Lombalgia Cronica: i sintomi, cosa fare e quanto dura

Lombalgia Cronica: i sintomi, cosa fare e quanto dura
Ultima modifica 05.05.2023
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è
  3. Cause
  4. Sintomi
  5. Diagnosi
  6. Cura

Generalità

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La lombalgia cronica è il dolore prolungato e di bassa intensità, avvertito nella parte bassa della schiena.

Nella maggior parte dei casi, è correlata a un declino delle condizioni fisiche, combinato a una serie di altri fattori che alimentano la sintomatologia (es: ansia, stress, sedentarietà ecc.); più raramente, è conseguenza di patologie come la stenosi spinale, la spondilolistesi, l'artrosi o i tumori spinali.

Il dolore lombare cronico può essere ben localizzato (identificabile con un dito) o riguardare un'ampia area della lombare; può presentarsi già al mattino o solo nel corso della giornata; può risentire del mantenimento prolungato di certe posizioni.

Anamnesi ed esame obiettivo sono centrali nella diagnosi di lombalgia cronica; queste indagini, infatti, permettono di stabilire la gravità della condizione e se servono ulteriori approfondimenti, tramite il ricorso a diagnostica per immagini ed esami del sangue.

Nei casi più comuni, il trattamento si basa sulla fisioterapia e sull'adozione di uno stile di vita all'insegna della salute.

Cos'è

Cosa vuol dire Lombalgia Cronica?

Per definizione medica, la lombalgia cronica è il dolore al tratto lombare della schiena, che insorge in modo graduale e dura almeno 12 settimane (3 mesi).

Nell'accezione comune, tuttavia, una simile descrizione non chiarisce vari aspetti, che sono importanti.

In genere, infatti, quando si parla di lombalgia cronica il riferimento è a una condizione benigna di dolore persistente alla parte bassa della schiena, di cui molto spesso non si conosce la precisa causa scatenante.

La lombalgia cronica si contrappone alla lombalgia acuta, in cui il dolore compare in modo brusco ed è di durata inferiore alle 6 settimane.

Per approfondire: Lombalgia Acuta: quali sono i sintomi e cosa fare?

Cause

La schiena, compreso il tratto lombare, include una serie di tessuti innervati (tra cui muscoli, legamenti, articolazioni, dischi intervertebrali ecc.) che, in caso di lesione o stress eccessivo, possono essere fonte di dolore.

Nella maggior parte dei casi, in presenza di dolore cronico alla schiena, è difficile stabilire quale sia la struttura sofferente.

Ecco perché, quindi, la causa della lombalgia cronica è, molto spesso, sconosciuta.

Lombalgia Cronica dovuta a cause identificabili

Esistono condizioni, quali la stenosi spinale, la spondilolistesi o la discopatia degenerativa, che causano dolore finché il paziente non riceve un trattamento adeguato ed efficace.

In queste circostanze, il dolore riconosce una causa ben precisa e può considerarsi cronico (in quanto le condizioni che lo causano sono croniche).

Altre cause identificabili di lombalgia cronica sono l'artrosi della colonna vertebrale e i tumori spinali (che possono colpire vertebre, midollo spinale o meningi).

Lombalgia Cronica dovuta a cause non identificabili

Gli infortuni della schiena comportano un danno tissutale che, generalmente, guarisce in un arco temporale che va da pochi giorni a qualche settimana.

In questo periodo, il soggetto infortunato avverte un dolore acuto, talvolta anche molto intenso, che si risolve di pari passo con la guarigione dei tessuti.

Una volta che il danno è riparato, anche il dolore resta un ricordo.

Purtroppo, tale processo non è sempre così lineare e, al contrario di quanto descritto, possono verificarsi delle complicanze.

Infatti, occasionalmente, può capitare che, nonostante la guarigione dei tessuti, insorga un dolore persistente, più tenue del precedente e con altre caratteristiche, che va a sostituirsi al sintomo acuto iniziale.

Il dolore di nuova insorgenza è cronico e non è imputabile a cause ben precise, nemmeno ai tessuti ormai guariti che si erano infortunati.

La maggior parte dei casi di lombalgia cronica ha la suddetta genesi.

È doveroso precisare che, al di là del fastidio provocato, questo dolore è tipo benigno, nel senso che non dipende da una grave condizione di salute (quale per esempio un tumore spinale); non a caso, tutti i casi di lombalgia cronica dovuti a cause non identificabili rientrano sotto la dicitura di lombalgia cronica benigna.

Cosa provoca la Lombalgia Cronica Benigna?

Gli esperti non hanno ancora individuato una causa precisa.

Concordano, tuttavia, sul fatto che abbia un'influenza un declino delle condizioni fisiche dovuto a uno stile di vita sedentario o povero di stimoli motori, a cui si aggiungono molto spesso altri fattori favorenti, come:

  • Scarsa qualità del sonnonotturno;
  • Sovrappeso e obesità;
  • Ansia e stress;
  • Emozioni rispetto al dolore;
  • Fumo;
  • Insoddisfazioni in ambito lavoro o altro;
  • Influenze culturali;
  • Paura di eseguire determinati movimenti.

Un concetto che sembra essere molto importante è quello della tolleranza al carico tissutale: quando i tessuti della schiena (muscoli, articolazioni, legamenti, dischi intervertebrali ecc.) subiscono stress o stimoli maggiori rispetto alle loro capacità di tolleranza al carico, entrano in uno stato di sofferenza che può sfocare in dolore.

La lombalgia cronica benigna rimane per molti aspetti un mistero: se si cade e si batte un ginocchio, il rapporto causa (caduta) – effetto (dolore al ginocchio) è facile; per il dolore cronico lombare di tipo benigno, invece, stabilire un rapporto di consequenzialità non è così sbrigativo.

L'incapacità di identificare una causa precisa complica la pianificazione di un trattamento adeguato (non c'è una causa da curare) e rende complessa la guarigione.

È anche sulla base di queste difficoltà che gli esperti hanno abbracciato la teoria secondo cui il dolore cronico dipende anche da fattori come le influenze culturali, il modo di affrontare il dolore, l'ansia ecc.

In passato, si credeva che il dolore lombare cronico fosse sempre da imputarsi a una qualche alterazione anatomica rilevata durante il percorso diagnostico.
Tuttavia, con il tempo, si è visto che questa visione non era corretta: studi hanno dimostrato che nelle persone con una storia di lombalgia cronica continuava a persistere l'alterazione anatomica considerata responsabile, a suo tempo, del dolore.

Lombalgia Cronica Articolare e Discale

È da segnalare un'ulteriore classificazione della lombalgia cronica benigna.
All'interno di tale classificazione, le categorie principali di dolore lombare sono quello di natura articolare e quello di natura discale.

Come suggerisce il nome, la lombalgia cronica di natura articolare è imputabile a una sofferenza delle articolazioni vertebrali, mentre la lombalgia cronica di natura discale a una sofferenza dei dischi intervertebrali.

Questa distinzione tornerà utile quando si parlerà dei sintomi, poiché i due tipi di lombalgia suddetti evocano dolore con movimenti differenti.

Sintomi

Come si manifesta la Lombalgia Cronica?

La lombalgia cronica provoca un dolore/fastidio di bassa intensità, persistente o intermittente.

Spesso, i pazienti lo descrivono anche come una sensazione di rigidità o contrattura.

Il dolore cronico lombare di natura benigna, di solito, non peggiora; rimane costante.

Può essere ben localizzato oppure riguardare un'ampia regione della zona lombare.

Lombalgia Cronica Articolare

Il dolore lombare cronico di natura articolare presenta alcune caratteristiche tipiche:

  • È di bassa intensità, ben localizzato (il paziente, molto spesso, è in grado di indicarlo con un dito) e monolaterale (riportato su un solo lato).
  • È riproducibile con movimenti di estensione della colonna vertebrale (fa male quando si inarca la schiena) o di estensione più rotazione e compare sempre in un dato momento del movimento.
  • È solitamente assente al mattino e peggiora nel corso della giornata, soprattutto quando si mantengono posizioni prolungate in piedi o si svolgono lavori che inducono a inarcare la schiena; l'attività aumenta il dolore, mentre il riposo lo attenua.

Lombalgia Cronica Discale

La lombalgia cronica discale, invece, si manifesta tipicamente in questo modo:

  • È anch'essa di bassa intensità, ma si estende in un'ampia area della lombare (non è possibile identificare un punto preciso) ed è bilaterale (interessa entrambi i lati).
  • È riproducibile tramite movimenti o posizioni prolungate in flessione o flessione più rotazione; in genere, poi, non compare subito, ma dopo un po' di tempo trascorso nella posizione critica.
  • Si presenta già al mattino; nel corso della giornata, si attenua, salvo ricomparire alla sera; stare in piede o camminare allevia la sintomatologia, mentre stare seduti o chinarsi in avanti (per esempio, per allacciarsi le scarpe) la peggiora.

Diagnosi

Come riconoscere la Lombalgia Cronica: la diagnosi

Indagini fondamentali per la diagnosi di lombalgia cronica sono, senza dubbio, l'anamnesi e l'esame obiettivo.

Qualora il medico sospetti una lombalgia cronica dovuta a cause identificabili (quindi non benigna), è prassi approfondire la situazione con esami più specifici; tra questi si segnalano: risonanza magnetica, TAC, raggi X, scintigrafia ossea e/o esami del sangue.

Anamnesi

L'anamnesi è importante, perché permette al medico di risalire alla storia clinica del paziente e capire, sulla base delle abitudini, del lavoro e dei passatempi quotidiani, quali potrebbero essere stati i fattori che hanno indotto la sintomatologia.

