Candida vaginale: quali sono i sintomi e come curarla
Cos'è la candida vaginale?
Anche nota come candidosi vaginale o candida vulvovaginale, la candida vaginale è un'infezione fungina (micosi), dovuta a Candida spp. (di solito Candida albicans), che colpisce le donne e che causa irritazione e infiammazione nei pressi della vagina (vaginite).
La candida vaginale è un esempio di vaginite micotica.
Per approfondire: Cos'è la candida?Cos'è la candida?
La candida (o candidosi) è l'infezione fungina provocata dal fungo del genere Candida spp.
In particolare, nell'essere umano, è dovuta perlopiù a Candida albicans, una specie naturalmente presente nel corpo umano e amante degli ambienti umidi e caldi, come la bocca, la gola, l'esofago, il tratto gastrointestinale e i genitali (vagina, nella donna, e glande, nell'uomo).
Alla luce di quanto detto, quindi, possono sviluppare la candidosi non solo le donne, ma anche gli uomini.
Per approfondire: Candida maschile: quali sono i sintomi e come si prende?Classificazione della Candida spp.
Candida albicans è un fungo saprofita (cioè che si nutre di materiale in decomposizione), appartenente alla famiglia dei saccaromiceti.
I saccaromiceti sono degli organismi unicellulari particolari, che vivono in colonie e che rientrano nella categoria dei cosiddetti lieviti (esattamente come Saccharomyces cerevisiae, il lievito utilizzato per il pane).
Quali sono i sintomi?
I tipici sintomi e segni della candida vaginale sono:
- Dolore e prurito a livello della vulva (entrata della vagina);
- Dolore o fastidio durante i rapporti sessuali (dispareunia);
- Dolore pungente o bruciore durante la minzione (disuria);
- Secrezioni bianche e inodori, dense o acquose, simili al formaggio cagliato.
Inoltre, se la candida vaginale comporta anche un'infiammazione dell'area genitale, il quadro sintomatologico si arricchisce di ulteriori manifestazioni, quali:
Quali sono i rischi in gravidanza?
In assenza di cure adeguate, la candida vaginale nelle donne incinte rappresenta un fattore di rischio di parto prematuro (o parto pretermine).
Inoltre, in una piccolissima percentuale di donne incinte affette da candida vaginale, l'infezione può trasmettersi al bambino al momento del parto, determinando una condizione nota come candida congenita del neonato (o candida neonatale).
Candida vaginale, quando preoccuparsi?
La comparsa di sintomi sospetti, quali dolore e prurito a livello genitale e dolore durante la minzione e durante i rapporti sessuali, deve indurre a contattare immediatamente il proprio medico di base, il quale con molta probabilità prescriverà una visita specialistica presso un ginecologo.
Principali situazioni in cui, in caso di candida vaginale, è bene contattare il medico:
- Quando è la prima volta che si soffre di candida vaginale;
- Quando la paziente ha meno di 16 anni o più di 60 anni;
- Quando la paziente è incinta o allatta al seno;
- Quando la sintomatologia comprende perdite di liquido maleodorante e/o perdite di sangue;
- Quando la paziente è stata vittima di almeno due episodi di candida vaginale negli ultimi 6 mesi.
Quali sono le cause?
La candida vaginale è conseguenza dell'azione di un fungo opportunista, quale è Candida albicans; questa vaginite micotica, infatti, insorge quando, per colpa di certi farmaci o altre condizioni, i batteri buoni della flora batterica vaginale e il sistema immunitario diventano incapaci di adempiere alle loro funzioni protettive, lasciando piena libertà a Candida albicans di proliferare.
Come si prende la candida vaginale?
