Come la pandemia Covid-19 ha influenzato l'ambiente

Come la pandemia Covid-19 ha influenzato l'ambiente
Ultima modifica 22.11.2021
INDICE
  1. Conseguenze positive della pandemia sulla fauna selvatica
  2. Conseguenze negative della pandemia sulla fauna selvatica
  3. Miglioramento dell’aria grazie alla pandemia

La pandemia di Covid-19 non ha generato effetti solo sugli esseri umani, ma anche sull'ambiente.

La presenza di meno persone in giro, infatti, ha inciso e non poco sull'ecosistema e sulla vita di flora e fauna, alcune volte in senso positivo, altre in negativo.

Conseguenze positive della pandemia sulla fauna selvatica

Il Covid-19, seppure in modo indiretto, ha determinato diversi eventi positivi per gli animali.

Uno dei fattori principali ad aver inciso sulla vita di molti esemplari è la riduzione degli spostamenti delle persone. A causa della loro significativa diminuzione dovuta a lockdown e restrizioni infatti, meno auto hanno investito, ferito e ucciso la fauna selvatica lungo le strade.

Uno studio del marzo 2021 ha rilevato nello specifico che i tassi di uccisione di ricci in Polonia fossero inferiori di oltre il 50% rispetto agli anni pre pandemia. Un trend positivo che se continuasse anche in futuro potrebbe aiutare a rallentare l'estinzione di molte specie.

Anche le uccisioni e ferite di pesci ed esemplari marini e i disagi causati dall'inquinamento acustico di navi, sonar da pesca e imbarcazioni da diporto sono diminuite notevolmente dal marzo 2020, grazie al fatto che meno navi abbiano viaggiato attraverso i corsi d'acqua e gli oceani per scopi di pesca, acquacoltura e turismo.

Anche gli uccelli pare abbiano beneficiato del forte calo dei viaggi, in questo caso aereo, vista la notevolmente riduzione del fenomeno del bird strike.

La pandemia ha portato anche a una flessione del lavoro nelle filiere industriali e questo ha ridotto in molte parti del mondo le attività commerciali che sfruttano le risorse naturali. Tutto ciò potrebbe portare a scenari positivi in un futuro vicino. Si stima ad esempio che in India la riduzione della pesca e del traffico veicolare sulle spiagge di nidificazione potrebbe aumentare le popolazioni della tartaruga marina olivastra in pericolo di estinzione.

La riduzione di presenza umana e dei livelli di inquinamento dell'aria hanno anche portato all'aumento di animali negli ambienti urbani.

Conseguenze negative della pandemia sulla fauna selvatica

Purtroppo però, oltre ai tanti eventi positivi che la pandemia ha determinato per la fauna, ne esistono altri estremamente negativi, molti dei quali dovuti anche a un progressivo ritorno alle normali attività umane.

Secondo uno studio ad esempio le restrizioni hanno ridotto il lavoro delle organizzazioni di conservazione e controllo che si prendono cura della fauna selvatica e delle aree protette e il numero di addetti presenti in riserve, parchi giochi e altre strutture faunistiche. Questo nel lungo periodo può causare un aumento dell'uccisione illegale della fauna selvatica, in particolare quella di animali in via di estinzione soggetti a persecuzione o bracconaggio.

Alcuni esperti temono anche che le difficoltà economiche nei Paesi a basso reddito possano portare a un aumento dello sfruttamento delle risorse naturali, al disboscamento senza licenza e al mercato illegale della fauna selvatica.

A confermare questa preoccupazione anche alcune immagini satellitari che avrebbero documentato deforestazioni in corso in diversi Paesi ed episodi di pesca illegale in aumento in Brasile e nelle Filippine.

Anche i cambiamenti nell'attività umana che la pandemia ha reso necessari potrebbero avere effetti negativi, soprattutto per quanto riguarda alcune specie che dipendono fortemente dalle persone per l'alimentazione e la ricerca di cibo, come scimmie e cani.

Spaventate dall'idea dei contagi maggiori negli spazi chiusi, inoltre, le persone stanno sempre più utilizzando gli spazi esterni come parchi e riserve naturali e questo potrebbe disturbare la fauna selvatica residente non abituata alle interazioni umane.

Anche l'inquinamento da plastica causato da dispositivi di protezione monouso anti Covid-19 smaltiti in modo improprio sembra causare la morte di molti animali, che ingeriscono o rimangono impigliati in questi strumenti.

Miglioramento dell’aria grazie alla pandemia

Molti studi in tutto il mondo hanno confermato che la pandemia abbia portato a significative riduzioni dell'inquinamento climatico e idrico.

Nello specifico i livelli globali giornalieri di CO2 sarebbero diminuiti del 17% durante i primi mesi della pandemia. Allo stesso modo, altre ricerche hanno mostrato che i livelli di biossido di azoto inquinante siano diminuiti drasticamente, del 20-40% , negli Stati Uniti, nell'Europa occidentale e in Cina.

Un'analisi dei dati di 44 città cinesi ha anche scoperto che la diminuzione dei viaggi ha portato a riduzioni tra il 4,58% e il 24,67% di cinque principali inquinanti atmosferici.

Uno studio dal Brasile ha anche scoperto che durante il blocco parziale a San Paolo, i livelli di ossido nitrico sono diminuiti fino al 77,3% mentre il monossido di carbonio è sceso fino al 64,8% rispetto alle medie mensili di 5 anni.

La situazione pandemica ha anche ridotto le emissioni di gas serra.

Le restrizioni relative ai viaggi e la riduzione dell'attività commerciale hanno anche migliorato la salute delle acque del mondo. Secondo un reportage i livelli di inquinamento sono diminuiti di quasi il 16% nel lago d'acqua dolce più grande dell'India durante un periodo di lockdown, mentre un altro ha rivelato come la chiusura delle spiagge e le diminuzioni dei viaggi abbiano ridotto la quantità di rifiuti che si riversa nell'ambiente marino al largo della costa del Kenya.