L'applicazione del biofeedback nella psicofisiologia dello sport e nell'allenamento

Ultima modifica 06.02.2020

-Seconda parte-

Obbiettivi della psicologia applicata allo sport

Uno dei compiti più comunemente affidati allo psicologo dello sport è quello di aiutare l'atleta a sviluppare strategie atte a ottenere un controllo volontario su specifiche funzioni biologiche. Nella storia della psicologia applicata allosport sono state perciò suggerite molteplici strategie per la regolazionedell'attivazione (Williams, 1993) e il BFB risulta una delle più efficaci nel facilitare l'apprendimento dell'autoregolazione dell'attivazione. Da una prima valutazione, gli interventi con il BFB sembrano infatti essere maggiormente indicati proprio per i "target terapeutici" costituiti dagli atleti di alto livello i quali, durante il loro allenamento quotidiano, sono abituati a valutare continuamente le proprie prestazioni fisiche e, per questa ragione, prestano attenzione al feedback immediato. Nei loro confronti, il BFB può perciò essere applicato con successo all'apprendimento sistematico del processo di psicoregolazione, dal momento che è costruito essenzialmente su ciò che gli atleti già fanno d'abitudine. Per questo motivo, le applicazioni del BFB allo sport sono state ampiamente esaminate dai ricercatori, che hanno riconosciuto il grande potenziale offerto dalla psicofisiologia per la comprensione e il miglioramento della prestazione atletica. (vedi Sandweiss e Wolf, 1985; Zaichkowsky e Fuchs, 1988, 1989). La maggior parte di questi ricercatori ha indagato gli effetti positivi del BFB nel ridurre l'ansia da prestazione, sebbene altri abbiano anche esaminato l'impiego del BFB per l'incremento della forza muscolare, per ridurre ildolore e la fatica, per aumentare la flessibilità e per regolare il ritmocardiaco.

Dati, effetti e procedure

Nel campo dello sport, sono state utilizzate alcune modalità di BFB qualil'elettromiografo (EMG), la temperatura cutanea (TEMP), la rispostagalvanica della pelle (GSR), la frequenza cardiaca (HR) el'elettroencefalogramma (EEG). Tra queste, l'allenamento al BFB con EMG, GSR e HR è stato usato per lo più allo scopo di migliorare la prestazione degli atleti in varie discipline sportive attraverso la psicoregolazione (Landers 1988; Petruzzello, Landers, e Salazar, 1991). Recentemente, l'interesse dei ricercatori per il BFB applicato allo sport si è diretto verso l'identificazione delle condizioni psicologiche associate allaprestazione migliore, soprattutto in sport "closed skill" (Collins, 1995); tuttavia, le modificazioni delle dimensioni fisiologiche degli stati di attivazione degli atleti che usano il BFB destano ancora un grande interesse negli allenatori, atleti e psicologi dello sport (Zaichkowsky e Takenaka, 1993). Usando il BFB (Atlas m-8600) Blumenstein, Bar-Eli e Tenenbaum (1995) hanno studiato gli effetti del training autogeno, dell'imagery e del trainingmusicale sugli indici fisiologici e sulla prestazione atletica. Sostanzialmente, le tre procedure di psicoregolazione, di rilassamento (abbassando l'attivazione) e di attivazione (dando energia o "psyching-up", vedi Zaichkowsky e Takenaka, 1993), sono state somministrate, in combinazione col BFB, in un disegno sperimentale con 39 studenti di college, per esaminare i loro effetti sia sulle variabili fisiologiche che sulla prestazione atletica. Gli indici fisiologici erano HR, EMG e GSR e la frequenza del respiro (fb), mentre la prestazione era valutata in base ad un compito atletico (sprint -100 metri). Il risultato di questo studio ha indicato che il BFB ha un significativo "effettoaumento" sia sulle componenti fisiologiche che sulla prestazione atletica soprattutto quando viene accompagnato dal TA e dall'Imagery. Si è notato che la musica soft, rispetto ad altre tecniche di rilassamento, è piuttosto priva di effetti benefici. Il maggior effetto di rilassamento è stato ottenuto dal TA e il più forte effetto di attivazione dall'Imagery, entrambi associati al BFB. Da un punto di vista pratico, questi risultati indicano che, quando dev'essere suggerito agli atleti un programma di training mentale, allo psicologo dello sport conviene usare una combinazione di queste tecniche (TA con EMG o GSR - BFB con o senza Imagery, musica, etc.), che risulta massimizzare i risultati positivi di ogni programma. Per rispondere alla pressione della gara, gli psicologi dello sport hanno spesso applicato modelli transazionali di stress (Rotella e Lerner, 1993). In ogni modello, le percezioni delle reazioni fisiologiche o emozionali da parte degli atleti variano a seconda della situazione e dello stress potenziale indotto dall'ambiente di gara. Ad esempio, l'allenamento alla somministrazionedello stress di Meichenbaum (1985), definisce un vasta gamma di trattamenti che considera sia le capacità di coping cognitive che quelle fisiologiche. Meinchenbaum prevede varie modalità di somministrazione dello stress che, in primo luogo, riguardano una combinazione di abilità di coping che l'individuo può padroneggiare e usare se ha bisogno di affrontare situazioni di stress. In secondo luogo, consentono di insegnare ai soggetti a reperire per proprio conto le informazioni adattative per affrontare gli stressor. Vengono sviluppate specifiche sessioni di auto-affermazioni, per prepararsi allo stressor, confrontarsi e prendere dimestichezza con esso, affrontando la sensazione di venire sopraffatti e rinforzando le auto-affermazioni capaci di agevolare un coping efficace.

Preparazione alla competizione

L'allenamento alla somministrazione dello stress e simili procedure transazionali sembrerebbero essere particolarmente applicabili agli atleti: l'allenamento all'auto-istruzione può comprendere abilità e strategie volte all'auto-affermazione, oltre a istruzioni volte alla concentrazione e ai processi attentivi. In accordo con tali conclusioni e con la loro ricerca, Blumenstein, Tenenbaum, Bar-Eli, e Pie (1995), hanno definito i princìpi di una procedura a due stadi per preparare gli atleti alla competizione. La procedura si basa sull'uso del BFB computerizzato e dell'apparecchiatura per la videoregistrazione (VCR), abbinati a tecniche di rilassamento e/o attivazione al fine di simulare le sensazioni delle situazioni di gara. Durante il primo stadio, l'atleta viene introdotto al dispositivo di BFB e impara come controllare in modo consapevole le sue risposte psicofisiologiche. Nel secondo stadio egli impara a modificare volontariamente i propri livelli di attivazione e a mantenere questo stato per quanto lo desidera. Questa autoregolazione dell'attivazione viene usata per incrementare le immagini mentali della gara, esercitate prima o dopo la competizione.

Fasi applicative

Il programma di preparazione mentale si traduce essenzialmente nel guidare l'atleta attraverso le situazioni di complessità gradualmente crescente che caratterizzano 5 fasi successive. Nelle sessioni che si susseguono nelle pause tra gare e allenamento, lo stesso atleta deve ricominciare ogni volta con una versione abbreviata delle fasi 1 e 2, per rinfrescare le sue conoscenze e aggiornarle alla modificata situazione, per procedere poi più o meno rapidamente alle fasi 3-5. L'approccio a 5 fasi (Tabella 2 e 3) è scandito in sessioni il cui limiti di tempo sono flessibili e vengono stabiliti individualmente e include: 1. Introduzione - apprendimento delle tecniche di autoregolazione (T.A., Imagery, Allenamento al BFB), in 15 sessioni in un setting di laboratorio. 2. Identificazione - abitudine alle modalità del BFB, identificazione degli atleti che hanno dimostrato di rispondere più sensibilmente alle modalità di BFB durante le 15 sessioni. 3. Simulazione - allenamento in un setting di laboratorio con stress da competizione simulato (simulazione VCR), in 15 sessioni. 4. Trasformazione - applicazione dell'allenamento mentale alla pratica (dal laboratorio al campo), in 15 sessioni sul campo. 5. Realizzazione - attuazione delle tecniche all'interno una vera competizione, per raggiungere l'autoregolazione ottimale in gara mediamente in 10 sessioni.

 

Psicologia dello sport

Biofeedback

Effetti degli interventi

Un'analisi della letteratura sulla psicologia dello sport ha rivelato come siano stati usati con gli atleti, una grande varietà di approcci all'allenamentomentale che hanno utilizzato anche la tecnica del biofeedback. Le applicazioni del BFB sono state discusse in molteplici studi. In particolare, il BFBelettromiografico (EMG) è stato comunemente usato per ridurre gli stati d'ansia e di conseguenza, per migliorare la prestazione. Recentemente, gli effetti di training autogeno (rilassamento), mentalimagery (eccitazione) e music training sono stati studiati siaseparatamente che insieme al BFB. Lo studio ha rivelato che le tecniche mentali associate al BFB hanno portato ad un significativo aumento degliindici fisiologici che si associano allo stato emotivo dell'atleta. Per esempio, HR, EMG, GSR e Fb (frequenza respiratoria) sono aumentate durante il training autogeno, durante l'ascolto di musica soft o durante la combinazione di entrambi. Blumenstein e altri hanno utilizzato EMG e BFB per affinare lo stato emozionale dell'atleta. Questo metodo è stato applicato sia in laboratorio, sia in condizioni d'allenamento e si è dimostrato davvero utile nel dirigere l'atleta verso il proprio stato mentale persona-specifico (Tabella 4). È stato inoltre riscontrato che la combinazione del rilassamento con l'allenamento all'imagery rende l'atleta capace di riprodurre un comportamento adattivo, sulla base di situazioni (eventi) stressanti precedenti, e di scegliere reazioni adeguate. Le interpretazioni delle videoregistrazioni e l'analisi di azioni tecniche e tattiche, associate ad indici psicofisiologici, consentono di perfezionare la prestazione fisica (motoria) in risposta ai vari comportamenti degli avversari sia negli sport di combattimento che in altre discipline.

Psicologia dello sport


La ricerca in psicologia dello sport ha dimostrato che gli interventi strutturati per sviluppare nell'atleta la capacità di affrontare efficacemente situazioni stressanti si traducono solitamente in un miglioramento della prestazione. Alcune delle ricerche condotte sull'utilizzo del biofeedback hanno preso in esame tre procedure orientate cognitivamente: TA, IT e M. Gli effetti positivi delle prime due procedure sulla prestazione atletica sono state ripetutamente dimostrati dalla letteratura, in particolare per l'imagery (Howe, 1991). Va notato che l'imagery è stata anche usata in combinazione con altre tecniche. Per esempio, sul rinforzo del comportamento video-motorio (VMBR), sono stati usati insieme l'imagery e il rilassamento, per ridurre l'ansia e migliorare la prestazione. In modo simile, sono state usate combinazioni di imagery e rilassamento per migliorare la prestazione nella pratica del Karate. Krenz (1984) ha condotto una serie di studi di casi, esaminando l'uso del TA per il rilassamento, con giocatori di tennis e ginnasti con e senza esperienza. Dalle relazioni degli atleti e degli allenatori, concluse che in vari casi tale addestramento migliora la capacità di gestire l'ansia e la concentrazione. Molte varianti del TA state usate per migliorare la prestazione anche di atleti di alto livello in competizioni reali. Solitamente, il BFB è considerato un importante strumento per la gestione dello stress e per il controllo, ma si sono incontrate difficoltà per dimostrare una relazione diretta tra BFB e prestazione. Alcuni studi indicano che l'impiego del BFB produce negli atleti la diminuzione dei livelli dello stress e dello stress autodeterminato e che tali variabili non sono necessariamente correlate.

Meccanismo d'azione del BFB

Sembrerebbe che la presa di conoscenza dei dati di BFB, attraverso la stimolazione visiva eccitatoria, modifichi il ritmo degli impulsi nel Sistema Autonomo, la traspirazione della pelle (come rilevato dal GSR), il ritmo respiratorio ed eventualmente il tono muscolare, come emerge dalle misure dell'EMG. Le informazioni circa lo stato biologico dell'individuo fornite dal BFB vanno a rinforzare le sue risposte a livello somatico, per effetto di meccanismi orientati cognitivamente. In questo modo il soggetto può ricevere dei feedback connessi ai risultati sia delle sue azioni, che delle sue prestazioni. Alcuni feedback sembrano avere maggiori effetti sulla prestazione motoria, fungendo da rinforzo che contribuisce unicamente alla facilitazione del processo di apprendimento, attraverso l'identificazione rapida del training e della sua efficacia o ininfluenza. Il BFB è stato anche usato, generalmente in congiunzione con altre procedure di gestione dello stress, per aiutare le persone a migliorare la loro salute psicologica e a cambiare i comportamenti ad essa associati, in altri ambiti oltre a quelli sportivi e di allenamento.

L'efficacia del BFB

A lungo termine, l'uso efficace del BFB e della gestione dello stress richiede all'individuo un sostanziale cambiamento della valutazione soggettiva del comportamento idoneo a migliorare la propria capacità di affrontare lo stress. I cambiamenti degli stati fisiologici dovrebbero quindi essere accompagnati da cambiamenti adeguati allo stato mentale-emozionale, in linea con i fondamenti psicofisiologici di base che sottendono l'uso del BFB. Tuttavia, per scoprire questi cambiamenti psicologici servono periodi di allenamento relativamente lunghi e misurazioni molto sensibili e/o compitospecifiche. In effetti, la specificità del compito del trattamento psicologico, specialmente col BFB, può contribuire al miglioramento della prestazione del compito stesso ed è pertanto essenziale per esercitare un'influenza positiva sulle capacità dell'individuo di affrontare efficacemente lo stress. Il trattamento deve insomma essere focalizzato sul compito specifico da eseguire. Questo principio è in linea con la Teoria dell'Azione, secondo la quale un processo di autoregolazione efficace richiede che l'individuo definisca soggettivamente e affronti attivamente le situazioni che gli si presentano, tenendo sempre presenti le caratteristiche specifiche del compito che dev'essere eseguito. Sono emerse idee simili nella letteratura sul BFB, in particolare entro una cornice di modelli di cibernetica che descrivono i princìpi neurologici e psicologici che sovrintendono all'uso del BFB e alla sua associazione con altre procedure di gestione dello stress usate per migliorare la prestazione.