Ultima modifica 17.02.2020

Generalità

L'ipogonadismo è una condizione anomala, caratterizzata da una riduzione più o meno marcata dell'attività funzionale delle gonadi, che nell'uomo sono i testicoli, mentre nella donna sono le ovaie.
IpogonadismoUna riduzione dell'attività funzionale delle gonadi comporta un calo della secrezione degli ormoni sessuali (principalmente estrogeni e progesterone, nella donna, e testosterone, nell'uomo).
La presenza di ipogonadismo può dipendere da un problema insito nelle gonadi (ipogonadismo primario) oppure da un problema a livello dell'asse ipotalamo-ipofisi che controlla l'attività delle gonadi (ipogonadismo secondario).
I sintomi dell'ipogonadismo variano a seconda del sesso del paziente.
La terapia è, di norma, di tipo ormonale: nella donna, consiste nella somministrazione esogena di estrogeni; nell'uomo, nella somministrazione esogena di testosterone.

Breve ripasso dell'asse ipotalamo - ipofisi - gonadi

Nell'essere umano, le gonadi – ossia gli organi riproduttivi deputati alla produzione delle cellule sessuali o gameti – sono sotto il controllo di ipotalamo e ipofisi.
Ecco in che modo:

  • Ghiandola del sistema nervoso centrale, l'ipotalamo secerne ormoni di natura proteica, detti ormoni RH od ormoni di rilascio (N.B: RH sta per relasing hormones).
    Gli ormoni RH sono in tutto quattro e agiscono sull'ipofisi, determinando la secrezione di altri ormoni.
  • Gli ormoni RH ipotalamici sono: il GnRH, il TRH, il GHRH e il CRH.
    D'interesse per questo articolo, è solo il GnRH, o relasing hormone per le gonadotropine. La funzione del GnRH è stimolare l'ipofisi a secernere le gonadotropine (FSH e LH).
  • Nel quadro che comprende l'ipotalamo, l'ipofisi e le gonadi, le gonadotropine ipofisarie FSH e LH hanno il compito di stimolare le gonadi a secernere gli ormoni sessuali.
    Gli ormoni sessuali maschili e femminili derivano dal colesterolo; nell'uomo, il loro principale rappresentante è il testosterone, mentre, nella donna, sono gli estrogeni e il progesterone (N.B: nell'uomo, ci sono piccole quantità di estrogeni e progesterone; in modo simile, nella donna, ci sono piccole quantità di testosterone).
Asse Ipotalamo Ipofisi Gonadi

Cos'è l'ipogonadismo?

Ipogonadismo è il termine medico che indica una riduzione più o meno marcata dell'attività funzionale delle gonadi, che nell'uomo sono i testicoli, mentre nella donna sono le ovaie.
Una riduzione dell'attività funzionale delle gonadi comporta un calo della secrezione degli ormoni sessuali.

CHE RUOLO HANNO GLI ORMONI SESSUALI MASCHILI E FEMMINILI?

In generale,  gli ormoni sessuali controllano lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari e l'apparato genitale nel suo insieme.
Entrando nei dettagli di uomo e donna, gli ormoni sessuali maschili regolano lo sviluppo dei testicoli, del pene, dei peli pubici e dei muscoli; gli ormoni sessuali femminili, invece, governano la crescita del seno e dei peli pubici, l'allargamento dei bacino e l'inizio delle mestruazioni.

IPOGONADISMO MASCHILE E IPOGONADISMO FEMMINILE

Se riguarda l'uomo, la condizione di ipogonadismo è detta più precisamente ipogonadismo maschile; analogamente, se interessa la donna, è detta più specificatamente ipogonadismo femminile.
L'ipogonadismo maschile è quella condizione caratterizzata da una ridotta funzionalità dei testicoli, da cui dipende una deficienza di testosterone.
L'ipogonadismo femminile, invece, è quella condizione contraddistinta da una ridotta funzionalità delle ovaie, a cui fa seguito una minore o nulla produzione di estrogeni, progesterone e ormoni derivati.

Tipi

Gli esperti in materia di malattie dell'apparato genitale ritengono che sia possibile classificare l'ipogonadismo secondo vari criteri.
In base al criterio più comune, esistono l'ipogonadismo primario e l'ipogonadismo secondario:

  • L'ipogonadismo è definito primario, quando risulta da un difetto o un problema a livello delle gonadi.
    Questo significa che i segnali provenienti dall'ipotalamo e dall'ipofisi sono corretti; ciò che non funziona adeguatamente sono gli organi riproduttivi.
    Possibili condizioni responsabili di ipogonadismo primario sono: la sindrome di Klinefelter, la sindrome di Turner, il criptorchidismo, la sindrome di Noonan ecc.
  • L'ipogonadismo è detto secondario (o centrale), quando è frutto di difetti a carico dell'ipotalamo o dell'ipofisi.
    Ciò significa che le gonadi sono sane e funzionerebbero correttamente, se non ci fosse un problema a monte, a livello della ghiandola ipotalamica e della ghiandola ipofisaria.
    Condizioni che possono causare ipogonadismo secondario sono: la sindrome di Kallmann, le malattie dell'ipofisi, la malnutrizione, i tumori cerebrali con interessamento dell'ipotalamo, l'abuso di oppiacei ecc.

ALTRO CRITERIO DI CLASSIFICAZIONE

Il secondo criterio più diffuso di classificazione dell'ipogonadismo distingue quest'ultimo in: ipogonadismo congenito e ipogonadismo acquisito.

  • L'ipogonadismo è detto congenito, quando è presente fin dalla nascita.
    Possibili cause di ipogonadismo congenito sono le già nominate sindrome di Turner e sindrome di Klinefelter.
  • L'ipogonadismo è definito acquisito, quando chi ne è affetto lo sviluppa nel corso della vita, a seguito di particolari eventi scatenanti.
    Potenziali cause di ipogonadismo acquisito sono: la cosiddetta deficienza androginica indotta dagli oppioidi (tipica di chi ha abusato per lungo tempo di codeina, morfina ecc), la parotite infantile, i traumi cerebrali con coinvolgimento dell'ipotalamo o dell'ipofisi ecc.

Cause

Le principali cause di ipogonadismo primario sono:

  • Alcune malattie genetiche che interessano i cromosomi sessuali, come la sindrome di Turner (nella donna) o la sindrome di Klinefelter (nell'uomo)
  • Il criptorchidismo, nell'uomo. Questa condizione può indurre ipogonadismo in caso di mancato trattamento durante l'età infantile.
  • Alcune forme di orchite post-parotite, nell'uomo. Orchite è il termine medico che indica uno stato infiammatorio a carico dei testicoli.
  • Gli interventi chirurgici, riservati agli organi sessuali. In tali frangenti, l'ipogonadismo rappresenta una complicanza chirurgica.
  • I trattamenti di natura chemioterapica o radioterapica. In genere, l'ipogonadismo da chemioterapia o radioterapia è temporaneo. Le gonadi, infatti, riprendono la loro naturale funzione dopo qualche tempo dalla conclusione delle suddette terapie.
    È raro che la radioterapia e la chemioterapia siano causa di infertilità  permanente.

Le più importanti cause di ipogonadismo secondario (o centrale), invece, sono:

  • La sindrome di Kallmann. È una malattia genetica, caratterizzata da una disfunzione dell'ipotalamo, il quale non produce le giuste quantità di GnRH.
    La mancata produzione di GnRH pregiudica la secrezione di FSH e LH da parte dell'ipofisi; senza adeguate quantità di FSH e LH, le gonadi non secernono gli ormoni sessuali;
  • Le malattie dell'ipofisi. Tali affezioni compromettono l'attività di secrezione ormonale dell'ipofisi stessa e ciò si ripercuote a livello delle gonadi.
    Tra le malattie dell'ipofisi, meritano una citazione particolare i tumori ipofisari;
  • Alcune malattie infiammatorie, come la sarcoidosi, la tubercolosi o l'istiocitosi, che colpiscono l'ipotalamo o l'ipofisi, alterandone l'attività;
  • Alcune malattie infettive, come l'AIDS;
  • La prolungata assunzione di farmaci oppiacei contro il dolore. Tra i medicinali di natura oppiacea capaci di provocare ipogonadismo secondario, rientrano: la codeina, la morfina, l'ossicodone, il metadone, il fentanyl, l'idromorfina e la diidrocodeina;
  • L'obesità;
  • L'invecchiamento;
  • L'emocromatosi. È una malattia genetica, solitamente ereditaria, caratterizzata dall'abnorme accumulo di ferro in vari organi (ghiandole comprese) dell'organismo. Per i tessuti e gli organi in cui si accumula, il ferro può essere assai dannoso, al punto da provocare danni irreparabili;
  • Le carenze nutrizionali dovute a una malnutrizione;
  • Gli interventi chirurgici al cervello, dai quali deriva una lesione più o meno grave dell'ipotalamo;
  • I tumori cerebrali con interessamento dell'ipotalamo;
  • I traumi alla testa che interessano specificatamente l'ipotalamo o l'ipofisi;

Sintomi e Complicanze

I sintomi dell'ipogonadismo nell'uomo sono diversi dai sintomi dell'ipogonadismo nella donna.
Nei soggetti di sesso maschile, l'ipogonadismo è responsabile di: scarso sviluppo muscolare, crescita anomala del seno, disfunzione erettile, ridotto sviluppo di pene e testicoli, infertilità (dovuta a una scarsa se non nulla produzione di spermatozoi), senso di fatica ricorrente, calo o assenza di libido, osteoporosi, perdita dei capelli, vampate di calore e difficoltà di concentrazione.
Spostando quindi l'attenzione sul sesso femminile, l'ipogonadismo nelle donne è causa di: assenza di mestruazioni, scarso sviluppo del seno, vampate di calore, perdita dei capelli, calo o assenza di libido e perdita di un liquido lattiginoso dal seno.

IPOGONADISMO SECONDARIO: IL QUADRO SINTOMATOLOGICO SI ALLARGA

Oltre a manifestare i sintomi sopraccitati, chi soffre di ipogonadismo secondario lamenta anche una serie di disturbi legati alla condizione all'origine dell'ipogonadismo.
Per capire quanto affermato, è utile riportare il seguente esempio: un tumore al cervello, con interessamento dell'ipotalamo, provoca anche mal di testa, disturbi della vista e varie disfunzioni ormonali (N.B: si ricorderà che l'ipotalamo produce diversi ormoni).

Diagnosi

Per una diagnosi corretta di ipogonadismo, sono fondamentali: l'esame obiettivo, l'anamnesi e gli esami di dosaggio ormonale su un campione di sangue.
Talvolta, i medici potrebbero ritenere indispensabile anche il ricorso ad alcuni test di diagnostica per immagini, tra cui, l'ecografia, la TAC o la risonanza magnetica nucleare (RMN).

ESAME OBIETTIVO

L'esame obiettivo è la valutazione medica dei sintomi lamentati dal paziente.
Poiché comprende anche la ricerca dei segni più caratteristici dell'ipogonadismo, è assai frequente che il medico esamini la massa muscolare, il cuoio capelluto e l'aspetto dei genitali.

ESAMI DI DOSAGGIO ORMONALE

Di norma, gli esami di dosaggio ormonale su un campione di sangue proveniente dal paziente comprendono:

In alcune circostanze, il medico potrebbe anche valutare i livelli sanguigni di ferro, prolattina (ormone d'interesse per la donna, in cui vi regola la crescita del seno e la produzione del latte) e ormoni tiroidei.

TEST DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI

I test di diagnostica per immagini sono utili, perché permettono al medico di valutare lo stato di salute degli organi genitali interni oppure ricercare eventuali tumori al cervello o a livello dell'ipofisi.
Una loro prescrizione dipende da quanto emerso durante gli esami precedenti.

Trattamento

Per approfondire: Farmaci per la Cura dell'Ipogonadismo


In linea generale, il trattamento dell'ipogonadismo varia a seconda del sesso del paziente.
Pertanto, l'ipogonadismo femminile richiede una terapia diversa dall'ipogonadismo maschile.
Il trattamento dell'ipogonadismo può essere il medesimo sia per l'uomo che per la donna, quando alla sua origine c'è una qualche malattia specifica dell'ipotalamo o dell'ipofisi, come per esempio un tumore ipotalamico o un tumore ipofisario.

TERAPIA DELL'IPOGONADISMO FEMMINILE

Il trattamento di prima linea dell'ipogonadismo femminile consiste nella terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni, in altre parole nella somministrazione esogena di estrogeni.
La terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni, nota anche come terapia estrogenica sostitutiva, ha, tra i possibili effetti avversi, quello di favorire il rischio di tumore dell'endometrio.
Secondo alcuni studi scientifici, a limitare tale rischio potrebbe essere la combinazione degli estrogeni esogeni con una certa dose di progesterone.
In caso di scarsa libido, rappresenta una buona soluzione la somministrazione esogena di piccole quantità di testosterone.
In caso di irregolarità del ciclo mestruale o di difficoltà di concepimento, i medici potrebbero prescrivere alle pazienti la coriogonadotropina alfa (tramite iniezione) o l'FSH esogeno (in pillole).


Terapia estrogenica sostitutiva: le modalità di somministrazione
Le più comuni modalità di assunzione degli estrogeni esogeni sono due: tramite l'applicazione di un cerotto sulla pelle (via transdermica) o tramite pillole ingeribili (via orale).

TERAPIA DELL'IPOGONADISMO MASCHILE

Il trattamento di prima linea dell'ipogonadismo maschile consiste nella cosiddetta terapia sostitutiva con testosterone (TRT), ossia nella somministrazione esogena di testosterone.
Tra gli effetti indesiderati della TRT, merita una citazione particolare l'aumento del rischio di affezioni cardiovascolari, attacco di cuore compreso. A tal proposito, nel 2015, la FDA, ossia l'ente governativo statunitense per la regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha imposto alla ditte farmaceutiche, che commerciano il testosterone esogeno, di segnalare, nei foglietti illustrativi (alla voce effetti indesiderati), il possibile aumento del rischio di eventi morbosi di natura cardiovascolare.
Talvolta, in aggiunta alla TRT, i medici potrebbero ritenere necessaria anche la prescrizione di GnRH esogeno. Il GnRH è utile in caso di pazienti in età prepuberale (per favorirne la pubertà) e in caso di ridotta produzione di spermatozoi.


Terapia sostitutiva con testosterone: le modalità di somministrazione
Le possibili modalità di assunzione del testosterone esogeno sono: tramite un cerotto o un gel applicabile sulla pelle (via transdermica), tramite iniezione (via parenterale) e tramite pastiglie ingeribili (via orale).

IPOGONADISMO SECONDARIO DOVUTO A UN TUMORE IPOTALAMICO O IPOFISARIO

Quando la causa dell'ipogonadismo è un tumore dell'ipotalamo o dell'ipofisi, il trattamento previsto può consistere in: chirurgia di rimozione della massa tumorale, radioterapia e/o chemioterapia.

Prognosi

L'Urology Care Foundation – una Fondazione Americana specializzata in materia di urologia – afferma che l'ipogonadismo è una condizione per lo più cronica, che richiede un trattamento lungo tutta la vita.
Rappresentano delle eccezioni a quanto appena affermato i casi di ipogonadismo secondario, le cui cause, talvolta, sono trattabili anche con buoni risultati.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza