Noce moscata: proprietà, benefici ed effetti collaterali. E' allucinogena?
La noce moscata è una delle spezie più note ed apprezzate, dato che il suo caratteristico sapore caldo-acre si sposa alla perfezione con pietanze a base di latte e formaggio, selvaggina, salse, verdure (soprattutto zucca violina, spinaci, asparagi e funghi) e non solo.
Com'è deducibile, la noce moscata viene adoperata nella formulazione di numerosissime ricette, che si tratti di antipasti, primi piatti, contorni, secondi piatti e perfino dolci.
Come molte altre "cose buone" tuttavia, anche la noce moscata può far male alla salute; parliamo sostanzialmente di effetti collaterali legati ad un impiego sconsideratamente eccessivo, non al suo ragionevole utilizzo in cucina.
La noce moscata contiene miristicina ed elemicina, sostanze capaci di interferire col normale funzionamento del sistema nervoso centrale - più precisamente, a livello di alcuni neurotrasmettitori - in maniera "simile" a quella di alcune droghe. Gli effetti sono principalmente allucinogeni ma, spesso, sfociano in profondi stati ansiosi - tutt'altro che gradevoli.
La miristicina resiste alla digestione ed è assorbita facilmente dalla mucosa del tubo digerente inferiore, ma può essere introdotta anche per via inalatoria.
Inoltre, come tante altre spezie o alimenti, ad esempio la cannella e il pompelmo, anche la noce moscata può avere controindicazioni e interazioni farmacologiche di vario genere, ma anche in questo caso si tratta di criticità legate a super-dosaggi o a eventuali condizioni patologiche dei consumatori.
Nei paragrafi che seguiranno entreremo più nel dettaglio.
Cenni botanici sulla noce moscata
La noce moscata è il seme edule del frutto prodotto dalla pianta Myristica fragrans, un albero sempreverde originario delle isole Molucche, oggi ampiamente coltivato nella stessa Indonesia, oltre che nelle Antille, nella Malesia, nell'isola di Grenada ed in varie regioni tropicali.
I frutti interi di quest'albero, che somigliano alle nostre albicocche, racchiudono un nocciolo legnoso all'interno del quale si trova una specie di mandorla. Questa, per il suo tipico aroma che ricorda quello del muschio, è statao chiamata appunto noce moscata (da "muschiata").
In commercio è possibile reperire sia le mandorle ntere, da grattugiare al momento dell'uso (conservano meglio l'aroma), che la polvere, meno preziosa anche dal punto di vista organolettico.
Tra il mesocarpo (porzione carnosa del frutto) e l'endocarpo (guscio legnoso del seme) troviamo un ulteriore tegumento carnoso chiamato macis, anch'esso usato come spezia.
La noce moscata fa male?
Dosi superiori a 2-8 g di noce moscata possono provocare: febbre, nausea vomito, eccitazione nervosa, ansietà, allucinazioni e altri disturbi psichici.
Il meccanismo d'azione si basa sull'inibizione delle monoaminossidasi, gli enzimi coinvolti nella degradazione di neurotrasmettitori eccitatori come la serotonina, e le prostaglandine, imediatori della risposta infiammatoria.
Gli effetti psicotropi della noce moscata, tuttavia, vanno in relazione alla sensibilità individuale, alla taglia corporea, all'età e allo stato di salute.
Gli effetti allucinogeni vengono ricondotti alla presenza di due composti attivi: la miristicina e l'elemicina, le cui strutture chimiche sono molto simili a quelle delle amfetamine di sintesi, anche se gli effetti ricalcano più da vicino quelli dell'LSD.
Controindicazioni e interazioni farmacologiche della noce moscata
Va adottata particolare cautela nell'uso di noce moscata in gravidanza e allattamento, durante le quali è concessa a piccole dosi.
Dovrebbero evitarla o assumerla nell'ordine di pochi microgrammi - che sarebbe poi la quantità "normalmente" utilizzata in cucina - anche gli individui che soffrono di disagi psicologici e i pazienti psichiatrici, soprattutto in terapia con psicofarmaci (come gli Inibitori delle Mono-Amino-Ossidasi).
La noce moscata a dosi consistenti dovrebbe anche essere evitata nelle terapie farmacologiche con anticolinergici: atropina, benztropina (Cogentin), biperiden (Akineton), prociclidina (Kemadrin) e triesifenidile (Artane).
A cosa fa bene la noce moscata?
A causa dei numerosi effetti collaterali che si manifestano ad alti dosaggi, la noce moscata non trova grosso spazio nella moderna fitoterapia.
Secondo la medicina popolare, la spezia vanterebbe proprietà astringenti, stimolanti, carminative - contro il gonfiore intestinale - appetenti, toniche contro la stanchezza e l'astenia, afrodisiache, eccitanti e antisettiche - contro le infezioni intestinali ed alcune forme di diarrea, e anche come antibatterico per il cavo orale. Nei ratti ha dimostrato di migliorare il tono dell'umore, con funzione antidepressiva. Sull'uomo potrebbe promuovere il sonno.
La noce moscata è anche ricca di antiossidanti, vitamine idro- e liposolubili e minerali; ciò detto, per il basso dosaggio, sul piano nutrizionale ciò risulta trascurabile.
Per approfondire: Noce moscata in Erboristeria