Ultima modifica 02.10.2019
un approccio di tipo ergonomico

A cura del Dott. Giovanni Chetta


Gli studi dimostrano infatti che il nostro organismo, il nostro sistema posturale e dell'equilibrio, reagisce al terreno piano creando una iperlordosi lombare ovvero con un eccessivo inarcamento nella regione inferiore della schiena. Questa iperlordosi lombare è presente nella quasi totalità della popolazione e si manifesta principalmente secondo due modelli:

scomparsa della lordosi lombareiperlordosi lombare classica Modello A: classico caso di iperlordosi lombare. L'eccessivo inarcamento è lungo tutto il tratto lombare a cui corrisponde, di conseguenza, un eccessivo e ampio inarcamento opposto a livello dorsale (ipercifosi dorsale) e una rettilinizzazione del tratto cervicale (quest'ultima si forma come reazione all'iperlordosi cervicale, che sarebbe consequenziale alle prime due curve, ma che non consentirebbe di guardare all'orizzonte, fattore primario per l'organismo).

Modello B: "scomparsa della lordosi lombare". L'iperlordosi è in realtà concentrata tra le vertebre L5 e S1 (ultima lombare e prima sacrale) a cui corrisponde, di conseguenza, un acuto ed eccessivo inarcamento opposto a livello dorsale (ipercifosi dorsale) e, anche qui, una rettilinizzazione del tratto cervicale.


posturaIn entrambi i casi si avrà, di norma, una posteriorizzazione del baricentro (centro di gravità ) generale corporeo rispetto alla posizione ideale (anteriore alla terza vertebra lombare) e la risultante dei momenti di forza che gravano a livello delle ultime vertebre lombari presenterà verso prevalentemente anteriore
Attore principale di questo meccanismo è il potente e profondo muscolo psoas. Questo potente flessore degli arti inferiori (origina sui processi trasversi, sui corpi vertebrali e sui dischi dell'ultima vertebra toracica e delle vertebre lombari, passa sotto il legamento inguinale e, riunendosi col muscolo iliaco, che origina su tutta la faccia interna dell'ala iliaca, si inserisce sul piccolo trocantere femorale), in base alla prevalenza di sue fibre reclutate potrà comportare: aumento dell'iperlordosi lombare (prevalenza fibre inferiori), flessione anteriore del tronco (prevalenze fibre superiori), flessione laterale e rotazione del tronco e del bacino (prevalenza di uno psoas rispetto al controlaterale)..

Il tacco aumenta l'iperlordosi lombare in maniera direttamente proporzionale alla sua altezza, determinando così un peggioramento posturale. Inoltre, il prolungato utilizzo di tacco alto è in grado di accorciare, retraendolo, il tendine di Achille e ciò rende poi difficile la tolleranza di scarpe senza tacco. Non esiste alcun studio che dimostra che un tacco di 2-3 cm sia salutare (d'altronde, se così fosse, è logico pensare che ci avrebbe pensato la natura a riprodurlo direttamente sul calcagno). Scarpe con tacco alto e a punta (che imprigiona in maniera innaturale l'avampiede che invece dovrebbe essere libero per svolgere correttamente la sua funzione) contribuiscono notevolmente a generare e incrementare svariate problematiche a base posturale.

L'iperlordosi lombare, che abbiamo visto essere primaria nelle alterazioni posturali, viene poi compensata in diversi modi, in base a vari parametri fra cui sicuramente il corredo genetico, in tutto il corpo. Queste compensazioni altro non sono che "forzature" che il nostro cervello, tramite il sistema tonico posturale, è costretto a chiedere a muscoli, tendini, legamenti, capsule articolari, articolazioni, nervi, organi ecc., al fine di ottenere una postura il più possibile stabile su un terreno a noi non congeniale.
Nel prossimo capitolo verrà approfondito l'argomento "piede", aspetto fondamentale per comprendere come dal terreno possano insorgere alterazioni in tutto il nostro organismo.

Piede e postura

Il piede rappresenta il punto fisso al suolo su cui grava l'intero peso del corpo. Esso si trova alla base del sistema di controllo antigravitario (sistema tonico posturale) che consente all'uomo di assumere la postura eretta e di spostarsi nello spazio. Il piede è sia un effettore sia un ricettore ossia riceve ed esegue dei comandi (risposta motoria), tramite i muscoli, e, nel contempo, interagisce col resto del corpo fornendo costanti informazioni provenienti dagli esterocettori cutanei presenti sulla sua pianta e dai propriocettori dei suoi muscoli, tendini e articolazioni. Gli esterocettori cutanei del piede sono ad alta sensibilità (0,3 g) e rappresentano l'interfaccia costante tra l'ambiente e il sistema dell'equilibrio. Le informazioni plantari infatti sono le uniche a derivare da un recettore fisso a diretto contatto col suolo.

Il piede, nel corso dell'evoluzione che dura da circa 350 milioni di anni, per le esigenze sorte nell'assunzione della stazione eretta e della deambulazione bipodale, ha acquisito, quale caratteristica umana peculiare e differenziale, l'attitudine all'irrigidimento ovvero alla coesione intersegmentale. Tale coesione podalica è realizzata dalle formazioni capsulo-legamentose e aponeurotiche a cui si aggiungono le formazioni muscolari con funzioni di "legamenti attivi" e posturali. All'afferramento prensile si sostituisce l'aggrappamento antigravitario.
Il piede è il dispositivo di gran lungo più valido che l'uomo possiede per il controllo dell'ambiente sottoposto alle legge di gravità. L'informazione genetica conferisce alla struttura podalica la modellatura di fondo. L'informazione ambientale confluisce nella genetica che la memorizza gradualmente, nel corso delle generazioni, potenziando la genesi delle prerogative antigravitarie. Il fattore culturale però interferisce su tale sviluppo alterando l'informazione ambientale (ad esempio creando terreni e scarpe inadeguati) causando così un ritardo evolutivo.

"La verità del moto specifico dell'uomo è nascosto tra le spire di un'elica". R. Paparella Treccia
Il piede è un diaframma interposto tra forze esterne (ambientali) e forze interne (muscolari), che in esso si incontrano, si contrastano e infine si fondono per l'affermazione della condizione di equilibrio. Il piede è una struttura "spaziale" ossia atta ad assorbire e smistare le forze, relativamente agli infiniti piani dello spazio.
La struttura del piede è un capolavoro unico di architettura, o meglio di biomeccanica, con le sue 26 ossa, 33 articolazioni e 20 muscoli. Funzionalmente e strutturalmente, è possibile suddividere il piede in:

- retropiede formato da astragalo e calcagno, dispositivo centrale" del controllo biomeccanico della gravità;
- avampiede formato da scafoide, cuboide, 3 cuneiformi (definiti anche mesopiede; il mesopiede più il retropiede forma il tarso), 5 raggi metatarsali (metatarso) e le falangi delle 5 dita; funge da "adattatore e reattore".


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