Ultima modifica 12.02.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è l'Ischemia Miocardica?
  3. Cause
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Terapia
  7. Prevenzione
  8. Prognosi

Generalità

L'ischemia miocardica è lo stato di sofferenza del cuore derivante, complice un'occlusione delle coronarie, dal ridotto apporto di sangue ossigenato a un'area più o meno estesa di miocardio.

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Privando il cuore dell'ossigeno necessario a restare in salute, l'ischemia miocardica si accompagna a un peggioramento dell'attività di pompa dello stesso cuore; da ciò scaturiscono diversi sintomi, tra cui: dolore e senso di pressione al torace, dolore alla spalla e al braccio di sinistra, dolore al collo e/o alla mandibola, dispnea, sudorazione profusa, vertigini, senso di stanchezza al minimo sforzo, nausea e vomito.
Correlata soprattutto all'aterosclerosi, l'ischemia miocardica necessita di una diagnosi approfondita, perché solo così è possibile individuare la sede precisa dell'occlusione coronarica e pianificare la terapia più appropriata.

Breve ripasso del termine ischemia

In medicina, il termine "ischemia" indica qualsiasi riduzione del flusso di sangue in un certo tessuto od organo, tale da provocare un calo dell'apporto di ossigeno e nutrienti.
L'ossigeno e i nutrienti contenuti nel sangue sono fondamentali per la sopravvivenza dei tessuti e degli organi del corpo umano. Di conseguenza, un tessuto o un organo vittima di ischemia entra in uno stato di sofferenza critico, che può causare la morte per necrosi delle sue cellule costituenti.

Cos'è l'Ischemia Miocardica?

L'ischemia miocardica, o ischemia del miocardio, è la riduzione dell'apporto di sangue ossigenato a un'area di miocardio (cioè il muscolo del cuore), seguita da una sofferenza di quest'ultimo e, inevitabilmente, da una sofferenza dell'organo cardiaco nel suo insieme.
Un cuore sofferente per un episodio di ischemia miocardica non solo rischia la necrosi di una sua componente muscolare, ma diventa anche meno efficiente nella sua vitale azione di pompaggio del sangue verso i tessuti e gli organi del corpo umano.
L'ischemia miocardica è, pertanto, un disturbo del cuore, che ha conseguenze, talvolta anche molto gravi, sull'intero organismo.

Cause

A rifornire il cuore di sangue ossigenato sono le arterie coronarie (o, più semplicemente, coronarie).
L'ischemia miocardica insorge per la presenza di un'occlusione/ostruzione delle coronarie, condizione che in medicina prende il nome di coronaropatia o, in termini più gergali, coronarie ostruite.

Cause di coronaropatia

La coronaropatia riconosce, come cause principali, l'aterosclerosi e i suoi effetti a livello vascolare (trombo-embolia) e, come cause meno comuni, la vasculite coronarica e gli episodi di spasmo coronarico.

Se la causa dell'ischemia miocardica è la coronaropatia, allora i fattori causali di quest'ultima sono, indirettamente, anche i fattori causali della stessa ischemia miocardica.

ATEROSCLEROSI E ISCHEMIA MIOCARDICA

L'aterosclerosi è il processo di indurimento e ispessimento delle arterie di medio e grosso calibro, che induce nel tempo, sulla parete dei vasi arteriosi appena citati, la formazione di ateromi.
Conosciuto anche come placca aterosclerotica, un ateroma è un aggregato di materiale lipidico (soprattutto colesterolo), proteico e fibroso, che, oltre a restringere il lume vasale in sede di formazione, può anche subire lesioni e/o frammentazioni.

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Da eventuali lesioni scaturisce un processo coagulativo che, richiamando piastrine in sede, ha l'involontario effetto di espandere l'ateroma stesso (trombosi), quindi peggiorare l'entità del restringimento vasale; da eventuali frammentazioni, invece, deriva la formazione di uno o più emboli, ossia corpi mobili che, circolando liberamente nel sangue, possono comportare l'occlusione completa di un vaso sanguigno di pari dimensioni, anche a notevole distanza dalla sede d'origine.

Sulla base di quanto appena affermato, quando sono correlati all'aterosclerosi, i fenomeni della coronaropatia e dell'ischemia miocardica possono dipendere da un ateroma all'interno delle coronarie – ateroma che, a seguito di una lesione, ha richiamato piastrine, si è ingrandito ulteriormente e ha determinato occlusione – oppure da un frammento circolante nel sangue di un ateroma situato in un vaso diverso dalle coronarie.

VASCULITE CORONARICA

In medicina, la parola "vasculite" indica l'infiammazione della pareti vascolari; di conseguenza, con vasculite coronarica, i medici intendono l'infiammazione delle pareti delle arterie coronarie.
Attualmente, la causa precisa degli episodi di vasculite coronarica non è chiara; è un dato di fatto, però, l'esistenza di una correlazione tra le infiammazioni della parete vascolari e:

SPASMOVASCOLARE A CARICO DELLE CORONARIE

Lo spasmo coronarico è il restringimento improvviso di una coronaria, dovuto alla brusca e repentina contrazione della componente muscolare di una porzione di parete vasale.
A scatenare/favorire gli spasmi coronarici possono essere vari fattori, tra cui:

  • L'assunzione di droghe, quali cocaina, anfetamine e metanfetamine;
  • L'eccessiva esposizione al freddo;
  • I forti stress emotivi;
  • Il fumo di tabacco.

Fattori di rischio

Sono fattori di rischio di ischemia del miocardio:

  • Le cause/fattori favorenti l'aterosclerosi (es: ipertensione, età avanzata, fumo di sigaretta, diabete mellito, obesità ecc.);
  • Le condizioni associate agli episodi di vasculite coronarica (epatite B, artrite reumatoide ecc.);
  • I fattori noti per indurre lo spasmo coronarico (es: assunzione di droghe, eccessiva esposizione al freddo ecc.).

Tipi di Ischemia Miocardica

L'ischemia miocardica può avere carattere transitorio – il che implica una sua risoluzione spontanea dopo un certo lasso di tempo, con il conseguente ripristino del normale apporto di sangue al miocardio – oppure carattere permanente – il che comporta l'impossibilità di una sua risoluzione spontanea, la persistenza dell'occlusione a livello coronarico e, infine, la morte del muscolo del cuore.
La prima tipologia di ischemia miocardica (ischemia miocardica transitoria) è un esempio di angina pectoris, mentre la seconda tipologia di ischemia miocardica (ischemia miocardica permanente) è un esempio di infarto del miocardio (o attacco di cuore).
Com'è facilmente intuibile, tra le tra forme di ischemia del miocardio appena menzionato, quella più grave e dalle conseguenze più pericolose è l'infarto del miocardio.

Sintomi e Complicazioni

Il sintomo più rappresentativo dell'ischemia miocardica è il dolore al torace, abbinato a un senso di pressione sulla medesima area anatomica.
Al dolore al torace, quindi, possono sommarsi diverse altre manifestazioni, tra cui:

  • Dolore alla spalla e/o al braccio sinistro;
  • Dolore alla schiena, al collo e/o alla mandibola;
  • Dispnea, cioè mancanza di respiro o respiro affannoso;
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È importante precisare che, in un ristretto numero di pazienti, l'ischemia miocardica è asintomatica, ossia non causa alcun sintomo o segno particolare.
L'assenza di sintomi da parte di un'ischemia miocardica rappresenta un'evenienza molto pericolosa, perché impedisce al paziente di realizzare che sta male e che necessita di cure appropriate.

Perché l'Ischemia Miocardica è causa di sintomi?

I sintomi dell'ischemia miocardica sono la manifestazione della maggiore fatica che il miocardio riscontra nel pompare il sangue in circolo, dopo che riceve un quantitativo di sangue ossigenato inferiore alle esigenze.

Complicazioni

Il fenomeno dell'ischemia miocardica sfocia in complicanze, quando l'occlusione delle coronarie ha carattere permanente e il miocardio, per mancanza prolungata di sangue ossigenato, va incontro a necrosi, cioè alla morte della sue cellule costituenti.
La morte del miocardio è un evento irreversibile e compromette seriamente le funzioni del cuore, tanto da risultare fatale per il paziente in un discreto numero di casi.
Nello specifico, tra le complicanze imputabili alla presenza di un'ischemia miocardica permanente, rientrano gravi aritmie cardiache (es: fibrillazione ventricolare sinistra) e insufficienza cardiaca.

Da ricordare: la morte del miocardio per effetto di un'ischemia miocardica permanente coincide con l'infarto del miocardio.
Quindi, oltre alla permanenza, a distinguere l'attacco di cuore dall'angina pectoris è la morte del tessuto muscolare del cuore.

Quando rivolgersi al medico?

Soprattutto in un soggetto a rischio di ischemia miocardica (quindi se il soggetto fuma, è obeso, conduce una vita sedentaria, ha una dieta squilibrata ecc.), costituisce sempre un valido motivo per rivolgersi a un medico, o recarsi al più vicino centro ospedaliero, la comparsa apparentemente ingiustificata di un dolore al petto, associato a problematiche come dispnea, nausea, sudorazione profusa, vomito, senso d'ansia, dolore alla spalla e/o al braccio di sinistra, vertigini ecc.

Diagnosi

Alla luce della pericolosità del fenomeno di ischemia miocardica, la diagnosi di quest'ultima deve avvenire in tempi molto rapidi, altrimenti il paziente potrebbe sviluppare complicanze gravi se non fatali.
In genere, nell'elenco delle indagini utili a individuare un'ischemia del miocardio, rientrano: il racconto dei sintomi da parte del paziente, l'esame obiettivo, l'anamnesi, l'ecocardiogramma, l'elettrocardiogramma, il test da sforzo, le analisi del sangue, l'angioTAC delle coronarie e la coronarografia.

Racconto dei sintomi, esame obiettivo e anamnesi

  • Il racconto dei sintomi da parte del paziente fornisce informazioni molto utili ai fini diagnostici; purtroppo, però, nelle situazioni più gravi, ossia quelle in cui il paziente è incapace di esprimersi a causa di un forte stato di sofferenza, non è una strada percorribile;
  • L'esame obiettivo e l'anamnesi servono a chiarire ulteriormente il quadro sintomatologico e a individuare i possibili fattori causali della condizione in atto.

Ecocardiogramma

L'ecocardiogramma è l'ecografia del cuore; ha varie funzioni, tra cui mostrare le alterazioni del miocardio dovute a un'ischemia miocardica e all'occlusione coronarica che ha provocato il suddetto fenomeno ischemico.

Elettrocardiogramma

L'elettrocardiogramma valuta la frequenza cardiaca, cioè il ritmo con cui batte il cuore.
Un'eventuale anomalia nella frequenza cardiaca potrebbe essere il segnale del ridotto apporto di sangue al miocardio osservabile al verificarsi di un'ischemia miocardica.

Test da sforzo

Il test da sforzo è una valutazione, in ambiente controllato, degli effetti dell'attività fisica sul paziente e sul cuore di quest'ultimo.
Se l'attività fisica è associato a facile affanno e stanchezza, con molta probabilità il cuore non adempie correttamente alle proprie funzioni.

Analisi del sangue

Le analisi del sangue servono alla quantificazione di sostanze, come la creatina-chinasi o la troponina (biomarker cardiaco), i cui livelli tendono ad aumentare al verificarsi di una necrosi del miocardio.

AngioTAC alle coronarie

L'angioTAC coronarica è un esame radiologico che consente lo studio della circolazione sanguigna nelle coronarie.
In un contesto di ischemia miocardica, fornisce informazioni sul grado di occlusione coronarica.

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Coronarografia

La coronarografia è un esame radiologico che permette di analizzare specificatamente il flusso di sangue all'interno delle coronarie e individuare con precisione la sede e la severità di un'eventuale occlusione.
In un contesto di ischemia miocardica, la coronarografia rappresenta l'esame di conferma diagnostica per antonomasia.

Terapia

Di norma, la cura dell'ischemia miocardica si fonda su un adeguamento (ovviamente in meglio) dello stile di vita e, a seconda che l'occlusione coronarica sia lieve o severa, su una terapia farmacologica o su un trattamento chirurgico.
Gli obiettivi di tale cura sono, sostanzialmente, 4 e, nello specifico, consistono in:

  • Eliminare l'occlusione coronarica responsabile della condizione in questione, in modo da ripristinare il normale flusso sanguigno verso il miocardio;
  • Prevenire le complicanze correlate a una riduzione dell'apporto di ossigeno al miocardio;
  • Contrastare tutte le condizioni che favoriscono l'aterosclerosi e le cause secondarie di ischemia del miocardio;
  • Alleviare i sintomi.

Da ricordare: in presenza di un'ischemia miocardica, l'adeguamento dello stile di vita è importante tanto quanto la terapia farmacologica e il trattamento chirurgico.

Modifiche allo stile di vita

Lo stile di vita indicato a chi soffre di ischemia miocardica prevede: l'adozione di una dieta sana e bilanciata, l'abolizione del fumo e di qualsiasi tipo di stupefacente, un consumo limitato di alcolici (l'eliminazione sarebbe la scelta migliore), il raggiungimento e il mantenimento di uno stato di normopeso, il controllo della pressione arteriosa e del colesterolo e, infine e la pratica regolare di un giusta e misurata attività fisica.

Terapia farmacologica

Tra i farmaci in uso in presenza di ischemia miocardica, figurano:

  • Gli anticoagulanti (es: eparina) e gli antiaggreganti (es: aspirina). Sono di beneficio perché migliorano il quadro sintomatologico, riducono le dimensioni di eventuali ateromi presenti, sciolgono eventuali coaguli sanguigni anomali e prevengono la formazione di nuovi ateromi.
  • La nitroglicerina. È un farmaco con effetti dilatatori nei confronti delle coronarie, che però è efficace solo nel bel mezzo di un episodio di angina pectoris o di infarto del miocardio.
  • I beta-bloccanti, gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II. Sono utili in presenza di ischemia miocardica associata a ipertensione, in quanto la loro assunzione induce una riduzione della pressione arteriosa.
  • Le statine. Sono di beneficio in presenza di ischemia miocardica correlata a ipercolesterolemia, in quanto la loro assunzione produce una riduzione dei livelli di colesterolo.

Terapia chirurgica

Tra i trattamenti chirurgici adatti a contrastare il fenomeno dell'ischemia miocardica, rientrano l'angioplastica con stenting coronarico e l'operazione di bypass coronarico.

Lo sapevi che…

In alcuni casi particolari di ischemia del miocardio, i medici ritengono indispensabile ricorrere sia all'uso di farmaci sia alla chirurgia.

ANGIOPLASTICA CON STENTING CORONARICO

L'angioplastica è la procedura medica che permette di eliminare o, quanto meno, ridurre il restringimento o i restringimenti di un vaso sanguigno, mediante l'impiego di un particolare catetere.
Lo stenting, invece, consiste nel collocamento di una protesi metallica (stent) all'interno di un vaso sanguigno - precedentemente occluso e riaperto tramite angioplastica - allo scopo di mantenerlo pervio nel tempo ed evitare seconde occlusioni.
Com'è intuibile, in un contesto di ischemia miocardica, l'angioplastica con stenting ha per oggetto la coronaria o le coronarie vittime di occlusione.

BYPASS CORONARICO

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L'intervento di bypass coronarico consiste nel creare una via al passaggio del sangue alternativa a quella occlusa, per mezzo dell'inserimento di un nuovo vaso coronarico.
In altre parole, durante un intervento di bypass coronarico, il medico operante inserisce una nuova coronaria, il cui scopo è sostituire, nelle funzioni, la coronaria originaria ostruita.
Il bypass coronarico è un intervento chirurgico alquanto delicato, riservato ai casi di ischemia miocardica più gravi.

Prevenzione

I capisaldi della prevenzione dell'ischemia miocardica sono: mangiare in modo sano ed equilibrato, praticare regolarmente attività fisica, non fumare, non assumere stupefacenti, mantenere nella norma la pressione sanguigna, il colesterolo ematico e i trigliceridi ematici, e, infine, controllare il peso corporeo al fine di evitare sovrappeso od obesità.

Prognosi

L'ischemia del miocardio è il segnale di un cuore malato, che, come ribadito in più di una circostanza, può portare alla morte.
Sulla prognosi di un'ischemia miocardica incidono, principalmente, due fattori:

  • Il grado di severità dell'occlusione coronarica. Se il problema delle coronarie ostruite è grave, la probabilità che l'ischemia miocardica abbia esito fatale per il paziente aumenta sensibilmente.
  • La tempestività delle cure. Il ricorso tempestivo alla terapia più appropriato riduce la probabilità che l'ischemia miocardica possa sfociare in complicanze.

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza