Come distinguere l’ipocondria dall’ansia?

Come distinguere l’ipocondria dall’ansia?
Ultima modifica 11.09.2024
INDICE
  1. Ansia o ipocondria?
  2. Come si riconosce l’ipocondria?
  3. Perché l’ipocondria è diversa dall’ansia?
  4. Cosa scatena l’ipocondria?
  5. Come aiutare una persona ipocondriaca?

Ansia o ipocondria?

È capitato a tutti di sentire un piccolo dolore o fastidio e di agitarsi subito, al punto da compiere l'errore di cercare il sintomo sul web, per poi trovare le risposte più disparate che spiegherebbero la situazione che si sta vivendo: si tratta di ansia o di ipocondria?

Darsi alle diagnosi fai da te è però sempre sbagliato perché quello che si trova in rete non è automaticamente veritiero e, soprattutto, non può essere applicato ad ogni caso indistintamente.

Nonostante ciò molti lo fanno, illudendosi di placare il senso di agitazione che però al contrario molto spesso aumenta perché ad attirare maggiore attenzione sono le opzioni più negative associate al malessere che si prova.

Essere preoccupati per la propria salute è normale, ma se il pensiero della presunta malattia diventa un'ossessione anche quando si tratta solo di un'ipotesi non basata su alcun fatto concreto, è molto probabile che si sia in presenza di disturbi legati all'ansia o di vera e propria ipocondria, due manifestazioni apparentemente simili ma che in realtà presentano alcune differenze sostanziali.

Come si riconosce l’ipocondria?

Il termine ipocondria nella sfera medica ufficialmente in realtà non esiste più ma è stato sostituito con disturbo da sintomi somatici o di disturbo da ansia da malattia, a seconda della circostanza e del quadro clinico del paziente. Tuttavia, tale disturbo è molto spesso ancora identificato con il vecchio nome.

Le caratteristiche principali dell'ipocondria, che solitamente accomunano tutti i soggetti che ne soffrono, sono:

  • allerta e preoccupazione per disturbi, fastidi o piccoli segnali provenienti dal proprio corpo come prurito, stanchezza, debolezza o leggeri dolori;
  • ricerca spasmodica di informazioni in merito;
  • ansia che dura giorni, scaturita dalla sensazione di avere una specifica malattia;
  • visite di controllo specialistiche più frequenti della norma, con conseguente temporanea rassicurazione in caso di esito favorevole e accesso al pronto soccorso anche per motivi banali, con la speranza di essere presto visitati e rassicurati.

Chi manifesta questi sintomi si trova a fare i conti con una quotidianità spesso piuttosto difficile perché la preoccupazione per il proprio stato di salute, anche quando non esistono avvisaglie negative, prende il sopravvento. Questo influisce ovviamente sulle relazioni sociali e sui rapporti personali ma chi vive l'ipocondria non deve sentirsi solo, visto che non sono poche le persone a soffrirne.

Il più delle volte questo disturbo si presenta la prima volta durante l'adolescenza o nella prima età adulta e nel corso della vita.

Perché l’ipocondria è diversa dall’ansia?

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l'ipocondria è di rado legata all'ansia, nonostante la sintomatologia sia simile e gli stati ansiosi per essere placati prevedano la messa in atto di azioni compensative, che portano il soggetto di ritrovare la calma, esattamente, all'apparenza come per l'ipocondria.

Non è così però, visto che l'agitazione dell'ipocondria è strettamente legata ad ambiti medici, mentre la semplice ansia può riversarsi su qualsiasi cosa. Inoltre, gli episodi ipocondriaci si manifestano molto spesso in momenti di grande rilassamento, quando si ha l'opportunità di svagarsi, riposarsi e godersi attimi spensierati.

Nei casi più gravi l'ipocondria può essere anche accompagna da altre forti paure di volta in volta diverse a seconda del malessere che si avverte o da fobie specifiche come ad esempio la paura dell'infarto.

 

Esiste anche l'eco-ansia, legata alla paura dei cambiamenti climatici. 

Cosa scatena l’ipocondria?

Non esiste un'unica leva scatenante dell'ipocondria, ma una delle più comuni ha a che fare con una storia familiare dolorosa, in cui la malattia abbia avuto un ruolo centrale, interessando una persona cara e lasciando, inevitabilmente, importanti strascichi emotivi che possono portare persone particolarmente sensibili a sviluppare un rapporto eccessivo con la paura di ammalarsi.

Non sempre però il motivo alla base è questo. A volte la paura delle malattie sopraggiunge come reazione eccessiva alla notizia che qualcuno che si conosce abbia problemi di questo tipo, o cela emozioni e atteggiamenti differenti, come la mania di perfezionismo e il bisogno di controllo.

Come aiutare una persona ipocondriaca?

Stare a fianco di una persona con un disturbo da sintomi somatici o un disturbo da ansia da malattia non è semplice perché il soggetto entra in un tunnel di pensieri negativi dal quale è molto complesso farlo riemergere.

La prima cosa da sapere è che è molto difficile riportare la calma incanalando la conversazione sul piano della razionalità perché il problema è irrazionale. Tuttavia, si possono far notare alcuni particolari che potrebbero dissuadere la persona dal credere di avere una malattia, come ad esempio il fatto che i disturbi che avverte non siano continui ma intermittenti e si presentino solo in determinati giorni, situazioni o a seguito di azioni specifiche.

Non sempre però l'ipocondriaco accetta aiuto, anche se è importante insistere perché se non affrontata si tratta di una condizione fortemente invalidante, che può portare il soggetto ad evitare situazioni convinto di non poterle affrontare a causa del proprio stato di salute.

Quando la situazione si mostra particolarmente seria è importante convincere chi soffre di questo disturbo a rivolgersi a un professionista che possa aiutarlo a prendere il cammino giusto per uscirne.