Meduse: come riconoscere quelle pericolose nel mar Mediterraneo

Meduse: come riconoscere quelle pericolose nel mar Mediterraneo
Ultima modifica 21.07.2022
INDICE
  1. Rhizostoma pulmo
  2. Cotylorhiza Tuberculata
  3. Aurelia Aurita
  4. Carybdea marsupialis
  5. Pelagia noctiluca
  6. Drymonema dalmatinum
  7. Chrysaora hysoscella
  8. Physalia physalis

Quando si va al mare una delle preoccupazioni che affliggono maggiormente, soprattutto se si hanno bambini ma non solo, è di trovarsi a nuotare tra le meduse, visto che solo sfiorarle può provocare ustioni fastidiose e dolorose.

Tale ansia quest'anno, nell'estate 2022, è ancora più legittima visto che a causa delle temperature molto alte che si stanno verificando già dalla tarda primavera, gli esperti hanno constatato un aumento delle meduse nei mari che bagnano le coste italiane. Per molti studiosi non è esagerato parlare di una vera e propria invasione, specificando però che non sia corretto creare allarmismi ingiustificati, visto che non ogni medusa è urticante.

Anche se sembrano tutte uguali, infatti, le meduse non lo sono, ma ne esistono di diversi tipi che imparare a conoscere è importante per vivere il mare in serenità.

Rhizostoma pulmo

Chiamato anche polmone di mare o medusa barile, il Rhizostoma Pulmo è una scifomedusa della famiglia delle Rhizostomatidae. Il suo diametro di 50-60 centimetri e i 10 kg di peso la rendono la più grande del Mediterraneo. Si caratterizza dal cappello a forma semisferica opalescente trasparente, dai bordi sfrangiati blu-viola e dal corpo a manubrio composto da otto prolungamenti biancastri tendenti al trasparente, con tentacoli allungati e sfrangiati. Questa specie non è particolarmente urticante e se si viene colpiti solitamente si prova un leggero prurito e fastidio che svanisce in poco tempo.

Cotylorhiza Tuberculata

Detta anche cassiopea mediterranea, anche la Cotylorhiza Tuberculata è piuttosto comune nel Mediterraneo. Appartenente alla famiglia Cepheidae, ha un diametro di 30 cm e un ombrello a forma di disco bianco al cui centro è presente una gobba rotonda e gialla. Il bordo è frastagliato e oscilla tra il giallo e il verde. A differenza delle altre non ha tentacoli ma molte braccia che partono dai quattro lobi della bocca e finiscono con un bottoncino blu o viola.

Di norma è innocua e può provocare solo un leggero fastidio nelle persone più sensibili.

Aurelia Aurita

L'Aurelia Aurita è bianca tendente al trasparente e si presenta a forma di ombrello, sulla cui sommità si trovano quattro strutture circolari, le gonadi, che formano una specie di quadrifoglio. I suoi tentacoli corti e sottili sono urticanti.

Carybdea marsupialis

Nota anche come Cubomedusa, è una specie Atlantica diffusa però anche nel Mediterraneo.

Grande circa 3 centimetri, ha una forma quasi cubica ed è trasparente, quindi difficile da individuare in acqua, anche perché vive soprattutto in fondali bassi e sabbiosi nei quali si mimetizza. L'unica cosa visibile sono i suoi 4 tentacoli lunghi fino a 30 centimetri a forma di anelli rossi, che sono molto urticanti. Il suo veleno, infatti, può provocare serie ustioni e in alcuni casi mettere in pericolo la vita dell'intossicato, soprattutto se interessato ad alcune eventuali allergie.

Questa medusa attacca avvolgendosi agli arti. Se ciò avviene, rimuoverla subito e iniziare subito a curare le ustioni su indicazione medica. Per ridurre l'azione del veleno si può esporre la parte colpita a forti sorgenti di calore come sabbia o acqua bollente o tamponarla con ammoniaca.

Pelagia noctiluca

Molto comune nei mari che bagnano l'Italia, la Pelagia noctiluca fa parte della famiglia Pelagiidae ed è nota anche con il nome di medusa luminosa.

Le sue dimensioni sono solo di 10 centimetri di diametro, i tentacoli possono raggiungere fino a 2 metri e il colore vira dal marrone rosa al violetto traslucido. Purtroppo le ustioni che provoca se viene sfiorata sono molto dolorose perché i tentacoli sono molto urticanti.

In caso di attacco non grattarsi ma rimuovere veleno e tentacoli con acqua di mare e gel astringente al cloruro d'alluminio. Evitare invece prodotti a base di ammoniaca o i rimedi naturali come urina, pietre calde o sabbia che potrebbero peggiorare la situazione.

Drymonema dalmatinum

Con un ombrello il cui diametro può raggiungere anche 2 metri, la Drymonema dalmatinum è la medusa più grande del Mediterraneo. Molto urticante, è però fortunatamente anche piuttosto rara visto che dopo 10 anni nell'Alto Adriatico sono stati avvistati tre esemplari.

Chrysaora hysoscella

Nota anche come medusa bruna o compasso a causa della forma di V che compare sul suo ombrello, la Chrysaora hysoscella appartiene alla famiglia Pelagiidae ed è presente nell'oceano Atlantico e nel Mar Mediterraneo. Poco urticante, il contatto con i tentacoli provoca semplicemente dermatiti con prurito e leggero bruciore.

Physalia physalis

La più pericolosa di tutti è la Physalia physalis, nota anche come Caravella Portoghese, negli ultimi anni avvistata al largo di Sicilia, Sardegna e Calabria. Tecnicamente, anche se il suo aspetto può trarre in inganno, non è una medusa ma un sifonoforo. La differenza è che non si tratta di un singolo organismo pluricellulare, ma dell'aggregazione di individui specializzati di quattro tipi diversi, chiamati zooidi. I suoi tentacoli lunghi da 10 a 50 metri possono sparare fino a 10 tipi di veleno diversi, tutti molto dolorosi e pericolosi.