Generalità
Cosa sono le carrube?
Le carrube sono i frutti dell'albero Ceratonia siliqua, comunemente chiamato carrubo.
Questi frutti sono a tutti gli effetti dei legumi, dato che il carrubo viene fatto rientrare nella famiglia delle leguminose (Fabaceae).
Anche i frutti del carrubo sono quindi organizzati in baccelli indeiscenti, lunghi circa 15 cm e contenenti semi durissimi, rotondi e appaiatiti.
Le carrube trovano applicazione in alimentazione, sia umana che animale, ma soprattutto nell'industria alimentare come additivo.
La polpa cruda delle carrube ha un sapore dolciastro, simile al cacao.
Curiosità: lo sapevi che i semi del carrubo vengono anche chiamati carati?
Questo appellativo gli è stato attribuito per via della loro sorprendente uniformità in peso; ognuno di loro pesa esattamente 1/5 di grammo e nell'antichità venivano utilizzati per pesare preziosi e oggetti di valore.
La stessa parola “carato” proviene dal nome greco della carruba (vedi il capitolo: Etimologie del termine carruba).
Cenni botanici
Il carrubo è un albero sempreverde appartenente alla famiglia delle Fabaceae (la stessa dei piselli, delle fave, dei favioli ecc.) e al Genere Ceratonia(nomenclatura binomiale Ceratonia siliqua).
Anche noto come albero-locusta, il carrubo non dev'essere confuso con la Parkia biglobosa o “African locust bean”.
Nonostante le origini geografiche della pianta siano incerte, è ipotizzabile che, ancor prima della sua coltivazione, occupasse già gran parte del territorio europeo, africano e asiatico. Alcuni sostengono che il carrubo sia nato in prossimità del Mar Mediterraneo, quindi in Europa Meridionale, in Africa Settentrionale, sulle grandi isole, a Levante e Medio Oriente, in Asia Occidentale, ma anche nell'arcipelago delle Canarie e in Macaronesia.
Coltivazione
Il carrubo viene coltivato soprattutto in Spagna, Portogallo, Africa settentrionale e in alcuni Paesi del Medio Oriente. In Italia piantagioni di carrubi impreziosiscono l'ambiente dei territori costieri della Liguria e di un po' tutto il Centro sud.
Etimologia del termine carruba
Le carrube sono anche note come pane di S. Giovanni o fagioli di locusta.
L'etimologia del nome “carrube” (o anche “carube”) ha origini arabe e nasce dal sostantivo “kharrūb”, poi adattato in ebraico, successivamente in greco, latino, francese ecc.
E' curioso apprendere che, grazie alla caratteristica uniformità dei suoi semi, dal nome greco delle carrube (kerátion) derivò il sostantivo “carato” (unità di misura per la massa di materiali preziosi).
Utilizzi
Per cosa si usano le carrube?
I semi di carrube vengono utilizzati sia nell'alimentazione umana (principalmente come sfarinato - carrubina o semolato di carrube) che animale (foraggio a base di baccelli interi).
Tuttavia, al di là del contesto prettamente industriale, la carruba è ad oggi considerata "un frutto dimenticato" e come tale di difficile reperibilità. Generalmente, viene venduta insieme alla frutta secca o a prodotti tipici del centro-sud, talvolta con costi proibitivi. Ecco perché, in Italia, gli alberi di carrubo sono piantati quasi esclusivamente a scopo ornamentale.
Carrube nell'alimentazione umana
Dalle carrube essiccate e macinate si ottiene una farina impiegata come:
- Surrogato del cacao
- Additivo alimentare
- Alimento dietetico.
Vediamoli più nel dettaglio.
Proprietà Nutrizionali
Proprietà chimiche e nutrizionali delle carrube
Farina di carrube come surrogato del cacao e del cioccolatO
La farina di carrube ricorda vagamente il cacao; pertanto, viene utilizzata come ingrediente di alcune ricette (ad esempio per gli allergici al cacao) o per delle tavolette quali surrogato della cioccolata.
A differenza della cioccolata tradizionale, le tavolette di carrube sono molto meno caloriche e più ricche di fibre, vitamine (riboflavina) e minerali (calcio, potassio, rame e manganese).
L'assenza di sostanze psicoattive, come la caffeina e la teobromina, rende le carrube un sostituto ideale per chi soffre di ipersensibilità verso tali sostanze o per chi non dovrebbe assumerle per altre ragioni.
L'elevato contenuto in fibre le rende un alimento particolarmente saziante, capace di coniugare sapore e benessere.
Se mischiata con grassi saturi come quelli contenuti nel burro o negli oli tropicali, la farina di carrube dà origine ad un prodotto ancor più simile per sapore e consistenza al cioccolato tradizionale.
Farina di carrube come additivo alimentare
La farina di semi di carrube ha funzione legante, addensante e gelificante, e trova impiego soprattutto nell'industria dolciaria e delle conserve alimentari. Questo ingrediente, noto anche come E410, ha la capacità di assorbire acqua fino a 50-100 volte il suo peso. Per questo motivo, la farina di carrube viene utilizzata come addensante in molte preparazioni alimentari, comprese le carni in scatola e i gelati.
Vedi tutte le Ricette con Farine di Carrube, come il gelato alla Nutella® che proponiamo in questo video:
Carrube come alimento dietetico - anche semi interi, essiccati o freschi
Grazie al loro contenuto in fibre (gomme) e tannini (antiossidanti con blanda funzione antinutrizionale), le carrube esercitano numerose funzioni:
- Anti-obesità: le carrube sono ricche di tannini, fattori nutrizionali generalmente benefici e con funzione antiossidante che, se assunti in quantità massicce, possono ridurre l'attività di certi enzimi digestivi. Questo determina un malassorbimento controllato, che può favorire la riduzione del peso.
- Riduzione dell'assorbimento dei grassi: per l'inibizione enzimatica, ma anche grazie alla gelificazione del contenuto intestinale, le carrube diminuiscono l'assorbimento lipidico e soprattutto del colesterolo alimentare e dei succhi biliari.
- Moderazione dell'impennata glicemica e insulinica: per gli stessi principi descritti sopra, le carrube modulano l'assorbimento dei carboidrati, riducendo l'impennata glicemica e quella insulinica. Per questo motivo si prestano alla dieta dell'obeso e del diabetico tipo 2.
- Funzione prebiotica: la flora batterica intestinale si nutre di diversi composti presenti nei semi di carrube (soprattutto fibre solubili e carboidrati).
- Funzione anti-stitica: esercitata soprattutto dalla polpa fresca dei semi; anche gli sfarinati opportunamente reidratati e associati a grossi quantitativi di acqua possono contribuire ad ammorbidire le feci, facilitandone l'espulsione.
- Funzione anti-diarroica: in particolari situazioni, proprio grazie a questa sua capacità di assorbire acqua, la farina di carrube è un eccellente antidiarroico.
- Funzione gastro - protettiva: le carrube, formando un composto gelatinoso, trovano anche impiego come rimedio ai bruciori di stomaco (acidità gastrica), ma non sostituiscono la terapia farmacologica per le patologie diagnosticate.
In gravidanza possono diminuire il problema della nausea gravidica.
Effetti Collaterali
L'assunzione di carrube può scatenare degli effetti collaterali?
Le carrube sono considerate probabilmente sicure per la dieta della maggior parte dei soggetti, purché assunte per bocca in quantità alimentari o come integratore. Non sembrano avere effetti collaterali indesiderati.
E' buona norma evitare il consumo eccessivo, soprattutto in caso di:
- Gravidanza e allattamento.
- Stipsi, se non consumata con grandi quantità d'acqua.
- Diarrea, se consumata con grandi quantità d'acqua.
- Sottopeso.
- Malnutrizione specifica o generalizzata.