginocchio flesso; di conseguenza, i muscoli posteriori della coscia intervengono in questi movimenti soltanto quando il ginocchio è in flessione.

Bicipite Femorale: le Funzioni

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Preparazione per movimento di estensione dell'anca a partire da una posizione di flessione del tronco

Del bicipite femorale, solo il capo lungo interviene nei movimenti di anca e ginocchio; l'azione motoria del capo breve, infatti, è limitata esclusivamente all'articolazione del ginocchio.

Dopo questa doverosa premessa, ecco le funzioni del muscolo.

Il bicipite femorale interviene nei movimenti di:

  • Flessione del ginocchio;
  • Rotazione esterna del ginocchio, quando il ginocchio è flesso;
  • Estensione dell'anca, soprattutto quando si passa dalla posizione a tronco flesso in avanti a quella a tronco eretto (es: dopo essersi piegati in avanti per raccogliere, da per terra, un oggetto posto davanti ai piedi);
  • Rotazione esterna dell'anca, quando l'anca è estesa.

Il bicipite femorale, inoltre, contribuisce alla stabilizzazione del bacino e al movimento di retroversione dello stesso.

Il bicipite femorale è il principale antagonista del quadricipite femorale, il grosso muscolo situato sul compartimento anteriore della coscia.

Lo sapevi che…

Il quadricipite femorale è all'incirca tre volte più potente del complesso degli ischiocrurali.

Semimembranoso: le Funzioni

Il semimembranoso interviene nei movimenti di:

  • Flessione del ginocchio;
  • Rotazione interna del ginocchio, quando il ginocchio è flesso;
  • Estensione dell'anca, soprattutto quando si passa dalla posizione a tronco flesso in avanti a quella a tronco eretto;
  • Rotazione interna dell'anca, quando l'anca è in estensione.

Il semimembranoso, inoltre, partecipa alla stabilizzazione del bacino, al movimento di retroversione di quest'ultimo e alla stabilità del ginocchio (protezione e compattezza articolare).

Semitendinoso: le Funzioni

Il semitendinoso interviene nei movimenti di:

  • Flessione del ginocchio;
  • Rotazione interna del ginocchio, quando il ginocchio è flesso;
  • Estensione dell'anca, soprattutto quando si passa dalla posizione a tronco flesso in avanti a quella a tronco eretto;
  • Rotazione interna dell'anca, quando l'individuo si trova in posizione anatomica (ossia: stazione eretta con la faccia rivolta in avanti, le braccia lungo i fianchi e il palmo delle mani in avanti).

Il semitendinoso, inoltre, contribuisce alla stabilità del bacino, al movimento di retroversione di quest'ultimo e alla stabilizzazione del ginocchio (protezione e compattezza articolare).

Infortuni e Patologie

Muscoli Posteriori della Coscia: Contratture, Lesioni e Tendinopatie

Assieme ad adduttori, retto femorale e muscoli del polpaccio, i muscoli posteriori della coscia sono tra gli elementi muscolari del corpo umano a maggior rischio di contratture, stiramenti e strappi.
Questi infortuni riguardano soprattutto gli sportivi (es: calciatori) e, specialmente nel caso di stiramenti e strappi, richiedono tempi di recupero abbastanza lunghi e molta cautela al momento della ripresa (è facile incappare in recidive).

Gli ischiocrurali, inoltre, sono anche muscoli che, in seguito a un sovraccarico funzionale o a un schema motorio carente, possono sviluppare tendinopatie.

Allenamento

Muscoli Posteriori della Coscia: Come Allenarli in Palestra

Brevemente, in palestra, gli esercizi migliori per stimolare i muscoli posteriori della coscia sono:

  • Stacco da terra classico (deadlift), squat, affondi e step-up. Si tratta di esercizi multiarticolari, in cui i muscoli posteriori della coscia agiscono da estensori dell'anca e stabilizzatori del ginocchio;
  • Hyperextension e stacco da terra a gambe tese (deadlift a gambe tese). Sono esercizi monoarticolari, a ginocchio fisso, in cui l'hamstring agisce esclusivamente da estensore dell'anca;
  • Leg curl. È un esercizio monoarticolare, in cui i muscoli posteriori della coscia agiscono esclusivamente come flessori del ginocchio.

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza