Il Caffè fa Male?

Il Caffè fa Male?
Ultima modifica 02.10.2019
INDICE
  1. Introduzione
  2. Consumo Popolare
  3. Possibile Nocività
  4. Conclusioni

Introduzione

Parlando di "salubrità" degli alimenti, risulta ormai chiaro che – a prescindere da effettive contaminazioni o adulterazioni – è "la dose che fa il veleno". Non esistono eccezioni alla regola, nemmeno il tanto discusso caffè.

Il Caffè fa Male? Shutterstock

D'altro canto, sono ancora in molti a domandarsi se questa bevanda possa oggettivamente fare male alla salute. Trattandosi di un dubbio a dir poco diffuso, qualsiasi professionista della nutrizione non può certo esimersi dal domandarsi il "perché?".

La risposta è, in verità, piuttosto banale:

  1. Non è un alimento fondamentale e non contiene nutrienti essenziali;
  2. Apporta sostanze potenzialmente venefiche, anche se in percentuali modeste e – all'interno delle normali porzioni e frequenze di consumo – verosimilmente innocue.

In questo articolo cercheremo di capire meglio quali sono i principi negativi del caffè e come inserirlo nella dieta con ragionevolezza.

Consumo Popolare

Perché il caffè è la bevanda più popolare in Italia?

Nel "Bel Paese", caffè è sinonimo di espresso – per lo più ristretto; nessuno o quasi, predilige le altre forme della scura ed aromatica bevanda (ad es. il caffè americano, quello marocchino ecc.).

Per gli italiani il caffè non è solo un'abitudine, ma un simbolo – pausa, relax, momento di convivialità o spazio riservato al dialogo con sé stessi. Basti pensare che molte persone trovano più difficoltà nel sospendere questa bevanda piuttosto che il fumo di sigaretta.

C'è poi un altro aspetto, tutt'altro che secondario: il ruolo di apportatore di caffeina.

Caffè e caffeina: a cosa serve?

Tutti sanno che il caffè è una sorgente nutrizionale di caffeina (1,3,7-trimetilxantina o 1,3,7-trimethylpurine-2,6-dione), un alcaloide appartenente alla categoria delle molecole psicotrope (stupefacenti o psicoattive) e più precisamente agli stimolanti – la sua LD50 per via orale è variabile nell'uomo, ma approssimativamente di 150 mg/kg.

A livello del sistema nervoso centrale (SNC), la caffeina agisce in maniera simile all'adenina, agendo come inibitore competitivo della stessa. Tendendo ad aumentare i livelli di adrenalina e noradrenalina, stimola quindi il SN simpatico (maggior veglia) e porta a un aumento del battito cardiaco e dell'afflusso di sangue ai muscoli, a una diminuzione dell'afflusso di sangue alla pelle e agli organi interni, al rilascio di glucosio del fegato. Promuove inoltre la filtrazione renale (diuresi) e sembra aumentare la liberazione di grassi dal tessuto adiposo in condizioni di digiuno.

In secondo luogo, essendo anche un inibitore della fosfodiesterasi, la caffeina allunga l'effetto di anfetamina, metanfetamina e metilfenidato, e facilita la trasmissione di dopamina (neurotrasmettitore legato alla motivazione) e del glutammato (neurotrasmettitore legato alla memoria).

Tali caratteristiche rendono il caffè una bevanda naturalmente "dopante", usatissima sia da chi intende ottimizzare le prestazioni mentali che atletiche.

Molti non sanno, però, che l'abuso di caffè porta ad un adattamento metabolico alle sue concentrazioni; ergo: minor efficacia.

Possibile Nocività

Caffè: nocività potenziale e come evitarla

La caffeina fa male?

È quindi possibile che il caffè, nel tempo, sia responsabile di veri e propri danni per la salute di chi ne fa uso frequente e abbondate.

Ma, nel concreto, perché il caffè può far male? La risposta è legata al suo ciclo produttivo.

Chiariamo che, trattandosi di una "bevanda nervina", il primo rischio di cui tenere conto è la possibile instaurazione di una forma di dipendenza; più precisamente di caffeinismo.

I possibili danni del caffè sono spesso vincolati a tale inappropriatezza comportamentale, che si basa sull'assuefazione alle metilxantine stimolanti.

Tuttavia, un eccesso di questi alcaloidi è sconsigliabile per: bambini, gravide e nutrici (dalle 3 tazzine al giorno in poi), insonni, cardiopatici e aritmici, portatori di alterazioni degenerative dei vasi, diabetici soprattutto gravi, nevrotici soprattutto ansiosi, psicotici ad esempio bipolari, epilettici, malati di glaucoma, ipertesi, predisposti a emicrania, tendenti ad emorragie, artritici, osteoporotici, malati di reflusso gastroesofageo (GERD), dispeptici, gastritici o sofferenti di ulcera, sofferenti di colon irritabile, affetti da patologie infiammatorie del colon, insufficienti epatici e renali, malati di infiammazioni e/o infiammazioni alla prostata e alle vie urinarie.

Sono diverse le interazioni farmacologiche: efedrina, alcol, adenosina, alendronato, antibiotici, clozapina, dipiridamolo, disulfiram, estrogeni, fluvoxamina, litio, farmaci per la depressione (IMAO), farmaci che rallentano la coagulazione del sangue ecc.

Cos'altro fa male del caffè?

Il caffè nero è un infuso di polvere ricavata dalla macinatura dei semi torrefatti (frutti di piante appartenenti al Genere Coffea). Quest'ultimo trattamento al calore, che raggiunge i 400 °C, determina la formazione di composti aromatici e gradevoli, ma anche di altri potenzialmente tossici, quindi venefici a concentrazioni elevate.

Tra i molti, quello che desta maggiori preoccupazioni è l'acrilamide. L'esposizione prolungata ad alte concentrazioni di acrilamide può danneggiare il sistema nervoso. Tuttavia, questo è generalmente un rischio riservato alle persone direttamente coinvolte nei processi industriali che la utilizzano, anche se una dieta eccessivamente ricca di questo residuo tossico (molto abbondante, ad esempio, anche negli alimenti amidacei fritti) può aumentare il rischio di tumori al tubo digerente.

Il caffè torrefatto residua una notevole quantità di tannini che, se da un lato svolgono un ruolo antiossidante, dall'altro quando in eccesso possono provocare danni alla salute: funzione anti-nutrizionale sull'assorbimento minerale (soprattutto ferro) e per chelazione proteica, limitando l'assorbimento dei peptidi alimentari e inattivando anche certi enzimi digestivi.

Conclusioni

Se assunto per bocca e in quantità moderate (massimo 4 tazze al giorno) il caffè è probabilmente sicuro per la maggior parte degli adulti sani.

Nota: la dose massima considerata sicura di caffeina corrisponde a 300 mg/die, contenuti in circa 6 espresso.

Può comunque causare o peggiorare soprattutto: insonnia, nervosismo e irrequietezza, vari disturbi di stomaco, nausea e vomito, aumento della frequenza cardiaca o alterazione del ritmo, aumento della frequenza respiratoria, e altre patologie di cui abbiamo parlato sopra.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer