Fuoco di Sant'Antonio: cos'è? Sintomi Herpes zoster e cura
Generalità
Cos'è il Fuoco di Sant'Antonio o Herpes zoster?
"Fuoco di Sant'Antonio" è il nome popolare della patologia nota come Herpes Zoster.
Si tratta di una malattia infettiva causata dalla riattivazione dello stesso virus che causa la varicella: il Virus Varicella-Zoster (VZV).
Mentre la varicella è tipica dei bambini, il fuoco di Sant'Antonio colpisce elettivamente le persone adulte e soprattutto anziane.
Cause
La prima volta che l'organismo viene infettato da questo virus, sviluppa una malattia nota come varicella, molto comune in età pediatrica.
Dopo la risoluzione dell'infezione primaria, il virus permane nell'organismo in uno stato quiescente, trovando riparo dalle difese immunitarie nei nervi.
Nel corso della vita, l'infezione latente da VZV può riattivarsi, causando una malattia nota come Fuoco di Sant'Antonio o Herpes Zoster.
L'età anziana, lo stress e qualsiasi altro fattore in grado di ridurre le difese immunitarie dell'organismo rappresentano i principali fattori di rischio per la riattivazione del virus.
Sintomi e Complicanze
Il fuoco di Sant'Antonio causa sfoghi cutanei caratterizzati dalla comparsa di macchie rosse, che evolvono in vescicole o bolle. L'area colpita (in genere il tronco, più raramente il viso) risulta dolorosa, spesso pruriginosa.
Talvolta, il dolore inizia prima che appaiano le macchie.
Se viene coinvolto anche il viso, soprattutto nella zona degli occhi, la malattia prende il nome di herpez zoster oftalmico; in questi casi è importante rivolgersi tempestivamente al medico per ricevere le cure del caso, dato che in assenza di trattamento la vista può subire gravi ripercussioni.
In qualche occasione, il dolore permane per diversi mesi dopo la risoluzione delle lesioni cutanee; in questi casi si parla di nevralgia post-erpetica, una complicanza grave, invalidante e difficile da trattare.
Trattamento e Vaccino
Il trattamento dell'Herpes Zoster si avvale di farmaci analgesici ed antinfiammatori. La somministrazione precoce di farmaci antivirali è in grado di diminuire la gravità e la durata dei sintomi.
Per i soggetti a rischio è disponibile un vaccino in grado di prevenire la comparsa del Fuoco di Sant'Antonio, e delle relative complicanze, in oltre la metà dei soggetti vaccinati.
Fuoco di Sant'Antonio: perché si chiama così?
"Herpes zoster", deriva da due parole, "herpes" dal sostantivo "herpetón" e "zoster", che in greco classico significano rispettivamente "serpente" e "cintura". La denominazione descrive in modo appropriato la malattia: nella maggior parte dei casi, infatti, la sensazione di bruciore doloroso e le eruzioni vescicolari sono distribuite sul tronco come una mezza cintura, in quanto il virus varicella-zoster (VZV) colpisce di preferenza i gangli delle radici dorsali.
Nella tradizione popolare, poi, l'Herpes zoster è noto anche come il "fuoco di Sant'Antonio". In base all'interpretazione mistico-religiosa, infatti, l'eremita fu tormentato nel deserto dal diavolo che si manifestava sotto forma di serpente. Sant'Antonio Abate (250-356 circa) aveva la fama di taumaturgo e guaritore e da secoli, per il suo rapporto con "quel grande Spirito di fuoco" che lui stesso aveva ricevuto è associato a differenti malattie con la caratteristica comune di provocare dolore e bruciore intensi. Così, quando furono trasferite le reliquie del Santo in Francia, nell'XI secolo, tutti coloro che soffrivano di gravi malattie dolorose e urenti - poi identificate come zoster, sifilide, erisipela (infezione batterica acuta della pelle), ergotismo da segale cornuta (malattia tossica di origine alimentare) - gli rivolsero le loro preghiere.
Cause Fuoco di Sant'Antonio e Contagio
Herpes zoster: infezione primaria
Al primo contatto con il virus VZV, la maggioranza dei soggetti non vaccinati sviluppa una malattia detta varicella.
Tale malattia si caratterizza per la comparsa di numerose chiazzette rosse che compaiono sulla cute ed evolvono rapidamente in vescicole.
Più raramente, l'infezione primaria decorre in modo asintomatico.
Infezione latente e Riattivazione dell'herpes zoster
Dopo il contatto primario con il virus varicella zoster, il sistema immunitario si mobilita per neutralizzare il virus, producendo anticorpi specifici.
Tali anticorpi entrano a far parte del sistema immunitario umano, impedendo successive infezioni.
Nonostante la presenza di numerosi anticorpi, l'organismo non riesce a sconfiggere completamente l'herpes zoster, che si ritira rifugiandosi nei gangli sensitivi delle radici dorsali del midollo spinale e/o dei nervi cranici. In tale sede, il virus rimane silente per molto tempo, a volte per tutta la vita.
Si entra così in una fase latente, in cui il virus è incapace di moltiplicarsi e rimane in agguato attendendo che le difese immunitarie si abbassino.
Tale protezione può venire meno per:
- Esposizione intensiva ai raggi solari;
- Calo delle difese immunitarie legato all'età avanzata, a malattie (AIDS), o all'utilizzo prolungato di alcuni farmaci (corticosteroidi e soprattutto immunosoppressori);
- Stress psicofisico severo.
Fuoco di Sant'Antonio: Epidemiologia e Fattori di Rischio
Circa il 90-95% delle persone si ammala di varicella nel corso della propria vita e si calcola che, di queste, circa il 10-20% venga successivamente colpito dal fuoco di Sant'Antonio. In Italia si registrano circa 150.000 nuovi casi di Herpes Zoster all'anno.
- Sebbene possa insorgere a qualsiasi età, l'Herpes Zoster è una malattia tipica dei soggetti anziani;
- Negli Stati Uniti, interessa ogni anno lo 0,2-0,3% della popolazione generale, mentre l'incidenza annuale negli ultrasettantacinquenni si avvicina all'1,5%;
- 2/3 dei casi di Herpes Zoster si manifestano in persone con oltre 50 anni di età;
- L'età avanzata è quindi considerata il primo fattore di rischio per la riattivazione del Virus Varicella Zoster.
In genere, chi non ha mai avuto la Varicella non potrà mai avere il fuoco di Sant'Antonio, mentre tutti quelli che l'hanno subita corrono il rischio, seppur moderato, di andare in contro a futuri episodi di riattivazione del virus varicella-zoster.
Il fuoco di Sant'Antonio insorge di frequente negli anziani e in persone con malattie del sistema immunitario o sottoposte a cure, come la chemioterapia e la radioterapia, che danneggiano, anche se in modo passeggero, i meccanismi di difesa contro le infezioni.
Altre volte, invece, la malattia si manifesta in persone del tutto sane che per fatti banali, come stress, freddo o scottature solari, si indeboliscono e diventano momentaneamente più suscettibili ad ammalarsi.
Rischio dopo un primo episodio
La probabilità di subire una seconda riattivazione del virus varicella zoster è analoga a quella della prima; di conseguenza, l'aver già sviluppato il fuoco di Sant'Antonio non protegge in alcun modo da successive riattivazioni.
Herpes Zoster: è contagioso? Come si trasmette?
Un soggetto con Herpes zoster può trasmettere l'infezione soltanto ad individui che non hanno mai contratto l'infezione primaria (varicella) e che non sono stati vaccinati per questa malattia. Chiaramente, nell'eventualità del contagio, questi individui non svilupperanno il Fuoco di Sant'Antonio, bensì la varicella.
Il contagio può verificarsi attraverso il diretto contatto con il fluido contenuto nelle lesioni vescicolari, in cui è presente ed attivo il virus varicella-zoster. Il soggetto, invece, non è infettivo prima che compaia l'eruzione cutanea e dopo l'evoluzione delle vescicole in croste secche.
Per non rischiare di trasmettere il virus varicella-zoster ad altre persone è opportuno che il paziente eviti di toccare o graffiare le vescicole, lavi spesso le mani e mantenga l'eruzione coperta. Inoltre, il soggetto affetto da Herpes zoster non dovrebbe condividere oggetti personali (es. asciugamani), andare in piscina o praticare sport di contatto, come il rugby.
Durante la fase attiva del fuoco di Sant'Antonio, poi, è particolarmente importante prevenire la diffusione dell'infezione alle donne in gravidanza, ai neonati e alle persone immunodepresse (es. pazienti in terapia con farmaci immunosoppressori o sottoposti a chemioterapia e trapianto d'organo).
Non è stato dimostrato che una nuova esposizione al virus sia causa di riattivazione del virus varicella zoster. Pertanto, non sussiste il rischio di "contagio" tra individui già colpiti dalla varicella.
Sintomi Fuoco di Sant'Antonio
Come si Manifesta il Fuoco di Sant'Antonio
L'eruzione, spesso dolorosissima, si accompagna talvolta a febbre, senso di malessere generale, brividi, mal di testa e di stomaco.
Dal punto di vista clinico, la manifestazione principale dell'herpes zoster è il dolore, che in genere compare nella fase prodromica, si mantiene durante la fase eruttiva e, a volte, permane per lunghi periodi anche dopo la risoluzione dello sfogo. Spesso si associa a prurito e formicolii locali.
Il dolore associato all'herpes zoster è molto spesso di intensità moderata-severa e si presenta con caratteristiche variabili da individuo a individuo; molti pazienti lo descrivono come un dolore pulsante, acuto, urente (bruciore), lancinante o trafittivo, come se un ago bucasse la pelle.
A volte l'eruzione vescicolosa del fuoco di Sant'Antonio può causare un forte dolore localizzato nella parte sinistra del petto, simulando un dolore di origine cardiaca.
Possono essere presenti anche mal di testa, intolleranza alla luce e, raramente, febbre.
In alcuni casi, abbastanza rari, l'infezione dei neuroni motori nelle corna anteriori del midollo spinale può causare una paralisi motoria nell'area di distribuzione dei nervi interessati.
Dolore e Altri Sintomi
La comparsa dello sfogo è spesso preceduta da una cosiddetta fase prodromica, caratterizzata da arrossamento cutaneo e senso di formicolio o intorpidimento nell'area in cui compariranno le vescicole. In genere, questa fase "anticipatoria" precede l'eruzione di 48- 72 ore, ma può iniziare fino a due settimane prima della comparsa delle lesioni.
L'herpes zoster può causare dolore addominale localizzato e grave in assenza di lesioni cutanee tipiche, che si sviluppano solo alcuni giorni dopo la comparsa del dolore.
Localizzazione delle Lesioni
Nel 50-60% dei casi, le lesioni del Fuoco di Sant'Antonio sono localizzate nell'area toracica, lungo le coste.
Le manifestazioni possono comunque comparire anche in altre zone, variabili da soggetto a soggetto, dato che le tipiche vescichette tendono a comparire lungo il decorso del ramo nervoso in cui gli herpes zoster si erano rifugiati.
Ad esempio, quando è interessato il nervo trigemino, le lesioni possono comparire a livello del volto, della bocca, della lingua o dell'occhio.
Tale manifestazione - detta zoster oftalmico - si verifica nel 10-20% dei pazienti con herpes zoster.
Per approfondire:
Fase prodromica
Il fuoco di Sant'Antonio è caratterizzato dalla comparsa di uno sfogo cutaneo doloroso, caratterizzato da numerose macchie rosse, piane o rilevate, che evolvono rapidamente in vescicole.
Tali vescicole continuano a formarsi per 3-5 giorni, dopodiché tendono ad evolvere in pustole (riempiendosi di pus) e croste.
La fase di formazione e rottura delle vescicole coincide con il picco di contagiosità della malattia, mentre i pazienti smettono di trasmettere il virus quando tutte le lesioni si sono essiccate e si sono formate le croste.
Per approfondire: Sintomi Fuoco di Sant'AntonioEntro 7-10 giorni dalla loro comparsa, le vescicole si rompono e formano le croste.
Una volta formatesi, le croste tendono alla desquamazione spontanea nell'arco di 10 giorni. Di solito, la cute torna quindi integra nell'arco delle successive 2-4 settimane; spesso permangono lievi cicatrici e cambiamenti nella pigmentazione della pelle.
Complicanze del Fuoco di Sant'Antonio
La nevralgia post-erpetica è la più comune complicanza dell'Herpes Zoster. Si tratta di un dolore neuropatico cronico, che si sviluppa dopo almeno 30 giorni dalla guarigione delle lesioni cutanee e che può continuare per mesi o anni. Ancora una volta, gli anziani sono i più colpiti da tale complicanza.
Per approfondimenti:
In assenza di terapia, l'interessamento dell'occhio (herpes zoster oftalmico) può portare alla cecità. E' stato infatti calcolato che una percentuale del 50-72% di questi pazienti venga colpita da una patologia dell'occhio, come la cheratite, che può evolvere in ulcerazione della cornea o necrosi retinica acuta.
Altre complicanze dell'Herpes Zoster - più probabili nei soggetti immunocompromessi - sono l'infezione polmonare e l'interessamento del sistema nervoso centrale, che può essere responsabile di mielite, meningite asettica e meningoencefalite.
Aumento del Rischio di Ictus
Secondo i risultati di uno studio britannico presentato su "Neurology" da alcuni ricercatori della University College London, l'infezione da Herpes zoster nei giovani adulti può aumentare il rischio di un evento cardiovascolare ("Herpes zoster as a risk factor for stroke and TIA"). I risultati di questa ricerca sostengono in particolare, che, nelle persone di età inferiore a 40 anni, il fuoco di Sant'Antonio incrementi il rischio di ictus del 75% e di infarto del 50%. Questi soggetti, inoltre, presentano una probabilità maggiore di 2,4 volte di incorrere in un attacco ischemico transitorio (TIA). A conclusione del loro studio, gli autori sottolineano l'importanza di controllare i fattori di rischio per l'ictus e l'infarto - quali il fumo, l'ipertensione, l'obesità e il livello elevato di colesterolo - nei pazienti con infezione erpetica.
Da quanto riportato da un altro studio condotto da ricercatori britannici della London School of Hygiene & Tropical Medicine e pubblicato su "Clinical Infectious Diseases", il rischio di ictus aumenterebbe significativamente subito dopo la comparsa dei primi sintomi di Herpes zoster ("Risk of Stroke Following Herpes Zoster: A Self-Controlled Case-Series Study"). L'équipe di ricerca ha rilevato che il rischio di ictus era del 63% maggiore nelle prime 4 settimane dopo la riattivazione dell'Herpes zoster (rispetto al rischio di base dei pazienti) e diminuiva lentamente nei 6 mesi successivi. Secondo lo studio, tuttavia, i farmaci antivirali contro l'Herpes sembravano apportare un certo grado di protezione: nei pazienti sottoposti a terapia, il rischio di ictus era minore rispetto ai soggetti non trattati.
Diagnosi
Fuoco di Sant'Antonio: come viene diagnosticato?
I sintomi che caratterizzano l'Herpes zoster si prestano ad un'interpretazione abbastanza univoca e l'ispezione visiva dell'area colpita da parte del medico è generalmente sufficiente. Nel caso fossero presenti segni sospetti è possibile comunque ricorrere ad alcune analisi di laboratorio. L'accertamento più comune è l'esame del sangue per la ricerca delle IgM correlate in modo specifico alla presenza del virus varicella-zoster (VZV). In altri casi, invece, è possibile effettuare il dosaggio delle particelle virali mediante PCR (reazione a catena della polimerasiper la ricerca del DNA del virus).
Trattamento
Fuoco di Sant'Antonio: trattamento e gestione del dolore
Il trattamento dell'Herpes zoster ha l'obiettivo primario di ridurre il dolore, tramite l'impiego di farmaci antinfiammatori e analgesici.
Le lesioni cutanee vanno mantenute pulite e asciutte per evitare che si sovrappongano delle superinfezioni batteriche della cute. L'eventuale bendaggio dev'essere morbido (non aderente) ed è indicato per proteggere le lesioni dal contatto con gli indumenti.
Specifici farmaci antivirali (aciclovir, valaciclovir, famciclovir) aiutano a limitare la severità e la durata dell'herpes zoster, purché siano assunti entro le prime 48-72 ore dalla comparsa dell'eruzione.
Per approfondire:
Per i soggetti colpiti da nevralgia post-erpetica, il trattamento corrisponde a quello del dolore neuropatico: possono essere utilizzati antidepressivi (es. amitriptilina, nortriptilina, imipramina), antiepilettici (es. gabapentin, pregabalin), oppioidi (es. ossicodone, codeina, morfina, fentanil, buprenorfina), neurolettici e agenti topici (es. cerotti di lidocaina e capsaicina).
Per approfondire:
Vedi anche:
Un cerotto per affrontare la nevralgia da Herpes zoster
Da qualche tempo, per contrastare il dolore neuropatico causato dall'Herpes zoster è disponibile anche in Italia un cerotto transdermico. Essendo localizzato e superficiale, infatti, la nevralgia da infezione erpetica può essere affrontato con un trattamento topico.
Il cerotto medicato, da applicare direttamente sulla parte dolente, contiene lidocaina al 5%, un anestetico locale in grado di fornire un buon sollievo sintomatico. Il profilo di tollerabilità è buono, anche nell'uso prolungato; gli effetti collaterali sono minimi. Il cerotto di lidocaina si applica per 12 ore, ma offre sollievo per un giorno intero.
Vaccinazione
Fuoco di Sant'Antonio: vaccino
La prevenzione dell'Herpes zoster e della nevralgia post-erpetica è realizzabile con la somministrazione di vaccini, secondo il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale. La vaccinazione contro il Fuoco di Sant'Antonio è raccomandata e offerta gratuitamente ai soggetti ad aumentato rischio ed ai soggetti di 65 anni.
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