Ultima modifica 05.12.2019

Generalità

La fotochemioterapia (o terapia fotodinamica) è una strategia terapeutica poco invasiva e a bassa tossicità, che prevede l'utilizzo di farmaci fotosensibili (sensibili alla luce); tali farmaci vengono esposti selettivamente a una radiazione luminosa, che è in grado di trasformarli in sostanze tossiche per le cellule tumorali o per altri tipi specifici di cellule.
FotochemioterapiaNella fotochemioterapia sono quindi necessari due elementi chiave: il composto fotosensibile e la radiazione luminosa. Quest'ultima deve avere una lunghezza d'onda adeguata per poter attivare il composto fotosensibile, che potrà così espletare un'azione citotossica (tossica per le cellule) nei confronti delle cellule bersaglio.
La fotochemioterapia si è dimostrata efficace nell'uccisione di batteri, funghi e virus, ed è impiegata anche nel trattamento dell'acne. Può essere, inoltre, impiegata nel trattamento di patologie come la degenerazione maculare legata all'età, la psoriasi, la vitiligine e vari tipi di tumori maligni.

Fotochemioterapia per la cura dei tumori

Come sopra accennato, questo tipo di terapia viene sfruttato anche nel trattamento di tumori. Il composto fotosensibile dev'essere selettivo per le cellule maligne, di modo che - una volta attivato - uccida solo le cellule malate, risparmiando quelle sane.
La fotochemioterapia può essere impiegata, ad esempio, per il trattamento di tumori cutanei o tumori interni.
Per il trattamento di tumori cutanei, il composto fotosensibile, di solito, viene somministrato localmente e viene irradiata solo la cute interessata dalla patologia.

Un esempio di tumore cutaneo trattato con la fotochemioterapia è il linfoma cutaneo a cellule T. In questo caso, il composto fotosensibile utilizzato è un derivato dello psoralene (P) e la sorgente luminosa è una radiazione ultravioletta a lunga lunghezza d'onda (raggi UVA); questa strategia è definita terapia PUVA. Lo psoralene è il capostipite di una famiglia di molecole naturali chiamate furanocumarine. Quando lo psoralene o i suoi derivati vengono irradiati dai raggi UVA, questi formano dei legami con il DNA delle cellule in cui si trovano, provocandone la morte.
Per quanto riguarda il trattamento di tumori interni, il composto fotosensibile può essere somministrato per via endovenosa, mentre l'irradiazione con luce avviene mediante endoscopi o cateteri a fibre ottiche. Fra i vari composti fotosensibili che possono essere impiegati troviamo i derivati delle porfirine, che vengono attivati da radiazioni luminose con lunghezza d'onda compresa fra i 600 e 1.000 nm. Le porfirine sono molecole naturali, di questa classe fanno parte la cellulosa e il gruppo eme; la prima è indispensabile agli organismi vegetali per svolgere la fotosintesi clorofilliana, mentre il gruppo eme - presente nell'emoglobina dei globuli rossi - è fondamentale per il trasporto di ossigeno nell'organismo.

Effetti Collaterali

Gli effetti collaterali possono essere dovuti sia all'assunzione del composto fotosensibile che all'esposizione alla sorgente luminosa; in questo caso i possibili effetti collaterali dipendono dalla zona che è stata irradiata.
Di seguito sono riportati alcuni degli effetti avversi che possono manifestarsi:

La fotochemioterapia potrebbe anche indurre lo sviluppo di un tumore secondario. Questo, però, accade raramente e per verificarsi necessita di più fattori che concorrono l'uno con l'altro in modo da favorire l'insorgenza della patologia.


Autore

Ilaria Randi
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista