Allergia ai Pollini - Vaccinazione ed Immunoterapia
Allergia ai Pollini e antinfiammatori corticosteroidei
A cosa servono i farmaci corticosteroidei?
Gli antinfiammatori corticosteroidi (cortisonici) hanno una duplice azione. Da un lato, questi farmaci inibiscono la produzione dei mediatori dell'infiammazione, e dall'altro aumentano l'attività delle cellule dell'apparato immunitario: agiscono dunque sia come antinfiammatori, sia come potenziatori del sistema di difesa.
Quando sono indicati?
Gli antinfiammatori corticosteroidei:- Sono utilizzati per trattare i sintomi più gravi causati dalla reazione allergica ai pollini; aiutano a prevenire e a curare l'infiammazione causata dalla rinite e/o congiuntivite allergica.
- Possono essere somministrati per via sistemica (nelle forme acute più gravi) o topica su prescrizione medica: sono disponibili come spray, colliri, pomate oftalmiche, compresse.
- Vanno usati per brevi periodi e solo dietro prescrizione medica perché comportano molti effetti collaterali, come iperglicemia, aumento di peso, alterazione di odori o sapori, ipertensione, ulcera, acne, insonnia, sbalzi di umore.
- Le formulazioni spray, da somministrare direttamente nel naso, contengono dosi molto basse di principi attivi, quindi comportano minori effetti indesiderati.
Allergia ai Pollini ed immunoterapia specifica
Cos'è l'immunoterapia ed a cosa serve?
Nel caso in cui le opzioni farmacologiche "classiche" non allevino i sintomi dell'allergia ai pollini, il medico può consigliare dei trattamenti specifici per l'allergia (immunoterapia o terapia di desensibilizzazione). In questo ambito, l'immunoterapia specifica svolge un ruolo importante, in quanto è in grado di modificare la storia naturale della malattia. L'immunoterapia specifica, cioè la somministrazione di un "vaccino", che desensibilizza progressivamente l'organismo nei confronti di specifici allergeni, induce con il tempo una tolleranza verso il polline antigenico.
Il vaccino, però, non sempre è una soluzione possibile e consigliata: lo specialista allergologo deve stabilire se e quando può rivelarsi utile, in relazione ai sintomi presenti, al tipo di allergia e alle caratteristiche del paziente allergico.
La cura, che deve essere condotta su osservazione medica per un periodo che va dai tre ai cinque anni, consiste nella somministrazione per via sottocutanea o sublinguale di estratti di allergeni purificati, in dosi minime e crescenti. L'obiettivo consiste nel desensibilizzare il paziente rispetto all'allergene pollinico specifico, riducendo i segni clinici e limitando la necessità di ricorrere ai farmaci. Affinché il vaccino abbia effetto, è necessario seguire scrupolosamente le indicazioni dello specialista e non saltare mai una somministrazione.
L'immunoterapia specifica è controindicata in presenza di malattie infettive acute oppure se si stanno seguendo terapie a base di farmaci betabloccanti. L'uso del vaccino è sconsigliato ai bambini di età inferiore ai tre anni e alle donne in gestazione.
Le classiche vie di somministrazione sono quella sottocutanea (per iniezione) e sublinguale:
Il vaccino per iniezione: è stato il primo tipo di vaccino messo a punto. Prevede due tipi di trattamenti:
- Il trattamento a breve termine, chiamato anche "trattamento pre-stagionale", consiste in 12-14 iniezioni sottocutanee che devono essere ripetute ogni anno per circa 3-5 anni, a intervalli regolari, qualche mese prima della stagione critica.
- Il trattamento a lungo termine, detto anche "continuo", prevede la somministrazione iniziale di un estratto di allergene in dosi minime. Si prosegue, poi, iniettandone sotto la cute dosi crescenti una volta al mese per alcuni anni, fino a quando non si nota un decisivo miglioramento.
Il vaccino sublinguale: in questo caso, gli allergeni sono contenuti in gocce, flaconcini monodose o compresse, e vanno assunti per via orale: in parte vengono ingeriti, in parte assorbiti dalla mucosa della bocca.
- Si comincia una fase può durare da pochi giorni a un mese a seconda del farmaco, in cui la quantità di allergene viene gradualmente aumentata fino a raggiungere un dosaggio massimo, che corrisponde a quello di mantenimento.
- Per gli allergeni pollinici stagionali si usa di solito una somministrazione pre-stagionale. La cura viene iniziata da uno a due mesi prima dell'inizio della stagione pollinica verso cui il soggetto è sensibilizzato, quindi proseguita durante tutto il periodo di pollinazione.
Allergia ai pollini e broncodilatatori
In quali casi sono utili i broncodilatotori?
I farmaci broncodilatatori, disponibili su prescrizione medica, si trovano sotto forma di spray e possono essere usati al bisogno. Questi farmaci hanno la capacità di "distendere i bronchi": il principio attivo in essi contenuto, infatti, rilassa la muscolatura liscia che avvolge le vie aeree bronchiali, dilatandole.
I farmaci broncodilatatori devono essere utilizzati con massima cautela: un uso quotidiano superiore alle tre vaporizzazioni può scatenare effetti collaterali, tra cui tachicardia, mal di testa e tremori. I più utilizzati sono: beta-2-stimolanti, anticolinergici, teofillinici ecc.
Considerazioni finali
Per agevolare lo specialista nello stabilire il regime terapeutico più efficace contro l'allergia ai pollini, è utile che la persona stabilisca un rapporto di collaborazione e aderisca con coerenza e pazienza alle indicazioni mediche. La strategia terapeutica deve essere valutata individualmente e va sempre discussa e concordata con il medico, non solo per la scelta dei farmaci più idonei, ma per la ricerca dell'equilibrio terapeutico capace di condurre alla guarigione o di accompagnare l'intera vita della persona allergica nel caso di una cronicizzazione dei sintomi.