Ultima modifica 17.04.2020

Generalità

Displasia è il termine con cui i medici indicano un'alterazione qualitativa, morfologica e, talvolta, anche quantitativa, della struttura cellulare di un tessuto, in genere, di tipo epiteliale.
Un tessuto displastico – ossia un tessuto interessato da un evento di displasia – è un insieme di cellule con numerose variazioni rispetto al normale; tali cellule, infatti, presentano irregolarità nella forma, nelle dimensioni, nelle proprietà cromatiniche e nella disposizione all'interno del tessuto stesso.
Anche se presentano alcune caratteristiche in comune, gli eventi di displasia e gli eventi di neoplasia sono due situazioni differenti: diversamente dalle cellule neoplastiche, le cellule displastiche possono ancora tornare normali.
Esistono tre gradi di displasia: lieve, moderata e severa.


Displasia

Cos'è la displasia?

Displasia è il termine medico-oncologico che indica una variazione qualitativa, morfologica e, talvolta, anche quantitativa della struttura cellulare di un tessuto, solitamente, di tipo epiteliale.
Le cellule displastiche – cioè le cellule protagoniste di un evento di displasia – sono cellule che hanno assunto caratteristiche diverse, rispetto alle loro controparti sane.
Se per esempio le cellule di un tessuto epiteliale sano mostrano una precisa regolarità nella dimensione, nelle proprietà cromatiniche e nello schema organizzativo che sta alla base dell'architettura tissutale, le cellule di un tessuto epiteliale displastico presentano alterazioni dimensionali, irregolarità morfologiche, nuclei voluminosi e ipercromatici e una disorganizzazione evidente a livello dell'architettura tissutale.


Esempio di sconvolgimento architettonico, indotto da un evento di displasia
Un normale tessuto epiteliale è il risultato di una serie di strati sovrapposti di cellule.
Al microscopio, queste cellule appaiono alte, negli strati inferiori, e sempre più appiattite mano a mano che si procede verso gli strati superficiali.
In un tessuto epiteliale interessato da un processo di displasia, gli strati cellulari inferiori possono presentare cellule appiattite, al posto delle caratteristiche cellule alte; viceversa, gli strati cellulari più superficiali possono presentare cellule alte, invece di quelle appiattite.

DISPLASIA SIGNIFICA NEOPLASIA?

Contrariamente a ciò che molti credono, la displasia non è un sinonimo di neoplasia e la sua presenza non significa, necessariamente, la presenza di un tumore, sia questo benigno o maligno.
Le cellule displastiche hanno caratteristiche morfologiche e qualitative simili alle cellule neoplastiche, ma diversamente da quest'ultime hanno la possibilità di tornare normali.
In altre parole, mentre il processo neoplastico è un processo irreversibile (una volta formatesi, le cellule di un tumore benigno o maligno rimangono tali), il processo displastico è un processo potenzialmente reversibile (a patto che si provveda a eliminare la causa scatenante).
La confusione tra displasia e neoplasia – in genere neoplasia maligna – deriva dal fatto che, in alcuni casi (non sempre!), la displasia di un tessuto rappresenta il preludio alla formazione di un tumore maligno.

Cause

I fenomeni di displasia sono, in genere, la conseguenza di un'esposizione ripetitiva ad agenti infiammatori/irritativi di tipo fisico (per esempio le radiazioni solari), chimico (per esempio gli idrocarburi aromatici) o biologico (per esempio i virus).

Caratteristiche

Dal punto di vista microscopico, i cambiamenti più significativi che caratterizzano la displasia sono quattro:

  • Anisocitosi: termine specialistico che indica la presenza di cellule di dimensione diversa.
  • Poichilocitosi: termine specialistico che indica la presenza di cellule di forma irregolare o deformi.
  • Ipercromatismo: termine specialistico che indica la capacità dei nuclei cellulari di colorarsi in maniera più intensa, a seguito della presenza di un addensamento di cromatina.
  • Numero aumentato di figure mitotiche: vuol dire che c'è un anomalo numero di cellule.
    Nella displasia, la divisione cellulare avviene in maniera regolare.

Classificazione

Medici e istologi classificano la displasia in base alla densità di cellule displastiche in un tessuto. La densità di cellule displastiche in un tessuto è una caratteristica che prende il nome di grado.
A seconda del grado, la displasia può essere:

  • Lieve (displasia di grado lieve). È lieve, quando la densità di cellule displastiche in un tessuto è esigua.
    Breve descrizione delle caratteristiche: l'epitelio conserva la normale serie di strati cellulari (stratificazione normale), ma le cellule degli strati inferiori (cellule basali) sono alterate nel numero e presentano un nucleo voluminoso e ipercromatico.
  • Moderata (displasia di grado moderato). È moderata, quando la densità di cellule displastiche in un tessuto è discreta.
    Breve descrizione delle caratteristiche: le alterazioni citate nel punto precedente sono più marcate (la stratificazione presenta più variazioni ecc), ma non possono definirsi gravi.
  • Severa (displasia di grado severo). È severa, quando la densità di cellule displastiche in un tessuto è elevata.
    Breve descrizione delle caratteristiche: la stratificazione dell'epitelio presenta profonde alterazioni e le cellule possiedono un nucleo estremamente voluminoso, ipercromatico e irregolare.

Se in caso di displasia di grado lieve il processo displastico è a uno stadio ancora precoce, in caso di displasia di grado severo il processo displastico è a uno stadio assai avanzato.
Com'è facilmente intuibile (anche da quanto appena affermato), dei tre gradi di displasia quello con la maggiore tendenza a trasformarsi in una neoplasia maligna è il grado severo.


Evoluzione da displasia a neoplasia maligna: i vari step

Quando sussistono le condizioni perché avvenga, il passaggio da displasia a neoplasia maligna (in genere un carcinoma) non è immediato, ma include uno step intermedio: la formazione del cosiddetto carcinoma in situ.
Con il termine di carcinoma in situ, gli oncologi intendono una proliferazione atipica di cellule epiteliali, le quali, nonostante alcune caratteristiche tipiche delle cellule tumorali maligne, non possiedono lo stesso potere infiltrante e metastatizzante di quest'ultime.
Il carcinoma in situ, quindi, è una forma tumorale pre-cancerosa, meno pericolosa di un carcinoma vero e proprio e più facilmente curabile.

Esempi tipici

Esempi tipici di displasia sono:

Diagnosi

Difficilmente, il solo esame citologico permette di distinguere un tessuto affetto da displasia da un tessuto colpito da neoplasia.
Per identificare con precisione le due situazioni, i medici devono ricorrere a valutazione diagnostiche più approfondite.  

Significati alternativi

In ambito ortopedico, i medici utilizzano il termine displasia per descrivere la lussazione congenita dell'anca.
La displasia dell'anca è una malformazione articolare, caratterizzata dalla graduale dislocazione della testa del femore dall'acetabolo (o cavità acetabolare).
La presenza di una displasia dell'anca è frutto di un anomalo sviluppo dell'articolazione dell'anca, in epoca intrauterina.
I lettori interessati ad approfondire la displasia dell'anca, possono cliccare qui (per cause e sintomi) e qui (generalità e trattamento).


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza