Ultima modifica 20.09.2019

Generalità

L'autopalpazione è il primo strumento di "prevenzione" del tumore del seno.
Questo semplice test di autovalutazione consente d'imparare a conoscere la struttura e l'aspetto generale della mammella, quindi permette di cogliere precocemente qualsiasi cambiamento insolito rispetto alla fisionomia di base della stessa.
Autopalpazione SenoL'autopalpazione è un esame che ogni donna può eseguire da sola, una settimana dopo la fine delle mestruazioni. A questo periodico controllo si dovrebbe ricorrere una volta al mese, a partire dai 20 anni di età.
Se eseguito correttamente e regolarmente, l'autoesame del seno può limitare il rischio di diagnosticare un tumore in fase avanzata.

A cosa serve

L'autopalpazione periodica consente di conoscere l'aspetto normale del proprio seno e di notare qualsiasi cambiamento ed eventuali irregolarità.
Il segnale che più frequentemente conduce alla scoperta di un tumore è, infatti, la presenza di un nodulo. Di solito, questa lesione non è dolente, ma palpabile o persino visibile.
Per identificare precocemente le alterazioni insolite, bisogna prestare attenzione anche all'aspetto del capezzolo (che può ritrarsi, farsi più sporgente o secernere liquido) e della pelle, soprattutto quando queste riguardano un solo seno.
Questo semplice gesto permette di tenere, dunque, sotto controllo il tessuto mammario e di verificare con regolarità se questo è omogeneo o presenta degli indurimenti nodulari mai riscontrati nelle autopalpazioni precedenti.

Tumore al seno

  • Il tumore al seno (o carcinoma mammario) è la neoplasia più diffusa nella popolazione femminile.
  • Il processo neoplastico deriva dalla crescita incontrollata e anomala di alcune cellule della mammella, in cui il materiale genetico risulta "danneggiato"; l'insieme di questi "cloni" forma una massa tumorale all'interno della ghiandola mammaria.
  • La natura del tumore può essere benigna (fibroadenomi o cisti) o maligna (carcinomi). Quest'ultime lesioni sono le più pericolose, in quanto possono progredire e divenire "infiltranti" o "invasive", ossia possono coinvolgere i tessuti prossimi al seno oppure altre parti del corpo.
  • Una diagnosi precoce è possibile soprattutto per la diffusione su larga scala dei programmi di screening mammografico. Inoltre, è consigliabile sottoporsi con regolarità agli accertamenti indicati dal proprio medico in base all'età e alla storia personale.
  • Le possibilità di cura e di guarigione dipendono, infatti, dallo stadio in cui la neoplasia si trova al momento della diagnosi (localizzata, diffusa o metastatica) e dalle sue caratteristiche biologiche (natura benigna o maligna): tipi diversi di cancro della mammella, infatti, presentano tassi di crescita e risposte alle terapie differenti.
  • I trattamenti del tumore al seno attualmente disponibili includono la chirurgia (come la quadrantectomia), la chemioterapia, la radioterapia, l'ormonoterapia e le terapie biologiche. Questi approcci terapeutici si possono usare da soli o in combinazione, in base alle caratteristiche della paziente e della malattia.

Quando si esegue

A partire dai 20 anni di età, l'autopalpazione del seno andrebbe effettuata una volta al mese, tra il settimo ed il quattordicesimo giorno del ciclo mestruale (se quest'ultimo è regolare, è consigliabile fissare un giorno stabile).
La struttura del seno è suscettibile, infatti, alle variazioni dei livelli ormonali che si verificano mensilmente: conoscere il proprio corpo permette di distinguere quali cambiamenti sono da considerare "normali" ed evitare, in alcuni casi, confusione o falsi allarmi.
Una settimana circa dopo la fine del ciclo, il seno è meno dolente e turgido, quindi certe modificazioni a carico delle mammelle risultano più agevolmente percepibili; se si è in gravidanza o in menopausa, il momento in cui è indicato eseguire l'autopalpazione è indifferente.
Occorre ricordare che anche altri segnali come retrazioni o cambiamenti della pelle, secrezioni di liquido dal capezzolo o cambiamenti di forma della mammella devono indurre a consultare un medico.
Esistono casi, inoltre, in cui la malattia non è associata a segni evidenti e a cambiamenti riconoscibili. Pertanto, l'autopalpazione deve essere abbinata a regolari visite senologiche ed esami strumentali più precisi, come l'ecografia mammaria (consigliata, in genere, dai 30 anni) e la mammografia (a partire dai 40 anni).

Come si esegue

L'autopalpazione si svolge in due fasi: l'osservazione e la palpazione vera e propria.

Osservazione

Durante questa fase occorre osservare se ci sono irregolarità nella forma del seno, mutamenti nel colore della pelle, screpolature del capezzolo, ulcerazioni della cute o fossette; raramente le due mammelle sono identiche in ogni dettaglio, ma, di solito, sono simmetriche e presentano un profilo regolare.
L'autoesame inizia davanti ad uno specchio, in un ambiente ben illuminato. Con il busto eretto, le spalle rilassate e le braccia lungo i fianchi si osserva la forma del seno e del capezzolo, sia di fronte, che di lato.
L'osservazione va ripetuta con le braccia alzate, stese sopra la testa, alla ricerca di eventuali irregolarità delle mammelle. L'operazione deve essere nuovamente eseguita unendo le mani davanti alla fronte e contraendo i muscoli pettorali.

Palpazione

La fase di palpazione si esegue in posizione eretta, piegando il braccio corrispondente al seno da esaminare dietro la nuca. La mammella va esaminata facendo scorrere con piccoli movimenti concentrici la parte interna di tre polpastrelli uniti di una mano (indice, medio e anulare). Queste manovre "a spirale" vanno ripetute per ogni quadrante del seno.
Muovendo le dita in senso circolare, con pressione via via crescente, è possibile cogliere eventuali noduli o indurimenti del tessuto mammario.
Poi, si eseguono dei movimenti con la mano dall'alto verso il basso ed, ancora, in senso radiale (dall'esterno verso il capezzolo, disegnando una sorta di stella). La palpazione dal cavo ascellare continua attorno alla curva del seno, non tralasciando la parte vicina allo sterno.
Le stesse manovre vanno ripetute in posizione supina, con il braccio corrispondente al seno da esaminare in alto, piegato sotto la testa.
Nell'ultima fase, si preme delicatamente il capezzolo tra indice e pollice, per verificare possibili fuoriuscite di liquido (siero o sangue); durante questa valutazione, è possibile aiutarsi con un fazzoletto per controllare eventualmente il colore della secrezione.

Autopalpazione come si fa

Nota: se nel corso dell'autoesame venisse riscontrato un nodulo, un infossamento o una secrezione, non è il caso di allarmarsi, in quanto potrebbe trattarsi di un riscontro innocuo. In ogni caso, è importante informare il medico che può indicare gli esami strumentali adeguati per accertare il reale stato di salute.

A cosa prestare attenzione

Durante l'autopalpazione del seno, è necessario prestare attenzione a:

  • Cambiamenti di forma e dimensioni di una o di entrambe le mammelle;
  • Ispessimenti o protuberanze nel seno o nella zona ascellare;
  • Perdite di sangue o di liquido dai capezzoli, non collegabili a gravidanza o allattamento (secrezioni sierose o ematiche);
  • Avvallamenti, raggrinzamenti, rilievi o fossette sulla superficie della cute;
  • Strane sensazioni (specialmente se riguardano un solo seno).

Altri possibili cambiamenti e segnali insoliti da non sottovalutare sono:

  • Uno o più noduli della mammella (tenendo in considerazione che il seno è per sua natura nodulare e che, nove volte su dieci, queste formazioni non sono preoccupanti);
  • Variazioni nell'aspetto del capezzolo (contorni, dimensione o posizione) o retrazione dello stesso;
  • Infiammazioni o eruzioni della cute e dell'areola (pelle a buccia d'arancia, gonfiori, arrossamenti o sensazione di calore);
  • Dolore ingiustificato al seno o all'ascella.

L'autopalpazione non sostituisce in alcun modo la visita senologica o gli esami strumentali, come la mammografia (utile per rilevare la presenza di noduli, micro-calcificazioni o altri segni indiretti di una possibile neoplasia) e l'ecografia (indicata per confermare la presenza e la natura solida o liquida di una lesione nodulare).
Tuttavia, è bene evidenziare che l'autoesame del seno, eseguito correttamente e regolarmente, può consentire di diagnosticare precocemente un tumore, limitando il rischio che questo possa essere in una fase avanzata.
Pertanto, nel caso in cui uno o più di questi sintomi fossero evidenti alla vista o presenti al tatto, è consigliabile rivolgersi al proprio medico curante o ad un senologo, per ricevere al più presto rassicurazioni o indicazioni circa gli accertamenti diagnostici ritenuti più idonei a fugare ogni dubbio.


Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici