Ultima modifica 06.03.2020

Generalità

La biopsia renale è un esame diagnostico che prevede la raccolta di un campione di cellule renali, da sottoporre poi a delle analisi in laboratorio.

Biopsia Renale

Figura: una biopsia renale raffigurata in quest'immagine tratta dal sito: aviva.co.uk

La procedura più comune è la cosiddetta biopsia renale percutanea; trattasi di un esame minimamente invasivo, poiché prevede l'impiego di un ago speciale fatto penetrare attraverso la cute e portato fino al rene.
Poiché la biopsia renale percutanea è controindicata in alcune circostanze, prima di poterla eseguire è necessario sottoporre il paziente ad alcuni esami diagnostici.
Nella maggioranza dei casi, la procedura si rivela sicura e priva di complicazioni. I risultati finali sono particolarmente attendibili e ricchi di informazioni utili per l'inquadramento diagnostico del paziente.

Cos'è la biopsia renale?

La biopsia renale è un esame diagnostico minimamente invasivo, che consiste nella raccolta, e nella successiva analisi, di un campione di cellule renali.

L'analisi non si limita alla semplice osservazione al microscopio delle cellule prelevate, ma prevede anche il loro studio tramite diversi test di laboratorio.
La procedura di biopsia renale più comune, a cui questo articolo fa riferimento, è la cosiddetta biopsia renale percutanea; il termine percutanea sta ad indicare l'utilizzo di un ago speciale, che viene infilato attraverso la pelle, esattamente nel punto dove sono situati i reni.

DOVE SI TROVANO I RENI?

I reni risiedono nella cavità addominale, ai lati delle ultime vertebre toraciche e delle prime vertebre lombari; sono simmetrici e, per forma, ricordano un fagiolo.
Le loro principali funzioni sono:

  • Filtrare le sostanze di rifiuto dannose od estranee, presenti nel sangue, ed eliminarle con l'urina
  • Regolare gli equilibri idro-salini e acido-basedel sangue

Quando si esegue

La biopsia renale si mette in pratica quando il rene o i reni di un individuo funzionano in modo decisamente inadeguato. Scendendo più nel dettaglio, viene solitamente eseguita quando:

  • è difficile interpretare, con esami diagnostici non invasivi, i problemi renali di un individuo;
  • al medico servono ulteriori informazioni per poter pianificare una terapia renale adeguata;
  • il medico ha necessità di misurare, in modo preciso, la progressione della malattia renale in corso; per esempio, in caso di insufficienza renale, una biopsia serve a stabilire l'entità del danno ai reni;
  • il medico vuole conoscere in modo preciso quanto è esteso il danno al rene;
  • occorre chiarire se i trattamenti per una data malattia renale stanno dando gli effetti sperati;
  • il medico vuole capire i motivi di un eventuale rigetto dell'organo in caso di trapianto di rene.

ALTRE MOTIVAZIONI

Talvolta, la biopsia renale può rendersi necessaria anche quando determinati esami del sangue o delle urine sono risultati del tutto anomali. Per esempio, la presenza di sangue o di proteine nelle urine (rispettivamente ematuria e proteinuria), così come un eccesso di prodotti di rifiuto nel sangue, possono giustificare il ricorso ad una biopsia renale.

Rischi

La biopsia renale è una procedura abbastanza sicura. Tuttavia, trattandosi pur sempre di una procedura invasiva, in certi frangenti può comportare alcune complicazioni, come:

  • Emorragie. La perdita di sangue dovuta all'uso dell'ago è la complicanza più comune della biopsia renale: si manifesta con ematuria (cioè sangue nelle urine) e dura pochi giorni. Se dovesse prolungarsi oltre o divenire cospicua, bisogna contattare tempestivamente il medico.
  • Dolore. Avvertire un leggero dolore nel punto in cui è stato infilato l'ago è abbastanza normale e non deve allarmare; solitamente si tratta di una sensazione passeggera.
  • Fistola arterovenosa. Il termine fistola arterovenosa identifica un'anomala connessione tra un'arteria e una vena. In caso di biopsia renale, può venirsi a creare se l'ago, durante la penetrazione, danneggia la pareti di alcuni vasi venosi e arteriosi adiacenti.
    Le fistole arterovenose successive alla biopsia renale si risolvono solitamente da sole e non provocano alcun sintomo particolare.
  • Ematomi infetti. Un ematoma è un accumulo localizzato di sangue, successivo alla lesione di alcuni vasi sanguigni. Anche se capita assai raramente, gli ematomi che si formano dopo una biopsia renale possono "ospitare" dei batteri e infettarsi; quando ciò si verifica, il paziente deve sottoporsi immediatamente a una cura antibiotica e a un drenaggio chirurgico per eliminare il sangue infetto.

CONTROINDICAZIONI

La biopsia renale percutanea è controindicata in caso di:

Preparazione

Prima di eseguire una biopsia renale, il medico è tenuto a stabilire, mediante degli specifici test diagnostici, se il paziente può sottoporsi alla procedura. In caso di dimostrata idoneità, lo stesso medico o un suo assistente illustreranno le linee-guida e le implicazioni fondamentali dell'esame bioptico (che farmaci evitare prima dell'esame, a quando deve risalire l'ultimo pasto ecc.).
Durante questa fase preparatoria il paziente è invitato ad esprimere qualsiasi suo dubbio o timore riguardante la procedura.

ESAMI DIAGNOSTICI PER VALUTARE L'IDONEITà€

I principali test diagnostici per valutare l'idoneità di un individuo alla biopsia renale sono: gli esami del sangue, gli esami delle urine e l'ecografia renale.
Con gli esami del sangue, si valutano gli stati di azotemia e uremia e la capacità coagulativa del sangue (un sangue che coagula poco predispone alle emorragie).
Con gli esami delle urine, invece, si valuta se c'è una qualche infezione nel tratto urinario.
Infine, con l'ecografia renale, si analizza se i reni presentano una qualche anomalia strutturale/anatomica.

QUALI FARMACI NON VANNO ASSUNTI PRIMA DELLA BIOPSIA RENALE?

Se il paziente assume regolarmente antiaggreganti (aspirina) e anticoagulanti (warfarin ed eparina), deve interrompere tali assunzioni almeno due o tre settimane prima della data stabilita per la biopsia renale. In caso contrario, correrebbe il rischio di emorragie gravi che potrebbero essere perfino letali. Per la ripresa delle somministrazioni, bisogna attendere il via libera del medico curante.
Un'altra categoria di farmaci da evitare sono i FANS, ovvero i Farmaci Antinfiammatori Non-Steroidei.

DIGIUNO COMPLETO

Poiché la biopsia renale richiede l'anestesia locale, il paziente deve presentarsi, nel giorno dell'esame, a digiuno completo da almeno 8 ore (in genere dalla sera del giorno precedente).
Per digiuno completo, s'intende sia l'astensione dal cibo solido, sia l'astensione dai liquidi (solo l'acqua è concessa fino a un paio di ore prima).

Procedura

La biopsia renale percutanea, che è a tutti gli effetti un intervento di chirurgia ambulatoriale, si esegue come descritto di seguito. Innanzitutto, il medico fa coricare il paziente a pancia in giù, su un lettino da sala operatoria.


N.B: un paziente a cui è stato trapianto il rene viene fatto coricare a pancia in su, perché il rene sostitutivo viene impiantato anteriormente rispetto alla posizione classica.


Ago da biopsia renale

Figura: un ago da biopsia renale (dal sito: medind.nic.in)

Ecografia Biopsia renale

Figura: immagine ecografica di una biopsia renale. L'ago è evidenziato dalle tre frecce (dal sito: indianjnephrol.org)

Quindi, con l'aiuto di un ecografo (o di una TAC), il medico identifica sulla schiena della persona esaminata il punto esatto dove infilare l'ago (N.B nei trapiantati di rene, la stessa operazione viene fatta sull'addome).
Segnata la zona, la disinfetta e vi inietta i farmaci per l'anestesia locale. Non appena l'anestetico è entrato in circolo, il medico esegue una piccola incisione sulla zona segnata e vi infila l'ago; per non commettere errori durante l'introduzione dell'ago, si avvale del "solito" ecografo, usato anche in precedenza.
Una volta che ha posizionato l'ago e che è pronto per aspirare le cellule renali, il medico chiede al paziente di trattenere il respiro per qualche secondo (il tempo del prelievo, in genere 5-10 secondi), allo scopo di mantenere il rene in una posizione fissa (la respirazione, infatti, muove il rene in su e in giù). Soltanto a questo punto, aspira le cellule.
Poiché con un'aspirazione si prelevano poche cellule renali, occorre ripetere il tutto diverse volte: ogni aspirata si effettua attraverso la stessa incisione e sempre facendo trattenere il respiro al paziente.
Non appena il medico ritiene concluso il prelievo, richiude la zona incisa con dei punti di sutura e applica una fasciatura protettiva.


Una procedura alternativa alla biopsia renale percutanea: la biopsia renale laparoscopica

Gli individui che soffrono di diatesi emorragica o agenesia renale non possono sottoporsi, come si è visto, alla biopsia renale percutanea; tuttavia, possono sottoporsi a una procedura alternativa, eseguita in laparoscopia e chiamata biopsia renale laparoscopica.

DOPO LA BIOPSIA RENALE

Al termine dell'intera procedura bioptica, il paziente viene fatto accomodare in un sala di ricovero. Qui, viene mantenuto per diverse ore sotto stretta osservazione: è sottoposto, infatti, a un monitoraggio continuo dei parametri vitali (pressione sanguigna, polso e respirazione) e ad esami del sangue e delle urine.
Una volta che gli effetti dell'anestesia locale sono svaniti del tutto, e che il medico curante ha dato il via libera, il paziente può fare ritorno a casa.

Si consiglia il massimo riposo per almeno 12-24 ore dopo l'esame; pertanto, dopo aver fatto ritorno a casa, va evitato ogni tipo di attività affaticante.

CHI ESAMINA IL CAMPIONE DI CELLULE RENALI?

Le cellule renali raccolte sono affidate, non appena vengono prelevate, a un medico patologo esperto, il quale, mediante diversi test di laboratorio, le analizza e ne studia le caratteristiche.
I risultati sono disponibili in genere dopo una settimana, ma in casi di emergenza possono essere messi a disposizione del paziente e del medico curante già dopo 24 ore.

IN PRESENZA DI QUALI SINTOMI BISOGNA CONTATTARE IL MEDICO?

Dopo la biopsia renale percutanea, è normale avvertire dolore nel punto d'incisione. Non è normale, invece:

  • La prolungata presenza di sangue o grumi di sangue nelle urine
  • Avvertire difficoltà a urinare
  • Un innalzamento della temperatura corporea (febbre)
  • Un peggioramento della sensazione dolorosa
  • Avvertire debolezza e stanchezza eccessiva

In presenza di uno o più di questi disturbi, è opportuno contattare subito il proprio medico curante.

Risultati

La biopsia renale è un esame altamente attendibile e chiarisce diversi dubbi.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza