Proteine vegetali: cibi più ricchi e differenze da quelle animali?
Le proteine vegetali sono catene di amminoacidi che possiamo trovare nei cereali, nei legumi, negli pseudo-cereali, nei semi oleosi o frutta a guscio, nei tuberi, nella verdura, nella frutta e nelle alghe; in pratica, in tutti i cibi che appartengono al regno vegetale.
I vegetali non lavorati più ricchi di proteine sono i semi, tra i quali potremmo selezionare principalmente leguminose e frutta a guscio. Le differenze tra una specie e l'altra, tuttavia, vanificano in parte il tentativo di identificare una Famiglia botanica più ricca delle altre.
Se, invece, prendessimo in esame i derivati lavorati, potremmo identificare molti prodotti di derivazione differente: muscolo di grano e seitan (dal frumento), tofu e tempeh (dalla soia), proteine isolate dei legumi, dei cereali e degli pseudo-cereali (ad es. proteine del pisello, oppure proteine del riso ecc.), farina degrassata di semi oleosi (ad es. farina di nocciole o di mandorle), alghe essiccate (spirulina) ecc.
I legumi che contengono più proteine sono la soia, i lupini, le lenticchie, le arachidi, vari tipi di fagioli e i ceci. Tuttavia, non dobbiamo commettere l'errore di valutare il contenuto proteico dei legumi secchi. Essi, infatti, in cottura triplicano di dimensione, ragione per la quale l'apporto proteico andrebbe diviso per tre.
In termini di verdura e frutta, invece, sarebbe davvero poco sensato cercare di identificare i prodotti più proteici, perché non si tratta dello scopo nutrizionale di questi gruppi alimentari - invece, importanti per l'apporto di vit. A, vit. C, folati, potassio, altri minerali (come il selenio), fruttosio, fibre, acqua e antiossidanti non vitaminici o minerali di vario genere.
Anticipiamo che, siccome gli amminoacidi sono tutti uguali, a prescindere dall'alimento o dall'organismo dal quale si ottengono le proteine, non esistono proteine "insostituibili". Chi segue una dieta vegana può non avere una carenza proteica, a patto che assuma il giusto livello di amminoacidi, alternando adeguatamente le fonti proteiche vegetali.
C'è, però, da dire che le proteine vegetali sono meno digeribili ed assorbibili. Ragione per la quale il fabbisogno di chi segue una dieta vegana è più alto di quello degli onnivori.
Prima di parlare di proteine vegetali ripassiamo alcuni concetti molto importanti per stabilire la qualità di una fonte proteica.
Cosa c’è da Sapere
Valore Biologico (VB): rappresenta la quantità di azoto effettivamente assorbito ed utilizzato al netto delle perdite urinarie e fecali. La proteina di riferimento è quella dell'uovo che presenta un VB pari al 100%
Rapporto di efficienza proteica (PER): indica l'aumento di peso in grammi per ogni grammo di proteina ingerita (3,1 per il latte; 2,1 per la soia)
Digeribilità (D): rapporto tra azoto ingerito ed assorbito (in ordine decrescente grano, latte e soia
Amminoacidi essenziali (AAE): Il termine essenziali sta ad indicare l'incapacità dell'organismo di sintetizzare questi aminoacidi a partire da altri aminoacidi tramite trasformazioni biochimiche. Gli aminoacidi coinvolti nella sintesi proteica sono 20 e tra questi 20 otto sono essenziali [leucina, isoleucina e valina (BCAA), lisina, metionina, treonina, fenilalanina, triptofano] durante l'accrescimento altri due aminoacidi, l'arginina l'istidina diventano essenziali
Indice Chimico: è dato dal rapporto tra la quantità di un dato aminoacido in un grammo della proteina in esame e la quantità dello stesso aminoacido in un grammo della proteina di riferimento biologica (dell'uovo). Più è alto questo indice e maggiore sarà la percentuale di aminoacidi essenziali.
Amminoacido limitante: rappresenta quell'amminoacido essenziale presente nella concentrazione più bassa rispetto al fabbisogno, tale carenza impedisce ottimale utilizzo degli altri amminoacidi per la sintesi proteica.
Qualità proteica
In generale la qualità proteica degli alimenti di origine animale è superiore poiché contengono tutti i vari amminoacidi essenziali. L'inferiore qualità delle proteine vegetali è invece dovuta ad una carenza di uno o più amminoacidi essenziali. Tale amminoacido, come abbiamo visto viene chiamato aminoacido limitante.
I cereali sono per esempio carenti di triptofano e lisina, un amminoacido essenziale la cui carenza può portare ad un deficit di vitamina B3 (niacina). I legumi, molto ricchi di proteine di discreta qualità, sono invece carenti di aminoacidi solforati (metionina e cisteina) importanti per la crescita di peli, capelli e unghie e per la sintesi di glutatione, un potente antiossidante in grado di proteggere le nostre cellule dallo stress ossidativo (radicali liberi).
Tuttavia, abbinando correttamente tra loro differenti proteine vegetali, anche alternate e non necessariamente nello stesso pasto, si può compensare la carenza dei vari aminoacidi limitanti. Si parla in questo caso di mutua integrazione (o complementazione proteica).
Pasta e legumi rappresenta un esempio di un eccellente abbinamento poiché gli aminoacidi di cui è carente la pasta vengono forniti dai fagioli e viceversa.
Per approfondire: Profilo Amminoacidico degli Alimenti
Amminoacidi essenziali e loro fonti di origine vegetale | |
Amminoacido | Origine vegetale |
Fenilalanina | Germe di grano |
Isoleucina | Scarse fonti disponibili |
Istidina | Germe di grano |
Leucina | Germe di grano |
Lisina | Legumi vari |
Metionina | Semi in genere, semi di girasole, frutta a guscio |
Treonina | Legumi, solo marginalmente cereali |
Triptofano | Mandorle, scarso in legumi e cereali |
Valina | Germe di grano |
Associazioni Proteiche | |||
Alimenti vegetali | Aminoacido limitante | Alimento complementare | Esempio di combinazione |
Frumento | Lisina, treonina | Legumi | Pasta e fagioli |
Soia ed altri legumi | Metionina | Frutta secca e semi | Soia e sesamo |
Mais | Triptofano, lisina | Legumi | Tortillas e fagioli |
Verdura | Metionina | Frutta secca e semi | Insalata e noci |
Conclusioni
In ogni caso occorre precisare che tutti i concetti espressi finora vanno interpretati con razionalità:
- Se è vero che le proteine vegetali sono carenti di alcuni amminoacidi non significa che queste non siano sufficienti a coprire il fabbisogno proteico dell'organismo.
- Se è vero che gli aminoacidi limitanti impediscono l'ottimale utilizzo degli altri amminoacidi per la sintesi proteica non significa che in questi casi la sintesi proteica venga pesantemente compromessa.
- Se è vero che la mancata combinazione di proteine vegetali può causare a lungo andare delle deficienze proteiche, questo discorso non è valido a breve termine. Se per esempio dissocio in due pasti separati cereali e legumi, l'organismo è perfettamente in grado di regolare la sintesi proteica implementando gli aminoacidi limitanti con quelli presenti nelle riserve endogene. Se invece viene consumato per lunghi periodi di tempo un solo tipo di proteine vegetali (ad esempio solo cereali) le scorte di aminoacidi liberi vengono "esaurite" e si va inevitabilmente incontro ad una carenza proteica (bilancio azotato negativo).
Pertanto non vi sono particolari controindicazioni nel consumare in prevalenza alimenti di origine vegetale così come succede durante il periodo estivo. È tuttavia importante che la dieta preveda il consumo di una vasta classe di alimenti di origine vegetale (frutta secca, ortaggi, legumi ecc.) ma anche di qualche alimento animale (uova, latte, carni ecc.). Infatti una dieta esclusivamente vegetariana anche se sufficiente dal punto di vista proteico potrebbe risultare carente di vitamine (B12) e minerali come iodio, ferro e calcio, e acidi grassi essenziali.
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