Ultima modifica 19.07.2019

L'acido palmitoleico è un acido grasso monoinsaturo, non essenziale, della serie omega 7. Si tratta quindi di una molecola formata da una lunga catena carboniosa (16 atomi di carbonio in tutto), che inizia con un gruppo carbossilico (COOH), termina con un gruppo metilico (CH3) e presenta nella parte centrale una serie di atomi di carbonio rispettivamente accoppiati a due atomi di idrogeno. Fa eccezione a quanto descritto una singola coppia Carbonio-Carbonio, che - tenuta insieme da un doppio legame - lega un solo atomo di idrogeno per unità carboniosa. Tale coppia coinvolge il settimo e l'ottavo carbonio a partire dall'estremità metilica (terminale); ecco spiegato come mai l'acido palmitoleico appartiene alla serie omega 7.

 

Acido palmitoleico

 

Le fonti naturali di acido palmitoleico sono abbastanza numerose, ma il contenuto è significativo soltanto nell'olio di olivello spinoso (Hippophae rhamnoides) e in quello di macadamia (Macadamia integrifolia); questi oli contengono, rispettivamente, circa il 40 ed il 17% di acido palmitoleico.

Come ricordato, questo nutriente può essere sintetizzato dall'organismo a partire da altri acidi grassi, in particolare dal palmitico (C16:0) per intervento dell'enzima delta nove desaturasi (il palmitoleico è sia un omega 7 che un delta 9, dato che se si inizia a contare partendo dall'estremità carbossilica, il primo atomo di carbonio impegnato nel doppio legame è il numero 9).

Nonostante appartenga al gruppo degli acidi grassi monoinsaturi, dal punto di vista salutistico l'acido palmitoleico è paragonabile al palmitico, un acido grasso saturo con effetto pro-aterogeno:

una supplementazione con acido palmitoleico aumenta i livelli di colesterolo cattivo, LDL, in pazienti ipercolesterolemici, anche quando l'apporto alimentare di colesterolo è basso; tale aumento è paragonabile a quello ottenuto attraverso la supplementazione di acido palmitico, ma nettamente superiore rispetto a quello indotto dall'integrazione con acido oleico. Inoltre, rispetto all'acido palmitico, il palmitoleico ha provocato una maggiore riduzione del colesterolo buonoHDL. Biblioografia

Dal punto di vista salutistico, è quindi sconsigliabile sostituire le tradizionali fonti di acidi grassi insaturi (olio di oliva, oli di semi e oli di pesce) con olio di olivello spinoso o di macadamia.

Ai prodotti cosmetici contenenti fonti di acido palmitoleico sono ascritte proprietà emollienti ed idratanti. Tuttavia questo acido grasso, insieme ad altri membri della serie omega-7, è stato additato come possibile responsabile del caratteristico odore della pelle invecchiata.

Recentemente all'acido palmitoleico sono state ascritte anche proprietà "anti-ingrassanti", per la sua capacità di fungere da molecola segnale che impedisce l'accumulo di grassi alimentari nelle riserve adipose (in ratti modificati geneticamente); l'acido palmitoleico sembrerebbe stimolare l'azione dell'insulina a livello muscolare ed opporsi alla steatosi epatica.