Allergia al Latte: Fattori di Rischio, Sintomi e Trattamento

Allergia al Latte: Fattori di Rischio, Sintomi e Trattamento
Ultima modifica 01.04.2020
INDICE
  1. Introduzione
  2. Allergia VS Intolleranza
  3. Sintomi e Complicanze
  4. Fattori di Rischio e Trattamento
  5. Latti Speciali

Introduzione

In questo articolo parleremo dell'allergia al latte, ovvero di una ipersensibilità immunomediata vero le proteine contenute in questo alimento.

Allergia al Latte: Fattori di Rischio, Sintomi e Trattamento Shutterstock

Per prima cosa, la differenzieremo rispetto alla condizione di intolleranza, che invece riguarda il lattosio.

Esporremo successivamente i possibili sintomi e complicanze dell'esposizione verso l'antigene, così come i fattori di rischio ed il trattamento, con specifico riferimento ai latti speciali per gli allergici.

Allergia VS Intolleranza

Allergia alle proteine del latte o intolleranza al lattosio?

L'allergia al latte vaccino è la sensibilizzazione alimentare più diffusa nei primi anni di vita (2-3% dei bambini); tende a risolversi con la maturazione del tratto digerente durante la crescita e permane nell'adulto solo nello 0,5% dei casi.

Dalla seconda infanzia in poi, invece, gli allergeni più comuni sono il pesce, i crostacei, le arachidi e le noci.

Questa forma allergica non ha nulla a che vedere con l'intolleranza al latte, comune soprattutto nell'età adulta ed anziana.

Le persone che soffrono di allergia al latte sviluppano anticorpi contro alcune sue proteine; per questo motivo, dopo un'esposizione iniziale asintomatica, ingerire anche piccolissime quantità di questo alimento o dei suoi derivati è sufficiente a scatenare una reazione allergica potenzialmente grave.

È curioso notare che, grazie alla digestione, le proteine alimentari subiscono una modifica già a livello gastrico (per denaturazione). Solo nell'intestino però, vengono totalmente demolite per azione enzimatica del pancreas e dell'orletto a spazzola.

Sappiamo che le allergie non sono tutte uguali; ne esistono di diversa gravità e pare che ciò si correli – oltre al tipo di mediazione immunitaria – anche alla lunghezza delle sequenze peptidiche riconosciute come antigene. Più sono brevi queste sequenze (basso peso molecolare), più è elevata la sensibilità.

L'intolleranza al lattosio, invece, è un disturbo dovuto alla carenza di un enzima, la lattasi, necessario per digerire lo zucchero tipico del latte e dei latticini; la severità dei sintomi è dose-dipendente e non si ha alcun coinvolgimento del sistema immunitario.

Sintomi e Complicanze

Sintomi e complicanze dell’allergia al latte

Le manifestazioni cliniche dell'allergia al latte compaiono da pochi minuti a poche ore dopo il consumo dell'alimento o dei suoi derivati. I sintomi, più spesso non troppo gravi, si dividono in precoci e tardivi.

La forma di allergia al latte più velocemente manifesta, anche a piccolissimi dosaggi di antigene, è quella IgE mediata.

Seppur raramente, già in fase precoce, l'allergia al latte può provocare una complicazione grave detta anafilassi.

Da segnalare che i bambini allergici al latte vaccino hanno maggiori probabilità di sviluppare altre forme allergiche, come quella alle uova, alla soia e alle arachidi o la febbre da fieno (una forma di rinite allergica scatenata dal contatto con i pollini delle graminacee, i peli degli animali domestici o altre sostanze).

Sintomi precoci

Meno gravi: problemi digestivi, vomito, orticaria e difficoltà a respirare (dispnea).

Sintomi tardivi

Diarrea, coliche addominali, sangue nelle feci, eruzioni cutanee pruriginose (spesso localizzate intorno alla bocca), tosse e lacrimazione eccessiva.

Cos’è l’anafilassi?

L'anafilassi, o reazione anafilattica, è una condizione molto pericolosa che richiede un rapido intervento medico.

Considerata la complicazione allergica più grave, è caratterizzata da sintomi acuti – come difficoltà respiratorie, prurito intenso, rossore in viso e caduta pressoria sino al collasso – che insorgono precocemente dopo il contatto con l'allergene (in questo caso a seguito dell'assunzione di proteine del latte).

Sintomi dell’intolleranza al lattosio

I sintomi dell'intolleranza al lattosio compaiono qualche ora dopo aver consumato latte o altri alimenti ricchi di lattosio, si localizzano a livello digestivo ed includono tipicamente gonfiori intestinali, flatulenza e diarrea.

Possono essere anche atipici, interessando distretti non legati alla digestione. Se ignorata, nei lattanti e nei bambini può comportare malnutrizione e difetti della crescita.

Fattori di Rischio e Trattamento

Fattori di rischio dell’allergia al latte

I fattori di rischio per l'allergia al latte includono la familiarità per questa od altre forme allergiche, la dermatite atopica, l'allattamento artificiale (salvo rare eccezioni, non esistono casi di allergia al latte materno) e l'età (l'incidenza tende a regredire già nella seconda infanzia, con la maturazione dell'apparato digerente).

Trattamento dell’allergia al latte

Considerata la diffusa presenza del latte e delle sue proteine nei prodotti alimentari di uso comune, le manifestazioni allergiche sono piuttosto frequenti.

Quelle più lievi possono essere attenuate tramite una terapia orale a base di antistaminici, mentre in presenza di anafilassi può rendersi necessaria un'iniezione di adrenalina.

Come per tutte le altre forme di sensibilizzazione, la reazione allergica può essere prevenuta soltanto evitando il contatto con l'allergene; di conseguenza è necessario escludere dalla dieta qualsiasi fonte di latte e dei suoi derivati.

In caso di familiarità, si consiglia estrema cautela nell'introduzione di latti diversi da quello materno nel bambino. In tal senso, l'allattamento al seno fino al divezzamento è considerato un agente protettivo nei confronti delle complicanze allergiche.

Nella nutrizione del lattante allergico è possibile fare uso di latti speciali, dei quali parleremo nel prossimo paragrafo.

Per approfondire: Farmaci per la cura dell'allergia al latte

Latti Speciali

Latti speciali per gli allergici al latte

Per l'alimentazione dei neonati sono state studiate specifiche formulazioni ipoallergeniche.

Tali formule vengono prodotte sfruttando tecnologie abbastanza complesse (reazioni enzimatiche, tecniche di filtrazione, alte pressioni e calore) con lo scopo di idrolizzare ("rompere") le proteine del latte (vedi latti speciali).

I frammenti proteici così ottenuti possono avere un peso molecolare più o meno elevato e, come tali, sono indicati nella dieta di neonati con forme allergiche di diversa gravità.

Il latte di altri animali, come quello di capra, pecora o bufala, non può essere assunto da chi soffre di allergia al latte vaccino, a causa di un fenomeno chiamato cross-reattività (questi latti contengono proteine con sequenze amminoacidiche simili a quelle del latte vaccino).

Questa caratteristica sembra invece assente nel latte di asina ed in quello di cavalla, che richiedono comunque ulteriori studi – sia di tipo clinico che tecnologico – prima di essere impiegati nell'alimentazione dei soggetti allergici al latte di mucca.

Un'alternativa ai latti animali è rappresentata da quelli a base di proteine vegetali più o meno idrolizzate, come il latte di soia, ma arricchiti nei nutrienti carenti (riboflavina, calcio).

Quest'ultimo, tuttavia, può diventare a sua volta un allergene (nel 10-15% dei casi, tra gli allergici alle proteine del latte). Per questo motivo alcuni neonati allergici al latte vengono alimentati con prodotti a base di proteine di riso idrolizzate.

Se il bambino soffre di allergia al latte vaccino, talvolta è necessario allontanare l'alimento ed i suoi derivati anche dalla dieta della nutrice.