Rimedi per la sindrome climaterica: quali sono?
Il materiale pubblicato ha lo scopo di permettere il rapido accesso a consigli, suggerimenti e rimedi di carattere generale che medici e libri di testo sono soliti dispensare per il trattamento della Sindrome Climaterica; tali indicazioni non devono in alcun modo sostituirsi al parere del medico curante o di altri specialisti sanitari del settore che hanno in cura il paziente.
Il climaterio è un periodo di circa 7-10 anni compreso tra la premenopausa (quando il ciclo è irregolare, dura anche 6-8 anni) e la menopausa (totale assenza di ciclo mestruale per almeno 12 mesi).
La sindrome climaterica è un disturbo caratterizzato da un insieme di sintomi tipici che si manifestano durante il climaterio.
Il passaggio dalla fertilità alla menopausa è provocato dalla riduzione del flusso ormonale di estrogeni; quest'ultimo è anche ritenuto responsabile della sintomatologia climaterica.
Non tutte le donne che entrano in menopausa soffrono di sindrome climaterica ma, sulle donne occidentali, la statistica evidenzia un'incidenza pari al 75%.
La riduzione degli estrogeni è considerata un fattore negativo per la salute della donna; essa diventa più sensibile a diverse malattie di tipo osseo, metabolico, vascolare, tumorale ecc.
D'altro canto bisogna specificare che il pericolo NON è associato alla sindrome climaterica, bensì alla modifica ormonale di base. Significa che l'intensità e la durata dei sintomi non sono direttamente correlate all'aumento del rischio/incidenza delle malattie femminili in terza età.
Cosa fare
Prima di tutto, è necessario riconoscere i primi "indizi" dell'entrata in menopausa.
Si possono manifestare anche molti anni prima dell'ingresso definitivo:
- Alterazioni mestruali.
- Vampate di calore.
- Sudorazioni notturne.
- Affaticamento.
- Cefalea.
- Palpitazioni e ansietà.
- Irritabilità.
- Disturbi del sonno.
Meno frequentemente e più tardi:
- Dolori articolari e muscolari.
- Disturbi urinari (come l'incontinenza).
- Depressione.
- Difficoltà nella concentrazione e deficit di memoria.
- Secchezza vaginale, calo della libido e rapporti sessuali dolorosi.
- Aumento del pH vaginale.
- Atrofia vulvare.
- Secchezza della pelle e dei capelli.
- Aumento di peso e ridistribuzione del grasso (da ginoide ad androide).
Ben più gravi le complicazioni come:
- Osteoporosi.
- Ipertensione arteriosa primaria.
- Incremento del rischio cardiovascolare.
- Incremento del rischio di tumore al seno e della cervice uterina.
E' consigliabile rivolgersi al medico di base o al ginecologo, che analizzerà la situazione e valuterà la pertinenza di una terapia farmacologica.
Se lo specialista acconsente, alla terapia farmacologica è possibile associare:
- Dieta.
- Programma di attività motoria.
- Alcuni rimedi naturali fitoterapici.
Cosa NON fare
- Ignorare i segni e i sintomi della sindrome climaterica: iniziare precocemente il trattamento può essere un fattore determinante nella riduzione della gravità.
- Non rivolgersi al medico di base o al ginecologo, soprattutto nel caso in cui la menopausa sia precoce, tardiva o compaiano sintomi intensi/strani.
- Non seguire la terapia farmacologica.
- Non adottare i consigli riguardanti lo stile di vita, la dieta e altri rimedi.
Cosa Mangiare
- I principi fondamentali della dieta per la sindrome climaterica sono:
- In caso di sovrappeso, dimagrire grazie a uno schema ipocalorico al 70% delle calorie normali.
- Apportare calcio e vitamina D per contrastare l'osteoporosi.
- Apportare acidi grassi benefici per contrastare l'aumento del colesterolo, dei trigliceridi, della pressione e per ridurre eventuali complicazioni del diabete mellito tipo 2.
- Favorire l'introito di potassio e magnesio, e diminuire quello di sodio: contrasta l'insorgenza di ipertensione.
- Consumare alimenti a basso o medio indice glicemico, con porzioni moderate (carico glicemico medio), per prevenire l'insorgenza di iperglicemia, diabete mellito tipo 2 e ipertrigliceridemia.
- Promuovere l'assunzione di antiossidanti polifenolici e fitosteroli per ridurre i sintomi (fitoestrogeni), ridurre lo stress ossidativo, prevenire l'insorgenza di tumori e ottimizzare i parametri metabolici (lipidi, glicemia ecc).
- In sintesi, aumentare l'apporto di:
- Cibi ricchi di fitosteroli e lecitine: i fitosteroli sono l'alter ego del colesterolo nel mondo vegetale. Dal punto di vista metabolico, esercitano un effetto diametralmente opposto e favoriscono la riduzione della colesterolemia. Ricordiamo che alcuni fitosteroli simulano l'effetto degli estrogeni femminili, anche se l'entità di questa reazione non è del tutto chiara. Sono cibi ricchi di fitosteroli: soia e olio di soia, molti semi oleosi, trifoglio rosso, germe dei cereali, frutta, verdura e alcuni alimenti dietetici (ad esempio gli yogurt addizionati).
Le lecitine sono molecole in gradi di legare sia composti grassi che acquosi; per questo vengono utilizzate anche come additivi. Nel tubo digerente legano il colesterolo e i sali biliari riducendone l'assorbimento. A livello metabolico migliorano il rapporto colesterolo buono-cattivo e abbassano il totale. Sono ricchi di lecitine: soia e altri legumi, tuorlo d'uovo (ma non è consigliato in caso di colesterolo alto), ortaggi e frutta. - Vitamina D: fondamentale per il metabolismo osseo, la produzione di ormoni e il supporto del sistema immunitario; è abbondante nei prodotti della pesca, nell'olio di pesce, nel fegato e nel tuorlo d'uovo.
- Omega 3: sono l'acido eicosapentaenoico (EPA), docosaesaenoico (DHA) e alfa linolenico (ALA). Esercitano un ruolo protettivo verso tutte le malattie del ricambio, compresa la pressione alta. I primi due sono biologicamente molto attivi e sono contenuti soprattutto in: sarda, sgombro, palamita, alaccia, aringa, alletterato, ventresca di tonno, aguglia, alghe, krill ecc.. Il terzo, invece, è meno attivo ma costituisce un precursore di EPA; è contenuto principalmente nella frazione grassa di certi alimenti di origine vegetale o negli oli di: soia, semi di lino, semi di kiwi, semi di uva ecc.
- Omega 6: sono l'acido linoleico (LA), gamma linoleico (GLA), diomogamma linolenico (DGLA) e arachidonico (AA). Hanno una funzione simile ai precedenti, ma sono più abbondanti nella dieta. D'altro canto, l'equilibrio nutrizionale impone che non vengano assunti oltre il 400% rispetto agli omega 3. Sono contenuti soprattutto in: semi di girasole, germe di grano, sesamo, quasi tutta la frutta secca (ad esempio le arachidi), germe di mais e i relativi oli .
- Potassio: aumentandone l'apporto nella dieta diminuisce la pressione arteriosa e aumenta l'escrezione urinaria di sodio. Raggiungendo una dose pari a 4000mg/die, è possibile ridurre la pressione arteriosa fino a 4mmHg. E' contenuto in tutti gli alimenti, ad eccezione dei grassi da condimento. Tuttavia, i cibi che più si prestano ad aumentarne l'apporto nella dieta sono gli ortaggi e la frutta freschi e crudi.
- Magnesio: come il precedente, favorisce l'abbassamento della pressione sanguigna. Dosi di 120-973mg/die (oltre il 200% del fabbisogno) si sono dimostrate efficaci nella riduzione dell'ipertensione. E' contenuto soprattutto negli alimenti di origine vegetale; in particolare: cereali integrali e crusca, semi oleosi, cacao, ortaggi ecc.
- Calcio: è alla base del mantenimento osseo. Garantirne l'apporto riduce il rischio di osteoporosi. E' contenuto soprattutto nel latte e derivati, nella frutta secca e nei legumi.
Nota: il consumo di olio extravergine di oliva ricco di acidi grassi omega 9 è inversamente proporzionale alla pressione alta, ma non è detto che ciò dipenda dall'acido oleico; infatti, questo grasso da condimento è anche ricco di acidi grassi polinsaturi, vitamina E, polifenoli e fitosteroli ecc.
- Cibi ricchi di antiossidanti vegetali: i più diffusi sono di natura polifenolica (fenoli semplici, flavonoidi, tannini). Alcuni rientrano nel gruppo dei suddetti fitosteroli (isoflavoni). Si comportano più o meno come le vitamine. Abbassano lo stress ossidativo e ottimizzano il metabolismo delle lipoproteine; sembrano correlarsi a una riduzione del colesterolo totale e LDL. Sono ricchissimi di polifenoli: ortaggi (cipolla, aglio, agrumi, ciliegie ecc), frutta e relativi semi (melograno, uva, frutti di bosco ecc), vino, semi oleosi, caffè, tè, cacao, leguminose e cereali integrali ecc.
- Piccole porzioni dei cibi a prevalenza di carboidrati: cereali e derivati (pasta, pane ecc), patate, legumi decorticati, frutta molto dolce.
- Tra gli alimenti ricchi di carboidrati, prediligere quelli a basso indice glicemico: integrali o arricchiti di fibre (ad esempio quelli aggiunti in inulina), legumi interi, frutta poco o mediamente dolce.
- Ridurre il carico glicemico dei pasti: aumentandone il numero (circa 5–7 in tutto), riducendo l'apporto calorico totale, diminuendo le porzioni soprattutto dei cibi ricchi di carboidrati (è consigliabile ripartire i glucidi in tutti i pasti a parte un eventuale spuntino serale).
- Ridurre l'indice glicemico dei pasti: aumentando la quantità di ortaggi poco calorici ricchi di fibre: radicchio, lattuga, zucchini, finocchi ecc. Arricchendo tutti i piatti con pochi grassi e proteine (rallentano la digestione e l'assorbimento degli zuccheri ed evitano l'impennata glicemica).
Cosa NON mangiare
Sono da evitare gli eccessi di:
- Sodio: correlato direttamente e indirettamente alla pressione alta, dovrebbe essere eliminato dalla dieta. Stiamo parlando del sodio aggiunto, ovvero di quello presente nel sale da cucina (cloruro di sodio) e impiegato come mezzo di conservazione per: salumi, insaccati, carne in scatola, pesce in scatola, alimenti in salamoia o sotto sale ecc. Ne sono ricchi anche: snack salati, fast food e junk food in genere.
- Grassi saturi e idrogenati, questi ultimi soprattutto in conformazione trans: sono correlati a un aumento della pressione sanguigna, della colesterolemia e dell'infiammazione sistemica. I grassi saturi sono presenti soprattutto in: formaggi grassi, panna, tagli grassi di carne fresca, insaccati e salumi, hamburger, wurstel, olio di palmisto e di palma, altri oli bifrazionati ecc. I grassi idrogenati, che possono avere una percentuale alta di catene in conformazione trans, sono contenuti soprattutto in: oli idrogenati, margarine, snack dolci, snack salati, prodotti da forno confezionati ecc.
- Cibi ricchi di colesterolo: paradossalmente sembrano esercitare un effetto meno ipercolesterolemizzante rispetto alla categoria precedente ma non sono comunque consigliati. Abbondano di colesterolo: tuorlo d'uovo, formaggi grassi e stagionati, frattaglie (cervello, fegato e cuore), crostacei (ad esempio i gamberi) e certi molluschi bivalvi (ad es le cozze).
- Alcol: è una molecola direttamente implicata nell'aumento patologico della pressione sanguigna. Sono coinvolte tutte le bevande, da quelle più leggere ai superalcolici. Bisogna comunque specificare che una o due unità di vino rosso al giorno non vengono considerate fattori di rischio cardiovascolare, al contrario. Grazie alla concentrazione di polifenoli sembrano esercitare una funzione preventiva.
- Carico e indice glicemico eccessivi: favoriscono l'aumento della glicemia e dei trigliceridi. E' consigliabile ridurre le porzioni di dolci e snack, pasta, pane, pizza e frutta molto dolce. La scelta dei cibi deve prediligere quelli ricchi di fibre, freschi e ben idratati.
Cure e rimedi naturali
- Attività motoria: moderata e possibilmente di tipo aerobico, ha diversi effetti benefici quali:
- Previene molte complicazioni gravi (osteoporosi, patologie metaboliche e cardiovascolari).
- Favorisce l'equilibrio emotivo.
- Normalizza gli stimoli fisiologici.
- Fitoterapia: è in grado di ridurre i sintomi della sindrome climaterica. Le piante più utilizzate sono:
- Cimifuga (Cimicifuga Racemosa): se ne usano i rizomi e le radici. Contiene glicosidi triterpenici (acteina e cimicifugoside), acidi fenolici, alcaloidi chinolizidinici, flavonoidi e resine (cimicifugina). Riduce i livelli ormonali di LH (luteinizzante) nel sangue, ma non quelli del FSH (follicolo stimolante); contrasta la perdita minerale ossea.
- Agnocasto (Vitex agnus-castus): se ne usa il frutto maturo. Contiene glicosidi iridoidi (aucubina, agnoside), flavonoidi (caticina, vitexina, isovitexina), terpeni (vitexilattone) e alcaloidi (vaticina). Inibisce la secrezione di prolattina e aumenta i livelli di LH e FSH.
- Integratori alimentari: non tutti hanno dimostrato la stessa efficacia nell'alleviare i sintomi. I più utilizzati sono:
- Soia (Glycine max): grazie ai suoi isoflavoni riduce le vampate, i disturbi del sonno, l'irritabilità, la depressione, l'incidenza di manifestazioni vasomotorie e i livelli di colesterolo totale (merito dei grassi essenziali e delle lecitine). Non ha effetti collaterali e probabilmente contribuisce a prevenire i tumori al seno e all'utero.
- Trifoglio rosso (Trifolium pratense): ha più o meno gli stessi effetti della soia.
- Dioscorea (Dioscorea villosa) estratto secco: grazie alla concentrazione di diosgenina ottimizza il rapporto tra estrogeni e progesterone.
Cure farmacologiche
La terapia farmacologica utilizzata contro la sindrome climaterica è quella ormonale sostitutiva. E' a base di estrogeni e progesterone di origine sintetica. Serve a diminuire i sintomi e a prevenire le complicanze (soprattutto l'osteoporosi).
Tuttavia mostra alcuni effetti collaterali, come: nausea, tendenza a fenomeni trombotici, ipertensione e aumento dell'incidenza di carcinoma all'utero e alla mammella.
- Estradiolo (ad esempio Ephelia, Climara, Estrofem).
- Estriolo (ad esempio Ovestin).
- Medrossiprogesterone Acetato (ad esempio Farlutal, Provera, Premia).
- Progesterone (ad esempio Prontogest, Prometrium).
- Etinilestradiolo (ad esempio Etinilestradiolo Amsa).
- Tibolone (ad esempio Livial).
Altri metodi si basano sulla somministrazione di:
- Inibitori selettivi dei recettori estrogenici:
- Raloxifene (ad esempio Raloxifene Teva, Optruma, Evista).
- Tamoxifene (ad esempio Nolvadex, Tamoxifene AUR, Nomafen).
- Farmaci SSRI o inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), utili per il controllo dei sintomi vasomotori, esercitano un importante effetto antidepressivo:
- Venlafaxina (ad esempio Efexor).
- Paroxetina (ad esempio Sereupin, Serestill, Eutimil, Daparox).
- Altri farmaci antidepressivi:
- Clonidina (ad esempio Catapresan, Isoglaucon).
Prevenzione
Non esiste una forma preventiva contro la sindrome climaterica; d'altro canto è possibile ridurre il peggioramento dei sintomi:
- Riconoscendo precocemente la sintomatologia.
- Iniziando subito la terapia farmacologica e i rimedi naturali sotto consulto medico.
Trattamenti medici
Non esistono trattamenti medici finalizzati alla riduzione dei sintomi della sindrome climaterica.
Integratori utili in menopausa
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