Cellule Staminali e Sclerosi Multipla: il Trapianto funziona?
Ultima modifica 31.03.2022
INDICE
  1. Introduzione
  2. Cellule Staminali Ematopoietiche
  3. Trapianto Autologo
  4. Come Funziona
  5. Indicazioni
  6. Risultati
  7. Effetti Avversi
  8. Altri articoli su 'Sclerosi Multipla'

Introduzione

Cos’è la Sclerosi Multipla?

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Questo articolo si occuperà di analizzare una promettente, ma non ancora approvata, terapia per la sclerosi multipla, che si basa sul trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche.

Prima però è doveroso rivedere brevemente cos'è la sclerosi multipla, anche nota come sclerosi a placche e semplicemente con la sigla SM.

La sclerosi multipla è una malattia cronica invalidante, che colpisce il sistema nervoso centrale (encefalo, midollo spinale, nervi ottici).

Più esattamente, è responsabile di demielinizzazione: danneggia, infatti, la mielina e ne causa la perdita.

La sclerosi multipla è una patologia infiammatoria, che insorge principalmente a seguito di una reazione autoimmune anomala (il cui bersaglio è appunto la mielina), ma anche per effetto di una combinazione di fattori genetici e ambientali.

Esistono varie forme di sclerosi multipla: alcune si caratterizzano per un'alternanza fra ricadute e remissioni (ossia il paziente peggiora e poi recupera), mentre altre si contraddistinguono per un graduale declino senza mai recuperi (cioè il paziente sta sempre peggio); occorre precisare che in molti, ma non tutti, i pazienti con la forma caratterizzata da remissioni la malattia evolve diventando progressiva.

Colpendo la mielina (ossia il rivestimento delle fibre nervose che ha un ruolo chiave nella trasmissione del segnale nervoso), la sclerosi multipla si manifesta con sintomi di natura neurologica, quali parestesie (formicolio, intorpidimento ecc.), debolezza e stanchezza muscolare, atassia, emiparesi, disturbi visivi, dolore, disturbi vescicali e intestinali ecc.

Attualmente, non esiste una cura capace di guarire dalla sclerosi multipla; i malati, però, possono contare su diversi trattamenti, farmacologici e non, in grado di rallentare il decorso della malattia e/o alleviare la sintomatologia.

Cos'è la Mielina?

Anche nota come guaina mielinica, la mielina è il rivestimento costituito dalla membrana plasmatica di oligodendrociti e cellule di Schwann che avvolge e protegge le fibre nervose e che ha un ruolo chiave nella trasmissione del segnale nervoso tra le varie componenti del sistema nervoso centrale.

Per approfondire: Sclerosi Multipla: Cause, Sintomi e Cure

Cellule Staminali Ematopoietiche

Cosa sono le CSE?

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Abbreviate con la sigla CSE o HSC (in inglese), le cellule staminali ematopoietiche sono i precursori delle cellule del sangue e del sistema immunitario; da esse, infatti, derivano globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, tramite un processo che prende il nome di ematopoiesi (da cui il termine "ematopoietiche" ossia che "che producono sangue").

Le CSE sono cellule pluripotenti, non ancora differenziate, che in un certo senso devono ancora decidere cosa diventare.

Proprio per queste peculiarità – la pluripotenza e la non differenziazione – sono ormai da diversi anni oggetto di studio come potenziali terapie nella lotta ai tumori ematologici (linfomi e leucemie), ma non solo; studi, infatti, hanno dimostrato che, se opportunamente stimolate, le cellule staminali ematopoietiche possono dare origine a tutti i diversi tipi di tessuti: dal sangue alla pelle, dal cuore al fegato, dal cervello ai muscoli e così via.

Dove Si Trovano le Cellule Staminali Ematopoietiche?

Nell'essere umano, le cellule staminali ematopoietiche si trovano nel midollo osseo, un tessuto molle che occupa principalmente i canali interni delle ossa lunghe e la fascia centrale delle ossa piatte.

Particolarmente ricche di midollo osseo sono le ossa della pelvi (creste iliache), il femore e lo sterno.

Altre fonti di cellule staminali ematopoietiche sono il cordone ombelicale e, seppur in misura esigua, il sangue periferico.

Cosa sono le Terapie con Cellule Staminali?

Le terapie con cellule staminali ematopoietiche nascono con l'obiettivo di sostituire o riparare cellule o tessuti danneggiati, ma possono servire anche a prevenire i danni iniziali (sempre a un tessuto) o a evitarne la progressione.

Tutto ciò è possibile grazie al loro stato di immaturità, che ne consente la differenziazione in qualsiasi tipo di cellule desiderata.

Trattamenti a base di cellule staminali ematopoietiche possono comportare il trapianto delle stesse cellule oppure la somministrazione di farmaci particolari, che stimolano le CSE già presenti a funzionare meglio.

Nel caso di una malattia come la sclerosi multipla, la modalità di utilizzo studiata e applicata attualmente è quella che prevede il trapianto.

Trapianto Autologo

Cos'è il Trapianto Autologo?

Il concetto di trapianto è chiaro ai più: significa la sostituzione di un organo o un tessuto non più funzionante con un organo o un tessuto che, al contrario, è sano e funziona.
I trapianti, in genere, coinvolgono un donatore (colui che dona l'organo o il tessuto funzionante) e un ricevente (colui che necessita dell'organo o del tessuto funzionante).

Autologo, invece, sta a indicare che il ricevente del trapianto è anche il donatore.

I trapianti autologhi presentano l'importante vantaggio di annullare il rischio di rigetto (dell'organo o del tessuto), questo perché il paziente riceve qualcosa che appartiene a sé stesso e che il sistema immunitario non riconosce come estraneo.

Trapianto Autologo di Cellule Staminali Ematopoietiche per la Sclerosi Multipla

Il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche potrebbe rappresentare in futuro un'ulteriore terapia nella lotta alla sclerosi multipla.

Il condizionale è d'obbligo perché, allo stato attuale, non esistono ancora trattamenti con cellule staminali approvati per la gestione terapeutica della sclerosi multipla.

Tutte le conclusioni relative a queste terapie – che sono promettenti – provengono da studi sperimentali, che hanno coinvolto pazienti selezionati che hanno accettato di sottoporsi a tali trattamenti.

Nei prossimi paragrafi, l'articolo approfondirà aspetti come indicazioni, funzionamento, risultati e rischi.

Come Funziona

Come Funzionano le Cellule Staminali?

Il trapianto autologo di cellule staminale ematopoietiche nei pazienti con sclerosi multipla ha l'obiettivo di reimpostare il sistema immunitario, per impedire che quest'ultimo attacchi il sistema nervoso centrale.

Protagonista dell'intera strategia terapeutica è l'immaturità immunologica delle CSE, che permette loro di differenziarsi in qualsiasi cellula del sangue e poi riprodursi, così da riuscire a ripristinare anche il sistema immunitario.

Si ricorda che è la sclerosi multipla scaturisce da un cattivo funzionamento del sistema immunitario: è da qui che nasce l'idea di resettarlo, per crearne uno ex novo tramite la capacità di differenziazione delle cellule staminali ematopoietiche.

In Cosa Consiste il Trapianto di Cellule Staminali Ematopoietiche?

Il primo passaggio consiste nel prelevare le cellule staminali ematopoietiche del paziente stesso, nel sottoporle a specifici trattamenti e nel conservarle per gli step successivi.

Al prelievo delle CSE segue il cosiddetto condizionamento, ossia la fase dedicata alla demolizione del sistema immunitario malfunzionante.
Il condizionamento prevede di sottoporre il paziente a un ciclo di chemioterapia.
È un momento chiave della procedura, perché rappresenta il punto di partenza per poter reimpostare il sistema immunitario.

Conclusa la chemioterapia, c'è l'ultimo passaggio: l'infusione delle cellule staminali ematopoietiche.

Le CSE possiedono la straordinaria capacità di "capire" cosa non va e cosa è danneggiato, e di agire di conseguenza, andando a ripopolare le varie componenti del sistema immunitario.

Nell'apprendere che trova impiego un ciclo di chemioterapia, i lettori avranno certamente dedotto che si sta parlando di una terapia non esente da effetti avversi.

Il punto focale del condizionamento è: abbattere il sistema immunitario difettoso per permettere il suo reset, tramite la successiva infusione di cellule staminali ematopoietiche.

Indicazioni

Chi può Fare il Trapianto di Cellule Staminali?

Il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche è attuabile (in quanto efficace) solo su pazienti selezionati, in cui la malattia presenta determinate caratteristiche.

Nello specifico, il trattamento ha dimostrato di essere significativamente efficace nei soggetti con sclerosi multipla che:

  • Hanno frequenti ricadute e, alla scansione tramite risonanza magnetica (RM), presentano lesioni nuove e attive (segno di infiammazione in corso);
  • Sono agli esordi della malattia;
  • Non hanno disabilità significativa (misurata in base alla scala clinica EDSS).

A ciò occorre aggiungere poi che potrebbero trarre beneficio dal trapianto di cellule staminali anche i malati con forme progressive di sclerosi multipla che causano ancora focolai di infiammazione attiva.

A Chi Non Serve il Trapianto Autologo di Cellule Staminali?

Il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche non è attuabile, perché non riscuote benefici significativi, nei pazienti con sclerosi multipla progressiva avanzata, non più soggetta a ricadute o che non presenta segni di infiammazione attiva alle scansioni tramite risonanza magnetica.

In queste circostanze particolare, le cellule staminali non sono in grado di riparare i danni provocati dalla malattia.

Risultati

Trapianto Cellule Staminali nella Sclerosi Multipla Recidivante

Nei pazienti con sclerosi multipla recidivante con remissione (cioè quella che alterna ricadute e remissioni), il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche ha dimostrato di ridurre il numero di ricadute.

Inoltre, in alcuni malati, ha indotto una stabilizzazione o un miglioramento dei sintomi e della disabilità; in merito a ciò, tuttavia, occorre precisare che i miglioramenti non si sono dimostrati duraturi nel tempo.

Altri risultati

Da uno studio randomizzato condotto su 110 malati di SM recidivante, di cui la metà sottoposta a trapianto di CSE e l'altra metà a farmaci modificanti la SM, è emerso che:

  • Il 99% dei trattati con cellule staminali non ha avuto ricadute nell'anno successivo al trattamento; per contro, nell'altro gruppo di pazienti si sono verificate, nello stesso arco temporale, 39 ricadute;
  • Il 94% dei pazienti sottoposti a trapianto non ha subìto peggioramenti a livello di disabilità nei successivi 3 anni dal trattamento; nell'altro gruppo, soltanto il 40% dei malati non è peggiorato nello stesso arco temporale;
  • I punteggi EDSS sono migliorati per i pazienti trattati con cellule staminali, mentre sono peggiorati per quelli dell'altro gruppo.

Trapianto Cellule Staminali nella Sclerosi Multipla Progressiva

Nei pazienti con sclerosi multipla progressiva, il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche ha riscosso risultati incoraggianti quando il trattamento ha avuto inizio nella fase precoce della malattia e quando, alla scansione tramite risonanza magnetica, erano ancora presenti segni di infiammazione attiva.

Ci sono evidenze che, in alcuni soggetti con SM progressiva, il trapianto autologo di CSE può rallentare la velocità con cui peggiora la malattia.

Per contro, il trattamento ha dimostrato ampiamente di non funzionare negli individui con sclerosi multipla progressiva che non mostra più segni di infiammazione e che presenta un alto grado di disabilità.

Effetti Avversi

Quali sono i Rischi del Trapianto di Cellule Staminali?

Il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche presenta un rischio di effetti collaterali decisamente superiore a quello imputabile ai farmaci modificanti la sclerosi multipla; tra l'altro, nel complesso, gli effetti avversi del trapianto anche più seri dal punto di vista clinico.

Entrando più nei dettagli, tra i potenziali effetti collaterali del trapianto autologo di CSE nei pazienti con sclerosi multipla figurano:

Inoltre, non bisogna dimenticare la chemioterapia – che è una parte fondamentale della metodica – e i rischi connessi alla sua attuazione: in pazienti con un'elevata disabilità, i chemioterapici e il successivo trapianto hanno dimostrato di fare più male che bene.

Infine, un ultimo dato doveroso: in pazienti anziani e dalla salute fortemente compromessa, il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche per il trattamento della sclerosi multipla potrebbe risultare fatale.

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Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza