Infinite scrolling: che cos’è la dipendenza da smartphone

Infinite scrolling: che cos’è la dipendenza da smartphone
Ultima modifica 31.03.2023
INDICE
  1. Introduzione
  2. Cos’è l’infinite scrolling
  3. Quando scatta la dipendenza
  4. Le cause
  5. I rimedi

Introduzione

Inutile negarlo: ormai lo smartphone è parte integrante della nostra vita e non riusciremmo più a farne a meno. La conferma ufficiale arriva da un'indagine dell'Eurispes, secondo cui la maggior parte degli italiani usa il cellulare in moltissimi momenti della giornata. Il 66,1% lo usa al mattino o prima di andare a dormire, il 50,3% mentre mangia da solo e il 26,5% mentre è a tavola in compagnia di altre persone, il 42,7% lo utilizza anche mentre cammina.

Il risultato? Molti hanno sviluppato una vera e propria dipendenza da smartphone e finiscono con il fare, spesso senza nemmeno accorgersene, un'infinite scrolling, ossia uno scorrimento ossessivo online.

Cos’è l’infinite scrolling

Per infinite scrolling, conosciuto anche come doom scrolling, si intende lo scorrimento ossessivo dei contenuti online. Si fa scrolling ogni volta che si scorre il dito verso il basso per permette un continuo caricamento di contenuti, che siano foto, video, post, o testi. Scrollando, infatti, si fa un refresh delle pagine, accedendo a nuove informazioni.

Inizialmente, questa modalità era tipica di social, tuttavia negli ultimi anni è stata trasferita anche su quasi tutti gli altri siti: al posto dei menù c'è una logica verticale, e la seconda pagina è stata sostituta da "altri". Ormai se si cerca qualcosa all'interno di una pagina si va verso il basso per vedere se è presente. 

Il problema è che ormai questo gesto è diventato naturale e automatico e, quindi, eccessivo: molti lo fanno in continuazione senza nemmeno rendersene conto, solo per il gusto di vedere nuovi contenuti. Non osservano nemmeno quanto appare né tantomeno lo leggono, o lo fanno in maniera superficiale e veloce: la cosa importante è vedere le cose che cambiano in continuazione.

La noia e la ricerca continua della gratificazione portano a ripetere il gesto all'infinito, nella speranza di trovare qualcosa che valga l'attenzione, qualcosa di più facile e appagante della vita reale, qualcosa di imperdibile.

Quando scatta la dipendenza

Quando scatta la dipendenza da smartphone e da scrolling? Quando non si riesce a farne a meno, quando il processo diventa un gesto automatico, che si compie in continuazione senza quasi rendersene conto. Quando si tralasciano cose ben più importanti, come i rapporti interpersonali e il lavoro.

Basta osservare quanto accade ogni giorno per capire che il problema è molto più diffuso di quanto potrebbe pensare: quante persone accedono al cellulare e fanno scrolling mentre sono ferme al semaforo, stanno viaggiando sulla metro, sono in coda al supermercato, stanno aspettando qualcuno, sono al parco?

Invece di guardare la vita reale, fare attenzione a quello che accade attorno a sé, prestare lo sguardo alle bellezze della quotidianità, parlare con gli altri, lavorare, si finisce con il dare un'occhiata e il fare una "scrollata" al cellulare. Spesso senza uno scopo o un reale interesse e rischiando di vedere cose già viste, inutili o addirittura insensate.

Le cause

Alla base di queste forme di dipendenza non c'è una mancanza di volontà o una debolezza. Si innesca un vero e proprio meccanismo chimico: i social, i videogiochi, le chat e altre realtà del web attivano processi dopaminergici, stimolano cioè la produzione di dopamina, il neurotrasmettitore del piacere, che viene sintetizzato ogni volta che si è in attesa di una risposta. Si tratta dello stesso neurotrasmettitore che si attiva nelle tossicodipendenza e nella ludopatia.

In pratica, si prova piacere nell'attesa di una risposta e nella fruizione infinita di contenuti. La speranza e l'illusione di trovare ogni volta qualcosa di più interessante, di  di vedere, leggere, provare qualcosa di più bello, tiene incollati allo smartphone. Purtroppo, però, la risposta non è quasi mai all'altezza delle aspettative e di certo non vale l'attesa e la perdita di tempo.

C’è anche la nomofobia

Infinite scrolling e dipendenza da smartphone non sono gli unici problemi connessi allo smartphone. Esiste anche la nomofobia o sindrome di disconnessione: si tratta della paura incontrollata di rimanere sconnessi dal web perché la rete internet non funziona o il cellulare è scarico o non lo si ha a portata di mano. Si tratta di un problema che, esattamente come gli altri, può colpire tutte le fasce di età e non solo i giovani come si pensa spesso.

I rimedi

Purtroppo anche l'infinite scrolling e la dipendenza da smartphone, come tutte le altre forme di dipendenza, non sono affatto facili da contrastare. La strategia migliore consiste nello spezzare l'automatismo, così da ridurre il rischio di cadere in tentazione.

Per questo, il consiglio principale che danno gli esperti è preventivo: l'ideale è darsi delle regole e lasciare il cellulare fuori dalla propria portata il più frequentemente possibile o quantomeno nelle situazioni a rischio.

Quindi, per esempio è bene riporlo in una borsa chiusa mentre si guida, non appoggiarlo sul comodino quando si va a dormire, lasciarlo a casa quando si esce a fare una passeggiata, spegnerlo quando si accompagnano i figli da qualche parte, appoggiarlo sul tavolo quando si è sul divano a guardare la tv.

Tenere fisicamente lontano da sé il telefonino è il modo migliore per spezzare la dipendenza.

Anche lo smombie è pericoloso. 

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