Il materiale pubblicato ha lo scopo di permettere il rapido accesso a consigli, suggerimenti e rimedi di carattere generale che medici e libri di testo sono soliti dispensare per il trattamento dell'Artrosi; tali indicazioni non devono in alcun modo sostituirsi al parere del medico curante o di altri specialisti sanitari del settore che hanno in cura il paziente.
L'artrosi (osteoartrosi) è un'artropatia degenerativa.
Si tratta di una malattia articolare che causa la perdita progressiva delle parti anatomiche tipiche delle articolazioni.
Può colpire la colonna vertebrale, le anche, gli arti superiori e quelli inferiori.
L'artrosi provoca il logorio della cartilagine articolare e il rimpiazzo del tessuto condroide con quello osseo. Provoca dolore e limitazione nei movimenti.
L'insorgenza dell'artrosi e la comparsa dei sintomi aumentano con l'età. E' identificabile (almeno in un distretto) nella maggior parte dei quarantenni e in quasi tutti i settantenni. L'incidenza maggiore si riscontra fra i 75-79 anni.
Si tratta della causa più importante di dolore e invalidità articolare tra gli italiani (oltre 4 milioni). I maschi ne soffrono di più entro i 45 anni e le femmine oltre. La prevalenza dell'artrosi progredisce con la vecchiaia.
Molti fattori di rischio per l'artrosi sono gli stessi dell'osteoporosi.
Cosa Fare
- L'artrosi è una patologia fortemente correlata alla predisposizione genetica, ma anche lo stile di vita incide in maniera rilevante. Ciò significa che, consapevolmente ad una familiarità per questa malattia, è necessario adottare una serie di accorgimenti preventivi verso l'artrosi (vedi sotto Prevenzione).
ATTENZIONE! Vista la correlazione tra i fattori di rischio per artrosi e osteoporosi, potrebbe essere utile rispettare anche le linee guida contro quest'ultima malattia.
- Trattandosi di una patologia irreversibile, è auspicabile che la diagnosi venga effettuata in maniera precoce. Chi soffre di dolori articolari deve rivolgersi subito al medico. Quest'ultimo prescriverà un'indagine immaginografica (di solito raggi X o Risonanza Magnetica o Tomografia Computerizzata) e i risultati verranno interpretati dal radiologo. Tuttavia è anche necessario rivolgersi a un ortopedico che:
- Analizzerà la presenza o meno della patologia.
- Effettuerà una diagnosi differenziale.
- Prescriverà una cura.
- NB. Una volta identificata l'artrosi (a causa dei sintomi o anche per ragioni casuali) è molto importante capire se si tratta di una forma primaria o secondaria.
- Nei casi più lievi è utilie adottare una terapia conservativa, che permetta di ottimizzare la condizione articolare posticipando l'intervento chirurgico:
- Attività motoria lieve: serve a mantenere l'escursione articolare, la lubrificazione, il trofismo muscolare e anche quello osseo (preventivo per l'osteoporosi).
- Al bisogno, assunzione di antinfiammatori leggeri.
- Assunzione di integratori per la cartilagine.
- Applicazione di trattamenti medici con calore, ultrasuoni e fanghi.
- Infiltrazioni di condroprotettori e acido ialuronico.
- Nei casi più gravi invece, è necessario ottimizzare la qualità della vita in vista dell'intervento chirurgico:
- Attività fisioterapica preventivo-conservativa: prevede la mobilitazione e alcuni esercizi motori necessari per preservare il tono muscolare.
- Assunzione di farmaci antinfiammatori per via orale o raramente per iniezione.
- Chirurgia o trapianto di cartilagine.
- Fisioterapia e riabilitazione motoria funzionale.
- Una volta installata la protesi è necessario mantenere una fitness muscolo-scheletrica adeguata nel corso della vita.
Cosa NON Fare
- Non adottare alcun metodo di prevenzione, soprattutto consapevolmente a una tendenza familiare significativa.
- Trascurare la sintomatologia e non rivolgersi al medico o non proseguire le indagini diagnostiche.
- Non adottare la terapia conservativa o farlo in maniera errata:
- Non praticare attività motoria.
- Eccedere con l'attività motoria.
- Non assumere integratori, praticare terapia col calore, fanghi o ultrasuoni.
- Non effettuare le infiltrazioni di condroprotettori e acido ialuronico.
- Non assumere farmaci antinfiammatori.
- Rifiutare l'intervento chirurgico.
- Non praticare fisioterapia prima e dopo l'intervento chirurgico.
- Non mantenere una funzionalità motoria adeguata nel corso della vita.
Cosa Mangiare
- Non esiste una dieta idonea alla cura dell'artrosi. Tuttavia un deficit nutrizionale potrebbe partecipare al logorio della cartilagine articolare.
- Quando il peso è eccessivo diventa fondamentale praticare una dieta dimagrante. Questa è di tipo ipocalorico. I principi di base sono:
- Consumare una quantità calorica adeguata, ovvero il 70% delle calorie normali.
- Scegliere gli alimenti con un impatto metabolico idoneo (cibi integrali e senza carboidrati raffinati) prevenendo i picchi di glicemia e insulina.
- Raggiungere una buona quantità di fibra alimentare. Aiuta a tenere sotto controllo la glicemia, modula l'assorbimento dei grassi e incide positivamente sui livelli di estrogeni.
- Mantenere la frazione dei carboidrati semplici non oltre il 10-16% delle calorie totali (è sufficiente eliminare tutti i cibi dolci mantenendo 4-6 porzioni di frutta e verdura, oltre a 1-3 porzioni di latte e yogurt).
- Mantenere la frazione dei grassi non oltre il 25-30% delle calorie totali, prediligendo quelli “buoni” (oli vegetali spremuti a crudo e pesci azzurri di media grassezza) rispetto a quelli “cattivi” (saturi, idrogenati, bifrazionati ecc).
- Nel caso in cui l'artrosi avanzata infiammi una o più articolazioni potrebbe essere utile aumentare l'apporto dei nutrienti con spiccata funzione antinfiammatoria:
- Omega 3: sono l'acido eicosapentaenoico (EPA), docosaesaenoico (DHA) e alfa linolenico (ALA). Esercitano un ruolo antinfiammatorio. I primi due sono biologicamente molto attivi e si trovano prevalentemente in: sarda, sgombro, palamita, alaccia, aringa, alletterato, ventresca di tonno, aguglia, alghe, krill ecc. Il terzo è meno attivo ma costituisce un precursore di EPA; è contenuto principalmente nella frazione grassa di certi alimenti di origine vegetale o negli oli di: soia, semi di lino, semi di kiwi, semi di uva ecc.
- Antiossidanti:
- Vitaminici: le vitamine antiossidanti sono i carotenoidi (provitamina A), la vitamina C e la vitamina E. I carotenoidi sono contenuti negli ortaggi e nei frutti rossi o arancioni (albicocche, peperone, melone, pesche, carote, zucca, pomodori ecc); sono presenti anche nei crostacei e nel latte. La vitamina C è tipica della frutta acidula e di alcune verdure (limoni, arance, mandarini, pompelmi, kiwi, peperoni, prezzemolo, cicoria, lattuga, pomodori, cavoli ecc). La vitamina E è reperibile nella porzione lipidica di molti semi e relativi oli (germe di grano, germe di mais, sesamo, kiwi, vinaccioli ecc).
- Minerali: zinco e selenio. Il primo è contenuto soprattutto in: fegato, carne, latte e derivati, alcuni molluschi bivalvi (soprattutto ostriche). Il secondo è contenuto soprattutto in: carne, prodotti della pesca, tuorlo d'uovo, latte e derivati, alimenti arricchiti (patate ecc).
- Polifenolici: fenoli semplici, flavonoidi, tannini. Ne sono ricchissimi: ortaggi (cipolla, aglio, agrumi, ciliegie ecc), frutta e relativi semi (melograno, uva, frutti di bosco ecc), vino, semi oleosi, caffè, tè, cacao, leguminose e cereali integrali ecc.
Cosa NON Mangiare
- In caso di obesità, è consigliabile ridurre il peso diminuendo l'apporto calorico del 30% circa e lasciando invariata la ripartizione equilibrata:
- Si consiglia di eliminare i cibi e le bevande spazzatura, in particolare fast food e snack dolci o salati.
- E' anche necessario ridurre la frequenza di consumo e le porzioni di: pasta, pane, pizza, patate, derivati, formaggi grassi, carni e pesci grassi, salumi, insaccati, dolciumi ecc.
- E' anche determinante eliminare gli alcolici: queste bevande sono correlate a un aumento dell'incidenza di artrosi. Inoltre favoriscono il sovrappeso e compromettono il metabolismo farmacologico.
Cure e Rimedi Naturali
- Integratori per la cartilagine:
- Glucosamina solfato: è un monosaccaride amminico che struttura: glicoproteine, glicosamminoglicani, acido ialuronico ed eparan-solfato. Intervengono tutte nella composizione della matrice cartilaginea e partecipano al mantenimento funzionale delle articolazioni.
- Condroitina solfato: è una macromolecola appartenente alla famiglia dei glicosaminoglicani.
- Acido ialuronico: è una molecola responsabile dell'idratazione e della protezione dei tessuti articolari.
- MSM - Metilsulfonilmetano
- Antinfiammatori naturali (es. boswellia)
- Bagni di fango: sono utili nella riduzione del dolore articolare ma non agiscono sulla causa scatenante.
Cure Farmacologiche
Sono di tipo antinfiammatorio, antidolorifico e specifico per la conservazione della cartilagine.
- Oppiacei (ad esempio la morfina): hanno un effetto antidolorifico molto potente ma causano assuefazione.
- FANS o farmaci antinfiammatori non steroidei: sistemici da assumere per via orale. Riducono il dolore e facilitano la mobilità articolare; si consigliano cicli di terapia abbastanza brevi a causa dei potenziali effetti collaterali (compromissioni dello stomaco e del fegato). Sono più utilizzati:
- Paracetamolo o acetaminofene: ad esempio Acetamol, Tachipirina, Efferalga.
- Ibuprofene: ad esempioi Brufen, Moment e Subitene.
- Naproxene: ad esempio Aleve, Naprosyn, Prexan e Naprius.
- Indometacina: ad esempio Difmetre, Indom e Liometacen.
- Nabumetone: ad esempio Nabuser, Artaxan e Relifex.
- Piroxicam: ad esempio Feldene, Piroxicam EG e Artroxicam.
- Celecoxib: ad esempio Aleve, Naprosyn, Prexan e Naprius.
- Farmaci per i controllo del dolore a uso topico o infiltrazione locale:
- Capsaicina: ad esempio Qutenza.
- Metilprednisolone acetato: ad esempio Medrol, Urbason e Solu-Medrol.
- Sodio ialuronato: ad esempio Artz iniettabile.
- Cortisonici: sistemici da assumere per via orale o locali per iniezione. Generalmente sconsigliati perché aumentano il processo di artrosi, vengono utilizzati SOLO nel caso in cui l'infiammazione da sfregamento osseo (cartilagine esaurita) sia a livelli elevatissimi.
- Acido ialuronico e condroprotettori: locali ad iniezione. Verranno descritti anche nel paragrafo dei trattamenti medici.
Prevenzione
- Mantenere l'equilibrio nutrizionale: consente di prevenire il sovrappeso e il sovraccarico funzionale sulle articolazioni sofferenti. Inoltre garantisce l'apporto di nutrienti fondamentali alla sintesi di cartilagine e liquido sinoviale. Alcune indicazioni sono le stesse citate nella Dieta per l'Osteoporosi.
- Prevenire il sovrappeso o dimagrire in caso di obesità (limitare il sovraccarico funzionale cronico).
- Seguire uno stile di vita attivo e praticare attività motoria: consente di prevenire il sovrappeso, rinforza i muscoli e riduce di conseguenza il sovraccarico funzionale nel lungo termine. Inoltre migliora la lubrificazione dell'articolazione e ne conserva la mobilità.
- Non eccedere con lo sport agonistico; il volume e l'intensità di allenamento possono infiammare, consumare o peggiorare le sofferenze articolari (limitare il sovraccarico funzionale cronico).
- Conoscere eventuali deformità congenite o acquisite per limitarne la degenerazione.
- Per quanto possibile, evitare i traumi articolari.
- Evitare i processi infettivi sistemici o articolari.
- Curare o prevenire o contenere i processi infiammatori.
- Se necessario, adottare delle correzioni ortopediche.
- Se necessario, adottare trattamenti medici ai primi segni di artrosi.
Trattamenti Medici
- Correzioni ortopediche: sono di tipo preventivo.
- Applicazione di calore: serve ad alleviare i sintomi dell'artrosi. I metodi sono: termofori, bagni di paraffina, esercizi in piscina riscaldata.
- Tecarterapia: è un metodo terapeutico che sfrutta un condensatore elettrico per curare gli infortuni muscolo articolari. Il meccanismo della tecarterapia si basa sul ripristino della carica elettrica nelle cellule lesionate per far sì che si rigenerino più rapidamente.
- Ultrasuoni: questo sistema sfrutta le onde acustiche ad alta frequenza. E' molto utile come antinfiammatorio, stimolante del riassorbimento edematoso e per sciogliere le aderenze che si formano durante la guarigione. Produce calore e aumenta la permeabilità delle membrane cellulari.
- Infiltrazioni: le iniezioni di acido ialuronico e condroprotettori possono contribuire a preservare l'articolazione interessata, in modo da posticipare il più possibile un eventuale intervento chirurgico. Non tutte le articolazioni si prestano a questo genere di trattamento. Inoltre, quando la cartilagine è totalmente necrotizzata non esercitano più un ruolo determinante.
- Trapianto di cartilagine e condrociti: può essere effettuato con diverse tecniche chirurgiche:
- Impianto di pericondrio o di periostio: sono membrane che rivestono la cartilagine.
- Mosaicoplastica o innesto osteocondrale: impiega cilindri di tessuto osteocondrale prelevati dall'articolazione dello stesso paziente e innestati a pressione nel difetto cartilagineo.
- Trapianto di condrociti autologhi: si prelevano le cellule cartilaginee dal paziente e tramite tecniche biotecnologiche si coltivano in laboratorio per 2-4 settimane. A questo punto si ripulisce la lesione e si riveste di periostio lasciando un piccolo foro attraverso il quale verranno poi iniettate le cellule coltivate.
- Chirurgia: è essenziale quando il dolore diventa invalidante. In passato si tendeva a farne ricorso più tardi possibile; oggi si riconosce la priorità del mantenimento funzionale. Soprattutto nei soggetti maturi o in terza età, rimanere allettati compromette significativamente la capacità funzionale e allunga molto il recupero dopo un intervento. Può includere solo l'inserimento di una piastra in titanio o ceramica per rivestire l'articolazione o prevedere la rimozione e la sostituzione di capi articolari interi. Oggi, il paziente trapiantato è in grado di muovere l'articolazione dopo un giorno dall'operazione. E' meno utilizzata per la colonna vertebrale.
- Fisioterapia: utile sia prima che dopo l'intervento chirurgico. Ottimizza il recupero funzionale.