Diversi fattori possono compromettere l'efficienza dei meccanismi di difesa preposti al controllo della proliferazione di Candida albicans a livello dei genitali femminili e contribuire alla sviluppo della candida vaginale; tra questi fattori, i più importanti sono:
- Uso improprio di antibiotici. L'abuso di antibiotici comporta l'impoverimento di quella parte di flora batterica deputata a regolare la proliferazione di microrganismi come Candida albicans;
- Cattiva igiene personale. L'asciugatura approssimativa della vagina dopo una doccia o un bagno, crea un habitat umido e caldo, ideale per la proliferazione del fungo Candida albicans;
- Uso di detergenti intimi di cattiva qualità. Saponi e gel-doccia di scarsa qualità possono irritare la vagina e favorire la moltiplicazione fungina;
- Immunodepressione, ovvero difese immunitarie poco efficienti. È una problema che riguarda tipicamente gli anziani, i malati di patologie croniche che minano l'integrità delle difese immunitarie (es: AIDS), chi assume farmaci immunosoppressori ecc.
- Diabete mellito. A favorire la moltiplicazione di Candida albicans sono gli alti livelli di glucosio nel sangue (glicemia alta) tipici del diabete, in quanto rappresentano una fonte di nutrimento molto gradita.
- Gravidanza. Il caratteristico aumento degli estrogeni osservabile nel corso di una gravidanza predispone le donne incinte all'infezione da Candida albicans.
- Uso promiscuo di oggetti contaminati (es: asciugami, biancheria intima ecc.).
Candida vaginale: è una malattia sessualmente trasmessa?
Nonostante ci sia una remota possibilità di trasmissione per via sessuale (in particolare tra uomo e donna), la candida vaginale non è da considerarsi una malattia sessualmente trasmissibile (come per esempio la sifilide o l'herpes genitale).
Quanto è comune?
La candida vaginale è un'infezione molto comune; a riguardo, le statistiche dicono che:
- La candida vaginale figura, assieme alla vaginosi batterica e alla vaginite da Trichomonas, nell'elenco delle prime tre infezioni vaginali più diffuse nella popolazione femminile;
- Annualmente, la candida vaginale è un problema per circa il 20% della popolazione femminile;
- La candida vaginale colpisce almeno una volta nella vita il 75% circa delle donne.
La candida vaginale è più frequente tra le donne in terapia antibiotica, le donne affette da diabete mellito o AIDS e le donne che assumono chemioterapici per la cura del cancro.
Quali esami fare per la diagnosi?
In genere, per la diagnosi di candida vaginale, sono sufficienti un accurato esame obiettivo, durante il quale il medico analizza nei dettagli il quadro sintomatologico, e un'attenta valutazione della storia clinica (o anamnesi) del paziente.
In situazioni particolari, però, può capitare che servano test di laboratorio, quali l'analisi del sangue, l'esame delle urine e il tampone vaginale.
Candida vaginale: quando servono i test di laboratorio?
- Quando persistono dei dubbi sulla natura dell'infezione presente;
- Quando i sintomi della candida vaginale sono gravi o persistono a dispetto delle cure;
- Quando la candida vaginale è, senza chiari motivi, una condizione ricorrente.
Cosa fare in caso di candida vaginale ricorrente?
In genere, le donne che soffrono ripetutamente di candida vaginale sono persone a rischio (es: malate di diabete), consapevoli del motivo alla base della ricorrenza dell'infezione.
Quando non è questo il caso, però, dovrebbero sottoporsi ad accertamenti diagnostici, per scoprire il perché dei ripetuti episodi di candida vaginale; tra gli accertamenti diagnostici indicati, figurano: analisi del sangue, esame delle urine e tampone vaginale.
Cosa fare quando si prende la candida vaginale per la prima volta?
Le donne che sviluppano la candida vaginale per la prima volta devono sottoporsi a un'accurata visita medica, che comprenda, oltre all'osservazione dei sintomi, anche la valutazione della storia clinica.
Le informazioni che emergono dalla storia clinica hanno un'importanza fondamentale per la comprensione dei precisi fattori scatenanti la candidosi vaginale e per la pianificazione del piano terapeutico più appropriato.
Qualora il medico avesse dei dubbi o ritenesse possibile la presenza di una grave malattia favorente non ancora diagnosticata (come per esempio il diabete), ricorrerà con molta probabilità agli esami diagnostici già più volte menzionati, ovvero l'analisi del sangue, l'esame delle urine e il tampone vaginale.
Come si cura?
La cura della candida vaginale si fonda innanzitutto sull'impiego di farmaci antimicotici, ossia medicinali dallo specifico potere anti-fungino; in secondo luogo, prevede un'attenzione particolare per l'igiene personale e l'astensione temporanea dall'attività sessuale.
Candida Vaginale: quali antimicotici usare?
Attualmente, sul mercato, i farmaci antimicotici sfruttabili in presenza di candida vaginale sono presenti in tre formulazioni:
- In crema (antimicotici topici);
- In compressa per uso vaginale (antimicotici a uso vaginali);
- In compressa per uso orale (antimicotici orali).
Antimicotici topici
Gli antimicotici topici per la cura della candida vaginale sono farmaci in forma di crema da spalmare sulle aree genitali coinvolte dall'infezione (vulva e vagina).
Tra gli antimicotici topici in uso in presenza di candida vaginale, si segnalano il clotrimazolo, l'econazolo, il fenticonazolo nitrato, il miconazolo e la nistatina.
A eccezione della nistatina (che è un antibiotico ad azione antimicotica), clotrimazolo, econazolo, fenticonazolo nitrato e miconazolo appartengono alla categoria dei cosiddetti derivati dell'imidazolo (o derivati imidazolici); i derivati del imidazolo sono farmaci antifungini che esplicano il loro potere distruggendo la membrana cellulare dei funghi.
Antimicotici a uso vaginale
Gli antimicotici a uso vaginale per la cura della candida vaginale sono farmaci in forma di compressa da inserire nella vagina.
Tra gli antimicotici a uso vaginale impiegati in presenza di candida vaginale figurano i già citati clotrimazolo, econazolo, fenticonazolo nitrato, miconazolo e nistatina (sono la versione in compresse a uso vaginale di quelli in crema nominati in precedenza).
Possibili effetti collaterali di clotrimazolo, econazolo e fenticonazolo nitrato (sia a uso topico che vaginale): bruciore locale e irritazione cutanea.
Antimicotici orali
Antimicotici orali per la cura della candida vaginale sono farmaci in forma di compressa da ingerire per bocca.
Tra gli antimicotici orali in uso in presenza di candida vaginale spiccano il fluconazolo e l'itraconazolo.
Fluconazolo e itraconazolo appartengono alla categoria dei triazoli; caratterizzati da un potere anti-fungino più forte dei derivati dell'imidazolo, i triazoli agiscono contro alcuni enzimi che i funghi come Candida albicans utilizzano per riprodursi e sopravvivere (in parole più semplici, distruggono delle molecole essenziali alla riproduzione dei funghi).
Possibili effetti collaterali di fluconazolo e itraconazolo: nausea, dolore addominale, diarrea e flatulenza.
Candida vaginale e igiene intima
Porre attenzione all'igiene intime personale rappresenta un tassello fondamentale della cura della candida vaginale.
In tal senso, tra le regole da seguire, si segnalano:
- Uso di detergenti intimi di buona qualità, in modo da non irritare l'area genitale già sofferente;
- Avere l'accortezza, dopo ogni doccia, di asciugare le aree genitali.
Lo sapevi che…
In caso di candida vaginale, per mantenere il più possibile all'asciutto le parti intime, i medici consigliano l'uso di mutande larghe e non comprimenti.
Candida vaginale e attività sessuale
Nonostante l'uso del preservativo impedisca la trasmissione della candida vaginale, i medici consigliano di evitare i rapporti sessuali con il partner per tutta la durata del trattamento e di riprendere solo a guarigione avvenuta.
È da segnalare che il preservativo e il diaframma contraccettivo sono sensibili agli antimicotici topici e agli antimitotici a uso vaginale, dove per sensibili s'intende che potrebbero danneggiarsi; un'eventuale danno a carico di questi metodi di contraccezione potrebbe essere non solo causa di trasmissione della candida vaginale, ma anche di una gravidanza non ricercata.
Come curare la candida vaginale in gravidanza
Prima di assumere qualsiasi farmaco, le donne incinte che sviluppano la candida vaginale dovrebbero consultare il proprio medico curante e il proprio ginecologo, al fine di sapere quale farmaco è più adatto a loro.
In genere, per le donne incinta che soffrono di candida vaginale è prevista una terapia antimicotica a base di clotrimazolo o nistatina in forma di compresse a uso vaginale.
Quali sono le possibili complicanze?
Per alcune donne, la candida vaginale rappresenta una condizione recidivante/ricorrente, ossia che si ripresenta di tanto in tanto; tale situazione non è grave dal punto di vista clinico, però può avere ripercussioni di un certo spessore sulla qualità della vita sessuale della paziente.
Inoltre, se colpisce donne in stato di immunodepressione o con particolari patologie (es: diabete), la candida vaginale può degenerare in una condizione sistemica, nota come candidosi invasiva (o candida invasiva).
La candida invasiva è l'infezione risultante dal passaggio nel sangue del fungo Candida albicans (fungemia o funghemia) e la sua diffusione in organi importanti, come il cuore (endocardite), il cervello (encefalite), gli occhi (endoftalmite) o le ossa (osteomielite).
La candida invasiva può essere fatale per il paziente, pertanto rappresenta un'emergenza medica, a cui bisogna prestare soccorso immediato.
Chi è più a rischio di candida invasiva?
Tra le donne con candida vaginale, sono più a rischio di candidosi invasiva:
- Quelle affette da AIDS. Come il lettore ricorderà, l'AIDS pregiudica l'efficienza delle difese immunitarie;
- Quelle che assumono farmaci immunosoppressori. È il caso, per esempio, delle donne sottoposte a un trapianto d'organo;
- Quelle che si stanno sottoponendo a chemioterapia per la cura di un tumore. I chemioterapici presentano l'effetto collaterale di ridurre l'efficienza del sistema immunitario;
- Quelle affette da diabete mellito. Il diabete favorisce la proliferazione di Candida albicans;
- Quelle che devono ricorrere periodicamente alla dialisi (i cosiddetti dializzati) a causa di un'insufficienza renale;
- Quelle che, complice una certa condizione di salute, devono sottoporsi all'inserimento di un catetere venoso centrale, un presidio medico utilizzato nelle terapie a lungo termine, per somministrare liquidi, farmaci e altre sostanze di cui necessita l'organismo umano in presenza di determinate condizioni.
Lo sapevi che…
Alle persone con diabete o con insufficienza renale che sviluppano la candida, i medici consigliano il ricovero in ospedale, in modo che possano ricevere tutte le cure più efficaci contro l'infezione fungina e contro le complicanze a essa associate.
Come prevenirla?
Per prevenire la candida vaginale, è fondamentale mantenere un equilibrio salutare del microbiota vaginale.
In funzione di ciò, le precauzioni utili sono:
- Non abusare di antibiotici (attenersi alle modalità di somministrazione indicate dal medico curante);
- In presenza di condizioni favorenti la candida (es: diabete, AIDS, immunodepressione da chemioterapici, gravidanza ecc.), avere massima cura dell'igiene personale ed evitare i rapporti sessuali con persone infette da Candida albicans;
- Lavare le parti intime con detergenti di qualità;
- Non eccedere nella pratica delle lavande vaginali;
- Asciugare accuratamente le parti intime, dopo ogni doccia.
Oltre a ciò, si segnala anche l'uso di probiotici specifici; questi vanno intesi come degli integratori che, combinati alle precedenti precauzioni, contribuiscono al mantenimento di una flora batterica beneficiaria a livello vaginale.
Si può guarire?
Se non è una condizione ricorrente e la paziente gode in generale di buona salute, la candida vaginale tende ad avere una prognosi benevola.
Candida vaginale: in quanto tempo si guarisce?
Se il trattamento è tempestivo e adeguato, la candida vaginale guarisce, solitamente, nel giro di 7-14 giorni.
Qualora la candida vaginale persistesse oltre il tempo sopra indicato, è opportuno consultare subito un medico.