Cisti ovariche: quali sono i sintomi e quando sono pericolose?

Cisti ovariche: quali sono i sintomi e quando sono pericolose?
Ultima modifica 13.06.2024
INDICE
  1. Cosa sono le Cisti Ovariche?
  2. Quali sono le cause?
  3. Quali sono i sintomi?
  4. Quali esami servono per la diagnosi?
  5. Come si curano?
  6. Qual è la prognosi?
  7. Come si prevengono?

Cosa sono le Cisti Ovariche?

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Le cisti ovariche sono sacche ripiene di materiale liquido o solido, che si formano internamente o esternamente alle ovaie.

Nel corso della loro vita, molte donne sviluppano una o più cisti ovariche. La presenza di queste, però, non è sempre associata a una sintomatologia o a problemi di salute; inoltre, molte cisti si risolvono spontaneamente senza trattamenti particolari.

Questo articolo intende analizzare quando le cisti ovariche rappresentano un problema, quali sono gli eventuali sintomi che le caratterizzano e quando serve una terapia specifica. 

Quanto sono comuni le Cisti Ovariche?

La comparsa di cisti ovariche è un evento molto frequente.

Secondo una statistica anglosassone, infatti, se si potesse sottoporre contemporaneamente un numero cospicuo di donne a un esame ecografico della zona pelvica, risulterebbe che quasi tutti i soggetti in età fertile, e almeno il 20% oltre la menopausa, presentano una o più cisti ovariche.

Ma quante di queste donne accusano sintomi o disturbi collegati alle cisti?

In base alla medesima ricerca, nell'arco della loro vita solo 4 donne su 100 manifestano problemi legati alla presenza di cisti ovariche.

Cosa sono le ovaie?

Le ovaie (al singolare ovaia, ma anche ovaio od ovario) sono le gonadi femminili.

Le gonadi rappresentano una parte fondamentale dell'apparato riproduttivo umano, in quanto sono le ghiandole che producono i gameti, ovvero le cellule sessuali.
In numero di due e di forma simile a un fagiolo, le ovaie svolgono due funzioni:

Ciascuna ovaia è situata ai lati dell'utero.

L'utero è l'organo dell'apparato genitale femminile deputato ad accogliere e a nutrire, per tutto l'arco della gravidanza, la cellula uovo fecondata (cioè l'embrione prima e il feto poi).

Quali sono le cause?

Perché si formano le cisti ovariche?

Nella maggior parte dei casi, le cisti ovariche sono fenomeni fisiologici, dipendenti dal ciclo mestruale.

Più raramente, sono l'effetto di un processo tumorale o di altre condizioni morbose.

Alla luce di ciò, le cisti ovariche sono distinte in due categorie:

  • Le cisti funzionali. Sono la versione più comune delle cisti ovariche. Si devono a un processo fisiologico; pertanto, sono considerate del tutto innocue.
  • Le cisti patologiche (o non funzionali). Rientrano in tale categoria le cisti che insorgono a causa di un tumore, benigno o maligno, e quelle che si formano in occasione di determinate patologie, come l'endometriosi o la sindrome dell'ovaio policistico.

Cisti Ovariche funzionali

Esistono tre tipi di cisti ovariche funzionali:

  • Le cisti follicolari. La cellula uovo si forma all'interno di una struttura protettiva, chiamata follicolo. Non appena la cellula uovo è matura, quindi pronta per un'eventuale fecondazione, si innesca un segnale ormonale che determina la rottura del follicolo e la fuoriuscita della stessa cellula uovo in direzione delle tube di Falloppio e dell'utero. In alcune circostanze, questo meccanismo non avviene in maniera perfetta e l'uovo rimane confinato all'interno del follicolo, il quale si riempie di liquido e forma una cisti follicolare. Le cisti follicolari sono, in assoluto, le cisti ovariche più comuni e non causano quasi mai disturbi. La loro risoluzione, che non richiede alcun trattamento, avviene in genere nel giro di qualche settimana (due o tre cicli mestruali).
  • Le cisti luteali (o cisti luteiniche). Il follicolo, dopo aver espulso la cellula uovo, prende il nome di corpo luteo. Talvolta, l'apertura dalla quale è fuoriuscita la cellula uovo può richiudersi, trattenendo al proprio interno fluidi di varia natura e sangue. In queste occasioni, si forma una cisti luteale. Le cisti luteali, rispetto alle cisti follicolari, sono meno comuni ma più pericolose: possono, infatti, rompersi improvvisamente e dar luogo a dolorose emorragie interne. La loro risoluzione spontanea richiede in genere qualche mese.
    Le cisti luteali sono particolarmente frequenti durante la gravidanza.
  • Le cisti tecali. Le cisti tecali si formano a partire dalle cellule tecali che costituiscono il follicolo per effetto della gonadotropina corionica, un ormone prodotto durante la gravidanza. Sono meno comuni sia delle cisti follicolari sia delle cisti luteali.
Dimensioni delle cisti funzionali
Cisti follicolari

In media, hanno un diametro di circa 2,5 cm

Cisti luteali In media, hanno un diametro di circa 3 cm

Cisti Ovariche patologiche (o funzionali)

Le principali cisti patologiche (o non funzionali) sono:

  • Le cisti dermoidi. Le cisti dermoidi si sviluppano a partire dalle cellule che producono l'ovocita durante la vita embrionale. Per questo motivo, al loro interno è possibile rintracciare porzioni di tessuti umani che ricordano capelli, ossa, adipe, denti o sangue. Le cisti dermoidi possono assumere dimensioni importanti e raggiungere anche i 15 centimetri di diametro; quando la cisti dermoide è molto grande e causa un'alterazione della normale anatomia di ovaie e utero, può rendersi necessario un intervento chirurgico per rimuoverla. Le cisti dermoidi sono tumori benigni che assai di rado diventano maligni.
    Sono le cisti non funzionali più frequenti tra le donne sotto i 40 anni.
  • I cistoadenomi. Sono tumori benigni che crescono sulla superficie esterna delle ovaie e che possono contenere (in quanto cisti) acqua o muco. Se racchiudono acqua, si parla di cistoadenomi sierosi, mentre se racchiudono muco si parla di cistoadenomi mucinosi.
    I cistoadenomi sierosi non raggiungono solitamente grandi dimensioni e non causano disturbi particolari; i cistoadenomi mucinosi, invece, possono accrescersi notevolmente e toccare anche i 30 centimetri di diametro.
    Un cistoadenoma mucinoso di grandi dimensioni può spingere sul tratto di intestino adiacente o sulla vescica, causando episodi di indigestione o minzione frequente; inoltre, è possibile che si rompa o che ostruisca l'afflusso di sangue diretto alle ovaie.
    La conversione di un cistoadenoma benigno in un tumore maligno è un evento molto raro.
    Sono le cisti non funzionali più diffuse tra le donne sopra i 40 anni.
  • Le cisti dovute a endometriosi (o endometriomi). L'endometriosi è una malattia caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale al di fuori della sua sede naturale, che è l'utero. In alcune donne, però, può contraddistinguersi anche per la comparsa di cisti ovariche ripiene di sangue.
  • Le cisti dovute alla sindrome dell'ovaio policistico. La sindrome dell'ovaio policistico (o policistosi ovarica) è una condizione morbosa caratterizzata da ovaie ingrandite e ricoperte da tante piccole cisti. A determinarne la comparsa è, di solito, uno squilibrio nella produzione degli ormoni ovarici (cioè prodotti dalle ovaie) e ipofisari (cioè prodotti dall'ipofisi).

Quali sono i sintomi?

Nella maggior parte dei casi, le cisti ovariche sono asintomatiche.

Tuttavia, quando accade che:

  • Raggiungono grandi dimensioni e/o
  • Si rompono, rilasciando il loro contenuto e/o
  • Bloccano l'afflusso di sangue diretto alle ovaie (condizione nota col termine di torsione ovarica o torsione dell'ovaio)

è possibile che compaiano i seguenti segni e sintomi:

  • Dolore pelvico. Può essere sordo, se la cisti ovarica è grande ma ancora intatta, oppure acuto e improvviso, se la cisti ovarica si è rotta. Talvolta, la sensazione dolorosa viene avvertita anche a livello della schiena e delle cosce.
  • Dolore pelvico durante i rapporti sessuali.
  • Difficoltà a svuotare completamente l'intestino.
  • Necessità di urinare spesso. È dovuta al fatto che la cisti ovarica preme costantemente sulla vescica.
  • Variazioni del normale ciclo mestruale.
  • Senso di pesantezza e gonfiore a livello addominale.
  • Indigestioni ricorrenti e senso di pienezza anche dopo pasti leggeri.
  • Giramenti di testa, vomito e senso di vuoto nella testa.
  • Senso di stanchezza persistente.

Cisti Ovariche: quando preoccuparsi?

Se una donna avverte i sopraccitati disturbi (in particolare il dolore pelvico accompagnato dal senso di vomito), è bene che contatti immediatamente il proprio medico curante, per fissare una visita di controllo.

Sebbene le cisti ovariche pericolose siano poco frequenti, è infatti meglio non rischiare e ricorrere a tutte le precauzioni del caso.

Cisti Ovariche: quali sono le complicanze?

Le complicazioni legate alla presenza di cisti ovariche si devono alla loro rottura (che può dar luogo a un'emorragia interna) e alla torsione delle ovaie (perché quest'ultime ricevono poco sangue).

Quali esami servono per la diagnosi?

La maggior parte delle cisti ovariche asintomatiche (cioè che non provocano sintomi o disturbi) passa inosservata (quindi la paziente non se ne accorge) o viene diagnosticata per caso, dopo un esame pelvico o un'ecografia di routine.

Quando invece le cisti sono sintomatiche è opportuno approfondire sempre la natura del problema e sottoporsi a un controllo specialistico presso un ginecologo.

Visita ginecologica

Durante la visita ginecologica il medico chiede alla paziente di descrivere i sintomi in atto, ne indaga la storia clinica, valuta eventuali ecografie sospette ed esegue un accurato esame vaginale.

Se la paziente non ha ancora svolto un'ecografia, il ginecologo ne prescriverà sicuramente l'esecuzione. Inoltre, prescriverà lo svolgimento di un esame del sangue specifico per il marker tumorale CA125.

Esami specialistici

Ecografia

È possibile svolgere due tipi di ecografia: transaddominale e/o transvaginale.
L'ecografia transaddominale si esegue passando la sonda ecografica sull'addome della paziente; in questo modo mostra sia l'utero che le ovaie, ma non sempre è esauriente.
L'ecografia transvaginale, invece, si effettua introducendo la sonda ecografica all'interno della vagina; in questo modo, mostra in maniera dettagliata gli organi pelvici di interesse.

Esami del sangue e ricerca specifica del marker tumorale CA125

Le cisti ovariche formatesi per effetto di un processo tumorale maligno si contraddistinguono per l'alta presenza, nel sangue, di una proteina chiamata CA125. Pertanto, con un esame specifico del sangue, il medico misura i livelli di CA125, per sincerarsi dell'esatta natura della cisti ovarica riscontrata.
Tuttavia, bisogna precisare che non sempre un livello elevato di CA125 è dovuto a una cisti ovarica maligna: ad esempio, può essere connesso a patologie del tutto diverse, come l'endometriosi, la malattia infiammatoria pelvica o la tubercolosi.

Cisti Ovariche: quali caratteristiche osserva il ginecologo?

I ginecologi alle prese con le cisti ovariche osservano:

  • La forma: è irregolare oppure no?
  • Le dimensioni: la presenza di sintomi è legata alla grandezza delle cisti
  • La composizione: la cisti contiene materiale liquido o solido? O entrambi? La presenza di materia solida potrebbe voler dire che la cisti è maligna, pertanto occorre svolgere degli ulteriori esami di accertamento.

Come si curano?

Le cisti ovariche asintomatiche e prive di pericolosità non richiedono alcun trattamento, in quanto si risolvono spontaneamente nel giro di poche settimane o pochi mesi.

Le cisti sintomatiche, invece, richiedono molte più attenzioni, un monitoraggio costante e, se di grandi dimensioni o di natura maligna, un trattamento di tipo chirurgico.

I parametri che il medico prende in considerazione, per stabilire la cura più adeguata, sono tre:

  • La grandezza della cisti;
  • La gravità dei sintomi in atto;
  • L'età della paziente, perché secondo vari studi le cisti ovariche maligne sono più frequenti tra le donne che hanno superato la menopausa.

Cisti Ovariche e sorveglianza attiva

Poiché la maggior parte delle cisti ovariche è temporanea e si risolve spontaneamente, prima di prendere in considerazione un intervento chirurgico i medici consigliano di attendere qualche settimana; durante quest'arco di tempo, l'andamento della situazione viene monitorato con regolari visite ginecologiche ed almeno due o tre esami ecografici a distanza di qualche settimana l'uno dall'altro.

Se non si osserva alcun miglioramento, il medico è tenuto a vagliare altri approcci terapeutici, conservativi e non.

Cisti Ovariche e pillola: perché si dà e per quanto tempo?

In presenza di alcuni tipi di cisti, potrebbe risultare utile la pillola anticoncezionale, la quale permette di controllare le fluttuazioni ormonali.

Grazie alla pillola, è possibile ridurre le dimensioni di una cisti, fino a farla scomparire.

In questi frangenti, la durata dell'assunzione della pillola varia da paziente a paziente; in genere, 3-6 mesi sembra essere una tempistica sufficiente a sortire gli effetti sperati.

Quando e come si tolgono le Cisti Ovariche?

Una cisti ovarica richiede l'intervento di rimozione chirurgica se:

  • È di dimensioni importanti,
  • Provoca gravi sintomi e/o
  • È maligna o c'è il forte sospetto che lo sia.

Se la cisti è benigna e la paziente è ancora in età fertile, l'operazione interesserà soltanto la cisti (cistectomia ovarica); se invece la cisti è molto grande o forse maligna o se la paziente non è più fertile (quindi ha superato la menopausa), allora l'operazione interesserà l'intero ovaio malato (ovariectomia).

Le tecniche chirurgiche a disposizione del medico operante sono due:

  • Laparoscopia. Riservata alle pazienti con cisti di natura benigna dalle dimensioni rilevanti ma non eccessive, la laparoscopia è una procedura chirurgica minimamente invasiva, ideale per gli interventi di cistectomia ovarica.
  • Laparotomia. Indicata alle pazienti con cisti molto grandi e/o maligne (o presunte tali), è una procedura chirurgica altamente invasiva, in quanto il chirurgo, per poter rimuovere completamente la cisti, deve praticare un'importante incisione sulla pancia.
    In genere, la rimozione interessa tutto l'ovaio, anche se nei casi di tumore benigno è possibile limitarsi all'eliminazione della sola cisti.
    Una volta conclusa l'operazione, l'incisione viene richiusa con dei punti di sutura.
    L'ovaio malato (se rimosso a causa di un sospetto tumore maligno) viene consegnato a un medico specializzato in patologia, per le analisi di laboratorio. Quest'ultime (se confermano la presenza di un tumore maligno) permettono di stabilire il grado di malignità tumorale e la terapia chemioterapica da adottare.
Per approfondire: Ovariectomia: come si esegue e quali sono le conseguenze?

Cisti Ovariche: quando servono l'ovariectomia bilaterale e l'isterectomia?

La presenza di una cisti ovarica maligna impone ai chirurghi di rimuovere, oltre all'ovaio malato, anche l'ovaio sano (ovariectomia bilaterale) e l'utero (isterectomia).

Questo duplice intervento è altamente invasivo e compromette in modo definitivo la fertilità di una donna non ancora in menopausa (quindi potenzialmente ancora in grado di concepire).

Per le donne in età fertile che vengono sottoposte all'asportazione delle ovaie e dell'utero, si parla di "menopausa chirurgica"

Cisti Ovariche: quando contattare il medico dopo la chirurgia?

Dopo un intervento di laparoscopia o di laparotomia, è abbastanza normale avvertire dolore in corrispondenza della zona pelvica.
Non è normale, però, che:

  • La sensazione dolorosa peggiori, anziché migliorare;
  • Si verifichino gravi perdite di sangue;
  • La paziente abbia febbre alta;
  • Dalla vagina della paziente fuoriesca un liquido maleodorante.

In presenza di uno o più di questi sintomi, è opportuno rivolgersi immediatamente al proprio medico.

Cisti Ovariche: cosa fare in caso di dolori forti?

In caso di forti dolori alla zona pelvica, il medico consiglia di assumere degli antidolorifici, come il paracetamolo, e degli antinfiammatori, come i FANS (ibuprofene).
Inoltre, indica alcuni rimedi lenitivi, come applicare una borsa di acqua calda sullo stomaco o fare dei bagni caldi.

Qual è la prognosi?

Per la maggior parte delle donne con cisti ovariche, la prognosi è positiva, in quanto la comparsa di una cisti è quasi sempre priva di conseguenze spiacevoli.
Se, però, la cisti ha richiesto il ricorso alla chirurgia, le cose sono decisamente diverse: bisogna considerare, innanzitutto, il motivo che ha spinto all'operazione e, in secondo luogo, il tipo di intervento adottato; infatti, se è vero che la cistectomia ovarica e l'ovariectomia unilaterale non pregiudicano la fertilità di una donna potenzialmente ancora in grado di procreare, lo stesso non può dirsi per l'ovariectomia bilaterale e l'isterectomia.

Come si prevengono?

Prevenire la comparsa di cisti ovariche è impossibile.

Tuttavia, sottoponendosi a regolari ecografie della zona pelvica e a regolari controlli ginecologici, è possibile diagnosticare precocemente molte anomalie che possono svilupparsi a livello dell'apparato genitale femminile (quindi non solo in corrispondenza delle ovaie, ma anche ai danni di utero, tube e vagina).

Inoltre, è buona norma fare attenzione a qualsiasi stranezza del ciclo mestruale (irregolarità, dolori intensi, perdite di sangue eccessive ecc.) che tenda a ripetersi per almeno due o tre cicli consecutivi: ciò può essere, infatti, un segno dovuto alla presenza di una cisti ovarica.

 

Autore

Dott. Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza