
Introduzione
Se si ha avuto il cancro e si è guariti, si ha il diritto di poter essere assunti al lavoro, di stipulare un mutuo o di adottare un figlio. L'iter di legge sul diritto all'oblio oncologico in Italia sta allineando il nostro Paese al progetto del Parlamento Europeo e a diversi stati membri che già l'hanno adottato.
Oggi in Italia un milione di persone ha vinto la propria battaglia contro il cancro. Guarigione, insomma. Una parola che darebbe il via libera alla ripresa di una vita normale. Pratiche burocratiche non discriminanti, comprese. I malati sono 3,6 milioni. Secondo dati diffusi dall'Airc (associazione italiana ricerca sul cancro) l'87% delle donne e il 70% degli uomini con tumore alla tiroide guarisce completamente, stessi numeri decisamente confortanti se parliamo di melanoma. Oltre il 60% di guarigioni anche per tumori al seno, all'utero, alla prostata, per i linfomi di Hodgkin. Anche le neoplasie più aggressive come al fegato, al pancreas, al polmone stanno dando risultati confortanti con guarigioni che possono arrivare anche al 50% dei casi, in Europa.
Il diritto di chi è guarito dal cancro a non rivelare informazioni sul proprio passato sanitario per non subire discriminazioni, è già un caso da diverso tempo in Europarlamento. In Italia il ministro alla salute Orazio Schillaci ha annunciato l'intenzione di allineare l'Italia ad altri Paesi europei sul tema.
Diritto all'oblio: quando tutela?
- Stipula di un contratto di mutuo
- Polizza assicurativa
- Domanda per prestito, finanziamento a lungo termine
- Contratto di lavoro/assunzione
- Pratiche per adozione di un figlio
- A dieci anni dalla patologia senza recidive
Oblio Oncologico: cos'è?
L'«oblìo oncologico» è il diritto dell'ex malato di tumore a non rivelare e comunicare informazioni sul proprio passato sanitario e il divieto, da parte del datore di lavoro, di una banca, assicurazioni e tribunali, di indagare sulla sfera privata del soggetto per non subire alcun tipo di discriminazioni rispetto a chi un tumore non l'ha mai avuto. «Io non sono il mio tumore» è lo slogan che meglio descrive il concetto. Forse non è universalmente noto, ma in Italia, così come in molti altri Paesi, quando si deve sottoscrivere un contratto di lavoro, una polizza assicurativa, un mutuo o una pratica di adozione di un figlio, viene chiesto se si è stati malati di cancro.
Si deve quindi comunicare se si è stati in cura per una neoplasia, attraverso una breve dicitura contrattuale attraverso cui rendere conto sulla propria condizione di salute, anche rispetto al passato. Queste informazioni, purtroppo, determinano il buon esito, ad esempio, della richiesta di mutuo, finanziamento, e persino la possibilità di adottare un bambino, quindi contratti che hanno come oggetto rapporti a lungo termine. Le condizioni di salute pregresse costituiscono una immotivata ragione di rifiuto.
Regole del Parlamento Europeo
IDa cosa deriva questa empasse giuridica? Dallo stabilire quando una persona può dirsi definitivamente guarita dal cancro. L'Unione europea lo scorso anno ha votato una risoluzione che traccia linee comuni sul tema e prevede che «entro il 2025, al più tardi, tutti gli Stati membri garantiscano il diritto all'oblio a tutti i pazienti europei dopo dieci anni dalla fine del trattamento e fino a cinque anni dopo la fine del trattamento per i pazienti per i quali la diagnosi è stata formulata prima dei 18 anni di età».
Il nodo: la definizione di guarigione da tumore
In linea generale una persona si considera guarita dal tumore quando il rischio di decesso per la neoplasia è ormai pressoché nullo e il soggetto torna ad avere le stesse aspettativa di vita delle persone della sua stessa età e del suo stesso sesso che non hanno mai avuto il cancro.
Dove è legge?
- Francia,
- Belgio,
- Olanda,
- Lussemburgo
- Portogallo
In Francia, Paesi Bassi e Portogallo, giù viene garantito il diritto all'oblio oncologico. In Spagna, come annunciato dal primo ministro, entro la fine di giugno il suo governo introdurrà l'oblìo oncologico. Il testo di legge è stato elaborato in accordo con le associazioni dei malati di cancro. Nei paesi europei dove è già in vigore, nessun ente creditizio, o assicurativo, dovrà indagare sulle condizioni di salute dei soggetti che presenteranno domanda per polizze o contratti. In Italia, il progetto di legge approderà presto alla Camera come annunciato dal ministro della salute.
In Italia: a che punto siamo?
In Italia è stato presentato un disegno di legge firmato da rappresentanti di più partiti. Il testo chiede «il diritto delle persone che hanno avuto una storia clinica caratterizzata da una patologia oncologica a non subire discriminazioni nell'accesso all'adozione di minori e ai servizi bancari e assicurativi» quando siano trascorsi dieci anni senza recidive. Il ministro della salute Orazio Schillaci ha confermato che il testo approderà alla commissioni Affari sociali della Camera.