Epicondilite: gli Esercizi Terapeutici

Introduzione

L'epicondilite è una condizione dolorosa molto fastidiosa, che però con l'attuazione di specifici esercizi terapeutici e il ricorso ad altri rimedi di fisioterapia può migliorare enormemente, fino alla guarigione.
Questo articolo si occuperà di trattare alcuni dei principali esercizi per l'epicondilite; tuttavia, prima, anche per una migliore comprensione del contenuto, ripasserà a grandi linee la patologia muscolo-articolare suddetta.
Epicondilite
Cos’è l’Epicondilite?
Anche nota come gomito del tennista, l'epicondilite è una tendinopatia inserzionale, che colpisce i tendini d'origine dei muscoli estensori del polso e causa dolore sulla porzione laterale (esterna) del gomito.
La sede precisa del dolore è sull'epicondilo laterale dell'omero; del resto, è qui che trovano aggancio le origini tendinee dei muscoli estensori del polso, ossia le strutture anatomiche da cui scaturisce la sintomatologia dolorosa.
Più che per l'infiammazione dei tendini, l'epicondilite si caratterizza per la degenerazione del tessuto tendineo; questo spiega perché è più corretto definirla una tendinopatia inserzionale, piuttosto che una tendinite (il suffisso –ite, in medicina, indica i processi infiammatori).
Cause di Epicondilite

L'epicondilite è fondamentale una tendinopatia da sovraccarico funzionale.
Essa, infatti, è il risultato di uno squilibrio tra stimolazione e capacità di recupero dei tessuti muscolo-tendinei sofferenti.
Determinante per lo sviluppo di un'epicondilite è, senza dubbio, la ripetizione esasperata di movimenti quali l'estensione del polso (che chiama in causa appunto gli estensori del polso) e la rotazione del polso contro resistenza.
Inoltre, ha un ruolo chiave anche la presa di forza (cioè quando si impugna un oggetto ricorrendo a dita e palmo della mano), specialmente con l'avambraccio in pronazione.
Chi è a Rischio di Epicondilite?
L'epicondilite è diffusa in ambito sportivo, ma non solo.
Sport a rischio sono tutti quelli in cui sono previsti una presa, specie con l'avambraccio in pronazione, e la stimolazione del polso in estensione.
Al di fuori dell'ambito sportivo, sono a rischio di epicondilite diverse categorie professionali, tra cui gli elettricisti, i macellai o i musicisti.
Sintomi di Epicondilite
Il sintomo più caratteristico dell'epicondilite è il dolore alla porzione laterale del gomito (epicondilalgia).
Attività e situazioni classiche che evocano tale dolore sono impugnare saldamente un oggetto (presa di forza), estendere il polso contro resistenza, sollevare un oggetto con l'avambraccio in pronazione e la semplice palpazione.
Le epicondiliti più severe causano dolore in occasione di qualsiasi attività manuale, anche se questa non prevede una presa di forza o una rilevante estensione del polso.
In genere, il dolore da epicondilite compare in modo graduale: inizialmente, è lieve e si presenta soltanto durante i movimenti critici; con il tempo, però, specie se non si ricorre ad alcun trattamento, diviene sempre più intenso e persistente (lo suscitano anche i movimenti non particolarmente critici).
Per approfondire: Epicondilite o Gomito del Tennista: Cause, Sintomi e CuraEsercizi
Senza dubbio, gli esercizi terapeutici per l'epicondilite sono un valido alleato nella gestione di questa fastidiosa tendinopatia.
Essi sono un caposaldo del trattamento di fisioterapia, assieme alla terapia manuale.
Gli esercizi per l'epicondilite che la letteratura scientifica riporta come utili sono svariati e hanno diversi obiettivi: alcuni mirano al rinforzo muscolare, mentre altri all'allungamento muscolare (stretching).
Principalmente, i muscoli target sono gli estensori del polso e i supinatori dell'avambraccio; alcuni piani terapeutici, però, comprendono anche esercizi per i muscoli coinvolti nella deviazione ulnare e in quella radiale del polso, il bicipite brachiale e il tricipite brachiale.
Esercizi per l’Epicondilite: A Chi servono?
L'esercizio terapeutico è fondamentale (e fortemente consigliato) quando l'epicondilite è in atto da almeno 3 mesi o è protagonista di continue recidive.
Tuttavia, è di beneficio anche in soggetti con epicondilite di recente insorgenza (in atto da poche settimane), che non presentano una storia passata di problematiche al gomito.
È da segnalare che, nella prima circostanza, è fortemente raccomandato di affidarsi a figure specializzate del settore medico-sanitario (ortopedico, fisiatra, fisioterapista), al fine di ricevere le indicazioni adeguate e personalizzate in base alla problematica presente.
Esercizi per l’Epicondilite: un Protocollo per tutti?
Gli esercizi per l'epicondilite non presentano particolari controindicazioni; del resto, si tratta di semplici esercizi di rinforzo e stretching, che si possono eseguire in totale sicurezza anche a casa, tra le mura domestiche.
Il problema, tuttavia, è un altro: l'epicondilite è una condizione ostica da curare, perché può dipendere da numerosi fattori favorenti; ciò comporta che ogni paziente rappresenti un caso a sé stante e per questo necessiti di un trattamento fisioterapico su misura, personalizzato.
Ecco allora che un protocollo riabilitativo valido per un certo individuo rientrante in un determinato quadro clinico non sarà altrettanto appropriato per un'altra persona con un quadro clinico differente, sebbene entrambi soffrano di un dolore laterale del gomito.
La personalizzazione degli esercizi per l'epicondilite è fondamentale per un'azione precisa e altamente focalizzata sull'obiettivo guarigione.
Tutto ciò serve a rimarcare, una volta ancora, l'importanza di affidarsi a figure specializzate del settore medico-sanitario (ortopedico, fisiatra, fisioterapista).
Esercizi per l’Epicondilite: Quale Attrezzatura serve?
Gli esercizi per l'epicondilite più comuni richiedono:
- Un manubrio di pochi chilogrammi, facilmente reperibile sia online che nei negozi fisici di articoli sportivi;
- Un elastico di resistenza bassa o medio-bassa (sarebbe ideale dotarsi sia di un elastico circolare che di un elastico con le estremità libere);
- Un tappetino (non indispensabile), per gli esercizi a corpo libero.
Per capire: i Movimenti di Gomito, Avambraccio e Polso
Per comprendere al meglio come si eseguono correttamente gli esercizi per l'epicondilite, è doveroso conoscere i movimenti di gomito, avambraccio e polso.
Il gomito può effettuare i movimenti di:
- Flessione, in cui sostanzialmente l'avambraccio si chiude sul braccio, ed
- Estensione, che è il movimento di ritorno dalla flessione (non è possibile un'iperestensione del gomito).
L'avambraccio può compiere i movimenti di:
- Supinazione, che consiste nell'orientare il palmo della mano verso l'alto con un assetto parallelo tra radio e ulna, e
- Pronazione, che consiste nell'orientare il palmo della mano verso il basso con un assetto incrociato tra radio e ulna.
Infine, il polso può svolgere i movimenti di:
- Flessione, in cui il palmo della mano si avvicina all'avambraccio, ed
- Estensione, in cui il dorso della mano si avvicina all'avambraccio;
- Deviazione ulnare, in cui c'è una riduzione dell'angolo tra mano e ulna (il mignolo si avvicina all'avambraccio);
- Deviazione radiale, in cui c'è una riduzione dell'angolo tra mano e radio (il pollice si avvicina all'avambraccio).
Esercizi di Rinforzo Muscolare
Gli esercizi di rinforzo muscolare per l'epicondilite hanno come target gli estensori del polso e i supinatori dell'avambraccio.
Rinforzo dei Muscoli Estensori del Polso
Esercizio 1
Il primo step riguarda la posizione: il soggetto deve sedersi vicino a un tavolo in modo da appoggiarvi l'avambraccio dell'arto sofferente in posizione prona (palmo che guarda verso il basso), con il gomito flesso a circa 90° e la mano che sporge dal bordo.
A questo punto, impugnando un manubrio del peso di pochi kg (1-3 kg), ovviamente con la mano dell'arto sofferente, deve estendere il polso di 30° a mantenere la posizione per il tempo indicato.
Una possibile variante prevede l'utilizzo di un elastico a estremità libere legato attorno alla mano e fissato sotto il piede.
Quanto farlo? Gli esperti consigliano 2-4 serie da 30-90 secondi di tenuta ciascuna.
Tra una serie e l'altra è previsto un recupero di massimo 1 minuto.
Esercizi 2
Il primo step riguarda la posizione: il soggetto deve sedersi vicino a un tavolo in modo da appoggiarvi l'avambraccio dell'arto sofferente in posizione prona (palmo rivolto verso il basso), con il gomito flesso a circa 90° e la mano che sporge dal bordo.
A questo punto, impugnando un manubrio del peso di pochi kg (1-3 kg), ovviamente con la mano dell'arto sofferente, deve compiere dei movimenti alternati di flessione ed estensione del polso, il tutto in modo estremamente controllato.
Un paio di accorgimenti importanti sono: l'estensione del polso non deve superare i 30°; la flessione non deve essere eccessiva.
Quanto farlo? Gli esperti consigliano 2-4 serie da 10-15 ripetizioni ciascuna.
Tra una serie e l'altra è previsto un recupero di massimo 1 minuto.
Esercizio 3
L'esercizio precedente si può riprodurre con un elastico circolare.
Il ricorso all'elastico offre un vantaggio importante: permette di fornire stimoli differenti ai muscoli estensori del polso, grazie al fatto di poter cambiare la posizione dell'avambraccio a seconda di dove si fissa l'elastico.
Da in piedi, il soggetto può:
- Fissare l'elastico sotto il piede ed eseguire dei cicli di estensione-flessione del polso (ovviamente l'altra estremità dell'elastico è chiusa nella mano dell'arto sofferente).
- Fissare l'elastico di fianco (l'ideale sarebbe fissarlo dalla parte dell'arto che non lavora) ed eseguire dei cicli di estensione-flessione del polso.
- Fissare l'elastico in alto ed eseguire dei cicli di estensione-flessione del polso.
Quanto farlo? Gli esperti consigliano 2-4 serie da 10-15 ripetizioni ciascuna.
Tra una serie e l'altra è previsto un recupero di massimo 1 minuto.
Rinforzo dei Muscoli Supinatori dell’Avambraccio
Esercizio 1
Innanzitutto, il soggetto deve legare l'estremità di un elastico alla mano dell'arto sofferente e fissare l'altra estremità a un supporto controlaterale (cioè posizionato sul fianco opposto all'arto da allenare).
Dopodiché, da in piedi, con l'avambraccio dell'arto collegato all'elastico in posiziona prona e il gomito dello stesso flesso a 90°, deve eseguire dei movimenti alternati di prono-supinazione dell'avambraccio (deve cioè portare il palmo della mano verso l'alto e poi riportarlo verso il basso).
Quanto farlo? Gli esperti consigliano 2-4 serie da 10-15 ripetizioni ciascuna.
Tra una serie e l'altra è previsto un recupero di massimo 1 minuto.
Esercizi di Stretching
Gi esercizi di stretching per l'epicondilite hanno come target i muscoli supinatori dell'avambraccio e i muscoli estensori del polso.
Stretching dei Muscoli Supinatori dell’Avambraccio ed Estensori del Polso

Esercizio 1
In piedi, con il braccio flesso a 90° e il gomito esteso, il soggetto deve flettere completamente il polso dell'arto dolente, aiutandosi a mantenere la posizione con l'altra mano (che deve essere applicata sul dorso di quella in flessione).
Per enfatizzare l'allungamento dei muscoli target, è buona norma ruotare la piega del gomito verso l'alto (extrarotazione di spalla), il tutto continuando a mantenere fissi il polso e il tronco.
Questo stesso esercizio si può eseguire con l'arto dolente in appoggio su un tavolo, avendo cura di far sporgere il polso dal bordo (così da permettere la sua flessione).
Quanto farlo? Gli esperti consigliano 3 serie da 30-60 secondi di tenuta ciascuna.
Tra una serie e l'altra è previsto un recupero di massimo 1 minuto.
Esercizio 2
In posizione di quadrupedia, con i gomiti estesi, il soggetto deve fissare l'intero dorso della mano dell'arto dolente sul pavimento (mentre l'altra continua a servirgli da supporto).
Fissando la mano in questo modo, compie una flessione del polso e pone il braccio in pronazione, le due condizioni fondamentali per allungare i muscoli estensori del polso e i muscoli supinatori dell'avambraccio.
Una volta fissata la mano, deve andare indietro col corpo, così da favorire l'allungamento dei muscoli target (è consigliabile sfalsare la mano che serve da appoggio, quella che non lavora per intenderci, portandola più avanti rispetto all'altra).
Anche in questo caso, per enfatizzare ulteriormente lo stretching dei muscoli target, è indicata l'extrarotazione di spalla, movimento che, in tali condizioni, porta la piega del gomito a guardare in avanti.
Quanto farlo? Gli esperti consigliano 3 serie da 30-60 secondi di tenuta ciascuna.
Tra una serie e l'altra è previsto un recupero di massimo 1 minuto.