Si ricorda che la maggior parte dei casi di lombalgia cronica ha un'origine multifattoriale.

Esame obiettivo

L'esame obiettivo consente al medico di definire le caratteristiche della sintomatologia: intensità, localizzazione, riproducibilità e andamento durante la giornata.

Prevede una valutazione posturale e un'analisi dei movimenti che evocano dolore, due indicatori molto importanti per stabilire la natura della sintomatologia (articolare o discale).

Cura

Lombalgia Cronica: cosa fare?

Il compito del terapeuta è risalire ai fattori che sostengono la sintomatologia e agire su quelli con una terapia appropriata; questo approccio terapeutico è relativamente più immediato quando la causa è identificabile (es: tumore spinale), mentre è più complesso quando la lombalgia cronica è dovuta a fattori non identificabili (lombalgia cronica benigna).

Nel secondo caso – che è quello di maggiore interesse, poiché più comune – il medico deve analizzare il caso in modo approfondito, focalizzandosi soprattutto sulla storia clinica del paziente.

Lombalgia Cronica Benigna: come curarla?

Come detto, molto spesso, la lombalgia cronica benigna è correlata a un declino delle condizioni fisiche, con riduzione della tolleranza al carico dei tessuti della schiena, che segue un periodo di sedentarietà dovuto, per esempio, a un infortunio (alla stessa schiena o altri distretti del corpo) o a impegni della vita quotidiana.

In tutti questi casi, è fondamentale incentivare il paziente al movimento, in modo graduale, tramite un programma di fisioterapia su misura, che tenga conto delle caratteristiche del dolore.

Ecco allora che diviene rilevante distinguere un dolore di natura articolare da uno di natura discale, in quanto questa caratteristica influenza la scelta degli esercizi di rinforzo, flessibilità, stretching ecc.

A seconda dei casi, poi, potrebbe essere importante agire sulla sfera psicologica del paziente, sulla dieta, sullo stile di vita e sul modo che il paziente ha di affrontare il dolore:

  • Studi hanno evidenziato una connessione tra la lombalgia e lo stato d'animo della persona; ansia, stress, insoddisfazioni in ambito lavorativo o familiare possono alimentare la sintomatologia.
    La gestione di queste problematiche mediante terapie opportune e tecniche di rilassamento può rivelarsi di enorme aiuto.
  • Alcuni esperti del settore nutrizione affermano che le diete definite infiammatorie, in cui prevale il consumo di grassi trans, zuccheri raffinati e alimenti trasformati, possono contribuire al mal di schiena lombare, ragion per cui sarebbe meglio virare verso stili alimentari più salutari.
    Per conoscere quale regime dietetico è meglio per la propria salute, è sempre raccomandato il consulto di uno specialista del settore nutrizionale.
  • Evitare di fumare e mantenere nella norma il peso corporeo proteggono la salute, riducendo anche il rischio di lombalgia.
  • Una visione pessimistica del dolore e la paura di questo rende più complesso guarire dalla lombalgia cronica; per timore di farsi male e sentendosi fragile, infatti, il paziente evita il movimento e continua in una vita sedentaria, che indebolisce sempre più la schiena.
    Il soggetto deve capire, invece, che la schiena è forte, non si spezza ed è in grado di gestire gli stimoli motori, a patto che siano graduali e diversificati.

Farmaci per la Lombalgia Cronica Benigna

Il ricorso a farmaci quali FANS, paracetamolo e miorilassanti può aiutare a migliorare la sintomatologia della lombalgia cronica.
Occorre, tuttavia, segnalare che si tratta di rimedi impiegati in casi particolari; di certo, non sono un trattamento di prima linea.
Come al solito, prima di assumere un qualsiasi medicinale, è bene consultare il proprio medico curante.

Come curare la Lombalgia Cronica dovuta a cause identificabili

Per le forme di lombalgia cronica dovute a cause identificabili diverse dai tumori, la scelta terapeutica spazia dalla fisioterapia ai farmaci contro il dolore, ai corticosteroidi per iniezione e alla chirurgia; tutto dipende dalla severità della sintomatologia e da quanto tempo questa è in atto.

Per le forme di lombalgia cronica a origine tumorale, invece, le opzioni terapeutiche sono: chirurgia, chemioterapia e radioterapia.

Lombalgia Cronica: quanto dura?

Come riportato nella definizione, la lombalgia è cronica quando dura almeno 12 settimane (3 mesi).

In questo lasso di tempo, i sintomi sono pressoché costanti, sebbene possano verificarsi fasi in cui sono più fastidiosi di altre.

La lombalgia cronica, poi, è spesso protagonista di recidive, specialmente quando il paziente non si è sottoposto a un piano terapeutico adeguato.

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza