La clorpromazina è un farmaco antipsicotico appartenente alla classe delle fenotiazine e - come tale - ha attività neurolettica, cioè è in grado di deprimere il sistema nervoso centrale.
La clorpromazina è anche conosciuta come torazina.

Clorpromazina - Struttura Chimica
Fu scoperta dal chimico Paul Charpentier nel 1950, nel tentativo di sintetizzare analoghi della prometazina, una fenotiazina dotata sia di attività neurolettica che antistaminica.
In seguito, il chirurgo francese Laborit e i suoi collaboratori scoprirono la capacità di questo farmaco di potenziare gli effetti dell'anestesia. Essi notarono che la clorpromazina di per sé non produceva perdita di coscienza, ma favoriva la tendenza al sonno e un marcato disinteresse per l'ambiente circostante.
Nel 1952 gli psichiatri Delay e Deniker ipotizzarono che la clorpromazina, non solo fosse un agente capace di risolvere in modo sintomatico agitazione e ansia, ma che potesse avere anche un effetto terapeutico nel trattamento delle psicosi.
Indicazioni
Per Cosa si Usa
L'uso della clorpromazina è indicato per il trattamento di:
- Schizofrenia;
- Stati paranoidi;
- Mania;
- Psicosi tossiche (indotte da amfetamine, LSD, cocaina, ecc);
- Sindromi mentali organiche accompagnate da delirio;
- Disturbi d'ansia gravi e resistenti alla terapia con ansiolitici tipici;
- Depressione accompagnata da agitazione e delirio (in associazione ad antidepressivi);
- Medicazione pre-anestetica;
- Vomito e singhiozzo incoercibili;
- Dolori intensi (in genere, in associazione ad analgesici oppioidi).
Avvertenze
I pazienti trattati con clorpromazina devono essere tenuti sotto controllo medico.
La co-somministrazione di clorpromazina e di altri neurolettici deve essere evitata.
L'uso di clorpromazina in bambini con malattie infettive - o sottoposti a interventi chirurgici - deve essere effettuato con cautela, poiché potrebbe verificarsi un aumento dell'incidenza degli effetti extrapiramidali (sintomi Parkinson-simili).
L'effetto antiemetico della clorpromazina può mascherare i sintomi del sovradosaggio di altri farmaci, l'insorgenza di patologie del tratto digerente o del sistema nervoso centrale.
Il trattamento cronico con clorpromazina può causare discinesie persistenti tardive, perciò tale trattamento dovrebbe essere effettuato solo in pazienti in cui non è possibile intraprendere terapie alternative.
La brusca interruzione della terapia con clorpromazina può provocare la comparsa di sintomi da sospensione.
La clorpromazina può causare l'insorgenza della sindrome neurolettica maligna, in caso di comparsa di tale sindrome, il trattamento deve essere immediatamente interrotto (vedi il paragrafo "Effetti collaterali").
La clorpromazina deve essere usata con cautela in pazienti anziani e in pazienti affetti dalle seguenti condizioni:
- Patologie cardiovascolari;
- Patologie polmonari acute o croniche;
- Glaucoma;
- Ipertrofia prostatica;
- Morbo di Parkinson, poiché la clorpromazina aumenta la rigidità muscolare indotta da tale morbo;
- Ipotensione;
- Pazienti con un'anamnesi famigliare di prolungamento dell'intervallo QT (l'intervallo di tempo necessario al miocardio ventricolare per depolarizzarsi e ripolarizzarsi).
La clorpromazina può causare un aumento dell'ormone prolattina nel circolo sanguigno (iperprolattinemia), perciò, deve essere usata cautela nell'uso del farmaco da parte di pazienti affette da neoplasie mammarie.
A causa degli effetti avversi che la clorpromazina può scatenare, è necessario eseguire controlli periodici per verificare lo stato di salute del sistema nervoso centrale, del midollo osseo, degli occhi, del fegato, dei reni e del sistema cardiovascolare.
Poiché la clorpromazina può causare alterazioni della crasi ematica, è necessario eseguire opportuni controlli per tutta la durata del trattamento.
I pazienti in terapia con clorpromazina che devono essere sottoposti a interventi chirurgici, necessitano di una dose inferiore di anestetici.
La clorpromazina può abbassare la soglia convulsiva e favorire la comparsa di crisi epilettiche. In soggetti affetti da epilessia potrebbe essere necessario un adeguamento della dose di farmaci antiepilettici.
I pazienti in terapia con clorpromazina devono evitare l'esposizione diretta al sole e utilizzare apposite creme protettive.
La clorpromazina può causare iperglicemia, perciò, nei pazienti diabetici potrebbe essere necessario un aggiustamento della dose d'insulina o d'ipoglicemizzanti orali somministrati.
La clorpromazina può compromettere la termoregolazione, perciò il farmaco deve essere somministrato con cautela in soggetti esposti a temperature molto basse o molto alte.
In pazienti affetti da demenza, il trattamento con clorpromazina aumenta il rischio di eventi cerebrovascolari.
Poiché la clorpromazina aumenta il rischio di formazione di coaguli, bisogna far attenzione alla sua somministrazione in pazienti con un'anamnesi - anche famigliare - di disturbi della coagulazione.
La clorpromazina causa sedazione e sonnolenza, perciò si sconsigliano la guida di veicoli e/o l'utilizzo di macchinari.
Interazioni
L'associazione di clorpromazina e di altri deprimenti il sistema nervoso centrale (come, barbiturici, ipnotici, ansiolitici, anestetici, antistaminici e analgesici oppioidi) deve essere effettuata con cautela, in modo da evitare un'eccessiva sedazione dei pazienti.
La co-somministrazione di clorpromazina e litio (farmaco usato per i disturbi bipolari), può diminuire la concentrazione plasmatica di clorpromazina stessa e - allo stesso tempo - aumentare gli effetti extrapiramidali.
La clorpromazina può aumentare l'attività dei farmaci antipertensivi.
I farmaci anticolinergici possono diminuire l'azione antipsicotica della clorpromazina.
L'associazione di clorpromazina e di altri farmaci mielosoppressivi (che sopprimono il midollo osseo) deve essere evitata.
La metrizamide (un composto utilizzato come mezzo di contrasto) aumenta il rischio di convulsioni indotte da clorpromazina.
È sconsigliata l'assunzione di alcool durante la terapia con clorpromazina.
I farmaci anti-Parkinson (come lisuride, pergolide e levodopa) possono antagonizzare l'effetto della clorpromazina.
La somministrazione concomitante di clorpromazina e di antiaritmici aumenta il rischio di aritmie cardiache.
La co-somministrazione di clorpromazina e di antidepressivi triciclici (TCA) aumenta gli effetti antimuscarinici.
La clorpromazina aumenta la concentrazione plasmatica di acido valproico (un antiepilettico).
Altri farmaci che possono interagire con clorpromazina, sono:
- Alcuni antibiotici, come streptomicina ed eritromicina;
- Anticoagulanti, come il warfarin che aumenta la concentrazione plasmatica dell'antipsicotico;
- Antiemicranici, come i derivati dell'ergot e l'eletriptan;
- Antivirali, come il ritonavir (usato per il trattamento dell'HIV) e l'amantadina (usata nel morbo di Parkinson);
- Farmaci usati per il trattamento del morbo di Alzheimer, come il donepezil, la galantamina e la rivastigmina;
- Naltrexone, un antagonista dei recettori oppiacei;
- Tamoxifene, un antitumorale;
- Farmaci che alterano la concentrazione di elettroliti;
- Farmaci inibitori di enzimi epatici, poiché la clorpromazina viene metabolizzata prevalentemente nel fegato.
Effetti Collaterali
La clorpromazina può provocare una lunga serie di effetti collaterali, sebbene non tutti i pazienti li manifestino.
Di seguito sono riportati i principali effetti avversi che possono insorgere in seguito alla terapia con clorpromazina.
Patologie del sistema nervoso
La terapia con clorpromazina può causare:
- Sedazione;
- Sonnolenza;
- Vertigini;
- Insonnia;
- Ansia;
- Irrequietezza;
- Agitazione psicomotoria;
- Euforia;
- Depressione dell'umore;
- Peggioramento dei sintomi psicotici;
- Convulsioni;
- Alterazioni della temperatura corporea;
- Sintomi Parkinson-simili;
- Acatisia (incapacità di stare fermi).
Patologie cardiovascolari
Il trattamento con clorpromazina può causare ipotensione, sincope, aritmie, prolungamento dell'intervallo QT, blocco atrioventricolare, arresto cardiaco e morte improvvisa.
Patologie del sistema emolinfopoietico
La clorpromazina può provocare disturbi del sistema responsabile della sintesi delle cellule del sangue (sistema emolinfopoietico), ciò può causare:
- Anemia (ridotta quantità di emoglobina nel sangue);
- Leucopenia (ridotto numero di globuli bianchi) con conseguente aumentata suscettibilità alla contrazione di infezioni;
- Piastrinopenia (ridotto numero di piastrine) che porta alla comparsa di lividi e sanguinamenti anomali con un aumentato rischio di emorragie.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
La terapia con clorpromazina può causare reazioni d'ipersensibilità e di fotosensibilità che si manifestano sotto forma di orticaria, eczemi e dermatiti esfoliative.
Patologie endocrine
La clorpromazina può causare iperprolattinemia e diminuzione di estrogeni, progesterone e delle gonadotropine ipofisarie.
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
La clorpromazina, nelle donne, può causare ingrossamento e tensione della mammella, amenorrea (mancanza di mestruazioni) e lattazione anormale.
Negli uomini, invece, il farmaco può causare ginecomastia (sviluppo anomalo delle mammelle), impotenza e diminuzione del volume testicolare.
Patologie epatobiliari
La clorpromazina può causare danni epatici e ittero.
Sindrome Neurolettica Maligna
La Sindrome Neurolettica Maligna è un disturbo neurologico caratterizzato da:
- Febbre;
- Disidratazione;
- Rigidità muscolare;
- Acinesia;
- Sudorazione;
- Tachicardia;
- Aritmia;
- Alterazioni dello stato di coscienza che possono progredire fino allo stupore e al coma.
In caso di comparsa di tali sintomi, è necessario interrompere immediatamente la terapia con clorpromazina e contattare il medico.
Altri effetti collaterali
Altri effetti avversi che possono insorgere in seguito alla terapia con clorpromazina, sono:
- Reazioni anafilattiche;
- Trombosi;
- Deficit visivi;
- Danni renali;
- Broncospasmo;
- Laringospasmo.
Sovradosaggio
Non esiste un antidoto specifico contro l'iperdosaggio di clorpromazina. Potrebbe essere utile la lavanda gastrica. I sintomi che possono manifestarsi consistono in un'esacerbazione degli effetti indesiderati. In caso di sospetto sovradosaggio, contattare immediatamente un medico o rivolgersi al più vicino ospedale.
Meccanismo d'azione
La clorpromazina svolge la sua azione antipsicotica bloccando i recettori postsinaptici D2 della dopamina. Inoltre, la clorpromazina ha anche un effetto antistaminico non specifico e ciò causa l'insorgenza di sonnolenza nei pazienti.
Modo d'Uso - Posologia
La clorpromazina è disponibile per la somministrazione orale (os) sotto forma di compresse o gocce orali. Il farmaco è anche disponibile in fiale per la somministrazione intramuscolo (i.m.) o endovenosa (e.v.).
La posologia deve essere stabilita dal medico su base strettamente individuale, in funzione dell'età del paziente, del tipo e della gravità della patologia, della risposta terapeutica e della tollerabilità del farmaco.
Di seguito sono riportate alcune indicazioni sulle dosi abitualmente utilizzate di clorpromazina.
Disturbi psichiatrici
In pazienti ambulatoriali le dosi sono di 30-75 mg di clorpromazina al giorno, per os. Il trattamento può anche essere iniziato per via i.m. con 25 mg di farmaco.
In pazienti ospedalizzati, potrebbero essere necessarie dosi maggiori (sia per os che per via i.m.).
Nei bambini, la dose raccomandata è di 1 mg/Kg di peso corporeo al giorno.
Vomito e singhiozzo incoercibili
La dose è di 25-50 mg di clorpromazina, da somministrarsi 2-3 volte al giorno per via intramuscolare. Una volta raggiunto l'effetto terapeutico - se necessario - la terapia può essere continuata per via orale.
Medicazione pre-anestetica
La dose raccomandata è di 25-50 mg di clorpromazina per via orale; 12,5-25 mg per i.m. o e.v. qualche ora prima dell'intervento.
Gravidanza e Allattamento
La clorpromazina non deve essere somministrata durante il primo trimestre di gravidanza a causa dei possibili danni al feto. Durante il secondo e terzo trimestre, il farmaco dovrebbe essere utilizzato solo qualora il medico lo ritenga assolutamente indispensabile, a causa degli effetti avversi che possono insorgere nel neonato.
La clorpromazina è escreta nel latte materno, perciò, le madri che allattano al seno non devono assumere il farmaco.
Controindicazioni
L'uso di clorpromazina è controindicato nei seguenti casi:
- Ipersensibilità nota alla clorpromazina;
- Stati comatosi, soprattutto quelli causati da alcool, barbiturici, oppiacei, ecc.;
- Pazienti con danno cerebrale sottocorticale;
- Gravi stati depressivi;
- In pazienti affetti da discrasie ematiche;
- In pazienti affetti da patologie epatiche e/o renali;
- In pazienti affetti da feocromocitoma, un tumore che colpisce il surrene;
- Miastenia grave, una patologia della placca neuromuscolare;
- In pazienti affetti da epilessia non trattata;
- Nella prima infanzia;
- Nel primo trimestre di gravidanza e durante l'allattamento.