Ultima modifica 20.01.2020

Dove si trova il saccarosio?

Il saccarosio è un disaccaride formato dall'unione di una molecola di glucosio con una di fruttosio. Noto anche come zucchero da tavola, a temperatura ambiente si presenta come una polvere bianca cristallina solubile in acqua, priva di odore e con un sapore piuttosto dolce.

Il saccarosio viene principalmente estratto dalla barbabietola da zucchero e dalla canna da zucchero, ma è normalmente presente in molti alimenti di origine vegetale, in particolare nella frutta.

Eccesso di saccarosio: carie, obesità e diabete

Dal punto di vista nutrizionale, il saccarosio è un cibo altamente energetico e di facile digeribilità, capace di rendere più appetibili i prodotti alimentari ai quali viene aggiunto. SaccarosioProprio per queste sue caratteristiche, il saccarosio è ampiamente utilizzato in campo industriale, tanto che - a detta unanime dei nutrizionisti - molte persone ne consumano ogni giorno quantità eccessive. Infatti, proprio come tutti gli eccessi alimentari, troppo zucchero fa male alla linea ed alla salute. Consumarlo in quantità eccessive significa in particolare esporsi ad un maggior rischio di:

carie dentale: alcuni batteri che popolano il cavo orale, come lo Streptococcus mutans, hanno la capacità di metabolizzare il saccarosio (e gli altri zuccheri) producendo acido lattico. Come tutte le sostanze acide, incluse quelle di origine alimentare, l'acido lattico corrode a poco a poco la superficie dentale, demineralizzando progressivamente il dente. Il saccarosio, oltretutto, favorisce l'adesione di questi batteri alle superfici dentali, ostacolandone la rimozione con la saliva e le comuni pratiche di igiene orale.

 

obesità: trattandosi di un alimento facilmente digeribile, piuttosto energico ed appetibile, l'impiego estensivo del saccarosio da parte dell'industria alimentare ha contribuito in maniera rilevante al dilagare dell'obesità. Secondo alcuni studi epidemiologici, questo contributo sarebbe addirittura superiore a quello dei grassi alimentari; esaminando le abitudini alimentari della popolazione americana durante gli ultimi decenni, infatti, si è notato come l'incidenza dell'obesità sia aumentata di pari passo con la riduzione dei grassi alimentari, a favore dei carboidrati e degli zuccheri semplici. Un simile fenomeno può essere spiegato sulla base del cosiddetto "meccanismo perverso dell'insulina", illustrato in questo articolo sui rapporti tra glicemia e dimagrimento. Va comunque precisato che l'impatto del saccarosio sui livelli glicemici è molto simile a quello dei vari alimenti ricchi in carboidrati complessi, come la pasta ed il riso. Per prevenire obesità e sovrappeso, è quindi importante moderare non solo i quantitativi di zuccheri semplici, ma anche il consumo dei carboidrati più complessi.

 

diabete: lo stato infiammatorio cronico e le alterazioni metaboliche indotte dal sovrappeso e dall'obesità, congiuntamente all'indice glicemico medio-alto del saccarosio, contribuiscono in maniera rilevante all'insorgenza di insulino-resistenza e diabete mellito di tipo 2. La comparsa di questa malattia metabolica, pertanto, può essere favorita dall'assunzione cronica di elevati quantitativi di saccarosio, dato che simili abitudini alimentari predispongono al sovrappeso e all'obesità.

Quanto saccarosio?

Alla luce di quanto esposto, il saccarosio potrebbe essere considerato un alimento da evitare a tutti i costi. In realtà, è sufficiente moderarne il consumo; secondo le linee guida italiane per una sana alimentazione, infatti, la quantità complessiva di zuccheri semplici assunti nell'arco della giornata dovrebbe essere inferiore al 10% delle calorie complessive. Prendendo come riferimento una dieta da 2000 KCal, quindi, è bene non superare il limite dei 50 grammi di zuccheri semplici al giorno (saccarosio, disaccaridi e monosaccaridi vari).