Gli xantomi sono agglomerati sottocutanei di colore giallo. Il sedimento è costituito da un accumulo di macrofagi pieni di molecole lipidiche.
Gli xantomi hanno una consistenza soffice, bordatura nitida e si manifestano appena sotto la cute.

Xantomi tuberosi multipli in un paziente pediatrico. Immagine da wikipedia.org
Il diametro oscilla da alcuni millimetri a diversi centimetri.
Le cause degli xantomi sono principalmente di natura metabolica.
Ne esistono vari tipi, con caratteristiche leggermente diverse che possono tipicizzare malattie differenti:
- Xantomi palpebrali.
- Xantomi tuberosi.
- Xantomi tendinei, sottoperiostei, fasciali e aponeurotici.
- Xantomi piani.
- Xantomi eruttivi.
Sono innocui e rappresentano un disturbo prevalentemente estetico; d'altro canto, le cause scatenanti non sono altrettanto inoffensive e devono essere curate o compensate.
Il materiale pubblicato ha lo scopo di permettere il rapido accesso a consigli, suggerimenti e rimedi di carattere generale che medici e libri di testo sono soliti dispensare per il trattamento degli xantomi; tali indicazioni non devono in alcun modo sostituirsi al parere del medico curante o di altri specialisti sanitari del settore che hanno in cura il paziente.
Cosa Fare
- Individuando delle masse soffici e giallastre localizzate appena sotto la pelle, è necessario rivolgersi subito al medico. Quest'ultimo valuterà l'importanza di una visita specialistica o di alcuni approfondimenti diagnostici finalizzati a identificarne le cause:
- La causa principale è l'alterazione primitiva-ereditaria sistemica (raramente locale) del metabolismo lipidico:
- Ipercolesterolemia.
- Ipertrigliceridemia.
- Le analisi elitarie per identificare queste due patologie metaboliche sono:
- Analisi del sangue.
- Indagine genetica per i difetti congeniti.
- Le cause secondarie sono facilmente riconoscibili, poiché in questi casi gli xantomi compaiono DOPO la sintomatologia principale:
- Cirrosi biliare primaria.
- Pancreatite.
- Diabete.
- Insufficienza cardiaca.
- Alcune forme di cancro.
- Alcune malattie infiammatorie.
- In alcuni casi, il sospetto di xantoma è infondato; ciò avviene soprattutto quando l'anomalia è costituita da una ciste.
- L'intervento principale è costituito dalla cura dell'agente scatenante, più frequentemente l'iperlipemia di colesterolo e/o di trigliceridi, e il diabete mellito tipo 2 (xantomatosi da iperlipemia). La terapia è strutturata da:
- Dieta.
- Attività motoria.
- Integratori alimentari o erboristeria.
- Farmaci.
- Se gli xantomi sono di grosse dimensioni, può essere necessaria la rimozione chirurgica.
Cosa NON Fare
- Non rivolgersi al medico.
- Non eseguire gli approfondimenti diagnostici.
- Non seguire una dieta idonea e non integrare con molecole utili.
- Non rispettare la terapia farmacologica.
- Non praticare attività motoria.
- Non richiedere la rimozione chirurgica in caso di dolore o fastidio provocato dagli xantomi.
Cosa Mangiare
Bisogna specificare che, nel caso di patologie ereditarie, la dieta non è sempre in grado di apportare modifiche sostanziali; d'altro canto, un regime alimentare scorretto è senz'altro capace di aggravarle.
- Per il colesterolo alto:
- Cibi ricchi di acidi grassi essenziali polinsaturi omega 3:
- Acido eicosapentaenoico e docosaesaenoico (EPA e DHA): molto attivi dal punto di vista biologico, sono contenuti soprattutto nei prodotti della pesca e nelle alghe. Svolgono un ruolo protettivo da tutte le patologie metaboliche, tra le quali anche il colesterolo alto. Gli alimenti che ne contengono di più sono: sarda, sgombro, palamita, alaccia, aringa, alletterato, ventresca di tonno, aguglia, alghe, krill ecc.
- Acido alfa linolenico (ALA): rispetto ai precedenti è biologicamente meno attivo. Ha la stessa funzione di EPA e DHA. E' contenuto principalmente nella frazione grassa di certi alimenti di origine vegetale o negli oli di: soia, semi di lino, semi di kiwi, semi di uva ecc.
- Cibi ricchi di acidi grassi essenziali polinsaturi omega 6: hanno una funzione simile ai precedenti. Sono più abbondanti nella dieta rispetto a DHA, EPA e ALA. D'altro canto, l'equilibrio nutrizionale impone che non vengano assunti in misura superiore al 400% rispetto agli omega 3.
- Acido linoleico (LA): ne sono ricchi: semi di girasole, germe di grano, sesamo, quasi tutta la frutta secca, germe di mais e i relativi oli. I derivati sono:
- Acido gamma linoleico (GLA) e diomogamma linolenico (DGLA): ne è ricco l'olio di borragine.
- Acido arachidonico (AA): ne sono ricche le arachidi e altra frutta secca.
- Cibi ricchi di acidi grassi monoinsaturi omega 9:
- Acido oleico: è tipico delle olive, dei semi di colza, dei semi di tè, delle nocciole e dei relativi oli (in particolare l'extravergine di oliva). Svolge un ruolo positivo sul colesterolo, molto simile a quello degli acidi grassi essenziali.
- Cibi ricchi di fibre solubili: sono tutti quelli vegetali che appartengono al III, IV, VI e VII gruppo fondamentale degli alimenti. Ne abbondano anche i semi oleosi e gli pseudocereali (amaranto, quinoa, chia, grano saraceno, canapa ecc). D'altro canto, sono proporzionalmente più abbondanti nella frutta, negli ortaggi e nelle alghe. Esercitano una "funzione vischiosa", che intrappola il colesterolo alimentare e i sali biliari (via di escrezione del colesterolo interno) per espellerli con le feci.
- Cibi ricchi di antiossidanti vitaminici: le vitamine antiossidanti sono i carotenoidi (provitamina A), la vitamina C e la vitamina E. Hanno un effetto benefico sul colesterolo alto, poiché ostacolano lo stress ossidativo garantendo l'efficienza delle lipoproteine e prevenendo l'aterosclerosi. I carotenoidi sono contenuti negli ortaggi e nei frutti rossi o arancioni (albicocche, peperone, melone, pesche, carote, zucca, pomodori ecc); sono presenti anche nei crostacei e nel latte. La vitamina C è tipica della frutta acidula e di alcune verdure (limoni, arance, mandarini, pompelmi, kiwi, peperoni, prezzemolo, cicoria, lattuga ecc). La vitamina E è reperibile nella porzione lipidica di molti semi e relativi oli (germe di grano, germe di mais, sesamo ecc).
- Cibi ricchi di fitosteroli: i fitosteroli sono l'alter ego del colesterolo nel mondo vegetale. Dal punto di vista metabolico, esercitano un effetto diametralmente opposto e favoriscono la riduzione della colesterolemia. Ricordiamo che alcuni fitosteroli simulano l'effetto degli estrogeni femminili, anche se l'entità di questa reazione non è del tutto chiara. Sono cibi ricchi di fitosteroli: soia e olio di soia, molti semi oleosi, trifoglio rosso, germe dei cereali, frutta, verdura e alcuni alimenti dietetici (ad esempio gli yogurt addizionati).
- Cibi ricchi di lecitine: sono molecole in gradi di legare sia composti grassi che acquosi; per questo vengono utilizzate anche come additivi. Nel tubo digerente legano il colesterolo e i sali biliari riducendone l'assorbimento. A livello metabolico migliorano il rapporto colesterolo buono-cattivo e abbassano il totale. Sono ricchi di lecitine: soia e altri legumi, tuorlo d'uovo (ma non è consigliato in caso di colesterolo alto), ortaggi e frutta.
- Cibi ricchi di antiossidanti vegetali: i più diffusi sono di natura polifenolica (fenoli semplici, flavonoidi, tannini). Alcuni rientrano nel gruppo dei suddetti fitosteroli (isoflavoni). Si comportano più o meno come le vitamine. Abbassano lo stress ossidativo e ottimizzano il metabolismo delle lipoproteine; sembrano correlarsi a una riduzione del colesterolo totale e LDL. Sono ricchissimi di polifenoli: ortaggi (cipolla, aglio, agrumi, ciliegie ecc), frutta e relativi semi (melograno, uva, frutti di bosco ecc), vino, semi oleosi, caffè, tè, cacao, leguminose e cereali integrali ecc.
- Per i trigliceridi e la glicemia alti:
- Dieta ipocalorica per dimagrire in caso di sovrappeso.
- Moderare le porzioni dei cibi a prevalenza di carboidrati:
- Cereali e derivati (pasta, pane ecc).
- Patate.
- Legumi decorticati.
- Frutta molto dolce.
- Tra gli alimenti ricchi di carboidrati, prediligere quelli a basso indice glicemico:
- Integrali o arricchiti di fibre (ad esempio quelli aggiunti in inulina).
- Legumi interi.
- Frutta poco o mediamente dolce.
- Ridurre il carico glicemico dei pasti:
- Aumentandone il numero (circa 5–7 in tutto).
- Riducendo l'apporto calorico totale.
- Diminuendo le porzioni, soprattutto in riferimento ai cibi ricchi di carboidrati.
- Ridurre l'indice glicemico dei pasti:
- Aumentando la quantità di ortaggi poco calorici ricchi di fibre: radicchio, lattuga, zucchini, finocchi ecc.
- Arricchendo tutti i piatti con pochi grassi e proteine (rallentano la digestione e l'assorbimento degli zuccheri, ed evitano l'impennata glicemica):
- Olio extravergine di oliva.
- Petto di pollo, filetto di merluzzo, uovo, ricotta magra, fiocchi di latte light ecc.
- Se risulta impossibile eliminare l'attitudine all'alcol, prediligere il vino rosso (al massimo 1-2 bicchieri piccoli al giorno).
- Come per il colesterolo alto:
- Mangiare cibi ricchi di omega 3.
- Consumare cibi ricchi di antiossidanti vitaminici e polifenolici.
- Seguire un piccolo digiuno tutti i giorni. Certi studi suggeriscono che il digiuno migliori sensibilmente i parametri di glicemia e trigliceridemia. Senza compromettere la ripartizione globale e l'equilibrio della dieta, è possibile far trascorrere circa 10-12 ore tra l'ultimo pasto della sera e il primo del giorno seguente.
Cosa NON Mangiare
- Per il colesterolo alto:
- Cibi ricchi di grassi saturi o idrogenati, soprattutto in conformazione trans: svolgono un'azione ipercolesterolemizzante sulla porzione delle LDL:
- Cibi con acidi grassi saturi e bifrazionati: formaggi grassi, panna, tagli grassi di carne fresca, insaccati e salumi, hamburger, wurstel, olio di palmisto e di palma ecc.
- Cibi con acidi grassi idrogenati, molti dei quali in conformazione trans: oli idrogenati, margarine, snack dolci, snack salati, prodotti da forno confezionati ecc.
- Cibi ricchi di colesterolo: paradossalmente sembrano esercitare un effetto meno ipercolesterolemizzante rispetto alle categorie precedenti, ma non sono comunque consigliati. Abbondano di colesterolo: tuorlo d'uovo, formaggi grassi e stagionati, frattaglie (cervello, fegato e cuore), crostacei (ad esempio i gamberi) e certi molluschi bivalvi (ad es le cozze).
- Inoltre, si sconsiglia di seguire un'alimentazione prevalentemente a base di cibi cotti e conservati. Molti principi nutrizionali che favoriscono la riduzione del colesterolo alto sono sensibili al calore, all'ossigeno e alla luce. E' raccomandabile consumare almeno il 50% dei prodotti vegetali e degli oli da condimento in forma cruda (frutta fresca, verdura e semi oleosi).
- Per i trigliceridi e la glicemia alti si consiglia di evitare:
- Pochi pasti e molto abbondanti.
- Cibi ipercalorici, soprattutto ricchi di zucchero raffinato.
- Pasti caratterizzati da grossi carichi glicemici, ovvero troppo ricchi di: pasta, pane, pizza, prodotti da forno, polenta, riso, patate, frutta molto dolce, marmellata, dolciumi ecc.
- Alimenti con alto indice glicemico: riso bollito, patate lesse, succo di frutta, alcuni frutti molto dolci (banane mature ecc), dolciumi ecc.
- Cibi a prevalenza di carboidrati con poche fibre: pane bianco, pasta bianca, polenta ecc.
- Alcolici in misura superiore a 1-3 unità giornaliere.
- Cibi poveri di “grassi buoni”.
- Cibi ricchi di “lipidi cattivi”.
- Alimenti poveri o impoveriti di antiossidanti vitaminici e polifenolici.
Cure e Rimedi Naturali
- Attività motoria: è importantissima per ridurre l'iperglicemia, abbassare i trigliceridi alti, prevenire e curare il colesterolo alto. Nonostante si ipotizzi che agisca soprattutto incrementando il colesterolo buono, ciò che conta è che riduce drasticamente il rischio aterosclerotico e più in genere quello cardiovascolare. Sono più efficaci le attività aerobiche caratterizzate da picchi di alta intensità.
- Erboristeria a base di prodotti singoli o combinazioni di: tarassaco, carciofo, olivo e policosanoli.
- Integratori a base di oli ricavati dai prodotti della pesca:
- Olio di fegato di merluzzo: ricco di acidi grassi essenziali omega 3 (EPA e DHA), vitamina D e vitamina A.
- Olio di krill: il krill è una parte del cosiddetto plancton; oltre che di acidi grassi essenziali omega 3 (EPA e DHA) è anche ricco di vitamina A.
- Olio di alghe: ricco di acidi grassi essenziali omega 3 (EPA e DHA).
- Riso rosso fermentato: tra le varie caratteristiche nutrizionali, vanta una concentrazione rilevante di molecole simili alle statine farmacologiche.
- Integratori a base di oli ricavati dal germe dei cereali: il più diffuso è quello di grano. E' ricco di acidi grassi polinsaturi essenziali e vitamina E.
- Integratori di fibre solubili: mucillagini, guar, pectina ecc.
- Integratori di chitosano: è un glucide non disponibile ricavato dalla chitina contenuta nel carapace dei crostacei. E' in grado di ostacolare l'assorbimento intestinale dei grassi.
- Integratori di lecitina di soia.
- Integratori di antiossidanti vitaminici.
- Integratori di antiossidanti polifenolici.
- Integratori di fitosteroli.
Cure Farmacologiche
- Fibrati: utili anche nella riduzione del colesterolo, vengono utilizzati soprattutto nella cura dell'ipertrigliceridemia. Raramente possono causare dolori muscolari e disagi gastroenterici nelle prime settimane di trattamento:
- Fenofibrato (ad esempio Lipsin, Fulcro, Fenolibs, Lipofene).
- Gemfibrozil (ad esempio LOPID, Genlip, Gemfibrozil DOC).
- Statine: è una classe di farmaci in grado di ridurre la sintesi delle LDL nel fegato e di aumentare quella delle HDL. Le più utilizzate sono la simvastatina e l'atorvastatina. Gli effetti collaterali sono pochi e possono includere la sofferenza muscolare (generalmente compare nelle prime settimane di trattamento). Risultano controindicate in presenza di disfunzioni e patologie del fegato:
- Atorvastatina (ad esempio Totalip, Torvast, Xarator).
- Simvastatina (ad esempio Zocor, Simvastat, Omistat, Quibus, Setorilin).
- Pravastatina (ad esempio Selectin, Langiprav, Sanaprav).
- Acido nicotinico: ad alte dosi può ridurre i valori ematici dei trigliceridi e del colesterolo LDL, aumentando la frazione delle HDL. Gli effetti collaterali possibili includono: prurito, cefalea e arrossamento cutaneo (viso e collo):
- Acipomix (ad esempio Olbetam)
- Ezetimibe e resine sequestranti gli acidi biliari: riducono il riassorbimento degli acidi biliari e non vengono assorbite dall'intestino. L'ezetimibe può essere assunta con le statine o in alternativa ad esse. Esiste la possibilità di effetti collaterali tipo: alitosi, eruttazione, meteorismo e stitichezza:
- Colestipolo (ad esempio Colestid).
- Colestiramina (ad esempio Questran).
- Coleselvam (ad esempio Cholestagel).
Prevenzione
- La prevenzione degli xantomi viene adottata solo con la consapevolezza di soffrire di iperlipemia o altri disturbi primari. Si consiglia di:
- Mantenere un peso normale.
- Praticare attività motoria regolare, soprattutto aerobica.
- Svolgere una dieta corretta, limitando i cibi sconsigliati e incrementando quelli benefici per il colesterolo alto.
- Adottare la terapia farmacologica prescritta dal medico.
Trattamenti Medici
- Chirurgia: essenziale soprattutto quando gli xantomi arrecano un disagio funzionale. Ad esempio gli xantomi tendinei (raramente quelli tuberosi sopra le articolazioni) possono indurre dolore o fastidio.