Ultima modifica 25.02.2020

Linfonodi e circolo linfatico

Oltre al circolo sanguigno, nell'organismo umano esiste un'altra importante rete di vasi, che si si dirama per raggiungere ogni parte del corpo: stiamo parlando del cosiddetto sistema linfatico.

Linfonodo sentinellaMentre il sangue rifornisce le cellule di ossigeno e nutrienti, il sistema linfatico raccoglie prodotti di rifiuto cellulare, acqua e altre sostanze fuoriuscite dai capillari sanguigni e accumulatesi negli spazi interstiziali (tra una cellula e l'altra). Non a caso, quando l'azione drenante del sistema linfatico risulta compromessa, si assiste ad un accumulo di liquidi negli spazi interstiziali, per cui la zona interessata appare vistosamente gonfia (edematosa).

Il liquido che scorre all'interno del sistema linfatico è chiamato linfa ed ha una composizione molto simile a quella del plasma (acqua, elettroliti e proteine), con in più una certa percentuale di globuli bianchi, prodotti di rifiuto cellulare, particelle estranee e grassi alimentari assorbiti a livello intestinale.

La circolazione linfatica origina a livello di sottili capillari, a fondo cieco, che si distribuiscano nei vari tessuti per raccogliere i fluidi interstiziali. Il sistema convergente di capillari linfatici dà origine a vasi di calibro via via maggiore, che trasportano la linfa a livello delle grosse vene alla base del collo, dove si immette nel circolo sanguigno.

Lungo il complesso sistema di vasi linfatici si trovano dei filtri, chiamati nodi linfatici o linfonodi. Tali filtri si localizzano nei punti di confluenza di più vasi linfatici e provvedono a filtrare la linfa trattenendo ed eliminando le particelle estranee (come virus, batteri e cellule invecchiate o anomale, incluse quelle tumorali).

Per espletare al meglio la propria funzione, i singoli linfonodi sono particolarmente ricchi di macrofagi (capaci di inglobare e digerire patogeni e cellule alterate) e di altri globuli bianchi (linfociti).

Possiamo quindi paragonare i linfonodi a una sorta di dogana, capace di intercettare e neutralizzare i "carichi anomali" per impedire che si diffondano al resto dell'organismo.

I linfonodi si organizzano in pacchetti aggregati, oppure in catene disposte lungo il percorso delle principali vene come perle infilate in una collana.

Linfonodo sentinella

Il linfonodo sentinella è il primo linfonodo a ricevere il drenaggio linfatico del tumore primitivo. A seconda dei casi, il linfonodo sentinella può essere ancora indenne o risultare già infiltrato di cellule neoplastiche.

I tumori maligni sono così definiti perché - a differenza di quelli benigni - presentano cellule capaci di invadere e distruggere i tessuti circostanti; inoltre, le stesse cellule possono diffondersi attraverso il sangue o i capillari linfatici e attecchire in altri organi, dando vita alle cosiddette metastasi (tumori secondari in sedi lontane da quella originaria).

Alcuni tumori danno metastasi preferenzialmente attraverso il sistema linfatico, e in tutti questi casi la valutazione del linfonodo sentinella assume una grande importanza.

Se la diffusione avviene attraverso il circolo linfatico, le cellule tumorali entrano nei capillari linfatici locali, che a loro volta le trasportano insieme alla linfa nel linfonodo sentinella. A livello di questo filtro, i globuli bianchi locali cercano di combattere le cellule maligne per contrastarne la diffusione nelle altre sedi dell'organismo; se tale linea difensiva viene superata, le cellule maligne si diffondo al successivo linfonodo e così via, diffondendo nell'organismo e riducendo drasticamente le possibilità di cura.


Secondo la teoria del linfonodo sentinella, se non vi sono cellule tumorali all'interno del linfonodo sentinella, si può escludere anche il coinvolgimento degli altri linfonodi vicini.

Significato Clinico

Quando e perché è importante valutare il linfonodo sentinella

La valutazione del linfonodo sentinella riveste una grande importanza clinica nel cosiddetto processo di stadiazione tumorale, che a sua volta permette di capire quanto il tumore è grande e diffuso. In questo modo, lo Staff medico può progettare un trattamento adeguato e stabilire una prognosi attendibile. Ad esempio, nel tumore del seno la valutazione del linfonodo sentinella permette - in caso di risultati negativi - di risparmiare operazioni (dissezioni ascellari) inutili e dannose (perché porterebbero a problemi di gonfiore del braccio omolaterale); si veda l'articolo dedicato per ulteriori approfondimenti.

Per la stadiazione tumorale si utilizza soprattutto il cosiddetto sistema TNM, il quale si basa sulla valutazione di tre elementi:

  • T: estensione del tumore primitivo;
  • N: assenza o presenza di metastasi ai linfonodi regionali;
  • M: assenza o presenza di metastasi a distanza.

L'aggiunta di numeri a queste 3 componenti indica l'estensione del tumore, che è tanto più grave quanto più il numero è grande; nello specifico abbiamo:

  • T0 (tumore molto piccolo), T1,T2,T3,T4 (tumore molto grande)
  • N0 (nessun linfonodo coinvolto), N1, N2, N3 (molti linfonodi regionali coinvolti)
  • M0 (nessuna metastasi a distanza), M1 (presenza di metastasi)

Per quanto riguarda la valutazione del linfonodo sentinella, abbiamo:

  • N0(sn): linfonodo sentinella libero da metastasi
  • N1(sn): metastasi nel linfonodo sentinella
  • NX(sn): linfonodo sentinella non valutabile

Il linfonodo sentinella dev'essere anzitutto individuato dal medico; a tale scopo, viene iniettata una sostanza marcatrice nell'area circostante il tumore, quindi, tramite tecniche di imaging, si osserva il percorso di tale tracciante fino al primo linfonodo che incontra. Successivamente si esegue una biopsia e una valutazione anatomo-patologica del linfonodo per accertare la presenza di cellule maligne.

In caso di interessamento del linfonodo sentinella, il medico può optare per la sua asportazione chirurgica (linfadenectomia).

Attualmente (maggio 2015) l'utilizzo del linfonodo sentinella come tecnica diagnostica è stato ampiamente validato nel cancro del seno e nel melanoma. Sono in corso diversi studi per capire se è possibile applicarlo anche ad altre forme tumorali, come il cancro al colon, alla prostata, ai testicoli, al pene e il carcinoma a cellule renali.

Ingrossamento dei linfonodi: quando preoccuparsi

L'ingrossamento di un linfonodo è generalmente causato dall'incremento del numero di cellule immunitarie all'interno dello stesso. Nella maggior parte dei casi tale fenomeno è dovuto a cause del tutto benigne (ad es. un mal di gola, altre malattie infettive o infiammatorie locali); solo in rari casi può essere la spia di una malattia neoplastica. Depone a favore della possibile presenza di un tumore il fatto che i linfonodi ingrossati:

  • rimangano tali per molti giorni;
  • tendano ad aumentare di volume con il tempo;
  • si localizzino su un solo lato del corpo;
  • si localizzino sopra la clavicola;
  • siano associati a febbre;
  • siano associati ad un importante perdita di peso;
  • siano associati ad altri segni o sintomi che indicano la possibile presenza di un tumore.