Pesticidi in frutta e verdura: quali sono, conseguenze per la salute

Pesticidi in frutta e verdura: quali sono, conseguenze per la salute
Ultima modifica 02.01.2023
INDICE
  1. Introduzione
  2. Lo studio di Legambiente
  3. Ortaggi e alimenti più a rischio
  4. I pesticidi più diffusi
  5. Pesticidi: danni per la salute

Introduzione

In Italia arrivano nel piatto ancora troppi prodotti con tracce di pesticidi, tra cui diversi non più in commercio da almeno due anni. È ciò che è emerso dall'ultimo rapporto "Stop Pesiticidi nel piatto" di Legambiente in collaborazione con Alce Nero.

Lo studio di Legambiente

Secondo le ultime ricerche condotte da Legambiente in collaborazione con Alce Nero, il 44% circa della frutta e della verdura che arriva sulle tavole italiane, e prodotto in Italia contiene tracce di pesticidi. L'analisi fatta a campioni ha rilevato un aumento sensibile della presenza di fitofarmaci negli alimenti rispetto allo scorso anno: gli alimenti con i pesticidi sono  il 44%, rispetto al 36% del 2021. Solamente il 55% dei campioni risulta senza fitofarmaci. 

Lo studio di analisi è stato effettuato su 4.313 campioni di alimenti, sia di origine vegetale che animale. La percentuale di campioni irregolari, quindi con percentuali di fitofarmaci oltre i limiti consentiti dalla legge, ossia all'1%, ha permesso di rilevare come solo il 54,8% del totale dei campioni è risultato pulito, quindi senza pesticidi.

A commento della situazione agronomica attuale è intervenuto Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente: "Dall'analisi dei dati rilevati emerge chiaramente la necessità di intraprendere la strada dell'agroecologia con ancora più determinazione, mettendo in atto, in maniera convinta e senza tentennamenti, quanto stabilito dalle direttive europee Farm to fork e Biodiversity 2030. Con l'approvazione della legge sul bio – ha spiegato – indubbiamente è stato fatto un importante passo in avanti. Adesso, serve passare dalla teoria alla pratica, affinché quel traguardo non risulti solo una bandierina ma un patrimonio per l'intero settore."

Pesticidi: cosa sono?

La parola pesticidi è la traduzione del termine inglese pesticides. Il termine italiano più corretto, però, è prodotti fitosanitari, spesso chiamati anche antiparassitari, fitofarmaci, agro-farmaci. I pesticidi sono microrganismi o sostanze chimiche (naturali e prodotte industrialmente) usati in agricoltura per eliminare tutto ciò che danneggia le coltivazioni, come parassiti animali o vegetali, oppure insetti che trasmettono diverse malattie alle piante. 

I pesticidi o prodotti fitosanitari sono suddivisi in diverse categorie a seconda dell'organismo contro cui sono usati, ad esempio:

  • insetticidi (combattono insetti nocivi alle colture agricole, ma anche insetti semplicemente molesti o portatori (veicoli) di malattie per l'uomo o gli animali domestici)
  • fungicidi (contrastano malattie e alterazioni prodotte da funghi)
  • diserbanti o erbicidi (utilizzati per distruggere le erbe infestanti, o malerbe)
  • fitoregolatori (ormoni vegetali che regolano la crescita delle colture), ecc...

Da precisare che i fertilizzanti non sono pesticidi, ma si tratta di sostanze usate in campo agricolo per nutrire il terreno da coltivare, come azoto, potassio e fosforo, fondamentali per la crescita delle coltivazioni.  

Ortaggi e alimenti più a rischio

Tra la frutta e la verdura, il primo è senza dubbio il tipo di alimento più colpito da questo fenomeno. "Oltre il 70,3% dei campioni contiene uno o più residui. Da segnalare l'uva da tavola (88,3%), le pere (91,6%) e i peperoni (60,6%). Tra gli alimenti trasformati, il vino e i cereali integrali sono quelli con maggior percentuali di residui permessi, contando rispettivamente circa il 61,8% e il 77,7%", segnalano gli autori del rapporto di Legambiente.

Legambiente, inoltre, ha rilevato come tra i pesticidi più presenti ci siano ancora fitofarmaci revocati dal mercato già nel 2020. Prodotti come il Thiacloprid, rinvenuto in 2 campioni di miele, in 1 pesca e in 1 mela, o tracce l'Imidacloprid, rinvenuto in 34 campioni tra albicocche, arance, banane, carciofi, mandarini, peperoni, uva e pomodori.

I pesticidi più diffusi

Tra i pesticidi più rintracciati, Acetamiprid, Boscalid, Fludioxonil, Azoxystrobina, Tubeconazolo e Fluopyram. A destare preoccupazione anche i residui di DDT in 2 campioni di derivazione animale (tessuto adiposo di cavallo e di bovino). In linea con il trend degli anni passati, la frutta si conferma la categoria più colpita: oltre il 70,3% dei campioni contiene uno o più residui. In riferimento alla verdura, il quadro risulta migliore: il 65,5% dei campioni analizzati risulta senza residui.

Il nostro Paese – ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – si sta dimostrando esempio virtuoso per l'intera Europa in fatto di riduzione dell'uso dei pesticidi, grazie soprattutto alle sempre più numerose aziende che scelgono l'agricoltura biologica, non di certo a politiche nazionali significative in tal senso. A conferma di ciò basti pensare al raggiungimento della quota del 17,4% di SAU condotta con metodo biologico. È quindi necessario un impegno più incisivo, considerando la richiesta dell'Unione europea di raggiungere un taglio dell'uso del 62% dei pesticidi entro il 2030.

Pesticidi: danni per la salute

Il contatto con i pesticidi può essere di tipo professionale, come avviene per i lavoratori coinvolti nei processi di produzione, trasporto e stoccaggio, o legato al loro impiego come accade agli agricoltori, oppure attraverso il consumo alimentare di cibo con pesticidi. I residui presenti, ad esempio, in frutta e verdura, essendo quantità molto ridotte, non danno rischi di intossicazione immediata dopo il consumo di un singolo alimento, ma l'ingestione prolungata nel tempo potrebbe avere degli effetti sulla salute. Nell'uomo, l'esposizione a livelli tossici di alcuni insetticidi può causare effetti al sistema nervoso centrale, sul fegato, e sulla fertilità.