Ultima modifica 02.04.2020

Sintomi

Anemia in Gravidanza: come si manifesta?

Anemia gravidanzaNelle prime fasi dell'anemia, possono insorgere sintomi aspecifici o scarsamente evidenti, tanto da essere confusi con quelli che accompagnano una normale gravidanza. Per confermare l'anemia è quindi necessario sottoporsi alle analisi del sangue di routine, durante gli accertamenti prenatali. I medici, di solito, eseguono diversi test per verificare la percentuale di globuli rossi nel plasma, la concentrazione di emoglobina ed il valore di altri indicatori, in modo da valutare se la paziente è, o rischia di diventare, anemica.
I più comuni sintomi di anemia durante la gravidanza sono:

Rischi connessi all'Anemia in Gravidanza

Durante la gravidanza, l'anemia da carenza di ferro grave o non trattata può aumentare il rischio di:

Inoltre, il bambino può soffrire di anemia durante l'infanzia e, nei casi più gravi, può presentare ritardo di crescita costituzionale o cerebrale.


Carenze di folati e di vitamina B12 non trattate possono aumentare il rischio di avere un:

  • Neonato pretermine o di basso peso alla nascita;
  • Bambino con difetti alla nascita, soprattutto a carico della colonna vertebrale o del cervello (difetti del tubo neurale).

Diagnosi

Anemia in Gravidanza: quali esami sono utili?

La diagnosi si basa sulla presenza di sintomi clinici tipici dell'anemia e sull'esito delle indagini di laboratorio.
Durante la prima visita prenatale, mediante un esame del sangue, il medico può verificare se la futura mamma soffre di anemia.
La diagnosi inizia con un emocromo completo (CBC,Complete Blood Count).
Con l'esame emocromocitometrico vengono determinati i seguenti parametri:

  • Valore di ematocrito (Htc): misura la percentuale del volume plasmatico occupato dagli eritrociti ed in genere risulta diminuito nella valutazione di un eventuale stato anemico;
  • Sideremia (indica una carenza di ferro) e ferritina sierica (indica l'entità dei depositi di ferro nell'organismo, se inferiore a 10 mg/L richiede un trattamento): per verificare la disponibilità di ferro nell'organismo.
  • MCV (Mean Corpuscolar Volume, volume corpuscolare medio): indica la grandezza dei globuli rossi, evidenziando se questi sono più piccoli del normale (anemia microcitica) o più grandi (anemia macrocitica).

La valutazione può comprendere anche:

Anche quando l'anemia non viene riscontrata all'inizio della gravidanza, il medico può raccomandare successivi esami del sangue per verificare la presenza di anemia nel secondo o terzo trimestre di gravidanza.

Criteri per definire l'anemia nelle specifiche fasi della gravidanza:


Trimestre

Emoglobina (g/dl)

Ematocrito (%)

Primo

<11

<33

Secondo

<10,5

<32

Terzo

<11

<33

  • In condizioni normali, si considera anemica ogni donna che presenta una concentrazione di emoglobina (Hb) inferiore a 12 g/dl;
  • Durante la gravidanza, la diagnosi di anemia si pone sulla base di valori Hb
  • Se all'inizio della gravidanza l'Hb è inferiore a 11,5 g/dL, le donne possono essere sottoposte ad una profilassi, poiché la successiva emodiluizione tende a ridurre, di solito, il valore di Hb al di sotto dei 10 g/dL.

NOTA BENE: i limiti inferiori di normalità possono variare leggermente da laboratorio a laboratorio; inoltre, per poter parlare di anemia vera e propria, è importante valutare gli esiti complessivi dell'esame del sangue, incrociando i valori di più indici ematici.

Trattamento

Anemia in Gravidanza: qual è il trattamento previsto?

L'obiettivo principale del trattamento è quello d'invertire l'anemia.

Una dieta equilibrata è generalmente sufficiente per garantire l'apporto di ferro e di altri nutrienti. Il medico può anche raccomandare di arricchire la dieta con alimenti ad alto contenuto di ferro, vitamina B12 ed acido folico, come ad esempio:

Gli alimenti di origine animale contengono ferro più facilmente assimilabile dall'organismo rispetto ai vegetali. L'assorbimento di ferro aumenta se associato ad alimenti ricchi di vitamina C (esempio: agrumi, kiwi...).Quando, invece, l'anemia grave è legata a fattori diversi, non associati a carenze nutrizionali, è necessario fare ricorso ad integratori di ferro e /o di acido folico, oltre alle vitamine prenatali a complemento delle dieta. La terapia per via orale è la prima linea di trattamento: viene raccomandata una profilassi con basse dosi di ferro, associate a folati. Questi integratori possono provocare alcuni effetti indesiderati: bruciori di stomaco, pesantezza, costipazione o, al contrario, ipermotilità intestinale. In questi casi, conviene assumerli a stomaco pieno per attenuare i disturbi (anche se ciò potrebbe ridurre l'assorbimento degli attivi) ed informare sempre il medico su qualsiasi disagio avvertito. Anche per trattare la carenza di vitamina B12, il medico può consigliare di assumere un integratore.

La trasfusione è indicata per qualsiasi anemia associata a gravi sintomi costituzionali o cardiopolmonari (ad esempio, dispnea, tachicardia, tachipnea).
Dopo un determinato periodo di tempo, la paziente è invitata a sottoporsi ad un altro esame del sangue per valutare se i livelli di emoglobina e l'ematocrito sono migliorati.Lo stesso controllo è indicato 4-6 settimane dopo il parto.

Prevenzione

Come prevenire l'Anemia in Gravidanza

Una buona alimentazione è il modo migliore per prevenire l'anemia in caso di gravidanza o quando si sta cercando di rimanere incinta. Mangiare cibi ad alto contenuto di ferro (come verdure a foglia verde, carne rossa, cereali fortificati, uova e arachidi) può aiutare a garantire il fabbisogno di cui il corpo necessita per funzionare correttamente. Il medico può prescrivere anche vitamine per assicurare che la paziente abbia un apporto sufficiente di acido folico, vitamina B12 ed altri nutrienti.


Autore

Giulia Bertelli
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici