Doomscrolling e ossessione per le notizie negative: come difendersi
L'uso sempre più massiccio di device tecnologici ha reso l'accesso alle notizie rapido e semplice e se questo da un lato rappresenta un bene, dall'altro cela pericoli per la salute, soprattutto mentale, da non sottovalutare.
Sono diversi, infatti, i disturbi più o meno gravi legati alla fame di news e alla fruizione di informazioni in rete. Tra questi rientra il doomscrolling, ovvero l'abitudine di cercare cattive notizie online, un fenomeno già esistente da diversi anni ma acutizzatosi a partire dall'inizio della pandemia di Covid-19 e che, adesso, con la guerra in atto in Ucraina, ha preso ulteriore forza.
Cos’è il doomscrolling
Come detto, con questo termine si intende il bisogno compulsivo di scorrere le pagine di un sito di news o le bacheche dei social network con lo scopo di scovare notizie negative.
Evoluzione non certo positiva della più nota FOMO, questa attitudine è stata talmente presente nelle persone a partire dal 2020, che l'Oxford English Dictionary ha deciso meritasse un termine specifico, unione di altri due vocaboli: dooms, ovvero l'abitudine di tenersi aggiornati sulle sventure, e scrolling, azione che indica lo scorrere con il dito sullo schermo del cellulare.
La situazione epidemiologica degli ultimi due anni ha reso le persone estremamente spaventate per la propria salute e il futuro quanto meno incerto e questo ha scatenato tale meccanismo compulsivo, frutto della convinzione di poter gestire meglio la situazione rimanendo sempre aggiornati sulle ultime novità, soprattutto se negative.
A spingere le persone al doomscrolling è dunque il bisogno di conoscere il peggio così da essere preparati ad affrontarlo.
Con la morsa della pandemia che al momento sembra progressivamente allentarsi, molti studiosi avevano notato di pari passo anche una diminuzione di questo fenomeno ma si è trattato di una falsa speranza visto che lo scoppio del conflitto in Ucraina ha spinto il doomscrolling verso una nuova impennata.
I pericoli per la salute mentale
Rimanere informati su ciò che accade nel mondo è un bene, e anche provare empatia per le persone che per diverse circostanze si trovano in situazioni di difficoltà.
Tuttavia esporsi continuamente ad immagini di sofferenza può portare a rimuginare per troppo tempo su pensieri negativi e questo nel lungo periodo peggiora le capacità mnemoniche, risucchia energie e intacca negativamente le facoltà cognitive, rendendo più difficile e faticoso lo svolgimento delle normali attività quotidiane e il mantenimento dell'attenzione. Nei casi più gravi si può andare anche incontro a stati ansiosi prolungati e depressivi, che rendono complesso immaginare prospettive future ma, al contrario, chiudono chi le sperimenta in una gabbia emotiva difficile da aprire.
Cosa scatena il doomscrolling
Nonostante si tratti di un'azione fortemente tossica e che condiziona negativamente la qualità della vita, per molte persone la spinta verso il doomscrolling sembra irrefrenabile e i motivi sono diversi.
Non sapere le cose spesso genera una sensazione di profonda insicurezza, mentre al contrario essere informati genera l'illusione di possedere il controllo della situazione anche quando questa dipende da fattori esterni, come nel caso della pandemia e della guerra.
Nonostante sul lungo periodo sia un'azione in grado di portare a molti danni, a renderla appetibile è il fatto che fornisca un immediato sollievo. Inoltre, la disponibilità pressoché costante e illimitata di accedere alla news tramite smartphone in ogni momento della giornata, rende in doomscrolling un'azione talmente facile da divenire praticamente irresistibile.
Come spiegato da diversi psicologi il doomscrolling è quindi una tecnica di evitamento a cui, soprattutto le persone particolarmente ansiose, ricorrono nella speranza di poter gestire meglio questo stato d'animo, ignorando che invece così facendo non lo si può che alimentare.
Come uscire dall’effetto doomscrolling
Per liberarsi dall'ossessione di cercare notizie negative online è per prima cosa fondamentale capire i motivi che abbiano portato a mettere in pratica questo comportamento compulsivo e cercare successivamente di intervenire su di essi. Se ad esempio la causa scatenante è la voglia di distrarsi dall'ansia lavorativa si può cercare di migliorare quell'aspetto della propria vita. Idem se lo stato d'animo poco sereno è indotto da una relazione personale insalubre.
A livello pratico per abbandonare il doomscrolling è necessario imporsi di informarsi meno. Questo ovviamente non significa chiudere tutti i propri account social o rimanere all'oscuro di ciò che accade nel mondo, ma diminuire il flusso di notizie negative al nostro cervello, in modo da avere la situazione più sotto controllo, anche perché una maggiore quantità di notizie lette di sfuggita non equivale quasi mai a un'informazione di qualità. Anzi, troppi dari superficiali in molti casi generano ancora più caos e, di conseguenza, ansia.
Meglio quindi concentrasi su poche ma mirate fonti informative e cercare di non esporsi al flusso di immagini o parole troppo negative prima di andare a dormire.
Infine, anche porre delle barriere fisiche tra di sé e lo smartphone o il pc potrebbe essere una buona prevenzione contro il doomscrolling. Se in alcuni momenti della giornata si tengono i device lontani dal proprio campo d'azione è infatti più facile non cedere all'impulso di scrollare sui siti di news.