Pesticidi in frutta e verdura: quali sono, conseguenze per la salute
Introduzione
Lo studio di Legambiente
Secondo le ultime ricerche condotte da Legambiente in collaborazione con Alce Nero, il 44% circa della frutta e della verdura che arriva sulle tavole italiane, e prodotto in Italia contiene tracce di pesticidi. L'analisi fatta a campioni ha rilevato un aumento sensibile della presenza di fitofarmaci negli alimenti rispetto allo scorso anno: gli alimenti con i pesticidi sono il 44%, rispetto al 36% del 2021. Solamente il 55% dei campioni risulta senza fitofarmaci.
Lo studio di analisi è stato effettuato su 4.313 campioni di alimenti, sia di origine vegetale che animale. La percentuale di campioni irregolari, quindi con percentuali di fitofarmaci oltre i limiti consentiti dalla legge, ossia all'1%, ha permesso di rilevare come solo il 54,8% del totale dei campioni è risultato pulito, quindi senza pesticidi.
Pesticidi: cosa sono?
La parola pesticidi è la traduzione del termine inglese pesticides. Il termine italiano più corretto, però, è prodotti fitosanitari, spesso chiamati anche antiparassitari, fitofarmaci, agro-farmaci. I pesticidi sono microrganismi o sostanze chimiche (naturali e prodotte industrialmente) usati in agricoltura per eliminare tutto ciò che danneggia le coltivazioni, come parassiti animali o vegetali, oppure insetti che trasmettono diverse malattie alle piante.
I pesticidi o prodotti fitosanitari sono suddivisi in diverse categorie a seconda dell'organismo contro cui sono usati, ad esempio:
- insetticidi (combattono insetti nocivi alle colture agricole, ma anche insetti semplicemente molesti o portatori (veicoli) di malattie per l'uomo o gli animali domestici)
- fungicidi (contrastano malattie e alterazioni prodotte da funghi)
- diserbanti o erbicidi (utilizzati per distruggere le erbe infestanti, o malerbe)
- fitoregolatori (ormoni vegetali che regolano la crescita delle colture), ecc...
Da precisare che i fertilizzanti non sono pesticidi, ma si tratta di sostanze usate in campo agricolo per nutrire il terreno da coltivare, come azoto, potassio e fosforo, fondamentali per la crescita delle coltivazioni.
Ortaggi e alimenti più a rischio
Tra la frutta e la verdura, il primo è senza dubbio il tipo di alimento più colpito da questo fenomeno. "Oltre il 70,3% dei campioni contiene uno o più residui. Da segnalare l'uva da tavola (88,3%), le pere (91,6%) e i peperoni (60,6%). Tra gli alimenti trasformati, il vino e i cereali integrali sono quelli con maggior percentuali di residui permessi, contando rispettivamente circa il 61,8% e il 77,7%", segnalano gli autori del rapporto di Legambiente.
Legambiente, inoltre, ha rilevato come tra i pesticidi più presenti ci siano ancora fitofarmaci revocati dal mercato già nel 2020. Prodotti come il Thiacloprid, rinvenuto in 2 campioni di miele, in 1 pesca e in 1 mela, o tracce l'Imidacloprid, rinvenuto in 34 campioni tra albicocche, arance, banane, carciofi, mandarini, peperoni, uva e pomodori.
I pesticidi più diffusi
Tra i pesticidi più rintracciati, Acetamiprid, Boscalid, Fludioxonil, Azoxystrobina, Tubeconazolo e Fluopyram. A destare preoccupazione anche i residui di DDT in 2 campioni di derivazione animale (tessuto adiposo di cavallo e di bovino). In linea con il trend degli anni passati, la frutta si conferma la categoria più colpita: oltre il 70,3% dei campioni contiene uno o più residui. In riferimento alla verdura, il quadro risulta migliore: il 65,5% dei campioni analizzati risulta senza residui.
Il nostro Paese – ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – si sta dimostrando esempio virtuoso per l'intera Europa in fatto di riduzione dell'uso dei pesticidi, grazie soprattutto alle sempre più numerose aziende che scelgono l'agricoltura biologica, non di certo a politiche nazionali significative in tal senso. A conferma di ciò basti pensare al raggiungimento della quota del 17,4% di SAU condotta con metodo biologico. È quindi necessario un impegno più incisivo, considerando la richiesta dell'Unione europea di raggiungere un taglio dell'uso del 62% dei pesticidi entro il 2030.
Pesticidi: danni per la salute
Il contatto con i pesticidi può essere di tipo professionale, come avviene per i lavoratori coinvolti nei processi di produzione, trasporto e stoccaggio, o legato al loro impiego come accade agli agricoltori, oppure attraverso il consumo alimentare di cibo con pesticidi. I residui presenti, ad esempio, in frutta e verdura, essendo quantità molto ridotte, non danno rischi di intossicazione immediata dopo il consumo di un singolo alimento, ma l'ingestione prolungata nel tempo potrebbe avere degli effetti sulla salute. Nell'uomo, l'esposizione a livelli tossici di alcuni insetticidi può causare effetti al sistema nervoso centrale, sul fegato, e sulla fertilità.